Il Coni, nel commendevole proposito di aiutare i vivai nostrani, sta per dare corso ad un autentica rivoluzione per le squadre professionistiche italiane. Dal 2006, infatti, ogni club, non importa quale sport pratichi, dovrà avere il 50% dei propri effettivi di nazionalità italiana. Nella serie A sono innumerevoli le squadre che in questo modo dovranno stravolgere i propri organici, così ricchi di stranieri da proporre formazioni dove i nostri connazionali costituiscono variopinte eccezioni. La prima conseguenza sarà una cessione di massa degli extracomunitari (infatti non si può derogare dalla nazionalità europea di tedeschi e francesi), con successivo aumento del prezzo dei cartellini dei calciatori italiani.
Maida chiarisce gli estremi della nuova normativa
Il noto giornalista del Corriere dello sport Roberto Maida ha spiegato i contenuti e le finalità della recente delibera del Coni: "Il Coni ha emesso questa delibera in ottemperanza ad una direttiva dell'Uefa, mirata a valorizzare i vivai locali (le direttive vincolano riguardo gli obbiettivi ma non relativamente ai mezzi per raggiungerli, ndr). Questa esigenza è nata dal Basket, uno sport letteralmente soffocato dalla presenza degli stranieri nelle squadre. Ovviamente tale delibera vincola tutte le federazioni sportive, compreso il calcio, e queste dovranno presentare una relazione riguardo le modalità attraverso le quali si adeguano alla delibera entro il 31 Gennaio. Su diciotto giocatori a referto, almeno il 50% deve essere italiano o cresciuto in una primavera italiana. Resta da capire quanto tempo deve avere giocato in queste formazioni giovanili, in tal senso la delibera Coni ancora non è chiara".