A.C. MILAN stagione 2005/06 OFFICIAL TOPIC

da **gius** il ven gen 13, 2006 11:52 am

Zaccheroni, il primo maestro italiano Â«Sembra Ronaldo, delizierÃ MilanoÂ»

Â«Lo chiamavo Olivia: le sue gambette magre mi ricordavano la compagna di Braccio di FerroÂ»

Alberto Zaccheroni, lei (a Udine) Ã¨ stato il primo allenatore italiano di Marcio Amoroso. Sorpreso per il suo ritorno? Â«Fortemente sorpreso. Credevo che, dopo avere giocato in Italia, Germania e Spagna, la sua decisione di rientrare in Brasile fosse definitiva. PerÃ² mi stupiva che un talento del genere avesse mollato lâ€™EuropaÂ».
Forse il talento si era un poâ€™ annacquato.
Â«Io lo ricordo come un grandissimo giocatore. PerÃ² poi non lâ€™ho piÃ¹ seguito. La sua arma migliore Ã¨ senzâ€™altro la capacitÃ di abbinare lâ€™enorme tecnica a una velocitÃ inusuale. In questo, a mio parere, Ã¨ secondo solo a RonaldinhoÂ».
Addirittura.
Â«Qui siamo ai livelli di Ronaldo. Ronaldo Ã¨ piÃ¹ potente, lui piÃ¹ agile. Dopo due passi di corsa, non lo prendi piÃ¹. Dentro di me lo chiamavo Olivia. Non glielâ€™ho mai detto, ma nel modo di correre, con due polpacci che sembrano stuzzicadenti, ricorda la donna di Braccio di FerroÂ».
Lei ha allenato anche Shevchenko.
Â«Quando ero al Milan mi sarebbe piaciuto mettere Amoroso a sinistra e Sheva a destra di Bierhoff. Sarebbe stato un attacco da 60 gol in tre. Purtroppo Marcio non siamo riusciti ad acquistarlo. Per quel Milan costava troppo, 35 milioni di euro. Lo prese il ParmaÂ».
Come colloca Amoroso nellâ€™attacco del Milan di Ancelotti?
Â«Il Milan aveva tre prime punte: Gilardino, Inzaghi e Vieri. Di attaccanti abili ad entrare in area dallâ€™esterno câ€™era solo Sheva. Ora il reparto mi sembra piÃ¹ equilibrato: ci sono due prime punte e due punte esterne. Le cose migliori Amoroso le fa quando parte largo, non spalle alla porta. Ha la tecnica del trequartista e la velocitÃ di esecuzione dellâ€™attaccanteÂ».
Un marziano.
Â«Ai miei tempi voleva giocare da trequartista, dove oggi gioca KakÃ¡. Per fargli cambiare idea fui costretto ad usare le maniere forti, minacciando di spedirlo in tribuna. Conoscendolo, credo che ancora oggi sia convinto che il suo ruolo sia quello. Spero solo che abbia capito. In fondo Ã¨ stato capocannoniere in Italia e in GermaniaÂ».
Rischi di questo ritorno al futuro?
Â«Se saprÃ calarsi nel nuovo ruolo, di sicuro Milano si innamorerÃ di lui. DelizierÃ i tifosi. PerÃ² dovrÃ essere cosÃ¬ bravo da rendersi conto di dover convivere con gli altri. Non si dovrÃ deprimere. Ai miei tempi lo condizionava il carattere: o sorrideva oppure era ombrosoÂ».
Lei ha allenato pure Vieri.
Â«Probabilmente Vieri non Ã¨ piÃ¹ quello di un tempo e del resto io sono stato il primo a preferirgli Adriano. PerÃ² oggi sono anche il primo a riconoscere che quello visto al Milan non era Vieri. Comâ€™Ã¨ possibile che uno come lui, che vedeva sempre la porta, rischiasse di rompersi lâ€™osso del collo dopo uno stop e un tiro?Â».
Situazione imbarazzante.
Â«Non era sereno. Probabilmente, non essendo abituato ad essere messo in discussione, pativa questo stato di cose. Ecco perchÃ© credo che abbia fatto bene a scegliere Monaco. LÃ¬ câ€™Ã¨ meno pressione, potrÃ tornare decisivoÂ».