lotito VATTENE

Per il gioco più bello al mondo molto vicino ai fratelli Gallagher tifosi del Manchester City e per tutti gli altri Sport

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Messaggioda liam.1982 il gio set 06, 2007 12:48 pm

GRANDE PAOLO NEGRO!!! PAOLO NEGRO UNO DI NOI!!!
S.S. LAZIO 1900 QUELLI CHE HANNO PORTATO IL CALCIO A ROMA
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Messaggioda liam4ever il gio set 06, 2007 12:55 pm

l'unica cosa ke gli si potrebbe appuntare al buon paolino è il cognome.. :lol:
IVAN CORDOBA, PIPPA CON GLI ULTRAS.. IVAN CORDOBA, C'HA LA BAMBA BUONA!!

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http://www.myspace.com/saidtoday OFFICIAL MANDO DIAO COVER BAND
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Messaggioda Forward il ven set 07, 2007 12:29 pm

Siviglia: “Il mio ginocchio? Hanno sbagliato”
Ieri pomeriggio ha palleggiato con i compagni, 57 giorni dopo l’amichevole con il Thal che gli fece saltare il menisco interno del ginocchio destro.
Sebastiano Siviglia tifa (tanto), firma (quasi), si prepara (più al derby che alla Champions) e si candida (all’azzurro).

Siviglia e la notte di Bucarest.
«Mi sono mangiato con gli occhi la tv, urlando come un pazzo ai gol. Strana sensazione: ho gioito e allo stesso tempo rimpianto di non esserci. Avevo anche chiesto a Rossi di andare: mi ha risposto che sarebbe stato meglio continuare ad allenarsi ».

Siviglia e la Champions.
«Ho già giocato con la Roma contro l’Anderlecht (il 30 ottobre 2001, ndr), anche se considero come esordio quello di Mosca (avversario la Lokomotiv il 16 ottobre 2001, ndr): Capello mi fece scaldare 20′, mai faticato tanto. Comunque poche storie: è questa qui la mia stagione più importante».

Siviglia, Rossi e Capello.
«Nessun punto in comune. Rossi è pacato, Capello è un sergente di ferro. Rossi lavora più sull’aspetto tecnico- tattico, Capello sfrutta i suoi campioni. Chi è più bravo? Andrebbe data loro la stessa squadra, così avremmo un paragone attendibile ».

Siviglia e la Roma.
«La storia dei 516 mila euro è una barzelletta che non fa onore al club di Sensi (prossima udienza il 15 ottobre, ndr). Quei soldi mi spettano, poi potrei darli in beneficenza ».

Siviglia, il Real Madrid e il derby.
«Battere il Real sarebbe storico per la Lazio, ma scelgo un successo nel derby: non lo baratterei per niente al mondo».

Siviglia e l’infortunio.
«Due mesi per un menisco sono troppi. Qualcosa non è andata per il verso giusto: o l’operazione o il dopo, non si scappa. Di sicuro qualcuno non ha fatto fino in fondo il suo dovere. Un altro intervento? Quando il ginocchio si è gonfiato per la seconda volta c’è stato un campanello d’allarme. Poi mi sono rivolto a Villa Stuart e lì hanno preso in mano la situazione: due sedute al giorno ricominciando la rieducazione daccapo e il ginocchio si è sgonfiato. Il ritorno in campo? Non lo so, voglio andare con calma».

Siviglia e il rinnovo.
«Lotito e il mio procuratore (Pastorello, ndr) hanno chiuso un accordo fino al 2010. Devo solo firmare: lo farò dopo essere tornato in campo».

Siviglia e il flop Lazio sul mercato.
«Qualche rinforzo in effetti era nell’aria. Per una Lazio competitiva su due fronti dovremo essere bravi a metterci più del nostro».

Siviglia e la morte di Puerta.
«Una tragedia scioccante, con i compagni ne abbiamo parlato molto nello spogliatoio e non riuscivamo a spiegarci come si possa morire per un gioco».

Siviglia e alcune voci, secondo cui in passato le sarebbe stata riscontrata un’anomalia a livello cardiaco.
«Ci sono calciatori che dopo una certa età dovono sottoporsi ad esami più approfonditi. Io questi esami li ho fatti, ma preciso: nulla di diverso rispetto ai miei compagni. Lotito si è preoccupato per la vicenda? Vuol dire che tiene alla salute dei suoi giocatori. A volte si fa l’equazione “esame in più uguale a problema”, ma non è così: il controllo ulteriore potrebbe essere stato fatto anche solo per scrupolo».

