da johnlord il dom set 24, 2006 11:10 am
Non l'ho più visto in giro per Roma con la Porsche il Mattia.
Questo è uno dei suoi pezzi memorabili, per farvi capire di che PEZZO DI...girornalista stiamo parlando.
Articolo su Totti, Euro 2004:
"Già molti e prima di ieri nutrivano il dubbio che Francesco Totti fosse uno poco presentabile fuori dal grande raccordo anulare. Non
perché sia un tipo cattivo, semplicemente perché le facce contano e con quella faccia, se non si fosse impiegato nel calcio, Totti avrebbe avuto un futuro nel ramo del precariato. Bisogna immaginarsi un pomeriggio assolato a Torbellamonaca, Totti seduto sulla sua Kawasaki, jeans, t-shirt bianca,
pacchetto di Marlboro arrotolate nella manica, sigaretta pendente dalle labbra o incastrata sopra l'orecchio; forse ha un fidanzata: zeppe,
minigonna e chewing gum. Sta prendendo accordi con un tal Nando, stasera andranno a farsi una coda alla vaccinara da Nestore, forse Nando ha un
posto in ditta per Francesco, un paio di mesi, poi si vedrà . Intanto pijate 'sti cinquanta euro, e pensa a mamma tua. Invece Totti ha il privilegio di
poter lavorare coi piedi. Per altri sarebbe un disastro, per lui un dono del cielo: poter prendere a calci il mondo, ridotto in scala alle dimensioni
di una palla. Una interminabile retorica - di quelle verosimili - tratteggia i campioni del football come bambolotti mai cresciuti, coccolati nel
vizio, arroganti, incapaci di spedire un vaglia postale, in perenne conflitto con le coniugazioni dei verbi, avidi, pronti a rifarsi una
reputazione facendo visita, scortati, al ragazzino in ospedale. Se è un luogo comune, Totti ha contribuito a diffonderlo. Quando fece ingresso nel
palcoscenico della notorietà , fu preso di mira dai comici televisivi che lo misero in caricatura. Giudicò la macchietta oltraggiosa e tutti
pensarono e molti dissero: santo cielo, vivi giocando, ti coprono d'oro, le belle donne e le belle case, i cori della gente allo stadio; possibile
invocare il vilipendio con tanta acredine per uno sketch in seconda serata? Poi venne il tempo delle barzellette sul suo conto, e Totti continuò a trovare
impervi i sentieri dell'umorismo, sinché non gli venne in soccorso Maurizio Costanzo. Convinse Totti a impossessarsi delle storielle perché
fossero raccolte in un libro e il libro messo in vendita e i ricavi destinati alla beneficenza. In Italia ci si guadagna la fama di imbecilli come quella di
santi alla medesima velocità . In un colpo Totti divenne autoironico, maturo, paternale, generoso. Il problema è che in campo si è soli. Non c'è
Maurizio Costanzo a darti il consiglio buono. E Totti in campo non ha la sensibilità di un monaco. È spesso nervoso, le piglia ma le dà anche, siccome
è un idolo dei tifosi gli arbitri lo perdonano più di un po', gli capita di allungare le mani, magari per strattonare un terzino troppo ruvido. Ma
Roberto Baggio, per esempio, le mani le ha sempre tenute basse. E Roberto Baggio, dopo un gol, non mai ha alzato la casacca per mostrare la scritta
«vi ho purgati ancora». Non era niente di male, quella maglietta, aveva in sé anche qualcosa di spiritoso, di borgataro, di rivalità pecorona,
ma era un altro indizio, indubbiamente. Da un punto di vista più puramente tecnico, Totti è un giocatore capace di qualsiasi cosa, ha forza e stupenda
perizia nel trattare il pallone. Ma quando il gioco si fa duro, tende a perdersi in un groviglio di velleità . Giocò così così gli Europei di
quattro anni fa, molto male i mondiali di Corea e Giappone, che concluse da espulso. Stavolta è cominciata come sappiamo. Una partita nebulosa contro la Danimarca, un bruttissimo fallo all'ultimo minuto e un'ammonizione che sapeva di grazia. Infine è saltata fuori la storia dello sputo in faccia a
Christian Poulsen. Sputare in faccia a qualcuno è da bulletti e da vili, funziona sulla Casilina se uno guarda troppo a lungo la tua fidanzata, non
per vincere il Pallone d ' O ro. Un'emittente radiofonica danese stava riesaminando le immagini del match per apprezzare nella sfumatura la
vincente marcatura di Poulsen su Totti, e ha scoperto la prodezza: Totti si avvicina a Poulsen, Poulsen lo spinge via con una spallata, Totti si gira e
sputa. E già questo è sufficientemente disgustoso. Non quanto il contorno. Totti si è rifugiato nella menzogna: «Non ho sputato a nessuno». I dirigenti
della nazionale lo hanno miseramente coperto: «La sequenza non è molto chiara». Guardate le foto qua sopra, e giudicate voi. Ci voleva tanto ad
ammettere, a chiedere scusa, a promettere una punizione scontata per un giocatore responsabile di un gesto spregevole e antisportivo? Macché, non sono soltanto i calciatori a essere bambini capricciosi e vacui. Tutto quel mondo è così, il mondo dei presidenti indebitati fino al collo per comprare l'ultimo giocattolo, le scommesse, le piccinerie, i sospetti sugli arbitri, e quella deprimente permalosaggine alla minima sottocr itica. In questa vicenda,
i responsabili del calcio italiano si sono preoccupati di proteggere Totti perché la nazionale non venga privata del suo giocatore più importante, hanno paura di perdere il prossimo incontro con la Svezia, e non gli importa nulla di perdere il decoro, già tanto compromesso dai modi di Totti.
Poulsen ha detto: «Totti mi ha sputato addosso più di una volta». Dallo spogliatoio della squadra è trapelata la replica: «Totti non ricorda».
Non ricorda? Dall'Italia è in arrivo l'avvocato Giulia Buongiorno, grande difensore di Giulio Andreotti. Ci vien voglia di sperare che stavolta le
vada male. Totti quasi sicuramente stamattina sarà squalificato per non meno di tre giornate. Ma è fin troppo facile dire che si è già squalificato da sé."
"Bere significa massiccia ingestione di birra.
Whisky, gin, cocktail, tutto il resto non è che vanità"
James Herriot