Da Rockstar.it
Nel febbraio del 2005 la RIAA (Recording Industry Association of America) ha denunciato circa 26.000 utenti internet rei di aver scaricato MP3 dalla rete in modo illegale, senza il versamento dei diritti d’autore ai legittimi proprietari.
Durante i mesi alcuni degli ‘indagati’ hanno accettato di pagare una multa lieve per evitare il processo, non è il caso di Jammie Thomas, 30 anni, ragazza madre che riesce a fatica a sbarcare il lunario, la quale non ha voluto patteggiare e adesso si ritrova in mano una sentenza che la obbliga a versare ben 157.000 Euro (222.000 dollari) per aver condiviso, nello specifico, 24 brani on-line: 6.500 Euro a brano, il minimo per legge parte da 500 Euro per ogni mp3.
Nell’hard disk della Thomas sono stati trovati circa 1.700 file irregolari, ma soltanto una minima parte è stata portata al processo che coinvolge le etichette Sony BMG, Arista Records, Interscope Records, Universal MG Recordings, Capitol Records e Warner Bros. Records.
“Questa ragazza vive di assegno in assegno†ha spiegato il difensore della Thomas “E adesso all’improvviso si ritrova gli stipendi decurtati di un quarto e sarà così per il resto della sua vitaâ€, fino a che il conto di 222.000 dollari non sarà saldato.
Fabrizio Galassi