Siviglia e la Nazionale.
«Per quanto fatto nelle ultime tre stagioni, una chiamata da Donadoni me la sarei aspettata. Peccato quest’infortunio, magari con la Francia sarebbe stata la volta buona. Alla convocazione ci spero: la merito, ma non ne faccio una malattia».
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Messaggioda STEKKIA il ven set 07, 2007 5:08 pm

kaa ha scritto:Negro: “Tornare alla Lazio sarebbe un sogno”
E’ nella lista degli svincolati, quella in cui la Lazio potrebbe trovare il rinforzo giusto dopo il flop dell’ultimo calcio mercato.

Paolo Negro, ex difensore biancoceleste, ha una grande esperienza internazionale e in Champions League saprebbe come aiutare Delio Rossi. Contattato dalla redazione di piazzadellaliberta.it, Negro sorride al pensiero di poter vestire la maglia biancoceleste: “Magari! Quella maglia non ce l’ho più addosso ma quei colori sono nel mio cuore. Sapete come è finita la mia storia con la società ma voglio far sapere che se ci fosse anche solo un possibilità per tornare a Roma, metterei una pietra sul passato. Per tornare alla Lazio farei qualsiasi cosa“.
Ti stai già abituando alle pantofole?
“Mi avete trovato con il pennello in mano. Sto rimbiancando casa e mi sembra di essere tornato ragazzino. Prima di diventare professionista facevo l’imbianchino e sognavo di giocare in serie A. Oggi, a 35 anni, ho gli stessi sogni di 20 anni fa. Non riesco a stare fermo e ho voglia di continuare a giocare. Niente pantofole, preferisco lo scarpino”.
Quest’estate hai detto di no a molte società, ti sei pentito?
“Mi ha cercato l’Ascoli, il Bari e il Brescia. Sono stati molto gentili ma ho rifiutato perchè aspetto una società di serie A. Quando ho lasciato la Lazio per Siena volevo dimostrare quanto valevo ancora e sfogare sul campo la mia rabbia. Oggi quella rabbia non c’è più ma la volontà di fare bene è rimasta”.
La Lazio ora è senza direttore sportivo, quindi se Lotito ti vuole dovrà chiamarti direttamente lui
“Il mio numero ce l’ha, i problemi che ci sono stati li conosciamo entrambi ma quelli ormai fanno parte del passato”.
A proposito di ds, che ne pensi delle dimissioni di Sabatini?
“E’ stato un signore. Ha ammesso colpe non sue e si è dimesso dimostrando una grande professionalità. Mi dispiace, perchè alla Lazio uno come lui avrebbe fatto comodo”.
La Lazio è tornata in Champions, hai qualche consiglio da dare ai tuoi colleghi?
“Gli stimoli arriveranno da soli. Ha ragione Rossi nel dire che quella musica prima della partita è un’emozione unica. Ho avuto la fortuna di giocare in Champions ed anche a Madrid contro il Real. La Lazio deve giocare tranquilla, come ha fatto nel secondo tempo di Bucarest. Sono stati dei grandi: in Romania non era semplice eppure hanno ribaltato il risultato con un calcio spettacolare”.
Il test è finito: ami ancora la Lazio. Ora meglio lasciare libero il cellulare: potrebbe arrivare una telefonata da Lotito
“La vedo dura, però sognare non costa nulla”.


ricordo l'ultima partita in biancoazzurro la vide in Curva Nord
PAOLO UNO DI NOI



ma pure uno di noi aò...

http://www.youtube.com/watch?v=-rkbExAcJ-M

:lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
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Messaggioda Forward il sab set 08, 2007 3:22 pm

La Uefa fa giustizia: Lazio scagionata, non ci fu razzismo
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Solo una multa per il club biancoceleste. Smentite le illazioni della stampa italiana dopo il match con la Dinamo Bucarest.

