SCARUFFI SUI BEATLES

Questa sezione è dedicata alle discussioni su OASIS, Beady Eye e Noel Gallagher (che non siano news o che si parli di novità , nuovo album ecc..) e su tutta la musica

Moderatori: silvietta, admin

SCARUFFI SUI BEATLES

Messaggioda theliam il mar apr 15, 2003 3:13 pm

SO CHE LA MIA PRESENZA ALL'INTERNO DI QUESTO FORUM ULTIMAMENTE NON E' MOLTO GRADITA. MA COME RISPONDEREBBE LIAM, ME NE FOTTO ALTAMENTE. IO VADO PER LA MIA STRADA E NON SARETE VOI A FERMARMI.
COMUNQUE SIA PROPONGO UNA DISCUSSIONE (E DICO DISCUSSIONE E VORRA' DIRE CHE TRARRO' ANKIO LE MIE CONCLUSIONI) RELATIVA ALLA SCHEDA REDATTA DAL MUSICOLOGO PIERO SCARUFFI SUI BEATLES. LO SO, IL DOCUMENTO E' LUNGO MA VALE LA PENA LEGGERLO, PER CAPIRE AL MEGLIO UN FENOMENO CHE HA FATTO, NEL BENE E NEL MALE, LA STORIA DELLA MUSICA.
P.S.: COME VEDRETE, OLTRE AL DOCUMENTO HO RIPORTATO LE DOMANDE FATTE DAI FANS DEI BEATLES AL MUSICOLOGO E LE SUE RISPOSTE.
DITEMI LA VOSTRA.
RESPECT
THELIAM

I Beatles appartengono certamente alla storia del costume degli anni '60, ma i loro meriti musicali sono quantomeno dubbi.
I Beatles vennero alla luce all'apice della reazione nei confronti del rock and roll, quando innocui "teen idols" (rigorosamente bianchi) prendevano il posto dei selvaggi rocker neri che avevano scosso le radio e le coscienze di mezza America. L'arrivo dei Beatles rappresento` il salvagente per la middle-class bianca, terrorizzata all'idea che il rock and roll rappresentasse una vera rivoluzione di costume. I Beatles tranquillizzarono quella vasta fascia di pubblico e conquistarono i cuori di tutti coloro (soprattutto al femminile) che volevano essere ribelli ma senza violare i codici imperanti. Ai volti contorti e lascivi dei neri del rock and roll si sostituiro i sorrisi innocenti dei Beatles; ai ritmi scatenati dei primi si sostituirono le cadenze orecchiabili dei secondi. Il rock and roll poteva finalmente essere accettato nelle classifiche del "pop". I Beatles rappresentarono la quintessenza della reazione a una rivoluzione musicale che non era finita, e per qualche anno riuscirono ad arenarne l'impeto.

I Beatles rappresentarono anche la reazione a una rivoluzione sociale e politica. I Beatles vennero alla luce negli anni dei disordini studenteschi, di Bob Dylan e degli hippies. I Beatles sostituirono le immagini di quei giovani arrabbiati col pugno chiuso con i loro visi simpatici e le loro dichiarazioni amabili. I Beatles sostituirono le parole d'accusa di quei musicisti militanti con filastrocche corrive. Anche in questo i Beatles servirono a tranquillizzare la middle-class, che la nuova generazione non era composta soltanto da ribelli, sbandati e maniaci sessuali.

Per il resto della loro carriera i Beatles furono quattro musicisti mediocri che cantavano ancora canzoni melodiche di tre minuti (le stesse che si facevano da decenni) in un'era in cui la musica rock tentava di spingersi al di la` di quel formato (un formato originariamente dovuto alle limitazioni tecniche del 78 giri). I Beatles furono la quintessenza del "mainstream", assimilando nel formato della canzone melodica le innovazioni che venivano man mano proposte dalla musica rock.

I Beatles appartenevano ancora, come i Beach Boys (di cui emularono gran parte della carriera), all'era dei complessi vocali, nei quali la tecnica allo strumento non era importante: cio` che contava era il ritornello. Indubbiamente dotati nel comporre ritornelli, si avvalsero del produttore George Martin (capo della Parlophone fin dal 1956) per abbellire quei ritornelli con arrangiamenti via via piu` eccentrici.

Grazie a un'accorta campagna pubblicitaria, divennero forse gli entertainer piu` celebri della seconda meta` del secolo, e sono rimasti beniamini dei rotocalchi mondani e dei tabloid, cosi` come le principesse di Monaco e Lady Di.

La convergenza fra polifonia occidentale (la melodia, le armonie vocali in piu` parti, gli arrangiamenti) e percussivita` africana, che era stata il leitmotiv della musica popolare americana fin dagli albori, venne legittimata in Europa dal successo strepitoso del Merseybeat, e in particolare dei suoi esponenti piu` venduti, i Gerry and the Pacemakers e i Beatles, entrambi gruppi pilotati dal produttore George Martin e dal manager Brian Epstein. I complessi del Merseybeat ebbero il grande merito di legittimare il rock presso un pubblico molto piu` ampio, virtualmente senza confini. Seppero interpretare lo spirito e le tecniche del rock and roll in un modo largamente emancipato dalle sue istanze sociali e in tal modo (disinnescandone il potenziale esplosivo) lo resero accessibile a tutti, e non soltanto ai giovani ribelli. Mediocri musicisti e ancor piu` mediocri intellettuali, complessi come i Beatles avevano pero` l'intuito del saltimbanco che sa come divertire i contadini dopo una dura giornata di lavoro, un intuito trasferito nell'era della distribuzione di massa dei beni di consumo.

Ogni loro canzone e ogni loro album faceva seguito a canzoni e album altrui ben piu` salienti, ma, lungi dal semplice copiarli, le canzoni dei Beatles li riconducevano anche a una dimensione piu` borghese, ortodossa, conformista. Cosi` anche per le idee del tempo, dalla "contestazione" dei campus universitari al pacifismo di Dylan, dalla droga all'Oriente. Il loro veicolo era la melodia, una sorta di codice universale che dichiarava innocua la loro musica. Naturalmente altri complessi compirono la stessa operazione, e molti (dai Kinks agli Hollies, dai Beach Boys ai Mamas & Papas) produssero melodie forse piu` memorabili, ma i Beatles arrivarono al momento giusto e loro sarebbe rimasto il marchio di fabbrica sulla canzone melodica della seconda meta` del Novecento.

La loro ascesa venne contrassegnata dalla "Beatlemania", un fenomeno di isteria di massa (lanciato nel 1963) che rappresento` l'apice della parabola del "teen idol", una figura che si era venuta delineando attraverso i miti di Frank Sinatra ed Elvis Presley. Da quel momento in avanti, qualunque musica componessero, i Beatles rimasero al centro dell'attenzione dei media.

Musicalmente, per quello che conta, i Beatles furono il prodotto di un'era che era stata preparata da gruppi vocali come gli Everly Brothers e da cantanti rock melodici come Buddy Holly; un'era che si espresse anche attraverso i girl-group, i complessi della Tamla e i complessi di musica surf. I Beatles hanno in comune con tutti questi (oltre a melodie quasi identiche) un concetto generale della canzone come melodia esuberante, cadenzata, ottimista.

I Beatles erano la quintessenza della mediocrita` strumentale. George Harrison era un chitarrista patetico al confronto degli altri in circolazione a Londra in quegli anni (Townshend degli Who, Richards dei Rolling Stones, Davies dei Kinks, Clapton e Beck e Page degli Yardbirds, e tanti altri meno famosi ma molto piu` originali). I Beatles si erano completamente persi la rivoluzione della musica rock (che era fondata sull'uso vistoso della chitarra) ed erano rimasti al modulo delle orchestrine di musica leggera. Paul McCartney era un cantante anni '50, che non avrebbe potuto cantare in maniera piu` scontata. Come bassista non valeva l'ultimo dei bassisti rhythm and blues (anche se nel mondo del Merseybeat il suo stile era effettivamente rivoluzionario). Ringo Starr suonava la batteria come qualsiasi ragazzo dell'epoca (in realta` era forse l'unico dei quattro ad avere un minimo di competenza tecnica). Complessivamente la tecnica dei quattro era la stessa di tanti altri complessi di easy-listening: sub-standard.

I loro erano dischi di canzoni tradizionali, canzoni come si facevano da secoli, ma servivano un pubblico immenso, ben piu` numeroso di quello (hippies e contestatori) che voleva cambiare il mondo. I fans dei Beatles ignoravano o aborrivano i tanti musicisti rock che in quegli anni stavano sperimentando con il formato della suite, che stavano componendo lunghi brani free-form, che stavano usando la dissonanza, che stavano cambiando radicalmente il concetto di brano musicale. I fans dei Beatles pensavano (e molti lo pensano ancora oggi) che usare le trombe in una canzone rock fosse un fatto rivoluzionario, che usare qualche rumore di sottofondo (peraltro appena udibile) fosse un fatto ancor piu` rivoluzionario e che soltanto grandi geni musicali potessero svariare in cosi` tanti stili nell'arco di uno stesso album (proprio cio` che tanti musicisti rock stavano facendo in giro per il mondo, e con ben altre escursioni stilistiche).

Mentre i Velvet Underground, Frank Zappa, i Doors, i Pink Floyd, e tanti altri componevano lunghe e ardite suite degne della musica d'avanguardia, ed elevavano la musica rock ad arte maggiore, i Beatles continuarono fino alla fine a sfornare canzoni di tre minuti impostate sul ritornello. Cio` non toglie che la Beatlemania trasformasse tutto in mito. I fans dei Beatles si esaltavano per venti secondi di tromba, anche se i Velvet Underground componevano suite di rumore di venti minuti. C'erano in realta` ordini e ordini di grandezza di differenza fra una tromba e il rumore, e fra venti secondi e venti minuti. Erano (musicalmente, sociologicamente, politicamente, artisticamente, ideologicamente) due pianeti diversi.

