da columbia83 il dom apr 29, 2007 11:23 pm
Approvata la direttiva Comunitaria IPRED2
“La Comunità Europea decide una direttiva in ambito penale volta ad armonizzare le norme da intraprendere contro i reati di pirateria e contraffazione di opere protette da diritto d'autoreâ€
Nella giornata del 25 Aprile scorso il Parlamento Europeo di Strasburgo ha approvato con 374 voti a favore e 278 voti contrari la proposta di direttiva IPRED2, formalmente titolata "The Second Intellectual Property Rights Enforcement Directive".
La proposta, portata avanti dall'esponente DS Nicola Zingaretti, si prefigge di realizzare un punto di riferimento, a livello Comunitario, per ciò che concerne le misure penali contro le pratiche di pirateria e contraffazione. Quanto è accaduto suscita però scalpore, dal momento che mette dei privati (nella fattispecie i detentori dei diritti e gli ISP - Internet Service Provider) nella situazione di poter "curiosare" sull'operato dell'utente.
Cerchiamo di spiegare meglio: la nuova proposta di direttiva stabilisce la facoltà dei detentori dei diritti di materiale coperto da copyright di collaborare con le forze dell'ordine per fare rispettare tali diritti. E' andata meglio, seppur di poco, rispetto alla prima stesura della bozza, in cui veniva stabilità la facoltà per i detentori dei diritti di poter agire indipendentemente dalle forze dell'ordine.
In termini più comprensibili: le etichette cinematografiche e discografiche hanno la possibilità di istituire divisioni o assoldare delle vere e proprie squadre investigative che, collaborando con le forze dell'ordine, si occupino di combattere la pirateria e la contraffazione di opere originali sia nell'ambito on-line, sia nell'ambito off-line. La direttiva stabilisce inoltre che le indagini dovranno comunque "non compromettere i diritti dell'accusato, ad esempio pregiudicando l'accuratezza, l'integrità e l'imparzialità delle prove". Sarà a carico dei vari Stati membri dell'Unione Europea garantire questi aspetti.
Per quanto riguarda invece i fornitori di connettività , la nuova direttiva attribuisce loro una serie di responsabilità che li mette nelle condizioni di dover rispondere all'autorità di eventuali operazioni P2P che possono verificarsi sui propri network. Gli ISP sono in questo modo forzatamente costretti a praticare controlli sul traffico che avviene nelle proprie reti, onde evitare pesanti implicazioni nel caso di procedimenti penali a carico di qualche utente.
La direttiva IPRED2 vuole inoltre, almeno in linea teorica, differenziare il download pirata cosiddetto "privato" da quello avente come fine ultimo il lucro. In quest'ultimo caso sono stabilite, per le violazioni molto gravi, sanzioni fino a quattro anni di reclusione e ammende di una considerevole entità . Non è quindi corretto annunciare che la direttiva IRPED2 mette al sicuro gli utenti che scaricano materiale protetto da diritto d'autore solamente a fini privati, poiché per questi viene esclusa solamente la pena detentiva. In pratica restano vigenti le norme già stabilite dai singoli Governi per reati di entità minore.
La direttiva IPRED2 stabilisce inoltre che i proprietari dei diritti non possano adottare misure intimidatorie come accade invece, ad esempio, negli Stati Uniti d'America. Le etichette di turno, per semplificare, non potranno minacciare i consumatori di procedimenti penali .
E' autorizzato inoltre l'uso equo di un'opera protetta da diritto d'autore se la si impiega per "fini di critica, recensione, informazione, insegnamento (compresa la produzione di copie multiple per l'uso in classe)".
Il testo è destinato ora a giungere sul tavolo della Commissione dove difficilmente andrà incontro a modifiche sostanziali, ma più facilmente potrà essere oggetto di assestamenti di modesta entità .
Dalla direttiva emerge che i provider possono controllare ciò che si scarica.
Alla faccia della privacy...