Moratti due ore da Borrelli
"Non credete a Tavaroli"
"Il caso era seguito da Facchetti" E s'indaga sulla serie A 2005-'06
di CORRADO ZUNINO
<B>Moratti due ore da Borrelli<br>"Non credete a Tavaroli"</B>
Massimo Moratti
tra i giornalisti
ROMA - Entra sereno, Massimo Moratti. Esce veloce e un po' stressato dalla folla di cronisti che, per quantità , gli fa capire che anche oggi la sua Inter sarà il titolo d'apertura. Sorride, però: "Non c'è nessun imbarazzo per la vicenda Telecom". Nelle due ore da Francesco Saverio Borrelli, guida dell'Ufficio indagini, il patron dell'Inter ha provato a dare linearità alle spiegazioni contraddittorie fin qui offerte sul dossieraggio ai danni dell'ex arbitro Massimo De Santis. Ha spiegato, ma non ha convinto davvero. E si è irrigidito quando Borrelli ha citato, doveva citarlo, l'amico scomparso Giacinto Facchetti.
Di fronte all'ex magistrato che vuole mettere in fila le date della strana storia - quando l'arbitro Nucini ha fatto all'Inter le prime rivelazioni sulla cupola moggiana, era la fine del 2002; quand'è che Facchetti ha portato Nucini di fronte a Ilda Boccassini; quando è partito l'ordine di mettere De Santis, arbitro considerato filo-Juve, sotto controllo e soprattutto chi ha dato quell'ordine: Facchetti, lo stesso Moratti, Tronchetti Provera? - il patron mantiene la barra sull'ultima linea scelta: "Non è stata la società Inter a dare mandato di "diligence" all'agenzia Polis d'Istinto, non esistono fatture di pagamento da parte del club". Le fatture, infatti, sarebbero state emesse dalla Pirelli di Marco Tronchetti Provera.
Nell'ultimo interrogatorio al carcere di Voghera il grande spione Giuliano Tavaroli aveva detto che per il dossier De Santis ricevette una chiamata proprio da Moratti, che poi gli aveva passato il presidente Facchetti. E Facchetti aveva poi seguito tutta la pratica. Moratti è infastidito: "Non credete a tutto quello che dice Tavaroli. Lo conoscevo, certo, ma non gli ho mai dato alcun incarico". Poi, ammette: "L'affare Nucini e tutto quello che è venuto dopo li ha seguiti Giacinto".
Si passa a parlare dei pedinamenti nei confronti di Christian Vieri, è stato lo stesso giocatore ad appellarsi all'Ufficio indagini. In quel caso il mandato è stato della società : la firma sui pagamenti è dell'allora amministratore delegato, Rinaldo Ghelfi. E l'ascolto delle telefonate di Juventus, Gea e Federcalcio? "Non c'entriamo niente", liquida Moratti.
Quando è di nuovo sul marciapiedi di via Allegri il patron dice degli interlocutori: "Li ho trovati svegli e gentili, spero di non tornare più". Ci penserà Borrelli a dare una dimensione adeguata alla faccenda: "Calciopoli due? E' un'enfatizzazione". Nelle due ore l'ex pm non ha contestato un'eventuale omessa denuncia per le prime rivelazioni di Nucini tenute lontane dalla giustizia sportiva. D'altronde, su tutto il "caso Inter" pende la prescrizione sportiva.
Per il club il danno resta quello all'immagine, profondo. E in serata lo stesso Moratti farà sapere: "L'unica verità è che in questi anni c'è stata una realtà parasportiva che ci ha fortemente danneggiato e ora c'è una situazione mediatica che continua a danneggiarci". Diversi uomini del calcio iniziano a difenderlo: Cellino, Spinelli, Zamparini. "E' una vicenda di poco conto", dicono. E anche l'avvocato di De Santis ha fatto un passo indietro: "Dall'Inter non abbiamo subito nessuna pressione". In un primo tempo l'ex arbitro aveva allungato il sospetto di un pedinamento ai fini del ricatto.
In queste ore è approdato all'Ufficio indagini l'intero pacchetto scommesse. Dalle procure di Parma, Torino e Udine sono arrivate le carte e lunedì scorso in via Allegri sono stati interrogati Iuliano e Chimenti, ex Juventus. Già fissata l'udienza per Maresca e tra una decina di giorni toccherà al portiere della nazionale Buffon e al centravanti Iaquinta, coinvolto con diversi compagni dell'Udinese in una brutta vicenda di puntate clandestine: "Mi chiamavano tra il primo e il secondo tempo", ha rivelato il superteste dell'inchiesta.
Borrelli, tra l'altro, ha mostrato di voler prestare attenzione alle ultime rivelazioni dell'ex arbitro Mazzoleni, che ha aperto alla procura di Napoli il filone "irregolarità sul campionato 2005-2006". Su questo fronte i carabinieri di Roma acquisiranno le pagelle di diversi arbitri e i pm di Napoli convocheranno l'ultimo designatore, Mattei, accusato di aver fatto pressioni su Mazzoleni affinché favorisse la Lazio contro il Cagliari". Ieri a "Striscia la notizia" l'ex guardalinee di serie C, Pietro Avella, ha denunciato: "Mi hanno cambiato i voti federali per farmi fuori".
(4 ottobre 2006)