La Beatlemania provoco` una comica distorsione temporale. Molti fans dei Beatles rimasero convinti che il rock and roll fosse nato intorno ai primi anni '60, che il rock psichedelico e gli hippies fossero stati un fenomeno del 1967, che i disordini studenteschi fossero iniziati nel 1969, che le proteste pacifiste fossero esplore alla fine degli anni '60, e cosi` via. Molti fans dei Beatles rimasero convinti che i Beatles fossero stati i primi in tutto, mentre furono gli ultimi quasi in tutto. Il caso dei Beatles e` un esempio canonico di come il mito possa deformare la storia.

I Beatles ebbero la funzione storica di ritardare l'impatto delle innovazioni degli anni '60. Mentre fra il 1966 e il 1969 andava di modo la suite, la jam, il brano lungo dallo svolgimento piu` o meno libero (a cui i Beatles arrivarono soltanto alla fine della loro carriera), mentre il mondo era pieno di chitarristi, pianisti, bassisti, cantanti e batteristi che suonavano assoli e sperimentavano sul contrappunto, i Beatles si limitavano a battere il tempo e ad accompagnare la melodia. Ma la loro funzione storica fu anche quella di far accettare alcune di quelle innovazioni (la musica rock stessa) al pubblico piu` conservatore.
La loro forza fu forse proprio quella di essere l'epitome della mediocrita`: mai un volo di genio, mai un'idea rivoluzionaria, mai discostarsi dallo standard; accettare le novita` soltanto quando sono state accettate dall'establishment. Ma forse proprio quella cronica mediocrita` fece la loro fortuna: laddove gli altri complessi cercavano di superare il proprio pubblico, di stare sempre due passi avanti alla miopia dei loro fans, di aprire strade sempre piu` tortuose e territori sempre piu` avventurosi, i Beatles furono sempre attenti a condurre i propri fans per mano lungo un rettilineo senza curve e, soprattutto, senza salite.

I fans dei Beatles possono cambiare a piacimento il significato del termine "artistico", ma la verita` e` che il valore artistico dell'intera opera dei Beatles e` bassissimo. I Beatles fecero soltanto canzoni, e spesso canzoni senza pretese, con melodie tanto orecchiabili quanto quelle di tanti altri cantanti di musica leggera. Il valore artistico di quelle canzoni e` il valore artistico di una canzone: per quanto ben fatta (ed e` persino discutibile quante delle loro canzoni fossero davvero superiori alla media e quante fossero semplicemente le canzoni del gruppo piu` pubblicizzato del momento), rimane una canzone. Esattamente come un dentifricio rimane un dentifricio, e non diventa un quadro d'arte soltanto perche' e` molto pubblicizzato.

I Beatles vengono giustamente giudicati per le belle melodie che scrissero. Ma quelle melodie erano "belle" soltanto paragonate alle melodie di quelli che "non" cercavano di scrivere melodie, ai musicisti che stavano rivoluzionando il concetto di musica popolare con suite, jam, rumori, etc. Molti contemporanei di Beethoven scrissero minuetti che Beethoven non scrisse mai: ma forse perche' Beethoven stava cercando di scrivere altro, anzi stava proprio cercando di creare una musica che non fosse fatta di banali minuetti.

Le melodie dei Beatles erano invece forse inferiori alle melodie di chi cercava di scrivere melodie, ai tanti compositori di musica leggera che rappresentano tuttora la vera concorrenza per la musica dei Beatles (ma che erano meno famosi e pertanto meno ascoltati).

Le canzoni dei Beatles erano corredate da testi discretamente sciocchi per quell'epoca, un'epoca in cui innumerevoli cantautori e complessi tentavano di dire qualcosa di intelligente. I testi dei Beatles erano ancora legati alla tradizione della canzone leggera, mentre nella musica rock dilagavano narrazioni fortemente psicologiche, satire anti-establishment, arringhe politiche, droga, sesso e morte (giusto o sbagliato che fosse).

Il fatto piu` artistico e innovativo alla fin fine erano gli arrangiamenti di George Martin, che, forse conscio dei limiti musicali dei Beatles, uso` i sessionmen e lo studio di registrazione in maniera creativa, spingendosi forse oltre quanto avevano tradizionalmente fatto i produttori di musica leggera (che da sempre si appoggiano alle orchestrine e allo studio di registrazione per abbellire le canzoni). In piu` Martin aveva indubbiamente la passione per i suoni insoliti. Agli inizi della sua carriera, aveva prodotto Rolf Harris' Tie Me Kangaroo, che usava il didjeridoo in un'epoca in cui quasi nessuno sapeva cosa fosse. Fra il 1959 e il 1962 Martin aveva prodotto diversi dischi di comici britannici, nei quali aveva sperimentato a dirotto ispirandosi al comico californiano Stan Freberg, forse il primo ad aver usato lo studio di registrazione come uno strumento.

In quanto icone popolari, personaggi celeberrimi, etc, i Beatles furono certamente influenti sul loro tempo (benche' molto meno di quanto i loro fans suppongano). Anche Richard Nixon, il presidente Americano della guerra del Vietnam e del Watergate, fu influente sul suo tempo e sulle generazioni successive: cio` non ne fa un grande musicista.

Oggi le loro canzoni sono suonate per lo piu` nei supermercati. Ma il loro mito, come quello di Rodolfo Valentino e Frank Sinatra, vivra` finche' vivranno i fans che ci hanno creduto. Negli anni la loro fama verra` sostenuta artificialmente da campagne pubblicitarie colossali, che non hanno eguali nella storia dello spettacolo.

La loro storia ebbe inizio alla fine degli anni '50. I Crickets di Buddy Holly ("grilli") avevano di fatto inventato il concetto moderno di complesso rock. Indirettamente avevano anche lanciato la moda di battezzare un complesso rock con una parola plurale (come i complessi doo-wop prima di loro) ma una parola comica invece che seria. In breve spuntarono complessi come i Crickets dappertutto e quasi tutti con nomi di una parola plurale. A dilagare furono gli insetti. I piu` famosi furono i Beatles.

Costruiti piu` che altro per portare in Europa lo spirito spensierato, le melodie semplici e le armonie vocali dei Beach Boys (la novita` americana di turno), i Beatles finirono per diventare loro malgrado il massimo successo discografico del loro tempo. Detto che ne' i Beatles ne' i Beach Boys appartengono alla storia maggiore della musica, entrambi furono pero` influenti nel conferire credibilita` commerciale alla musica rock e nell'incoraggiare migliaia di ragazzi in giro per il mondo a formare complessi rock; un po' come il successo di Elvis Presley, anche lui lungi dall'essere un grande musicista, aveva incoraggiato migliaia di ragazzi bianchi (fra cui Beach Boys e Beatles) a diventare rockers.

La "swinging London" degli anni '60 era un misto di rinnovamento, mediocrita` qualunquista, disimpegno, rinascita della cultura, attrazione turistica, frenesia di vivere, di istanze di ribellione sommerse dalle insegne luminose, di ragazzi capelloni e di ragazze in minigonne, di benessere e ipocrisia del benessere, di qualunquismo e dolce vita, e molte altre cose; i Beatles furono il prodotto piu` venduto di quella Londra ambigua e contraddittoria.

I Beatles erano originari di Liverpool. John Lennon, che aveva suonato per anni in un gruppo di skiffle (i Quarrymen, fondati nel 1955) prima di formare i Beatles nel 1960 con McCartney, suonava la chitarra ritmica. George Harrison, assunto quando era ancora minorenne, era il chitarrista principe (con uno stile essenziale che si ispirava alle chitarre rockabilly di James Burton e Carl Perkins). Dopo aver fatto gavetta ad Amburgo in Germania (suonando i classici del rock and roll), debuttarono al Cavern di Liverpool il 21 febbraio 1961. In seguito Ringo Starr rilevo` il batterista e Paul McCartney passo` al basso. A differenza degli altri gruppi del Merseybeat, che fin dal 1960 si erano evoluti verso uno stile sempre piu` guidato dalla chitarra, i Beatles continuarono a far leva sulle armonie vocali, come si faceva negli anni '40 e '50.

Nel 1962 era esploso il fenomeno di Beach Boys e Four Seasons, due complessi che in realta` eseguivano musica melodica vocale ma che imitavano i Crickets nell'assetto. Furono comunque Beach Boys e Four Seasons a imporre le armonie vocali a piu` parti nella musica leggera bianca (un derivato del doo-wop dei gruppi neri, che era stato popolare per tutti gli anni '50).

Quell'anno i Beatles cominciarono la transizione da gruppo di cover (come tanti altri in Europa) a gruppo melodico vocale. Uno dei primi brani dei Beach Boys era stato la revisione di un brano di Chuck Berry. Uno dei primi brani dei Beatles sara` la revisione di un brano di Chuck Berry. Paul McCartney suonava il basso come Brian Wilson nei Beach Boys.

Brian Epstein fu l'uomo che li scoperse (nel novembre del 1961) e fu l'uomo che ne creo` l'immagine (fu lui a inventare il loro abbigliamento e la loro capigliatura a caschetto, nonche' a trovare il contratto con la EMI). George Martin fu l'uomo che ne creo` il sound.

