da vito il ven feb 27, 2009 2:53 pm
MILANELLO, venerdì 27 febbraio 2009
Non si può ancora parlare di disastro, ma la stagione del Milan sta prendendo una pessima piega. L'eliminazione dall'Uefa rischia di segnare anche il prosieguo del campionato, per venir fuori da una situazione complicatissima ci vuole una reazione da vecchio Milan. A partire da domenica a Genova. Il problema però non è solo tattico e psicologico, ma anche e soprattutto fisico. L'elenco degli infortunati non si accorcia, anzi. Kakà non è ancora sicuro di farcela ma forzerà il recupero. Dei lungodegenti NEsta e Borriello meglio non parlare, anche Gattuso che sognava la finale di Istanbul ha un movito in meno per accelerare il suo ritorno. A tutti questi si aggiunge Ambrosini che ieri sera si è procurato una contrattura all'adduttore e ci ha giocato sopra nel finale di partita. Starà fuori 20 giorni, meno preoccupante invece il problema alla caviglia di Seedorf. Senza Ambro il Milan perde uno dei pochi che corre e salta di testa. Proprio i due grandi limiti della squadra palesati ieri sera. L'altro problema dell'annata sono le rimonte subite nei secondi tempi. Un problema figlio della mentalità più che della tenuta fisica. Qualcuno ci dovrà infatti spiegare perchè in vantaggio di due gol a S. Siro, il Milan si chiude nella propria area lasciando campo libero e palle alte a un avversario tutto fisico e pochi piedi. Qualcuno ci dovrà spiegare perchè si chiude in difesa una squadra che non si sa difendere. Qualcuno ci dovrà spiegare dove è finita la mentalità vincente. Questo qualcuno è Ancelotti, le colpe non sono e non possono essere tutte sue, l'allenatore più vincente degli ultimi anni. Ma, è triste a dirsi, per cambiare la mentalità di questo Milan è indispensabile mettere un altro al suo posto. Uno che non debba riconoscenza a nessuno e possa dare nuovi stimoli a tutti.