da 14 il lun nov 17, 2008 1:19 pm
» 2008-11-17 13:44
OBAMA A TUTTO CAMPO, PRIMA INTERVISTA A CBS
NEW YORK - Crisi dell'auto e dei mercati finanziari, guerra in Iraq e lotta al terrorismo, ma aspetti privati del futuro imminente della prima famiglia afro-americana che conquista la Casa Bianca: per la prima volta da quando e' stato eletto presidente Barack Obama si e' seduto per un'intervista a tutto campo con una televisione Usa. Affiancato dalla moglie Michelle, nel faccia a faccia con la Cbs registrata venerdi' alla vigilia del vertice del G20 di Washington, Obama ha detto che una delle sue priorita' sara' ''restituire un senso di equilibrio'' al regolamento dei mercati finanziari ma si e' detto contario a un cosiddetto 'nuovo New Deal' per l'America. Obama ha ammesso che ci sono paralleli tra la crisi di oggi e i problemi della Grande Depressione, ma ha detto di essere a favore di soluzioni ''in linea con i nostri tempi'' perche' ''ricreare oggi quello che esisteva negli anni Trenta sarebbe come perdere l'autobus''.
Il presidente eletto si e' detto convinto che ''il governo abbia un ruolo nel rimettere in moto un'economia che si e' fermata, anche che il principio del libero mercato che ha funzionato per noi, che crea innovazione, debba essere egualmente difeso''. Secondo Obama l'economia americana sta attraversando ''circostanze straordinarie'': il presidente eletto si e' pronunciato a favore di un piano di assistenza a favore del settore dell'auto, ''ma non di un assegno in bianco''. E ha ricordato che ''le banche non fanno piu' credito, neanche alle aziende che vanno bene, ancor meno a quelle che vanno male. In queste condizioni le opzioni abituali non sono forse piu' possibili'': per questo la bancarotta per Gm potrebbe essere fatale.
Si e' parlato di lotta al terrorismo: catturare Osama bin Laden e' una priorita': ''Un aspetto cruciale della eliminazione di al Qaida'', perche' bin Laden ''non e' soltanto un simbolo, e' il capo operativo di una organizzione che trama attacchi contro interessi americani''. Il presidente eletto ha anche confermato la volonta' di avviare il ritiro delle truppe Usa dall'Iraq dopo il suo arrivo alla Casa Bianca il 20 gennaio 2009 ''particolarmente alla luce di quel che succede in Afghanistan''. Si' anche alla chiusura di Guantanamo: ''Un gesto per permettere all'America di ritrovare il suo rango sul piano morale''.
La transizione e' in corso e Obama, che si sta preprando agli onori e agli oneri dell'Oval Office leggendo gli scritti del ''saggio'' Abraham Lincoln, ha gia' annunciato le prime nomine del suo staff. Alla Cbs che lo ha intervistato venerdi' a Chicago, il presidente eletto ha confermato che portera' al governo almeno un repubblicano, ma di piu' non ha voluto dire. L'intervista ha permesso a lui e Michelle di parlare del futuro della loro famiglia alla Casa Bianca: ''La cosa che piu; mi preme e' che le nostre figlie possano continuare a sentirsi normali'', ha detto il presidente eletto annunciando che ''probabilmente'' sua suocera verra' a vivere con loro e che il cane promesso a Talia e Sasha non arrivera' che dopo l'insediamento. Molte cose cambieranno, anzi sono gia' cambiate, nella vita della famiglia Obama. Ora che e' stato eletto presidente ed e' seguito a stretto contatto di gomito dalla scorta del Secret Service, Obama si e' reso conto cosa significa aver perso la privacy: ''E' la cosa che mi manca di piu'. Non poter andare a fare una passeggiata indisturbato. Andare a farmi tagliare i capelli dal mio barbiere: ora e' lui che deve raggiungermi in un luogo top secret. Le piccole routine che ti tengono con i piedi per terra''.
IRAQ: OK GOVERNO A ACCORDO, TRUPPE USA VIA ENTRO IL 2011
BAGHDAD- Ieri il governo iracheno ha approvato l'accordo di sicurezza con gli Stati Uniti che prevede il ritiro totale delle truppe americane entro la fine del 2011. Lo ha riferito una fonte ufficiale. L'accordo è stato approvato con 28 voti favorevoli su 38. C'era bisogno di una maggioranza di due terzi perché si potesse procedere a presentare l'accordo al parlamento. In questa sede per l'approvazione basta la maggioranza semplice.
L'accordo è il risultato di un negoziato durato un anno e che spesso è stato condotto con toni aspri. Prevede la partenza dei circa 150mila soldati americani, che attualmente sono distribuiti su oltre 500 basi. Dalle città i soldati se ne andranno entro il 2009 e da tutto il territorio iracheno entro la fine del 2011, vale a dire otto anni dopo il crollo del regime di Saddam Hussein. La riunione del consiglio dei ministri è durata circa due ore. Il premier Nuri al Maliki, che ha fortemente voluto l'accordo, era già praticamente certo di ottenerne l'approvazione perché poteva contare sul sì della coalizione sciita e dei partiti curdi, che insieme hanno 19 ministri.
Aveva anche l'appoggio degli indipendenti e di una parte dei ministri sunniti. Il parlamento deve ora procedere a una doppia lettura con un voto definitivo a distanza di almeno sei giorni. Seguirà la ratifica da parte del consiglio presidenziale e solo a questo punto si potrà procedere alla firma ufficiale dell'accordo, presumibilmente a Washington, da parte di Maliki e del presidente americano George W. Bush. La Casa Bianca ha definito il testo un buon accordo, soddisfacente per entrambe le parti. Anche il grande ayatollah Sistani, maggiore autorità religiosa sciita del paese, ha dato un suo informale consenso. L'accordo dà un quadro giuridico certo alla presenza militare americana in Iraq alla scadenza del mandato Onu, alla fine di quest'anno.
admin ha scritto:Sei stato permanentemente bannato da questa board.
iaia ha scritto:zio bubu.
liam4ever ha scritto:con Stankovic arretrato, quanto sei bella nella foto profilo. il Capitano larghissimo, Milito leggermente più indietro ed eto'o accentrato e avvicinato alla porta..