Il 1962 fu l'anno di Dylan, delle dimostrazioni pacifiste, delle canzoni di protesta. Proprio nel 1962, quasi agli antipodi di cio` che stava accadendo in USA, i Beatles esordirono con un 45 giri, Love Me Do (registrata nel settembre 1962), che era un gioviale rhythm and blues condotto dall'armonica. Il brano entro` in classifica alla fine dell'anno. Nel febbraio del 1963 il complesso raggiunse la seconda posizione delle vendite con Please Please Me. Un'accorta campagna pubblicitaria, gestita genialmente da Epstein, scateno` nel giro di pochi mesi l'isteria di massa: dischi che si esaurivano prima ancora di essere stampati, mass-media che seguivano passo-passo le avventure dei quattro eroi, moda che ne imitiva le pettinature a caschetto. Epstein aveva creato la "Beatlemania".

Di pari passo con il crescere del fanatismo procedeva anche il raffinamento del loro stile, che assimilava continuamente nuovi elementi e diventava sempre piu` melodico, rinnegando progressivamente le radici rhythm and blues da cui era partito. Attraverso From Me To You, la scalmanata She Loves You (con i primi selvaggi "yeah-yeah") e I Want To Hold Your Hand (con clapping e un ritmo piu` pesante), tutti al primo posto delle classifiche del 1963, si affermava una tecnica che fondeva secoli di stili vocali (innodia sacra, song elisabettiana, music-hall, ballata folk, gospel e doo-wop) in una forma armoniosa e cristallina di ritornello ottimista, una variante dell'operazione appena compiuta negli USA dalle Shirelles. Nei casi migliori era lo stile giovale/infantile/orecchiabile di Buddy Holly a essere copiato, ma accelerandone il ritmo secondo la moda del "twist". Il twist era il successo straordinario di quegli anni: ritmo veloce, atteggiamento provocante e ritornelli orecchiabili. I Beatles intuirono che quella era la formula giusta.

In USA non se n'era ancora accorto nessuno, e degli album Please Please Me (marzo 1963) e With The Beatles (novembre 1963) erano apparse soltanto versioni menomate con titoli diversi, ma nel gennaio 1964 la EMI decise di investire massicciamente e puntualmente I Want To Hold Your Hand arrivo` al primo posto delle classifiche Americane, e cosi` fece il primo album Americano, Meet The Beatles (Capitol, 1964). Negli USA, ripuliti dalla feccia del rock and roll perverso e amorale degli anni '50, il loro Merseybeat educato e orecchiabile venne visto di buon occhio dai media. Dopo la prima tournee` del febbraio 1964 e la loro apparizione all'"Ed Sullivan Show", i loro 45 giri capeggiavano saldamente anche le classifiche americane (nell'aprile del 1964 occupavano i primi cinque posti). D'altronde il loro sound era saturo di musiche americane: lo stile vocale era mutuato ora dagli hard-rocker come Little Richard e ora dai call-and-response soffici dei Drifters (l'echeggiarsi l'un l'altro, il protendere una parola per diverse battute, l'urlare "yeah" in modo scomposto ed emettere gridolini in falsetto), oltre che dai ritornelli di Holly e dalle armonie dei Beach Boys, mentre lo stile strumentale si rifaceva ancora ai combo di twist.
Il segreto del successo dei Beatles (in USA come in UK) fu la semplicita` degli arrangiamenti: laddove gli idoli dell'epoca erano spalleggiati da arrangiamenti complessi e quasi classici, e talvolta anche da effetti di studio, i Beatles usavano la tecnica elementare dei complessi surf senza alcun supporto dell'orchestra e senza effetti surreali. I Beatles riaffermarono il primato del cantante in un'epoca in cui il cantante era sempre piu` subalterno allo studio di registrazione. I giovani Americani si riconobbero nel loro stile immediato rispetto a quello artificiale dei "teen idols" Americani cosi` come si erano riconosciuti nei primi dischi di Presley rispetto a quelli artificiali della musica leggera degli anni '50.

In parallelo il sound dei Beatles si stava ammorbidendo, seguendo il resto del Mersey sound. Martin era anche il produttore dei gruppo Gerry & The Pacemakers (formati nel 1959 e anch'essi gestiti da Epstein), i cui primi tre 45 giri erano arrivati al primo posto delle classifiche di vendita. Lo stile orecchiabile dei Beatles era, in effetti, stato sperimentato con i Pacemakers, i cui primi tre 45 giri (How Do You Do It, marzo 1963, I Like It, maggio 1963, You`ll Never Walk Alone, ottobre 1963) coniarono di fatto lo stile: una versione molto melodica del rock and roll e una versione molto edulcorata dei suoi testi ribelli. In pratica i Pacemakers (o chi per loro) avevano trasferito il rock and roll nella musica leggera, sostituendo ai ritmi forti e "sporchi" del rhythm and blues quelli leggeri e ordinati della canzone europea, sostituendo alle melodie oblique del blues quelle orecchiabili dell'operetta britannica e sostituendo ai testi adolescenziali conturbanti di Chuck Berry i testi adolescenziali romantici dei "teen idols". Con i Beatles il duo di Epstein e Martin continuo` semplicemente quell'idea. La differenza e` che adesso gli autori di quasi tutto il repertorio erano John Lennon e Paul McCartney (non necessariamente in coppia, anche se tutte le canzoni portano la firma di entrambi per ragioni contrattuali).

Nel 1964 a Berkeley, in California, scoppiano i primi disordini studenteschi. I ragazzi protestano contro la guerra del Vietnam, ma in generale protestano contro l'establishment. La ribellione che covava dagli anni '50 trova un veicolo intellettuale. I Beatles non ne sanno nulla e quell'anno registrano Can't Buy Me Love (un rockabilly swingante e melodico alla Bill Haley, il primo ad arrivare al primo posto sia in UK sia in USA), A Hard Day's Night e I Feel Fine (che usava il feedback appena inventato dagli Yardbirds), canzoni sempre piu` esuberanti con ritornelli sempre piu` memorabili, tutte ai primi posti su entrambi i lati dell'Atlantico. Con queste canzoni e con i loro atteggiamenti pubblici, i Beatles impongono uno stile di essere giovani piu` fantasioso e provocatorio. I Beatles sono appena nati eppure girano gia` il primo dei documentari surreali dedicati alla loro vita quotidiana, A Hard Day's Night e vengono pubblicate le prime due biografie del gruppo. Ma in USA l'investimento e` sempre piu` massiccio: la EMI firma contratti a valanga per favorire il mercato di parrucche alla Beatles, di abiti alla Beatles, di cartoni animati ispirati ai Beatles, persino di bambole Beatles. L'America e` invasa dall'immagine di quei quattro ragazzi sorridenti, con la creazione del mito di "teen idols". che sembrano esorcizzare la guerra del Vietnam, i disordini studenteschi, le marce della pace, l'assassinio di John Kennedy, i disordini razziali, Bob Dylan, il rock and roll e tutte le altre tragedie (presunte o reali) che affliggono l'"American dream". In fondo, e` una forma di terapia d'urto.

Naturalmente dietro quei quattro volti sorridenti si celano semplicemente quattro mediocri musicisti (e quattro miliardari snob nella piu` fiera tradizione britannica). Non sono il simbolo di una ribellione, ma, al contrario, il braccio armato della reazione. I Beatles ottimisti ed effervescenti rappresentano soprattutto il bisogno di "evadere" dalla realta`. In particolare i giovani aveva un bisogno disperato di qualcosa in cui credere, qualcosa che non fosse soltanto bombe e teppismo. I Beatles trasferirono in musica l'entusiasmo delle masse e, di ritorno, vennero acclamati con entusiasmo dalle stesse masse, in un ciclo che rasentava il moto perpetuo.

Il meglio del loro cliche' e` riassunto da un celebre aneddoto: intervistato durante la tournee americana, alla domanda "come avete trovato l'America?" Lennon rispose "abbiamo preso a sinistra in Groenlandia!" In quest'humour anarchico e surreale e` racchiuso il merito piu` grande del quartetto.

Dal 1965 il long-playing, che nei due anni precedenti era stato in secondo piano rispetto ai 45 giri (le versioni Americane degli LP comprendevano gli hit, quelle Britanniche in genere no e avevano 14 canzoni contro le 12 delle versioni Americane), diventa invece la nuova unita` di misura del loro lavoro. A Hard Day's Night (1964) era stato il primo album contenente soltanto materiale di Lennon e McCartney, anche se seguito da For Sale che aveva sei cover (ma anche Eight Days A Week e la malinconica I Don't Want To Spoil The Party). Help (Agosto 1965) aveva segnato la transizione dal Merseybeat a un sound piu` folk e country (in molte canzoni sembra di ascoltare Buddy Holly), svariando da The Night Before a Ticket To Ride. I Beatles di questo periodo sfoderano soprattutto un talento formidabile per la ballata malinconica, come dimostrano You've Got To Hide Your Love Away e soprattutto Yesterday, il "lento" per eccellenza di Paul McCartney (a cui Martin aggiunse un quartetto d'archi), anche se forse il meglio si trova ancora nei brani piu` aggressivi, come Help, un gospel adattato al loro stile surreale e pieno di vita.
Rubber Soul (dicembre 1965) completo` la transizione dal 45 giri all'album e dal Mersey sound al folk-rock. L'influenza dei Byrds e` fortissima. I rock and roll di Drive My Car e Run For Your Life, il piglio esotico di Norwegian Wood (una litania alla David Crosby accompagnata dal sitar, gia` usato dagli Yardbirds, e forse a imitazione di cio` che avevano fatto pochi mesi prima i Kinks con Till The End Of The Day), la pallida psichedelia di Nowhere Man e Rain (con backward vocals, ma ispirata a Eight Miles High, che era entrata in classifica qualche mese prima) spazzolano un repertorio armonico relativamente ampio per i loro standard. Per quanto i Beatles cercassero il successo nel mondo del rock and roll, era evidente che riuscivano meglio nel vecchio mondo della canzone melodica. Le tenere Girl e, soprattutto, Michelle (uno dei loro classici "lenti" d'atmosfera, per sola chitarra ritmica, coro e basso melodico, nello stile dei gruppi vocali degli anni '50) erano davvero eccellenti nel loro genere, anche se ai tempi vennero considerate "minori" in virtu` del fatto che non vantavano ritmo e volume.
Il 1965 e` l'anno dell'estate degli hippies a San Francisco, della musica psichedelica, dei guru indiani, degli esperimenti con l'LSD. I Beatles non sembrano saperne nulla e, fermi all'era delle canzoni "soffici", registrano We Can Work It Out, uno dei loro capolavori melodici, d'atmosfera francese (organetto da strada, fisarmonica). Continuano anche a inseguire il miraggio del "rave-up" con Day Tripper, che sfodera il loro riff piu` duro dell'epoca (rubato a Watch Your Step del bluesman Bobby Parker) ma suona piu` che altro come una patetica risposta a Satisfaction dei Rolling Stones e a You Really Got Me dei Kinks, i due brani "duri" che avevano scosso le classifiche di quell'anno (uscite rispettivamente a gennaio e l'anno prima).

