da Noel84 il gio apr 30, 2009 1:42 pm
Il 20 marzo del 1991 si giocava Olimpique Marsiglia-Milan, semifinale di Coppa dei Campioni (allora, bei tempi, si chiamava ancora così) che la squadra rossonera aveva meritatamente vinto nei due anni precedenti. A cinque minuti dalla fine il Milan stava perdendo 1-0 (gol di Waddle), il che voleva dire l'eliminazione dalla competizione. Ci fu il black-out di uno dei quattro riflettori dello stadio. I dirigenti rossoneri lo presero a pretesto per cercare di invalidare la partita. Si assistette a scene penose: celebrati campioni come Baresi e Gullit che, incitati da Galliani, cioè da Berlusconi, indicavano all'arbitro, con ampi e sconsolati gesti, il riflettore spento, scuotendo la testa e sostenendo che non c'era luce sufficiente per giocare, mentre sul campo si vedevano persino le monetine da un franco che gli infuriati tifosi marsigliesi vi stavano gettando. Ma Baresi e Gullit continuavano a vagare per il terreno di gioco, andando a tentoni, ciechi come Edipo dopo l'incesto.
L'arbitro fece cenno ai giocatori milanisti di piantarla con quella manfrina: sul campo ci si vedeva più che a sufficienza e la partita poteva essere portata a termine regolarmente. Allora la società rossonera ritirò la squadra, una cosa mai vista, né prima né dopo, non solo in campo internazionale ma nemmeno nel più scalcagnato torneo interregionale. E il Milan si prese una squalifica per un anno da tutte le competizioni europee.