Ognuno alle critiche che riceve, che siano fischi o accuse, reagisce secondo la sua natura:
STRASBURGO, 2 LUGLIO 2003. Silvio Berlusconi prende la parola alle 9 del mattino e legge il suo intervento programmatico. Applausi finali. Contestazioni dei parlamentari verdi, che innalzano cartelli in molte lingue su cui è scritto «La legge è uguale per tutti». Poi parla il presidente della Commissione europea, Romano Prodi. Seguono decine di interventi dei parlamentari europei, tra i quali quello del capogruppo del partito socialdemocratico tedesco, Martin Schulz (il cui intervento è qui riprodotto nella traduzione di Marina Astrologo).
«Signor presidente, signore e signori, per cominciare mi rivolgo al collega Poettering. Il collega Poettering ha elogiato in forma addirittura euforica la competenza della Presidenza di turno giunta qui dall’Italia: Berlusconi, Fini, Frattini, Buttiglione... e qui ho temuto che se ne uscisse anche con Maldini e Del Piero e Garibaldi e Cavour. Ma ne ha dimenticato uno, e cioè il signor Bossi. Anche lui fa parte di quel governo, e la minima esternazione che fa quest’uomo è peggiore di tutte quelle per cui questo Parlamento ha preso provvedimenti contro l’Austria e l’appartenenza della Fpö (il partito liberale austriaco guidato da Haider, ndr) al governo di quel Paese. Quindi dobbiamo parlare anche di lui (Applausi).
«Lei, signor presidente, non è certo responsabile del quoziente d’intelligenza dei suoi ministri. Però è responsabile di ciò che dicono. Le esternazioni di Bossi, il suo ministro per le Politiche dell’immigrazione, che Lei ha appena ricordato nel suo discorso, non sono minimamente compatibili con la carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. In quanto presidente di turno, Lei è invitato a difendere quei valori. Li difenda, dunque, contro il suo stesso ministro! Voglio riprendere una parola che il collega Di Pietro ha menzionato in questa sede. Il virus del conflitto d’interessi, ha detto Di Pietro, non può essere innalzato sul piano europeo. Ebbene sì, il collega ha ragione, e adesso, qui in quest’aula, siamo da giorni nella difficile situazione che quando si parla della presidenza italiana dell’Unione, si sente dire di continuo: “State attenti a non criticare Berlusconi per ciò che fa in Italia, perché qui al Parlamento europeo non c’entra nienteâ€. Come sarebbe? L’Italia non è forse membro dell’Unione europea? (Applausi).
«E invece naturalmente sì che c’entra, e Le dico perché. Di quello che Lei fa in qualità di primo ministro italiano riguarda le colleghe e i colleghi eletti al Parlamento italiano e compete a loro di discuterne con Lei, ma quello che Lei fa in qualità di presidente di turno dell’Unione, compete a noi che siamo qui. Pertanto Le dico: Lei ha parlato del tema della sicurezza, della libertà e del diritto, del processo di Tampere. E qui Lei ha utilizzato un concetto: Europol. Ma vi sono tre concetti che Lei non ha utilizzato, e io glieli voglio ricordare per chiederle, per favore, se può dire qualcosa a proposito di tre cose. E cioè: che cosa pensa di fare per accelerare l’istituzione di un pubblico ministero europeo? (Applausi). Che cosa pensa di fare per accelerare l’entrata in vigore del mandato di arresto europeo? Che cosa pensa di fare per il riconoscimento reciproco di documenti nei procedimenti penali internazionali? Per quanto riguarda la validità dei documenti, anche nel suo Paese avreste bisogno di un tantino di riforma. Se Lei introducesse una riforma nel suo stesso Paese, il mandato di arresto europeo potrebbe entrare in vigore più rapidamente.
«Nonostante ciò, io mi rallegro del fatto che Lei oggi sieda qui e io possa quindi discutere con Lei. Questo lo dobbiamo non da ultimo a Nicole Fontaine, perché se Nicole Fontaine non fosse riuscita così bene a rinviare tanto a lungo le procedure per l’immunità a Berlusconi e a Dell’Utri, il suo assistente che oggi è presente qui in via eccezionale, Lei non avrebbe più posseduto l’immunità di cui ha bisogno. Anche questa è una verità che si può dichiarare qui oggi!» (Interruzioni).
BERLUSCONI RISPONDE. Terminati gli interventi di tutti i parlamentari europei iscritti a parlare, Berlusconi riprende la parola per la sua replica. Parla a braccio, questa volta. E risponde alle contestazioni e alle critiche ricevute. A chi ha evocato le leggi su misura (rogatorie, falso in bilancio, legittimo sospetto, sospensione dei processi alle alte cariche), risponde con una inaspettata ammissione: «Abbiamo il record di 350 disegni di legge e decreti legge... Se ci si riferisce ai tre testi adottati con gli strumenti della democrazia in risposta ad azioni derivanti dall’esercizio di un ruolo di funzionari della giustizia mirante ad attaccare, con la giustizia, i nemici politici, ebbene si tratta solo di tre casi su 350, quindi appena l’1 per cento».
