Vi scrivo perché a me piace tantissimo il calcio,
perché lo trovo divertentissimo sia da praticare che
da guardare, inoltre sono tifoso dell'Inter e quindi
amo anche soffrire.
C'è, però, un episodio accaduto il 10/04/2004 che
mi ha profondamente disgustato: non è stato il rigore
assegnato al Milan (quello è solo un riflesso a quello
che sto per dire), bensì il battibecco in diretta tv
su Sky tra Galliani e Mazzone.
Ora sul buon Carlo Mazzone si possono contestare certe
sue esternazioni, può essere antipatico o simpatico,
ma non si può toccare la sua professionalità e la sua
onestà (tra le tante cose era lui che allenava il
Perugia già salvo quando batté la Juve e le tolse lo
scudetto), tanto da farne secondo il mio modesto
avviso uno dei grandi esempi di questo calcio moderno
fin troppo malato.
Ebbene mentre Mazzone esprimeva un parere sulla
generale condizione in cui devono lavorare gli
allenatori, sottoposti a pressioni da parte dei loro
presidenti e da parte della stampa, il buon Galliani
si è sentito chiamato in causa per difendere il suo
Padrone, anche se assolutamente non citato da Mazzone,
dicendo con grande arroganza: "... e Mazzone non
insegni al Milan come si deve comportare. Cominci
invece a vincere qualcosa".
Ora è evidente che ad un grande uomo di sport, come
dice di sé Galliani, quello che disse De Coubertin,
cioè che l'importante non è vincere ma partecipare,
non è stato minimamente insegnato. La spregevole
supponenza di Galliani lo spinge a dire che solo chi
vince (e in quale modo lo si è visto proprio ieri) può
parlare. Assecondando l'arroganza del suo Padrone, per
il quale bisogna sopraffare l'avversario con qualsiasi
mezzo, si uccide lo spirito sportivo che è anzitutto
riconoscere i meriti degli avversari. Il partecipare
di De Coubertin non è far bella presenza, ma vuol dire
competere al massimo delle proprie capacità , entro le
regole stabilite, con lo spirito di migliorare sé
stessi e condividere un'esperienza con altre persone.
Perché le salvezze raggiunte da Mazzone con squadre
come Catanzaro, Ascoli e Brescia non sono da
considerare vittorie? Perché allora tifare l'Empoli,
tanto non vincerà mai niente?
Vivissimi complimenti a Galliani, che è anche
presidente di Lega, perché ora si è capito qual è il
suo vero pensiero, che si mascherava dietro le solite
frasi false e di circostanza. E complimenti a chi,
come altri vari personaggi (Suma, Crudeli, Moggi
), fanno della
frase "zitti, voi (interisti) non vincete niente" il
proprio cavallo di battaglia: visto come le loro
squadre vincono (in Italia, perché all'estero prendono
batoste memorabili) è bene ribadire che uno sportivo
vero non ha bisogno delle vittorie in quel modo per
sentirsi realizzato. Forse a qualche fallito che pensa
di riscattarsi con il Milan o la Juve, va bene così:
io dico viva l'onestà e la sportività . Se chi perde lo
fa con onore ha diritto a più rispetto di chi vince
usando sotterfugi, disprezzo e arroganza.
Mi piacerebbe se metteste in risalto questo episodio
con l'enfasi e la brillantezza di cui disponete,
perché è giusto che lo sport si liberi di questi
malfattori.
Un saluto.