I Beatles si liberarono definitivamente di quell'ossessione con il long playing dell'agosto 1966, Revolver, che e` interamente dedicato alla canzone sofisticata. L'album, estremamente curato, e` una versione ancor piu` "leggera" del precedente. Un altro brano psichedelico, Tomorrow Never Knows (mellotron, sitar, backward guitar, droni d'organo), un altro brano orientaleggiante, Love You Too, uno persino classicheggiante, Eleanor Rigby, un'aria da operetta-vaudeville, Goodday Sunshine, i rhythm and blues di Got To Get You Into My Life e Dr. Robert, sono mitigati da un atteggiamento sempre piu` languido e romantico. I pochi sussulti di ritmo vengono subito rintuzzati dalle tenere effusioni di I'm Only Sleeping (con assolo di backward guitar), Here There And Everywhere e For No One,
Con questo album i Beatles si allontanarono ancor piu` dalla musica rock e si avvicinarono alle orchestrine di musica leggera e in particolare al pop del Brill Building, del quale genere infatti questo album rimane paradossalmente un capolavoro. (Erano gli anni in cui la canzone melodica di tutto il mondo era influenzata dal Brill Building). Naturalmente Revolver era in ritardo di mille anni sulla musica rock: quell'anno Dylan aveva pubblicato Blonde On Blonde, un doppio album con composizioni di quindici minuti, e Frank Zappa pubblicava Freak Out, un altro doppio album per di piu` in forma di collage. La musica rock stava sperimentando le lunghe jam in formato libero: Virgin Forest dei Fugs, Up In Her Room dei Seeds, Going Home dei Rolling Stones. Le canzoni dei Beatles provenivano davvero da un altro secolo.

La perfezione formale del loro melodismo si sublima invece nei 45 giri del 1967: quello barocco/elettronico di Penny Lane / Strawberry Fields Forever che esce a febbraio (il primo a non raggiungere la cima delle classifiche e uno dei loro massimi capolavori), quello psichedelico di Paperback Writer, e quello bambinesco di Yellow Submarine, mosaico di gag sonore e di cori da pub. Penny Lane rappresenta l'apice manieristico dell'arrangiamento: ritmo vaudeville, melodia ipnotica, trombe rinascimentali, flauti folk, triangoli. Strawberry Fields Forever e` un altro esperimento psichedelico forte di un arrangiamento denso e caleidoscopico (backward vocals, mellotron, arpa, timpani, bongos, tromba, violoncello).

Il 1967 fu l'anno delle radio FM che cominciavano a trasmettere lunghi brani strumentali. In Gran Bretagna fu anche l'anno della moda psichedelica: in Aprile si tenne il Technicolor Dream, che segno` l'apice del fervore psichedelico a Londra, facendo seguito a vari eventi dell'UFO Club, e i Pink Floyd destarono scalpore con i loro singoli psichedelici.

Puntualmente i Beatles registrano Sgt. Pepper's Lonely Heart Club Band (1967), l'album concept che usci` proprio nei giorni in cui il festival di Monterey consacrava i nomi sacri di quegli anni. A differenza dei dischi rivoluzionari di quegli anni, registrati con mezzi umili e in fretta e furia, l'album dei Beatles era costato un'enormita` e aveva richiesto quattro mesi di lavoro.
I Beatles si librano nel ritornello etereo di Lucy In The Sky With Diamonds (le cui iniziali dicono "LSD"), con sitar, organi scordati e acuti indianeggianti, indulgono in canzoncine da vaudeville come Lovely Rita e When I'm Sixty Four (un ragtime d'epoca degno della Bonzo Band), sfoderano il melodismo stralunato di With A Little Help, e disseminano effetti di studio qua e la` per darsi l'aria di avanguardisti (Fixing A Hole e soprattutto Being For The Benefit Of Mr Kite), in realta` tutti spunti mediati dal music-hall, dal circo e dalle bande di paese.
A Day In The Life rappresenta l'apice di questo matrimonio di tecnica e di filosofia, di questo felice connubio fra la fantasia armonica di Martin (persino un'orchestra di quaranta elementi, in cui ogni strumento suona dalla nota piu` bassa a quella piu` alta) e l'esistenzialismo hippie di Lennon (che viviseziona l'alienazione borghese).
Tutto fluisce senza intoppi all'insegna di un melodismo di prima qualita`, ora potenziato da arrangiamenti d'alta fedelta`, e svariando con la solita disinvoltura dalla ballata folk al vaudeville di periferia, dal soul alle marce da fiera, dall'Oriente allo swing, dalla musica da camera alla psichedelia, dal tip-tap alle orchestrine del parco. Il tutto fuso in un flusso continuo che ricorda il susseguersi di sketch di uno spettacolo di varieta`.

Piu` che un album di musica psichedelica (rispetto alla quale sembra davvero un disco di retroguardia), Sgt Pepper fu la loro risposta ai sofisticati arrangiamenti pop di Pet Sounds, il capolavoro dei loro rivali Beach Boys, uscito un anno e tre mesi prima. I Beatles erano sempre stati ossessionati dai Beach Boys, dei quali avevano copiato le armonie vocali a piu` parti, lo stile melodico e l'atteggiamento di pazzerelli (tutta la carriera dei Beatles dal 1963 al 1968 ricalca praticamente quella dei Beach Boys, con un anno o due di ritardo, fino alla formazione della Apple Records esattamente un anno dopo la formazione della Brother Records). Pet Sounds aveva fatto scalpore, in quanto trasportava in una sofisticata arte di studio il melodismo naif della musica surf. I Beatles registrarono Sgt Pepper (dal febbraio al maggio 1967) sulla falsariga di Pet Sounds. Le differenze sono principalmente due: Pet Sounds venne arrangiato, orchestrato e prodotto da Brian Wilson in persona, non da un produttore esterno come George Martin; e i Beatles erano, come al solito, in ritardo sui tempi (non solo Pet Sounds era gia` uscito da un anno quando i Beatles cominciarono a registrare Sgt Pepper, ma erano gia` decine i dischi influenzati da Pet Sounds).
Il mito racconta che ci vollero ben 700 ore di registrazione per finire l'album. (Uno si domanda cosa avrebbero potuto fare tanti altri complessi meno fortunati con 700 ore di registrazione). Se uno prova a togliere qualche centinaia di ore di raffinamento, non rimane molto piu` di cio` che era gia` presente su Revolver: qualche tocco orientaleggiante, qualche bizzarria psichedelica, qualche arrangiamento classicheggiante. Togliendo ancora un po' di strati di produzione rimangono soltanto delle melodie pop, non molto diverse da quelle che scalavano le classifiche dieci anni prima.
La differenza e` che Sgt Pepper venne congegnato per far pensare all'opera rivoluzionaria. Fu anche il primo album dei Beatles di cui usci` una sola versione in tutto il mondo e quella versione era stata pensata per essere un album (nessuna delle sue canzoni usci` su singolo).
La verita` e` che, Per quanto dichiaratamente "sperimentale", anche Sgt Pepper rimaneva ancora un disco di musica leggera. I Beatles del 1967 facevano ancora canzoncine di tre minuti, mentre i Red Crayola e i Pink Floyd (per citare due gruppi psichedelici di quell'epoca) suonavano lunghe suite in formato libero, talvolta persino cacofoniche, spesso puramente strumentali, al limite della musica d'avanguardia. I Beatles non avevano mai registrato una canzone che non fosse imperniata su un ritornello. Il gruppo nel 1967 cominciava a sentirsi superato dai tempi e tento` di aggiornarsi alla moda. Ma non riuscirono a spingersi oltre la forma della canzonetta (probabilmente per il semplice fatto che non ne erano capaci, cosi` come Marilyn Monroe non sarebbe stata capace di recitare Shakespeare).
Sgt Pepper e` il disco di un complesso di musica leggera che aveva fiutato il cambiamento nell'aria e aveva adeguato il proprio stile agli hippies. E, arrivando buon ultimo, fini` per sancire la fine di un'epoca. Sgt Pepper usci` nel giugno 1967 dopo che Velvet Underground & Nico (gennaio), The Doors (gennaio) e Surrealistic Pillow dei Jefferson Airplane (febbraio) avevano cambiato per sempre la storia della musica rock. Il successo strepitoso di Sgt Pepper trasferi` quelle innovazioni dall'underground americano ai salotti e ai supermercati di mezzo mondo.