Tanto rumore per nulla. Prima e dopo il preliminare di Champions League tra Lazio e Dinamo Bucarest, la stampa italiana aveva incredibilmente portato alla ribalta un inesistente pericolo squalifica per il club biancoceleste: l'accusa, preventiva e preventivata, quella di razzismo nei confronti di tifosi e giocatori romeni. In realtà, uno stadio Olimpico traboccante di passione aveva seguito con grande partecipazione emotiva il match della vigilia di Ferragosto, ma proprio nessuno dei presenti aveva notato atteggiamenti di intolleranza da parte del pubblico romano. La stampa italiana invece aveva insistito su episodi mai avvenuti, fortunatamente senza trovare il riscontro del delegato Uefa, che nel suo rapporto aveva annotato solamente l'esplosione di una bomba carta nella ripresa. Nessuna squalifica, nessun razzismo, ma Lazio semplicemente condannata a pagare una multa da 12mila franchi svizzeri, alla stregua della stessa Dinamo Bucarest, dell'Anderlecht, della Stella Rossa e del Fenerbahce.
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Messaggioda Forward il lun set 10, 2007 12:22 pm

Cribari: “Gioco per amore"

A metà intervista si ferma e fa: «Però non vorrei che si pensasse che voglio arruffianarmi qualcuno. Non sono proprio il tipo…». E allora è da qui che bisogna partire.
Scusi, Cribari. Ma chi glielo ha fatto fare?«L’ho fatto per amore».
Diciotto viti e tre placche per tenere insieme parete orbitale e mascella. E lei in campo dieci giorni dopo l’operazione.
«Ci fossero stati Stendardo e Siviglia, insomma senza quell’emergenza vera, non avrei mai rischiato. Ma questo è stato il mio modo di dire grazie alla Lazio».
Un grazie inusuale, oltre che coraggioso.
«E’ che io ormai non mi vedo con un’altra maglia addosso. Ero convalescente quando sono arrivato, due anni fa. Convalescente come la Lazio. Siamo rinati insieme. E insieme abbiamo ancora tanto da fare, dobbiamo crescere».
Ritorniamo a quella sera del 14 agosto. C’è da battere la Dinamo e siamo 0-0. Lei salta di testa, e poi?
«Tanto dolore. Uscendo dal campo penso: starò fermo due mesi almeno. Mi guardo allo specchio nello spogliatoio, ho il volto deforme. Penso: la mia carriera finisce qui, smetto di giocare a pallone».
Invece?
«Con gli antidolorifici dormo tutta la notte, mi operano a Ferragosto, di mattina presto. Dopo quattro giorni il controllo dal chirurgo. Il professor Cascione chiede al dottor Petrucci: “Quando ti serve?”. Lui risponde: “Per martedì”. Mi guarda e dice: “Se giochi con la mascherina ti potrei anche dare l’ok. Ma per il 90% dipende da te”. Non ci credevo, mi scatta qualcosa dentro e rispondo: “Lo sa già che vado in campo”. Il giorno dopo sono a Formello a correre per non perdere la condizione atletica».
La faccia di Rossi?
«Glielo ha detto Petrucci. Il giorno dopo mi incrocia e mi fa: “Allora, siamo pronti?”. Ed io: “Aspetto solo che mi facciano la mascherina”.
Il primo impatto?
«La protezione dà molto fastidio. Ti copre la visuale laterale, ti manca la coda dell’occhio, quella con cui un difensore segue l’avversario. Non puoi ruotare la testa e allora devi giocare concentrato al 101%. Di testa basta non colpire di lato, ho una placca sotto l’occhio che mi tormenta, dovrò toglierla. Le viti no, si riassorbiranno».
E la mascella?
«Posso mangiare qualcosa ma solo dalla parte sana. Niente cibi duri, niente carne ancora oggi».
Arriva il Torino all’Olimpico.
«Sono in panchina. Si fa male Diakitè. Rossi mi dice: “Criba, ho bisogno di te”. Lì ho avuto paura. Mi è passata solo al primo colpo di testa».
E’ vera la storia dell’esorcista?
«Era solo un sacerdote venuto a benedire Formello. Da piccolo, quando stavo male, mia madre mi faceva sempre benedire. Io sono cattolico, ci credo. E così gli ho detto ”Benedica anche me”. E’ andata bene anche stavolta».
Si va a Bucarest.
«I compagni sono meravigliati, però mi caricano: “Se ci sei tu, ce la facciamo”. Mi viene la pelle d’oca. E’ un momento che mi resterà dentro per sempre. Vado in campo tranquillo».
Intanto, i tifosi…
«Il mio sito è stato sommerso di e-mail. Ne arrivano ancora oggi. Non so quante volte mi sono venute le lacrime agli occhi. Mi sono quasi spaventato di tanto affetto: solo in campo potrò ricambiarlo».
Le hanno dato dell’“eroe”, calciatore d’altri tempi.
«Ed io finché mi vorranno bene resterò qui. Vale anche per la società. Ho rifiutato qualsiasi altra offerta in estate perché per me la Lazio è il massimo: ho firmato fino al 2011 ma è la fiducia quella che conta. Poi tornerò in Brasile, voglio chiudere la carriera nel campionato del mio Paese. Non ci ho mai giocato perché a 17 anni ero già in Italia, insieme a mio fratello».
Ma tutti sanno che lei ha un altro sogno.
«La nazionale, sì. L’ho sfiorata a maggio, speravo di andarci proprio in questo fine settimana perché il ct Dunga mi stava facendo seguire dai suoi osservatori. L’infortunio mi ha bloccato, sarà per la prossima».
Il Brasile ha sempre bisogno di buoni difensori.
«Pensare che io nasco trequartista. Il mio idolo è sempre stato Zico. Fu l’allenatore della Primavera dell’Empoli, Gelain, a spostarmi dietro. Lo ringrazierò sempre, ha avuto ragione lui».
La Champions è stata quindi il suo battesimo internazionale.
«Lo sarà. La Dinamo era un antipasto. Per me si parte da Atene e sarà un’emozione unica, quella sì sarà Champions, il sogno di tutti quelli che giocano in Europa. Poi aspetto il Real in casa. E sapeste che fiducia c’è nella squadra: siamo caricati a mille, altro che comparse».
Vi sentite più forti dell’anno scorso?
«Sono certo che finiremo fra le prime cinque, anche se il campionato è più difficile. Ma soprattutto che saremo ancora la sorpresa della stagione».
Un giudizio sui nuovi.
«Parlo dei difensori. De Silvestri e Kolarov sono giocatori di livello internazionale, sia per capacità tecniche che fisiche. Diakité è quello che sento più vicino, mi chiede sempre consigli e li ascolta: gli auguro di tornare presto».
Si dice: la Lazio è il suo gruppo.
«Non ho mai visto in carriera uno spogliatoio così compatto, uomini così uniti, direi famiglie così unite, perché ci vediamo spesso fuori a cena e lì ci divertiamo. Ci divertiamo, esattamente come in campo».


