UDINE - Una denuncia per omicidio volontario è stata inviata dal comitato «Verità e vita» alla Procura della Repubblica di Udine in relazione alla morte di Eluana Englaro, la donna deceduta il 9 febbraio scorso nella casa di riposo La Quiete del capoluogo friulano dopo 17 anni in stato vegetativo persistente.
ATTO DOVUTO - In seguito alla denuncia - si è appreso in serata da fonti investigative friulane - il Procuratore della Repubblica di Udine, Antonio Biancardi, quale atto dovuto indaga nei riguardi di 14 persone, fra le quali il papà di Eluana, Beppino Englaro, l'anestesista Amato De Monte che ha guidato l'équipe medica che ha attuato il protocollo per il distacco del sondino della donna, e 12 componenti dell'associazione «Per Eluana». L'associazione aveva preso in carico la donna dalla clinica privata di Lecco, la notte del 2 febbraio scorso, per portarla alla casa di riposto «La Quiete» di Udine dove, sulla base del decreto della Corte d'appello di Milano, è stato attuato il protocollo per l'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione.
LA DENUNCIA DI VERITÀ E VITA - «Nel nostro esposto alla Procura di Udine denunciamo per omicidio volontario persone con nomi e cognomi»: lo ha reso noto il «Comitato Verità e Vita» precisando che la denuncia si articola in 13 pagine. «Si tratta di una vera e propria relazione dettagliata - ha detto Mario Palmaro, presidente del Comitato - nella quale chiamiamo in causa Beppino Englaro, il personale medico e infermieristico, nonchè i dirigenti responsabili della casa di riposo». Al Procuratore di Udine, Giovanni Biancardi, sono giunti oltre cinquanta esposti, sia da associazioni locali sia nazionali, sulla vicenda Eluana, esposti che il Procuratore ha sempre detto di voler seguire di persona.
IL LEGALE DI ENGLARO- Giuseppe Campeis, legale della famiglia Englaro, ha commentato l'iniziativa della procura della Repubblica di Udine «Era un atto atteso - ha aggiunto - solo che, forse, doveva giungere il giorno stesso della morte della donna. Per noi non cambia nulla - ha spiegato Campeis - ora avremo modo di chiarire tutto in contraddittorio. Anzi posso dire che era un atto atteso». Secondo l'avvocato udinese, tuttavia, la Procura della Repubblica di Udine non ha ancora risolto il dubbio «se quanto avvenuto alla Quiete sia stato legittimo oppure no. Per questo che il Procuratore sta lavorando su due fronti».
IL CARDINALE BARRAGAN - Se Beppino Englaro ha ucciso la figlia Eluana, «è un assassino» perché «ha violato il quinto comandamento che dice di non uccidere»: è chiaro il cardinale Javier Lozano Barragan, ministro Vaticano della Salute, commentando l’accusa rivolta a Beppino Englaro di aver ammazzato la figlia. «Abbiamo un comandamento, il quinto, che dice di non uccidere - ha spiegato Barragan a margine del convegno su "Malattie rare e disabilità " promosso dall’Associazione Giuseppe Dossetti - chi uccide un innocente commette un omicidio e questo è chiaro. Se Beppino Englaro ha ammazzato la figlia allora è un omicida, se non l’ha ammazzata allora non è un omicida. Questo mi sembra totalmente chiaro».
LE FOTO - Intanto giovedì c'è stato il secco «stop» al sequestro delle foto di Eluana Englaro nella stanza della casa di riposo La Quiete di Udine arrivato dalla Procura della Repubblica di Trieste. Il sostituto Procuratore Federico Frezza ha deciso di non convalidare il sequestro delle foto (in tutto una 130-140) scattate a Eluana, il giorno prima della morte, dal fotogiornalista Francesco Bruni che le aveva consegnate ai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Udine, su richiesta degli stessi militari.