Con Sgt Pepper culmino` comunque il programma sociologico di Lennon e McCartney iniziato con il rock and roll melodico del 1963. La musica dei Beatles rendeva gli eventi (musicali e non) del tempo filtrati attraverso gli occhi della media borghesia che non ne era protagonista ma solo spettatrice (perplessa e un po' spaventata). Quel programma aveva avuto il pregio di sdrammatizzare e di conferire un tono leggero e naif ad eventi che stavano causando disordini politici e una rivoluzione morale. I Beatles ebbero il merito di rassicurare la media borghesia in un'era in cui c'era poco altro di rassicurante per la middle-class.

Gli arrangiamenti di questo periodo (i clavicembali e i flauti, i nastri pre-registrati e gli effetti elettronici) furono dovuti n gran parte all'accorto lavoro di produzione di Martin, ex membro dilettante di una banda marciante domenicale di St. James Park. Martin sapeva che i musicisti d'avanguardia facevano musica manipolando nastri, che esistevano strumenti esotici dalle timbriche insolite, che i complessi rock stavano dilaniando l'armonia classica. Il suo retroterra (nonche' il suo livello culturale) rimaneva quello del circo, del carnevale, dell'avanspettacolo, dell'operetta, delle bande marcianti, quello, insomma, dei teatrini di Londra. Martin non fece che applicare le tecniche eterodosse che aveva scoperto a quel patrimonio folkloristico. Il risultato non fu particolarmente geniale (Martin non era Beethoven e neppure Karajan), ma certamente curioso.
E' lui, in questo periodo, il vero genio musicale dei Beatles, capace di trasformare le loro pose snob, le loro puerili presunzioni, i loro effimeri entusiasmi, in idee musicali. E' lui a trasformare le loro melodie di seconda mano in monumenti di arrangiamenti eccentrici. E' persino lui a suonare alcuni di quegli strumenti per cui passeranno alla storia i brani di quegli anni. La sua mano ha lasciato un'impronta sempre piu' forte a partire da Rubber Soul e su Sgt Pepper ha modo di dar fondo alle sue conoscenze e al suo intuito. Martin, forte di uno status di intoccabile, non si ferma davanti ad alcun espediente. E' invece di McCartney l'idea/ambizione di collegare le canzoni fra di loro in modo da ottenere un flusso continuo: e' la sindrome dell'operetta, che da sempre ossessiona i musicisti del musichall britannico. I Beatles riempiono le cronache delle loro dichiarazioni sugli stupefacenti e sul misticismo indiano, e di come quelle ispirazioni si trasferiscano nelle loro canzoni, ma e' Martin quello che compie il "trasferimento", quello che trasforma le loro velleita' in musica.

Al tempo stesso, il manager che li aveva resi celebri, Epstein, mori` proprio nei mesi di Sgt Pepper, imbottito di alcohol e di droga. Venne cosi` a mancare una figura che era stata fondamentale per il loro sviluppo (l'uomo che aveva inventato il loro mito). I Beatles erano quattro ragazzi immaturi, che per anni erano stati i protagonisti (involontari) di una soap opera di enorme successo, ma avevano pagato quel ruolo con la reclusione. Per anni non avevano messo il naso fuori dalla stanza d'albergo o dalla limousine. Man mano che la sorveglianza di Epstein si allentava, i Beatles cominciavano a guardarsi attorno. Scoprirono improvvisamente le sostanze stupefacenti e gli ideali pacifisti, le religioni orientali e le lotte studentesche. Era un mondo completamente nuovo per loro, di cui infatti non c'e` traccia nel loro repertorio dei primi anni. Fu una rivelazione traumatica. La progressiva assenza di Epstein porto` il caos (e non a caso segno` l'inizio dei problemi di vendite, di immagine e di pubbliche relazioni che avrebbero portato allo scioglimento del gruppo) ma consenti` anche ai quattro Beatles di maturare le prime esperienze post-puberali.

Non a caso Sgt Pepper e` un'opera di rottura (all'interno della loro carriera) a piu` livelli. E` un concept (molto autobiografico) sulla presa di coscienza, e` un concept del fatto di essere in grado di comporre un concept.

Sono di quel periodo, a cavallo fra due epoche, un paio di progetti realizzati con spirito insolito: il programma televisivo Magical Mystery Tour e il cartone animato Yellow Submarine. In essi si possono scoprire alcune delle idee piu` geniali del quartetto: rispettivamente il grottesco incubo schizoide di I Am The Walrus e il trip caleidoscopico di It's All Too Much, semplici esercizi di surrealismo e psichedelia applicati al Merseybeat. Nel primo si trovano anche la ballata pastorale The Fool On The Hill, la psichedelica Blue Jay Way e il mantra di Baby You`re A Rich Man.

Nel frattempo gli hit continuano a fioccare e risentono del clima sperimentale: Magical Mystery Tour, sigla dello show, con trombe, cambi di ritmo, piano jazz e andamento da imbonitore di fiere, Your Mother Should Know, altro classico vaudeville, All You Need Is Love, quasi il loro inno, Hello Goodbye, altro ritornello memorabile deformato da giochi psichedelici, Lady Madonna, in forma di boogie alla Fats Domino. Ma i Beatles appartengono ancora all'era del pop: non usano l'assolo, che invece sta trionfando con i Cream, strimpellano senza saper veramente suonare gli strumenti, a differenza di Hendrix, e non sperimentano con l'armonia, come invece stanno facendo i Pink Floyd. Non sono in retroguardia, sono semplicemente in un altro genere.
Hey Jude, una "lunga" (per i Beatles) jam di blues-rock psichedelico (ma in realta` un altro "lento" storico di McCartney), usci` dopo Dear Mr Fantasy dei Traffic e quando la popolarita` dei Cream e delle loro lunghe jam dal vivo era al culmine. Paradossalmente, fu questo tardo brano a stabilire il loro primato di vendite: rimase nove settimane al primo posto della classifica di Billboard e vendette sei milioni di copie.

Fissato lo standard melodico del decennio, il quartetto lo aveva implementato su tutti i sistemi armonici che mano a mano venivano proposti dalla moda. Applicando la legge industriale della continua riconversione, i Beatles seppero rimanere sempre sulla cresta dell'onda. Tanta varieta` di arrangiamenti sfocio` in un vero e proprio manierismo, un'attenzione estrema per il dettaglio e per l'ornamento. Gli album del terzo periodo oscillano infatti fra il collage di miniature e la fantasia melodica, ferma restando in ogni caso una sapiente coesione armonica fra ogni brano e il successivo, fino a ricalcare, consciamente o meno, la struttura dell'operetta.

I quattro vivevano ormai vite separate, ciascuno poco o nulla interessato alle idee degli altri tre. Il nuovo disco, inevitabilmente, rifletteva la situazione, dando l'impressione di un'antologia di quattro artisti profondamente diversi piu' che di un disco registrato da un complesso.
Il doppio The Beatles (novembre 1968), molto simile in spirito al doppio Notorious Byrd Brothers dei Byrds (giugno 1968), anche se infinitamente meno innovativo, risulta cosi' un accumulo disordinato delle idee piu' disparate. Nessun album del quartetto e' stato cosi' vario ed eclettico. La loro nuova libidine "progressiva" trova un nuovo sfogo nel blues-rock (Rocky Raccoon, Why Don't We Do It) e in particolare in vertiginosi iper-boogie (Birthday e Helter Skelter). Al tempo stesso, e per conseguenza di quel frazionamento dell'ispirazione, il disco abbraccia una cornucopia di generi: brani classicheggianti (Piggies), folk acustico (Blackbird), cori da campeggio (Bungalow Bill), tenere serenate (Cry Baby Cry, con una delle loro migliori progressioni di pianoforte), e la solita sfilata di vaudeville (Don't Pass Me By, Martha My Dear, Obladi Oblada), con l'apice in While My Guitar Gently Weeps, fiore estremo del loro melodismo, per finire con una lunga jam piu` o meno d'avanguardia (Revolution N. 9, di Lennon e Yoko Ono, due anni dopo che c'erano arrivati tutti, e tre anni dopo gli undici minuti di Goin' Home dei Rolling Stones).
Questo cosiddetto White Album risente del cambiamento d'umore nella musica rock (uscito tre mesi dopo Sweetheart Of The Rodeo dei Byrds, che aveva seguito il Bob Dylan di John Wesley Harding verso una musica piu` semplice e tradizionale). E forse risente soprattutto della scomparsa di Epstein.

Nel 1968 la Gran Bretagna e` attraversata dalla febbre dei "concept album" e delle "rock opera", in gran parte realizzati da complessi della generazione dei Beatles: Tommy degli Who, The Village Green Preservation Society (1968) dei Kinks, Ogden's Nut Gone Flake degli Small Faces, Odyssey and Oracle degli Zombies, etc. Con il solito anno di ritardo, ci provano anche i Beatles. L'operetta vaudeville Abbey Road (1969) fonde tutti i generi del loro repertorio in un flusso continuo di melodie e arrangiamenti, formalmente perfetti, un summa enciclopedico della loro carriera, una serie di vignette quasi auto-parodistiche che rubano il verso a saltimbanchi (Maxwell's Silver Hammer), crooner (Oh Darling, una parodia alla Bonzo Band), babysitter (Octopus's Garden, nella vena bambinesca di Yellow Submarine), e culminano nella travolgente suite della seconda facciata, che dall'esuberanza naive di You Never Give Me Your Money (una mini rock opera in se`, che potrebbe stare sui primi album di Frank Zappa) e Mean Mr Mustard, attraverso l'incalzare di Polytheme Pam e She Came In Thru The Bathroom Window, va a spegnersi malinconicamente in Carry That Weight, l'ennesimo coro goliardico (che riprende i temi di Money e I Want You). E' l'apoteosi della personalita' di tardo guitto del musichall di McCartney. Ed e`, soprattutto, un capolavoro di produzione, di sound, di incastri sonori.
Come nel caso dei loro coetanei Who, Kinks, Small Faces e Zombies, proprio questo tardo album a tesi rischia di rimanere il loro capolavoro. Naturalmente, non si avvicina neppure lontanamente agli standard creativi dell'epoca (1969), ma costituisce comunque un risultato formalmente impeccabile nel campo della canzone melodica. Per molti versi, pero`, le due canzoni migliori sono anche le piu` semplici, e sono scritte entrambe da George Harrison. Abbey Road fu il loro ultimo album di rilievo. Non a caso, fu anche l'ultimo prodotto da George Martin.