Poi aggiunge: «Sul conflitto d’interessi a cui molti hanno fatto riferimento. Bene, forse non avete la conoscenza del fatto che in Italia i giornali, ma soprattutto le televisioni che ancora appartengono al mio gruppo e alla mia famiglia sono tra i nostri più decisi critici. Perché? Perché... (proteste dell’opposizione) Evidentemente vi manca il sole dell’Italia. Non siete venuti e non avete mai acceso, mai acceso, mai acceso, mai acceso una televisione italiana. Perché dovreste sapere, e molti di voi vengono dal giornalismo, dovreste sapere che ogni giornalista ha come massima sua preoccupazione quella di apparire indipendente nei confronti dei suoi colleghi. E questa indipendenza lo porta a essere ogni giorno critico nei confronti di colui che considera il padrone... (grida dai banchi dell’opposizione). Se questa è la forma di democrazia che intendete usare per chiudere le parole del presidente del Consiglio europeo, vi posso dire che dovreste venire come turisti in Italia, ma che qui sembrate turisti della democrazia. Dei turisti della democrazia... (grida dall’opposizione).
«Un appunto sulla immigrazione. Sono stato sei anni capo dell’opposizione in Italia, non mi fa paura con questi interventi, ho l’abitudine a essere contraddetto... (continuano le proteste dell’opposizione). Sull’immigrazione vorrei ricordare che se c’è un Paese che affonda le sue radici nel cristianesimo, un Paese generoso, aperto a chi ha di meno e a chi soffre, questo Paese, ho l’orgoglio di dire che è il mio Paese, è l’Italia... (grida dall’opposizione). E quindi non confondiamo la guerra che si deve fare tutti insieme, tutti insieme, ai trafficanti di schiavi, alla nuova tratta di schiavi, rispetto all’accoglienza che si deve dare a chi viene per migliorare la sua vita nel continente europeo».
LA RISPOSTA AL KAPÓ. Berlusconi affronta anche le critiche di Martin Schulz: «Non posso non rispondere un po’ a lui e a tutti coloro che hanno guardato all’Italia dandone una versione assolutamente caricaturale e lontana dalla realtà . Io vi invito a venire a godere di qualcosa che il governo Berlusconi evidentemente non è riuscito a negare e cioè al sole, alla bellezza, ai centomila (si levano voci dai banchi dell’opposizione)... ai centomila monumenti e chiese che dell’Italia (l’opposizione protesta), ai 3.500 nostri musei, ai 2.500 siti archeologici, alle 40 mila case storiche dell’Italia che non siamo riusciti a distruggere in questi due anni. Signor Schulz, so che in Italia c’è un produttore che sta montando un film sui campi di concentramento nazisti. La suggerirò per il ruolo di kapò! (urla dai banchi dell’opposizione). L’Italia quindi (urla sempre più forti)... Lei è perfetto! Rispondo (l’opposizione continua a protestare)... Bene, io dunque concludo questa punta polemica dicendo che gli amici e colleghi socialdemocratici evidentemente dovrebbero ampliare le loro frequentazioni al di là dei colleghi italiani che trovano qui in Parlamento e dovrebbero ampliare le loro letture al di là dei giornali di estrema sinistra che evidentemente hanno formato questi loro convincimenti (l’opposizione è scatenata). Vorrei concludere...».
SCHULZ RISPONDE. Al termine della burrascosa replica di Berlusconi, riprende la parola Martin Schulz: «Il presidente Berlusconi, nelle sue dichiarazioni, ha detto quanto segue, se ho ben capito, evidentemente, le sue parole in tedesco. In Italia si sta facendo adesso un film sui campi di concentramento e io potrei essere suggerito come attore per il ruolo di kapò. A questo devo dire: il mio rispetto per le vittime del fascismo mi impedisce di rispondere con una parola, ma mi sembra difficile accettare che un presidente del consiglio che esercita una carica, quando si trova di fronte alla minima critica di dibattito, risponda in questi toni» (lungo applauso all’intervento di Schulz).
DI NUOVO BERLUSCONI. «Chi non è stato qui a sentire l’intervento del signor Schulz che mi ha offeso gravemente sul piano personale e gesticolando, con un tono di voce che quello sì non è ammissibile in un Parlamento come questo (l’opposizione ricomincia a protestare). Quindi io sono, io ho detto con ironia quello che ho detto. E se non siete in grado di capire l’ironia mi spiace e... Ma non ritiro! Non ritiro quanto con ironia ho detto (forti proteste dell’opposizione), se il signor Schulz non ritira le offese personali che mi ha rivolto! Io l’ho detto con ironia, lui invece con cattiveria!» (l’aula si scatena e il presidente Cox fatica a riportare la calma).
http://www.youtube.com/watch?v=vXpU7v8xEDU
Prodi è imbranato, ma educato e composto, Berlusconi è tanto permaloso e infantile.