da kaa il dom set 14, 2008 9:03 am
Mourinho: 'Meritavamo di vincere 5-1. Tedesco senza fair play'
L'allenatore dell'Inter José Mourinho ai microfoni di Sky. "Nel primo tempo, in parità numerica, abbiamo giocato bene e abbiamo avuto molte occasioni da gol. Dopo il gol del Catania c'è stata una reazione immediata della squadra. Una volta rimasti in dieci, è stata una partita più difficile, ma nel secondo tempo abbiamo avuto una voglia molto grande e potevamo anche fare gol in contropiede. Il Catania ha fatto la sua partita. Il risultato giusto sarebbe stato 4-1 o 5-1 ma abbiamo avuto il dubbio fino all'ultimo. Sono tre punti importanti per noi. Così si vincono i campionati, qualche volta si vince 4-0, qualche volta si vince come oggi".
Sull'espulsione di Muntari...
"Muntari ha due occhi, non tre. Nessuno parla della reazione di Tedesco, è uno di quei giocatori che in Inghilterra si dice senza "fair play", in Portogallo, in Spagna e in Italia si dice invece un giocatore "intelligente". Lui è stato, nella nostra cultura, un giocatore "intelligente". Muntari paga il prezzo della fama. Se lo stesso fallo l'avessero fatto Zanetti o Cambiasso, che sappiamo tutti essere dei giocatori "super puliti", magari non avrebbero preso neanche un giallo. Pensavo poi che Tedesco fosse morto e non rientrasse nel secondo tempo. Invece è tornato per giocare. Muntari deve essere più intelligente perché sa che paga per il prezzo della fama. I miei giocatori nell'intervallo avevano la fiducia fisica e mentale per giocare per vincere nel secondo tempo. E così è stato".
Il tecnico dell'Inter parla poi del calcio italiano e di quello inglese. "In Inghilterra il calcio è meno tattico, si gioca più col cuore, con l'emozione e con più intensità per tutti i 90 minuti. Io ho sempre pensato che il Chelsea avesse il miglior modo di giocare. In Italia mi sembra diverso. Tutti gli allenatori si adattano, studiano molto bene gli avversari. Questa settimana ho ascoltato con attenzione le parole di Zenga e mi sembrava un po' che bleffasse. Una cosa è dire "voglio vincere", un'altra cosa è arrivare con un sistema di gioco per farlo. Voglia di vincere l'abbiamo tutti ma pensare di farlo come hanno giocato loro, è difficile. In Italia bisogna scegliere molto il modulo di gioco, non è difficile per me cambiare modulo ma è difficile giocare come piace a me, cioè con la linea difensiva a dieci metri di distanza dal centrocampo. Siamo migliorati ma è una tendenza culturale ancora da rivedere. La mia squadra, anche quando vince, è una squadra che non gioca con la difesa bassa".
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XXVI V MMXIII
Quanno ve passa
Non ci gioco più, non mi piace più..E non fa per noi, non somiglia a noi...Questo calcio degli affari, dirigenti ed impresari...Questo è un grande bluff