Nonostante gli sforzi di coesione le loro personalita` divergevano ormai troppo nettamente: il mesto hippie George Harrison attratto dallo spiritualismo orientale (sue le ballate malinconiche del periodo: Something, 1969, Here Comes The Sun, 1969); il sorridente borghese Paul McCartney sempre piu` immerso nella musica leggera (sue tutte le filastrocche fino a Get Back, 1969, e Let It Be, 1970); il pensieroso intellettuale John Lennon proteso verso la confessione intimista, l'impegno politico e un suono piu` duro e/o psichedelico (Revolution, 1968, Come Together, 1969, l'onorica e indiana Across The Universe, 1970). Ed erano canzoni sempre piu` banali e anonime.
In fondo la separazione era iniziata su Revolver (Tomorrow era di ed era stata mimetizzata nei dischi successivi dagli arrangiamenti certosini di Martin.

La musica dei Beatles si era adeguata di anno in anno alle mode di turno: il doo-wop, il garage-rock, la psichedelia, il country-rock. Pochi complessi rock cambiarono stile cosi` drasticamente di anno in anno.
Ma i Beatles cominciarono forse a sentirsi obsoleti con i concerti dei Cream. Quei concerti furono il primo fenomeno musicale a far epoca (in Gran Bretagna) come la Beatlemania. I Cream fecero sembrare tutto il Merseybeat terribilmente vecchio, cosi` come i Beatles avevano fatto sembrare Elvis Presley vecchio. Nel 1969 i Led Zeppelin cambiarono completamente l'aspetto delle radio e delle classifiche. Per i Beatles era stato relativamente facile inseguire tutte le mode precedenti (compresa la psichedelia), facendo sempre leva sul melodismo, ma l'hard-rock era addirittura l'antitesi di tutta la Beatlemania: l'idolo non era piu` il cantante, ma lo strumento; l'eccitazione derivava dal riff e non dal ritornello; il pubblico si sfogava in concerti oceanici per capelloni drogati, non in teatri gremiti da ragazzine isteriche. L'hard-rock era la negazione del loro melodismo naive. Non e` una coincidenza che l'avvento dell'hard-rock decreto` la fine dei Beatles.

Nel 1970 i Beatles si sciolsero e ognuno intraprese una carriera solista. Lennon (assassinato nel dicembre 1980 da un fanatico) non fece nulla degno dei grandi cantautori dell'epoca e, al di la` delle vicende politiche e sentimentali, non sarebbe mai stato conosciuto per i suoi dischi se non fosse stato un reduce dei Beatles. La sua carriera solista oscillo` ambiguamente fra l'hard-rock e la ballata, l'utopia del "peace and love" e il romanticismo domestico. La sua vicenda extra-Beatles era iniziata con l'album Two Virgins (Apple, 1968), una collaborazione con la celeberrima seconda moglie Yoko Ono (erede di una dinastia di banchieri giapponesi, laureata in filosofia, trasferitasi negli USA nel 1953, membra del movimento d'avanguardia Fluxus e artista performance in giro per il mondo durante gli anni '60). L'album venne seguito dai piu` sperimentali Life With The Lions (Apple, 1969) e Wedding Album (Apple, 1969), nonche' dall'album live con Give Peace A Chance (una singalong corale di strada alla David Peel), ma forse il meglio di Lennon si trova sull'autobiografico John Lennon/ Plastic Ono Band (Capitol, 1970), il cui sound e` marchiato a fuoco dalla produzione vibrante di Phil Spector, come dimostra anche il singolo Instant Karma (scritta e prodotta da Spector). L'album di maggior successo fu il successivo Imagine (1971), che contiene Imagine, una delle sue canzoni piu` note insieme alle coeve Power to The People e Happy Christmas. La coppia divenne piu` celebre per l'attivita` pacifista e le cause umanitarie che per la musica. L'unico numero uno di Lennon fu un duetto con Elton John, Whatever Gets You Thru The Night (1974). Una serie imbarazzante di album mediocri era culminata in Double Fantasy (Geffen, 1980), contenente Starting Over e Woman, pochi mesi prima della sua morte.

McCartney fece ancora qualche album che valgono quelli dei Beatles, solo che non erano intitolati "The Beatles". Su McCartney (Apple, 1970) suono` tutti gli strumenti da solo, e la musica e` lo stesso gradevole easy-listening di Revolver. Ram (Capitol, 1971) sembra la continuazione della produzione eccentrica di Abbey Road. Band On The Run (Capitol, 1973) e` forse il meno peggio degli album dei Wings, il complesso da lui formato nel 1971. McCartney II (Columbia, 1980), con cui McCartney riprende la carriera solista, e` un altro bagno catartico nell'easy-listening. Tug Of War (1982) e` forse il migliore dei suoi album solisti, grazie all'impressionante cast di collaboratori, ma il culmine ideologico del suo kitsch si trova su Pipes Of Peace (1983). Liverpool Oratorio (EMI, 1991) fu il suo debutto nella musica classica. Le sue canzoni (da solo o con i Wings) sono balzate regolarmente in testa alle classifiche. Fra stucchevoli ninnananne (Maybe I'm Amazed, 1970; Another Day, 1971; Uncle Albert, 1971; My Love, 1973; Band On The Run, 1973; Listen TO What The Man Said, 1975; Silly Love Songs, 1976; With A Little Luck, 1978; Coming Up, 1980; No More Lonely Nights, 1984; Spies Like Us, 1985) e duetti con altri cantanti (Say Say Say, 1983, con Michael Jackson; Ebony And Ivory, 1982, con Stevie Wonder), McCartney detiene il record di primi posti nelle classifiche di Billboard. Mull of Kintyre (1977) fu il primo singolo britannico a vendere piu` di due milioni di copie, ma e` una filastrocca folk. Pochi cantanti di musica leggera hanno pubblicato canzoni cosi` scontate.

Per quanto banale chitarrista e cantante, Harrison (morto di cancro nel novembre 2001) fu forse l'unico a produrre dischi degni di nota, prima gli esperimenti di Wonderwall (Zapple, 1968), un collage di musica Indiana e sue canzoni, e Electronic Sounds (Zapple, 1969), che contiene due suite elettroniche realizzate con l'aiuto di Bernie Krause, e poi il triplo All Things Must Pass (Apple, 1970), prodotto da Phil Spector, che riprendeva le tematiche raga-psichedeliche di altri complessi in un contesto folk pastorale e costituiva pertanto una buona prosecuzione del discorso iniziato da Donovan nel 1967; (What Is Life, Isn't It A Pity, Let It Down, Apple Scruffs, Art Of Dying, My Sweet Lord); un disco non ha quasi nulla in comune con la musica dei Beatles. Infervorato di credo Zen e altre banalita` dell'epoca, Harrison organizzo` anche il primo grande concerto di beneficenza, quello per il Bangla Desh del 1972, e registro` ancora Living In The Material World (1973), con Give Me Love, ed ebbe qualche hit con Dark Horse (1974) e You (1975). Dopo una serie di album miserabili, Harrison torno` nelle classifiche nel 1987 con Got My Mind Set On You (un vecchio gospel di Rudy Clark). L'anno successivo Harrison accetto` di diventare uno dei cinque Traveling Wilburys con Dylan, Tom Petty, Jeff Lynne e Roy Orbison (Last Night, 1988).

Tutti e tre mancavano fondamentalmente di talento, ma le loro parabole sono molto diverse: Harrison ha provato davvero a sperimentare qualcosa di nuovo, ma limiti di ispirazione non gli hanno consentito di andare oltre il plagio; Lennon ha fatto finta di sperimentare qualcosa di nuovo, ma in realta` ha continuato (coscientemente o meno) a proporre pop music convenzionale mascherata da musica impegnata; McCartney e` un personaggio molto meno ambizioso, che si e` accontentato di vivacchiare sugli allori e di produrre la musica che gli piace ascoltare (easy-listening, pop, oldies), ed e` tutto sommato il piu` sincero dei tre, certamente il piu` conscio della storia del rock, e anche il piu` conscio dei propri limiti, e l'unico davvero dotato di senso dello humour.

Negli anni '90 McCartney e i discografici tentarono disperatamente di tener in vita il mito lanciando operazioni commerciali di carattere nostalgico ogni due/tre anni. Le loro vicende vennero seguite con interesse per lo piu` dai rotocalchi che trattano di Lady Di e dei principi di Monaco.

