da versa il mer lug 16, 2008 8:55 pm
2008-07-16 20:22
NESSUNA SPERANZA PER ALPINISTA ITALIANO DISPERSO IN HIMALAYA
BOLZANO - Guenther Messner e Karl Unterkircher, due dei più grandi scalatori altoatesini, sono morti a 38 anni di distanza sulla stessa montagna maledetta, il Nanga Parbat (8.135 m) nel Pakistan. Il fratello di Reinhold Messner era morto sotto una valanga nel 1970, l'anno di nascita di Karl. "Sono le scariche di ghiaccio che mi fanno paura", aveva scritto pochi giorni fa Unterkircher in una email inviata via telefono satellitare dal campo base. "La cosa migliore per evitare veramente sgradevoli imprevisti, sarebbe rinunciare al progetto. Finora però tutto é andato bene, mica ci tireremo indietro adesso?", aveva aggiunto.
Le ultime immagini che restano sono quelle messe su Youtube proprio da Unterkircher. Si vedono il gardenese e i suoi compagni di cordata Simon Kehrer e Walter Nones, allegri e spensierati nel campo base del Nanga Parbat e durante qualche scalata di allenamento. L'incidente è avvenuto mentre i tre tentavano di aprire una nuova via verso la cima lungo la parete Rakhiot. "Alle 6 di questa mattina mi ha chiamato Simon dicendo che Karl era caduto in un crepaccio e che il suo corpo era coperto di neve", ha raccontato il manager di Unterkircher, Herbert Mussner. Vista l'impossibilità di recuperarlo con i mezzi a disposizione, Nones e Kehrer hanno deciso di proseguire la scalata". Fino al loro arrivo al campo base passeranno due, tre giornì, ha aggiunto Mussner. Un intervento di soccorso a 7 mila metri di quota non è pensabile. Il Nanga Parbat è la montagna maledetta degli altoatesini. Qui nel 1970 morì Guenther Messner. Il 23enne era finito sotto una valanga durante una spedizione con Reinhold. Negli anni scorsi il ghiacciaio ha restituito resti del suo corpo. In passato Reinhold Messner era stato accusato da alcuni colleghi di avere abbandonato il fratello in difficoltà , accuse respinte con fermezza dall'alpinista. Seguì una delle più accanite vertenze nella storia dell'alpinismo tra Messner e l'ex collega di scalate Max von Kienlin.
Solo lo scorso dicembre il caso è stato chiuso con una conciliazione davanti al tribunale di Amburgo. A 38 anni di distanza si ripete la tragedia e anche questa volta la montagna si è tenuto il corpo dell'alpinista. Unterkircher lascia la moglie e tre bambini di tenera età . Il gardenese era presidente dell'Aiut Alpin Dolomites, il servizio di soccorso in montagna nelle valli ladine. Nel 2004 Unterkircher era stato ricevuto, con gli altri membri della spedizione italiana sul K2 e sull'Everest, dall'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e dal papa. "Karl era uno scalatore di altissimo livello, fisicamente e mentalmente molto forte ma soprattutto molto prudente. Il rischio non è mai zero su montagne come il Nanga Parbat", ha detto Hans Kammerlander che l'anno scorso aveva scalato in compagnia di Unterkircher lo Jasemba, una cima in Nepal di 7.350 metri fino a quello momento inviolata. "Sono profondamente scioccato. Scalare con Karl era un grande piacere", ha detto Kammerlander. "Il mio pensiero ora va a Simon Kehrer e Walter Nones che devono superare la perdita del compagno più esperto e concludere la scalata".
(ANSA)
un'altra vittima sull'8000 "maledetto"..ma il richiamo dell'alpinismo e della montagna è troppo forte!!!