Nuova finanziaria

Qui si può chattare e quindi parlare di qualsiasi cosa possibile ...quindi non solo musica ..VIETATO LO SPAM INUTILE, TOLLERANZA 0

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Messaggioda The Shield il mar nov 07, 2006 5:39 pm

no ma infatti non intendevo dire che sia di parte (anche se magari un po' di odio in più per silvio and friends ce lo mette di sicuro essendo tendenzialmente di sinistra... ma cmq nn è questo il punto importante). Il fatto è che da "emarginato" qual' è l' unico modo che ha per far parlare di se è uscirsene con queste sparate a zero contro tutto e tutti... La democrazia diretta è un' uscita che fa davvero ridere x come la vedo io...
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Messaggioda columbia83 il ven nov 10, 2006 5:12 pm

Manovra, la rivolta degli atenei
I rettori chiedono almeno 250 milioni



L'università non sopravviverà con tutti i tagli a cui l'ha sottoposta il decreto Bersani. A lanciare il grido di dolore sono i rettori, che chiedono 250 milioni di euro per il 2007 per poter resistere. Il presidente dei rettori Guido Trombetti della Federico II di Napoli, presentando il rapporto sullo stato delle università italiane, parla di sacrifici insostenibili.

Ma il ministro Fabio Mussi dice di provare comprensione, ammette le colpe a nome del governo e fa soltanto promesse generiche. Insomma, nessun cambiamento di rotta sembra annucniarsi per gli atenei.

Per quest'anno insomma non sembra di vedere schiarite all'orizzonte delle cittadelle della cultura in Italia, già bistrattate. Eventuali aiuti saranno rinviati all'anno prossimo.

Trombetti punta il dito sulla gestione dei finanziamenti pubblici negli ultimi anni. Le università hanno dovuto sostenere tagli su tagli, sempre presentati come una tantum, che in realtà diventano strutturali e impoveriscono gli atenei italiani. Fino ad arrivare all'ultima scure di quest'anno.

Accanto ai rettori si leva anche la voce del capogruppo dei Verdi in commissione Affari sociali alla Camera Tommaso Pellegrino, che commenta così le parole dei rettori delle univesità italiane: "Governo e Parlamento ascoltino il grido di dolore lanciato dagli atenei". "Un governo di centrosinistra" sottolinea in una nota "dovrà caratterizzarsi per una profonda inversione di rotta sui temi della ricerca, dell'università e del futuro dei giovani, dopo l'assoluto disinteresse mostrato su questi argomenti dal precedente governo di centrodestra".

"L'appello dei Rettori va ascoltato" aggiunge "affinchè non solo venga scongiurato il paventato rischio di blocco delle Università, ma anche perch‚ ogni investimento in più su queste priorità costituisce un passo in avanti importante per il futuro dei giovani italiani e per colmare il gap del nostro Paese con gli altri paesi europei". "Occorre sì combattere gli sprechi" conclude Pellegrino "ma è necessario che il governo corregga anche la rotta sugli Enti locali, in quanto Istituzioni più vicine ai cittadini ed il cui ruolo è considerato centrale nel nostro impianto costituzionale".
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Messaggioda pino il ven nov 10, 2006 6:16 pm

columbia83 ha scritto:Manovra, la rivolta degli atenei
I rettori chiedono almeno 250 milioni



L'università non sopravviverà con tutti i tagli a cui l'ha sottoposta il decreto Bersani. A lanciare il grido di dolore sono i rettori, che chiedono 250 milioni di euro per il 2007 per poter resistere. Il presidente dei rettori Guido Trombetti della Federico II di Napoli, presentando il rapporto sullo stato delle università italiane, parla di sacrifici insostenibili.

Ma il ministro Fabio Mussi dice di provare comprensione, ammette le colpe a nome del governo e fa soltanto promesse generiche. Insomma, nessun cambiamento di rotta sembra annucniarsi per gli atenei.

Per quest'anno insomma non sembra di vedere schiarite all'orizzonte delle cittadelle della cultura in Italia, già bistrattate. Eventuali aiuti saranno rinviati all'anno prossimo.

Trombetti punta il dito sulla gestione dei finanziamenti pubblici negli ultimi anni. Le università hanno dovuto sostenere tagli su tagli, sempre presentati come una tantum, che in realtà diventano strutturali e impoveriscono gli atenei italiani. Fino ad arrivare all'ultima scure di quest'anno.

Accanto ai rettori si leva anche la voce del capogruppo dei Verdi in commissione Affari sociali alla Camera Tommaso Pellegrino, che commenta così le parole dei rettori delle univesità italiane: "Governo e Parlamento ascoltino il grido di dolore lanciato dagli atenei". "Un governo di centrosinistra" sottolinea in una nota "dovrà caratterizzarsi per una profonda inversione di rotta sui temi della ricerca, dell'università e del futuro dei giovani, dopo l'assoluto disinteresse mostrato su questi argomenti dal precedente governo di centrodestra".