Dopo lo scioglimento divenne ancor piu` evidente il ruolo giocato da Martin nel ruolo di produttore. Non sapremo mai cosa sarebbero stati i Beatles se non avessero incontrato Martin, ma sappiamo cos'era stato Martin prima di incontrare i Beatles: esattamente lo stesso, un produttore di successo che aveva portato ai vertici delle classiche una serie di canzonette. E sappiamo cosa furono i Beatles senza Martin, dopo lo scioglimento: quattro cantautori mediocri. Quanto fossero bravi i Beatles a sperimentare da soli (senza Martin) lo dimostrarono con i loro dischi solisti.

I Beatles sono passati alla storia per le melodie e per gli arrangiamenti, ma in realta` la Beatlemania fu dovuta, e giustificata, dal rock and roll esuberante che suonavano nel 1963 (con strumenti elettrici e batteria) e che rivitalizzo` il genere, in quegli anni affondato nelle melense canzoni orchestrali dei "teenage idols". Revolver ha indubbiamente il merito di aver creato una sofisticata arte di pop da salotto. Il loro album piu` celebre, Sgt Pepper, e` in realta` un'opera ipocritamente commerciale, un'opera di canzonette tradizionali camuffate per sembrare musica psichedelica d'avanguardia, ma costituisce comunque il preludio alla suite barocca di Abbey Road, loro apice formale. Parabole simili le possono vantare quasi tutti i complessi dell'epoca, ma pochi conoscono i dischi degli altri complessi dell'epoca.

Anche nei momenti migliori, inoltre, i Beatles non espressero mai lo spirito della loro epoca: erano in ritardo sui tempi, o addirittura controcorrente. Espressero per lo piu` i valori dell'epoca precedente, quella puritana degli anni '40, i valori di ordine e rispetto (morali, musicali, sociali) che il rock and roll aveva attaccato negli anni '50. Non sorprende pertanto che le loro canzoni assomiglino (testi, musiche e arrangiamenti) a quelle di Tin Pan Alley.

Alcune rimarranno indubbiamente negli annali della canzone melodica (Love Me Do, Hard Day's Night, I Feel Fine, We Can Work It Out, Penny Lane, Hello Goodbye, A Little Help, Lucy In The Sky). Nel bene e nel male, quei ritornelli immortali portarono il rock sul piano dello humour giocondo e infantile, allontanandolo dalle sue origini violente e ribelli.
I Beatles furono indubbiamente fra i grandi melodisti dell'epoca, ma in un'epoca in cui la melodia era considerata un fatto riduttivo. Le loro melodie segnarono di fatto una regressione al cantante melodico degli anni '50, proprio il tipo di cantante a cui si era opposta la musica rock fin dalla nascita e proprio il tipo di cantante che l'industria discografica stava tentando disperatamente di riaffermare nei primi anni '60 con il fenomeno dei "teen idols".

Nella loro carriera i Beatles, in pratica, cavalcarono tutte le mode (che provenivano in gran parte dagli USA): il rock and roll di Chuck Berry, le armonie vocali a piu` parti dei Beach Boys, la melodia romantica di Tin Pan Alley, il pop barocco di Pet Sounds (Beach Boys), la rock opera alla Absolutely Free (Frank Zappa), gli arrangiamenti psichedelici di gruppi come gli Electric Prunes, i riff duri di chitarra e il jamming collettivo del blues-rock (Cream in primis), il revival del folk e del country (lanciato dai voltafaccia di Dylan e Grateful Dead) e cosi` via. Il grande pubblico conobbe, pero`, le innovazioni apportate dai musicisti rock soltanto attraverso i dischi dei Beatles. Alla fin fine il successo dei Beatles e` uno dei massimi paradossi del secolo: non avevano capito assolutamente nulla di cio` che stava succedendo intorno a loro, ma qualunque cosa copiassero otteneva subito un successo strepitoso. Comprando i loro dischi, si comprava una scorciatoia alla musica di quell'era.

L'influenza che i Beatles esercitarono non e` propriamente di carattere musicale. La musica rock che scaturi` da quegli anni fu tutt'altro: lunghi brani sperimentali, ballate di protesta, suite strumentali, jam improvvisate di blues. I Beatles facevano canzonette. I musicisti rock di quell'epoca facevano tutto meno che canzonette, perche' il rock era nato appunto come alternativa alla canzonetta. Le radio FM nacquero per suonare musica rock e non canzonette. Le riviste di musica rock nacquero per recensire la musica rock e non canzonette. Ad ascoltare i Beatles erano anzi proprio i giovani (e in prevalenza "le" giovani) a cui dava fastidio la musica rock.
La loro influenza sul costume dell'epoca e` indubbia, ma sul costume in senso stretto. La loro influenza, nel bene e nel male, sui grandi fenomeni degli anni '60 fu nulla: a differenza di Bob Dylan, non causarono disordini studenteschi; a differenza di Jefferson Airplane e Grateful Dead, non causarono il fenomeno degli hippie; a differenza di Jim Morrison e Jimi Hendrix, non causarono il mito della droga; a differenza di Mick Jagger e Frank Zappa, non ebbero alcun impatto sulla rivoluzione sessuale. Anzi, i Beatles, come icone di costume, espressero proprio l'opposto: il desiderio di arginare tutti questi fenomeni. Nelle canzoni dei Beatles non c'e` la guerra del Vietnam, non c'e` la politica, non ci sono i milioni di ragazzi in strada, non ci sono promiscuita` sessuali, non ci sono drogati e non ci sono teppisti. Il mondo dei Beatles e` un mondo in cui si conservava l'ordine sociale degli anni '40-50. Al massimo furono influenti sui sogni proibiti di qualche ragazzina "ye-ye" e sulla capigliatura a caschetto di qualche ragazzino di buona famiglia.

I Beatles ebbero la funzione storica di paladini della reazione. I loro sorrisi e i loro ritornelli tennero nascosti i fatti rivoluzionari di quell'epoca per la borghesia che non voleva sapere nulla dell'insofferenza dei giovani e dell'underground emergente.

Non avevano nulla da dire, e infatti non lo dissero.

DOMANDE A SCARUFFI

L'analisi e` discretamente lunga e dettagliata (molto piu` di quanto avrei voluto). Se ci sono degli errori nelle mie schede, mi fa sempre piacere correggerli. Se non ci sono errori, beh... ognuno tragga le sue conclusioni. Io ho tratto le mie. (La scheda esiste da circa vent'anni ed e` stata letta da diverse migliaia di persone: sospetto che grandi errori non ce ne siano).
Non pretendo di convincere nessuno (su questo argomento poi mi interessa davvero poco). Credo comunque che anche a te abbia fatto bene leggere la mia analisi. Il mondo e` pieno di riviste, libri e website secondo cui i Beatles sono stati i primi a fare questo o quello (semplicemente per ignoranza di cio` che era successo prima). Dopo aver letto la mia scheda, e aver verificato che non ci sono errori, forse il lettore torna a casa con un'idea piu` obiettiva del fenomeno Beatles. Se poi le canzoni continuano a piacergli, nulla di male.

Veramente non riesco a capire il tuo odio feroce per i Beatles, un gruppo che, pur non essendo Beethoven, ha comunque fatto la storia del rock.

La benche' minima "critica" (ovvero analisi approfondita) ai Beatles viene interpretata dai fans dei Beatles come "odio": lascio agli psicologi spiegare questo fenomeno.
Dire che odio i Beatles e` come dire che odio i francobolli. Parlo male dei francobolli perche' sono ancora costretto a comprarli. Se nessuno mi facesse domande sui Beatles, avrei scritto soltanto una schedina in tutta la mia vita sulla loro carriera. Hanno fatto la storia del rock cosi` come Salgari ha fatto quella della letteratura. Questa frase non la scrivo per odio, ma semplicemente perche' qualcuno mi ha spedito un'email in cui dice che i Beatles hanno fatto la storia del rock. Se la gente mi scrivesse lettere in cui dice che Salgari ha fatto la storia della letteratura, scriverei che Salgari non ha fatto la storia della letteratura.

Soltanto un incompetente puo` negare che i Beatles abbiano fatto la storia del rock.

Spero che su almeno una cosa siamo tutti d'accordo: meno uno s'intende di musica rock, piu` e` convinto che i Beatles abbiano fatto la storia del rock...

I tuoi giudizi sui Beatles sono dovuti al fatto che non hai ascoltato "bene" i loro dischi.

E` difficile non aver ascoltato "bene" quei dischi, visto che sono fra i piu` trasmessi di sempre (o perlomeno lo erano ai miei tempi). In compenso, sospetto che i fans dei Beatles non abbiano ascoltato "bene" (o per nulla) i dischi di tutti gli altri musicisti dell'epoca. Sospetto anzi che tu abbia ascoltato persino i nastri "rari" delle primissime esibizioni dei Beatles, ma non ti sia mai curato di ascoltare, che so, le prime (davvero rare) esibizioni di Yardbirds o Standells. E` il tuo giudizio a essere basato su un ascolto parziale (molto parziale) della musica rock.

La storia del rock e` scritta anche da milioni di dischi venduti, concerti esaltanti, mode lanciate.

Chiunque compia una ricerca sociale degli anni '60, deve parlare di Beatles, Monroe, le minigonne, Pele` e (in Italia) Carosello. Marylin Monroe e` l'attrice piu` famosa di tutti i tempi, e rimarra` un'icona del suo tempo. Questo non ne fa una brava attrice. Lo stesso vale per Michael Jackson, Julio Iglesias e tanti altri. Fanno senz'altro parte del costume di un'epoca. O forse tu scriveresti una storia della letteratura italiana che verte su Don Camillo, Sandokan e Tex Willer? (Per inciso, il disco piu` venduto di tutti i tempi e` la canzone per Lady Di di Elton John, che spero non compaia in nessuna storia della musica rock).

