da Promentory1985 il sab set 06, 2008 1:03 pm
per combattere la "criminalità " nel mondo del calcio non è necessario prendere un modello, come ad esempio può essere quello inglese e trasportarlo interamente nel nostro mondo: occorre invece crearne uno in base alle caratteristiche particolari della nostra situazione.
in inghilterra non è che hanno debellato il problema hooligans, anzi. ogni volta che giocano 2 squadre le cui tifoserie non possono vedersi, queste si incontrano lo stesso fuori dagli stadi e si prendono a cazzotti, mentre dentro lo stadio stanno tutti a gustarsi la partita seduti come fossero a teatro e nel mondo passa il messaggio che in inghilterra sono stati capaci di redimere tutti i facinorosi dai loro peccati. è vero che là gli stadi sono pieni di famiglie, ma è anche vero che ti cazziano se ti sbracci, se ti alzi in piedi troppo spesso, se porti le bandiere (non ricordo di aver mai visto bandiere e stendardi negli stadi inglesi, ma solo sciarpate) ecc.
io non voglio tutto questo qui in Italia. voglio che le società possano essere messe in condizione di costruire i propri stadi e di organizzare il proprio servizio d'ordine, ma voglio anche che si continui a guardare la partita in piedi in curva, che si possa portare una bandiera, uno stendardo o uno striscione.
il servizio d'ordine è importante perchè, mi spiace dirlo, tante volte le intemperanze degli ultras sono causate dal comportamento spesso inopportuno dei cellerini.
proprio una settimana fa mi è capitato di parlare con uno della digos, che in passato è stato responsabile di servizi d'ordine allo stadio. lui è un romano, laziale, trapiantato per lavoro in umbria da tanti anni, da ragazzo frequentava i gruppi organizzati della curva nord, quindi conosceva bene gli ambienti ultras e questa esperienza l'ha trasmessa anche nel suo mestiere, infatti non ha mai avuto problemi con gli ultras perchè ci ha sempre parlato tranquillamente ("voi non rompete il cazzo a noi e noi non lo rompiamo a voi"). però mi ha raccontato delle scene assurde, tra cui una che mi è rimasta impressa, del tipo che a perugia, prima di un perugia-juventus, dei cellerini si sono aperti la pettorina mostrando la maglietta con scritto "collettivo viola", con lo scopo chiaramente provocatorio, per essere caricati e per avere a loro volta una scusa per dare delle manganellate. non fatico a credere che scene come questa si possano verificare non poche volte nel giro di un anno. la soluzione più opportuna per rendere un buon servizio è quello di formare, all'interno delle società , un proprio servizio d'ordine, serio e qualificato.
con la storia dei napoletani c'entra tutto questo discorso? si.
c'entra perchè ogni volta che succede qualcosa deve essere l'occasione per parlare di questo problema e poi perchè è assurdo che un osservatorio decida, come ha fatto per tutto l'anno scorso, di vietare preventivamente delle trasferte giudicando delle partite "a rischio", perchè questo è un forte segnale di debolezza delle istituzioni che dimostrano di non riuscire a risolvere il problema. ora è giusto dare una punizione esemplare ai tifosi napoletani per quello che hanno combinato, però non vorrei che si ritorni alle storie dello scorso anno, quando prima di ogni giornata veniva negata l'opportunità di partire per seguire la propria squadra in trasferta a tutta la tifoseria.
bisogna individuare chi fa i danni e punirli con pene severe, facendo in modo che ciò sia da monito per qualche futuro male intenzionato.
in sintesi:intanto utilizzare il pungo durissimo, senza però vietare trasferte, poi favorire gli stadi di proprietà .