da pita1982 il dom apr 09, 2006 1:57 pm
Juventus F.C.: lezioni di "stile"
Lezione n° 1)
La Juventus, schiacciasassi del campionato italiano, meno roboante in Champions League, fatale nemica del destino viola. Nella storia, ma anche in questo campionato. Proprio nella partita tra bianconeri e gigliati, disastroso ritorno di Coppa Italia nel gennaio scorso, lo juventino Zalayeta determinò, in negativo, buona parte dell'andamento della stagione della Fiorentina entrando a valanga sul portiere Sebastien Frey. Un intervento falloso, poco cavalleresco, ormai inutile ai fini del risultato già acquisito. Per Frey il campionato finì lì: un infortunio grave ai legamenti lo tiene ancora oggi fuori dai campi di calcio. Per la società viola si trattò di un danno grave, sia sotto il profilo tecnico (perdere il fenomeno Frey è costato in termini di punti), sia sotto quello economico. La Juve non battè ciglio. Nessuna scusa ufficiale, nessuna dichiarazione contrita, neanche un'educata presa d'atto del danno arrecato ai viola. Nulla. Il silenzio continuò anche quando la presidenza viola e lo stesso Frey raccontarono pubblicamente l'atteggiamento antisportivo della "Vecchia signora".
Lezione n° 2)
Una tradizione: da molti anni le Poste italiane dedicano una speciale uscita filatelica alla vincitrice del campionato di calcio italiano. Era sempre accaduto, fino al 2003. Quell’anno, infatti, la Juventus bloccò l'iniziativa delle Poste chiedendo un conquibus (spiccioli di fatto, dato il valore economicamente relativo dell'operazione). «Per usare il nostro marchio - dissero allo Stato i dirigenti bianconeri - bisogna pagare», poi si dice del braccino corto....
Lezione n° 3)
Per dire e fare certe cose ci vuole coraggio e pelo sullo stomaco. Due doti che non mancano alla Juventus. Tanto ne ebbero i dirigenti bianconeri nel 1995 da chiedere 200 milioni di vecchie lire per partecipare ad un triangolare con Napoli e Salernitana intitolato alla memoria dell'exbianconero Andrea Fortunato, prematuramente scomparso per una leucemia nell'aprile di quell'anno. Gli organizzatori rimasero a bocca spalancata.
Lezione n° 4)
La Juventus è da sempre il gioiello della famiglia Agnelli. La dinastia di imprenditori torinesi ha costruito, potenziato e vinto molto coi colori bianconeri. L'identificazione tra la "Vecchia signora" e i suoi padroni è sempre stata un must, per tante e tante generazioni di italiani. Scavallato il millennio, l'avvocato Gianni e suo fratello minore Umberto sono passati a miglior vita. Negli anni appena precedenti, le tragiche e premature scomparse degli eredi Giovannino ed Edoardo. Adesso la Juventus si appresta a pregiarsi del grazioso regalo di uno stadio tutto nuovo: il Delle Alpi verrà demolito, con buona pace dei miliardi spesi per Italia ‘90, e il nuovo impianto sarà agile, moderno, funzionale e soprattutto dato in concessione alla società di Corso Galileo Ferraris per i prossimi 99 anni. Tutto regolare, tutto italiano, compreso il fatto che quel bel tempio del pallone moderno sarà intitolato alla grande famiglia proprietaria della Fiat... ops, in realtà la Triade è alla spasmodica ricerca di uno sponsor: niente tributo agli Agnelli, quel nuovo stadio si chiamerà magari Dash, Dixan o Tampax. Ai grandi imprenditori, una targa al massimo, chissà , realizzata con una bella raccolta di fondi tra i tifosi.
Lezione n°5)
Stagione 96-97, finale di Champions League tra Juventus e Borussia Dortmund, vincono i tedeschi, i bianconeri tornano a casa dall'Europa per l'ennesima volta con la coda tra le gambe. Ma Roberto Bettega non accetta il responso del campo: «Evidentemente, abbiamo giocato contro una federazione calcistica più forte della nostra». Sospetti simili attanagliano le notti di migliaia di tifosi e addetti ai lavori dopo una partita contro la Juventus.
Stefano Prizio
Da "La Fiorentina" n° 8