Parli male dei Beatles perche' sei prevenuto verso la musica melodica.

Leggi la mia risposta sulla melodia in generale.

L'enciclopedia del rock di Rolling Stone, autorevolissima, parla soltanto bene dei Beatles.

Dimentichi di aggiungere che parla bene anche di tutti gli altri 2000 artisti che tratta.

Un poll del rispettabile Independent sul musicista piu` influente del secolo, fatto tra seicentomila lettori, ha messo al primo posto John Lennon.
Dimentichi di aggiungere gli altri piazzamenti: 1. John Lennon, 2. Elvis Presley, 3. Michael Jackson.

Il referendum della rivista "Seventeen", letta da dieci milioni di ragazzi Americani, ha messo Paul McCartney fra i dieci musicisti piu` importanti del decennio.
Dimentichi di scrivere chi ha vinto quel referendum: 1. Backstreet Boys, 2. Britney Spears, 3. Michael Jackson, 4. Elton John, 5. Elvis Presley, 6. Janet Jackson, ..., 8. Celine... 10. Paul McCartney

Il referendum dell'autorevole rivista "Rolling Stone" ha messo al primo posto "Yesterday".
Dimentichi di scrivere che nelle posizioni alte di quella classifica ci sono Madonna (quarto posto), Michael Jackson (quinto), i Backstreet Boys, Britney Spears e cosi` via. Claudio Villa e Orietta Berti non ci sono soltanto perche' gli Americani non li conoscono. Non nego che i Beatles siano stati qualcuno nel campo della musica leggera.

La rivista Q ha messo i Beatles nei primissimi posti degli album di tutti i tempi.
(Che palle). Quella lista e` un sondaggio dei lettori (non tutti, soltanto quelli che hanno risposto). L'h
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Re: SCARUFFI SUI BEATLES

Messaggioda MoReStAyYoUnG il mar apr 15, 2003 3:59 pm

theliam ha scritto:SO CHE LA MIA PRESENZA ALL'INTERNO DI QUESTO FORUM ULTIMAMENTE NON E' MOLTO GRADITA. MA COME RISPONDEREBBE LIAM, ME NE FOTTO ALTAMENTE. IO VADO PER LA MIA STRADA E NON SARETE VOI A FERMARMI.


:roll: :roll: :roll: :roll: :roll: :roll: :roll: :roll:
non ti paragonare a LIAM...
voglio dire...
c'è una differenza sostanziale
(tolto il fatto che lui è IL FRONTMAN DEGLI OASIS)
..e cioè che LIAM lo si segue per quello che fa...
è il suo lavoro e lo sa fare benissimo..
tu ti infili prepotentemente in un forum
cercando appositamente di creare discussioni
animate....
capisci?

comunque...
è giusto ...
il mondo è bello perchè è vario...

ma sulla battutina iniziale
mi sentivo in dovere
di non passarci sopra...
LIAM è LIAM.... ;)

...vai per la tua strada,...
voglio sentire dove vuoi arrivare.... :roll:
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VAI TRANQUILLO

Messaggioda theliam il mar apr 15, 2003 7:03 pm

:D :D :D SI SI, VAI TRANQUILLO MORESTAYYOUNG, NON MI PARAGONO A LIAM SEBBENE IN PASSATO (QUANDO AVEVO 15-16 ANNI E VOLEVO SOMIGLIARE IN TUTTO E PER TUTTO AL CANTANTE DEGLI OASIS) DICEVO CHE ERO L'EREDE DI LIAM :D :D :D !
FIGURIAMOCI. ORA HO UNA MIA IDENTITA' (GIUSTAMENTE).
DICIAMO CHE HO CITATO LIAM IN QUANTO LO CONSIDERO POETA (QUINDI IL MIO E' UN SEMPLICE RIFERIMENTO ALLA SUA PERSONALITA', COME POTREBBE ESSERE PRENDERE LA FRASE DI UN BAUDELAIRE O DI UN LEARY, INTESO?).

BEH, HAI LETTO L'ARTICOLO. SO CHE E' LUNGO, CMQ PUOI SCARICARTELO E DIRMI LA TUA IMPRESSIONE. TENGO MOLTO ALLE OPINIONI DELLA GENTE.

CIAO.

AH, HO APPENA ASCOLTATO "MORNING GLORY": MI CI VOLEVA (DICO LA CANZONE)

TU SEI QUELLO/A A CUI PIACE DA MORIRE BE HERE NOW, VERO?
GUARDA, DA UN MIO PUNTO DI VISTA LO CONSIDERO IL TERZO ALBUM MIGLIORE DEL '97 DOPO "OK COMPUTER" E "HURBAN HYMNS" E COMUNQUE UNO DEI MIGLIORI 10 DEGLI ANNI '90.
CREDO CHE QUELL'ALBUM... CAZZO, ESPRIME REALMENTE QUALCOSA NELLA SUA INTEREZZA (COSA CHE NON NOTO IN NESSUN ALTRO, A PARTE FORSE UN QUALCOSINA IN SOTSOG). VOGLIO DIRE GIA' LA COPERTINA E' DI UN IMPATTO UNICO E POI LE SONG, DIO MIO, SONO UN VIAGGIO NEL RISCOPRIRE GLI ANNI '60, I BEATLES, I MOD.
BOH, A ME DA QUELL'EFFETTO E PER QUESTO NON MI STANCO MAI DI ASCOLTARLO. SARA' FORSE PERCHE' E' STATO IL PRIMO CD CHE HO ACQUISTATO, O FORSE PERCHE' MI SN INNAMORATO DEGLI OASIS CON STAND BY ME? BOH!
LA MUSICA E' MAGIA E BE HERE NOW NE E' UN'ICONA FONDAMENTALE.

CIAO
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Messaggioda MoReStAyYoUnG il mer apr 16, 2003 8:29 am

Ciao mate..
io sono LA MoRe..
una girl! ;)

Liam poeta mi sembra
un po troppo azzardata..
con tutto il bene che gli voglio
e per quanto creda in lui anche come compositore
e non solo come frontman e singer...
ma se LIAm è un poeta.. NOEL COS'é!?!?!??!?! :shock:

Per quanto riguarda BE HERE NOW...
io credo che sia l'album migliore degli anni 90...
meglio di URBAN HYMS e sopratutto meglio
del tuo citato OK COMPUTER :?
...però.. ok, son punti di vista...

ma BE HERE NOW.. davvero
è super...
non ci sono parole...

è splendido che tu ti sia innamorato degli
oasis grazie a stand by me...
non avresti potuto fare altrimenti
è una song magica...
accattivavante...


immagina me e tanti altri mates
come me..
che invece hanno aspettato a lungo
l'uscita dell'album..
ed immaginami quando l'ho ascoltato
e... davvero ho pensato:
CAZZO... è IL MIO ALBUM PREFERITO... ;)
Immagine

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IL MIO PUNTO DI VISTA SU NOEL

Messaggioda theliam il mer apr 16, 2003 1:49 pm

Credo che Noel come compositore valga molto perchè riesce sempre a insinuarsi dentro al cuore di milioni di persone e questo non è certo poco.
Ma credo che ultimamente sia calato molto, come lui stesso ha affermato e cerchi comunque di scrivere canzoni sulla solita base Oasis invece di sperimentare qualcosa di diverso.
Dal mio punto di vista dovrebbe maturare (sebbene maturi sempre a ogni nuovo album) ma nel senso del suono, ovvero cercare di deviarsi un po' dalle radici Beatles. Solo così, solo tastando altri campi può veramente essere consacrato alla storia.
E' la stessa cosa per i chitarristi metal: bravissimi, secondo me a livello tecnico, ma scarsi nel condurre emozioni (a parte qualche eccezione come il fantastico Chuck Schuldiner dei Death, purtroppo scomparso).
Noel dovrebbe far vedere veramente il suo talento perchè a livello di emozioni, ok è perfetto, tra i migliori. Ma tecnicamente non può passare tutta la vita con le radici dei Beatles, perchè altrimenti verrà ricordato come uno che suonava alla Beatles e basta.
Comunque questo è il mio punto di vista.
Per quanto riguarda Liam credo che sia quello più in forma in questo momento, nel senso di composizione. Ha passato una vita a spaccarsi in due ogni minuto e ora, maturo, è giusto che metta nero su bianco la propria esperienza. Lui più dei Beatles, ricordiamo, ama gli Stone Roses e questo credo si senta nelle sue composizioni (a parte Little James, che vabbè, è stato il primo passo). Penso che attualmente gli Oasis senza Noel potrebbero essere un gruppo perfetto lo stesso. Noel non è dispensabile come su Morning Glory o Definitely Maybe quando nè Bonehead, nè Guigsy erano in grado di dare una propria impronta nelle canzoni. Loro si limitavano a suonare e questo è quanto.
Con Andy e Gem (avendo già delle esperienze alle spalle con i loro gruppi) il suono è nettamente cambiato in positivo e sono contento perchè la band non è + Noel dipendente.
Credo che in futuro, quando il gruppo si scioglierà (penso sia inevitabile prima o poi per le troppe divergenze artistiche di Liam e Noel) sarà proprio Liam ad avere + successo.
Cazzo, Liam è un tipo, Noel non ha + la classe di un tempo.
Comunque non è mai detta l'ultima parola. Spero con tutto il cuore che Noel abbandoni l'idea di darsi a una musica commerciale come sta facendo ora (visto che ha detto in molte interviste di essere molto + interessato ai propri interessi economici) e di sfruttare le proprie potenzialità per sviluppare il proprio sound. Con una sicurezza economica può sicuramente cercare di provare.
Aspetto vostre risposte.
theliam
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