semplicemente un grande!!
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Messaggioda Forward il mar set 11, 2007 7:28 pm

doppio post
Ultima modifica di Forward il mar set 11, 2007 7:29 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Forward il mar set 11, 2007 7:29 pm

Tuia: Ginocchio ko, fuori 6 mesi
Tuia: Confermata la rottura dei legamenti crociati
Dopo lo stop di questa mattina alla Borghesiana, brutte notizie arrivano dalla risonanza magnetica effettuata stamattina da Alessandro Tuia presso la Mater Dei con la supervisione del Dott. Petrucci. Il responso parla chiaro: rottura del legamento crociato del ginocchio. Lunghi i tempi di recupero. La prime diagnosi parlano di sei mesi. Ancora l’azzurro fatale per la giovane promessa del vivaio biancoceleste, che nella scorsa stagione si era fratturato un piede con l’Under 17.


in becco all'aquila
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Messaggioda liam.1982 il mer set 12, 2007 7:21 am

Non ci voleva questo infortunio al giovane Tuia!!! Speriamo che guarisca presto!!!
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Messaggioda liam.1982 il mer set 12, 2007 12:46 pm

Lotito: pronto a fare nuovo stadio
"Praticamente chiusa trattativa con comune Valmontone"
(ANSA)-ROMA,12 SET- "Se l'amministrazione comunale non capira' l'importanza dello stadio polifunzionale sono pronto a portare la Lazio a Valmontone": cosi' Lotito."Non voglio far polemica con nessuno, credo che Veltroni abbia capito l'importanza di questo progetto, ma se non dovessimo ricevere il via libera o registrare cambiamenti di rotta, ho gia' praticamente chiuso la trattativa con l'amministrazione di Valmontone che, invece, e' entusiasta di poter ospitare la nuova cittadella dello sport della Lazio"

NON SO VOI MA IO VOGLIO CHE LA LAZIO GIOCHI LE SUE PARTITE A ROMA
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