da kaa il mar feb 02, 2010 1:16 pm
Golassa, putiferio in patria. Il padre: "Eyal è stato disonesto, mi vergogno di quello che ha fatto"
A far discutere, però, è l’arrivo di Eyal Golassa dal Maccabi Haifa. E non solo. Da risolvere c’è la situazione relativa allo status di extracomunitario del ragazzo. In serata si era sparsa la voce di un suo passaporto belga, ma non confermata né dal procuratore, né tanto meno dal padre del giocatore. La Lazio però è riuscita a tesserarlo senza problemi, convinta delle sue mosse e della possibilità che Golassa sia comunitario. In patria l’ingaggio del giocatore da parte della Lazio ha scatenato un vero putiferio. Il papà di Eyal, Avner, al quotidiano on line Ynet ha rilasciato parole di fuoco: «Mio figlio è stato disonesto, sono molto arrabbiato con lui, ma soprattutto con il fratello Roy che in questa situazione è il maggiore responsabile visto che è il maggiorenne. Ho parlato con Eyal e gli ho detto che deve rimanere con il Maccabi, non mi piace affatto come si è comportato, ha fatto una cosa sporca e ha ferito la società che per lui ha fatto molto. Come padre sono ferito nella mia anima e mi vergogno di quello che hanno fatto i miei due figli. Mi dispiace perché questo passo falso segnerà la carriera di Eyal». Parole (di circostanza?) che hanno scatenato pure il Maccabi Haifa che oltre a ribadire che il giocatore, a parte che è infortunato, ha un contratto di un anno e mezzo con la società , ha giurato che si rivolgerà alla Fifa. Pare che la stessa cosa faccia pure il Villarreal per Eguren. In Israele sono convinti che Golassa abbia fatto tutto questo per evitare l’arruolamento nell’esercito israelita (la leva è obbligatoria e dura tre anni). Ci sarebbe la possibilità che il giocatore si possa dichiarare obiettore di coscienza e sostenere il servizio di leva all’estero. La Lazio si sarebbe attivata all’istante, tanto è vero che ci sono contatti con l’ambasciata per risolvere ogni problema, sia con il Maccabi, sia quello ancora più grave e serio del servizio militare. Lui, Eyal, è felice e non rilascia dichiarazioni a parte quelle di comprendere «la rabbia dei tifosi del Maccabi, ma non sono stato trattato come dovevo dalla società ». Ieri ha avuto il primo contatto con la comunità ebraica della Capitale, visitando la Sinagoga e fermandosi in preghiera per qualche istante. C’è stato anche l’incontro con un paio di tifosi della Lazio, con tanto di sciarpa al collo.
cristomadonna sempre noi tutti i casini possibili...quando ci liberiamo da sti due pagliacci,quando cristo santo.
XXVI V MMXIII
Quanno ve passa
Non ci gioco più, non mi piace più..E non fa per noi, non somiglia a noi...Questo calcio degli affari, dirigenti ed impresari...Questo è un grande bluff