VENNE, VIDE, PERSE
Dopo i veleni olimpici (italiani sconfitti per colpa degli arbitri nella ginnastica artistica, nel fioretto, negli anelli, nel calcio e perfino nel 49er), torna come una purificante boccata di ossigeno la decoubertiana Inter-Roma, evento purtroppo funestato dal mancato rinnovo della licenza al Caffé Borghetti nei bar dello stadio: a sostituirlo uno zuccheroso e improbabile "Caffé dei Campioni", che rende il Borghetti un ricordo affettuoso di antiche giornate al Meazza tra tanti indimenticabili eroi come Jair, Nordahl, Cevenini III e Shevchenko. Ma San Siro, tranne Adriano Galliani, pensa ormai al futuro e conquista le cinque stelle più dell'Uefa grazie ai seggiolini con il nuovo schienale che permette un ideale relax della zona lombare. Peccato che appena fuori dallo stadio, per comprare i biglietti ci sia ancora la coda orizzontale alle vecchie biglietterie a forma di fungo nucleare. La distribuzione dei tagliandi diventa la solita replica occidentale della distribuzione del riso dalle bisarche dell'alto protettorato Onu nel basso Swaziland. Nei gabbiotti il controllo documenti è ottico:
un analfabeta fissa a lungo la carta d'identità , trascrive il nominativo sbagliato sul ticket e trenta minuti dopo lo riconsegna all'aspirante spettatore che nel frattempo ha lo sterno fratturato sotto la spinta della folla.
Questo sistema ha permesso al genocida Karadzic di frequentare San Siro, con il parziale alibi che si presentava ai tornelli sotto il falso nome di Pol Pot. Dopo 50 minuti di scontri urbani, i più forti conquistano il biglietto e accedono. Le squadre espongono i gioielli di cui hanno spogliato l'Europa: Riise, Muntari e Baptista, il gigante
babbo. La Roma in particolare si presenta con il nuovo modulo in cui nessuno sa cosa deve fare e per quarantacinque minuti i giallorossi decidono di marcare i nerazzurri solo quando questi stazionano sulla linea di porta. Stankovic, Zanetti e Muntari presidiano la difesa, mentre Figo è scatenato: crossa di destro, di sinistro, dribbla, tira in porta e in un paio di occasioni tocca anche la palla. Ma l'attenzione è tutta concentrata sulla grande novità dei maxxischermi che trasmettono la partita in diretta ma senza dettagli e replay: in pratica, da oggi, allo stadio è possibile vedere in piccolo sugli schermi quello che già vedete con i vostri stessi occhi in contemporanea e da più vicino. L'Inter vince. La premiazione finale oscura lo sfarzo della cerimonia di chiusura dei giochi di Pechino: le quattro fontanelle di fuochi illuminano a giorno il cerchio del centrocampo, mentre incessanti spruzzi di carta blu allo zolfo intossicano pagati e paganti. Nella foto, "calma, ci sono terzi rossi per tutti".