"L'appello dei Rettori va ascoltato" aggiunge "affinchè non solo venga scongiurato il paventato rischio di blocco delle Università, ma anche perch‚ ogni investimento in più su queste priorità costituisce un passo in avanti importante per il futuro dei giovani italiani e per colmare il gap del nostro Paese con gli altri paesi europei". "Occorre sì combattere gli sprechi" conclude Pellegrino "ma è necessario che il governo corregga anche la rotta sugli Enti locali, in quanto Istituzioni più vicine ai cittadini ed il cui ruolo è considerato centrale nel nostro impianto costituzionale".

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Messaggioda columbia83 il ven nov 10, 2006 7:20 pm

Pino è inutile risponderti, ormai lo sanno tutti che sei decadente come un albero d'autunno privo di linfa, nella fattispecie privo di cervello!

Vedo che ti piace provocare nonostante io ti abbia detto di ignorare i miei interventi, chiaro segno di una frustrazione indomita!
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Messaggioda pino il sab nov 11, 2006 12:57 pm

columbia83 ha scritto:Pino è inutile risponderti, ormai lo sanno tutti che sei decadente come un albero d'autunno privo di linfa, nella fattispecie privo di cervello!

Vedo che ti piace provocare nonostante io ti abbia detto di ignorare i miei interventi, chiaro segno di una frustrazione indomita!


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non servono parole per te.
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Messaggioda columbia83 il sab nov 11, 2006 1:04 pm

Sperando che qualcuno mi ignori...


Prodi: "Siamo in Paese impazzito"
"Ho fatto Finanziaria per il domani"


"Siamo in un Paese impazzito, che non pensa più al domani". Lo ha detto Romano Prodi commentando le reazioni alla Manovra. "Io ho fatto una Finanziaria che pensa allo sviluppo domani e dopodomani, nei prossimi anni a ricostruire il Paese", ha spiegato il premier. "Con una Finanziaria del genere si fanno molti scontenti - ha concluso - ma non ho paura, perché non ci sono le elezioni imminenti".

Il premier, interpellato dai giornalisti in provincia di Bologna, ha voluto sottolineare che "scontentare, a volte, significa fare il bene di tutti", e sui tagli poi ha aggiunto: "Questa finanziaria ha degli aspetti paradossali: tutti dicono pochi tagli di spesa e poi c'è una ferocia contro i tagli che abbiamo fatto, che sono stati meditati, sono giusti e seri; una ferocia impressionante".



Posto questa notizia giusto perchè mi ricorda vagamente qualcosa relativa ad una certa frase sui "coglioni", dove molti si scandalizzarono e ne fecero un cavallo di battaglia...
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Messaggioda columbia83 il sab nov 11, 2006 1:06 pm

Ecco cosa dice mia nonna :lol:

Finanziaria, Montalcini voterà no
"Se tagli alla ricerca, non ci sto"


"Se la finanziaria taglia i fondi per la ricerca il paese è distrutto ed io non potrei votarla". Cosi' il premio Nobel e senatrice a vita Rita Levi Montalcini. "L'Italia ha tanto capitale umano - spiega - e se non si finanzia la ricerca, il Paese affonda. Noi siamo un paese povero di materia prima, ma ricchissimo di capitale umano. E la ricerca - conclude Rita Levi Montalcini - e' il vero motore di un Paese moderno, sia per le ricadute a livello sociale sia per quella a livello economico".
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Messaggioda pino il sab nov 11, 2006 1:19 pm

opinioni tue ce la fai a fartele?

cmq da adesso ti ignoro...forse...è che sono troppo curioso delle castronerie che riporti...
anzi,sui tagli all'università ti do pienamente ragione.
ps: magari metti la dichiarazione più sensata degli ultimi anni...quella di prodi.."l'italia è impazzita,pensa solo al presente e non al futuro".
Giustissimo,d'altronde è giusto che noi si campi bene per altri dieci anni,e poi al futuro ci penseremo,poi se succede che facciamo crack(e non sono teorie futuriste,la storia anche recente insegna)si salvi chi può.
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Messaggioda columbia83 il sab nov 11, 2006 1:28 pm

mi è parso di sentire un fruscio passarmi da un orecchio e uscirmi dall'altro, dovrò andare dall'otorino...


Tfr, il governo corre ai ripari
"Rispetteremo l'accordo di ottobre"


Il governo risponde ai sindacati a proposito delle paure sul fronte Tfr e cerca di rassicura le tre sigle con un comunicato per la verità un po' fumoso. La nota diffusa dal ministero dell'Economia dice infatti che, per la riscossione del Tfr, il lavoratore avrà un interlocutore unico, in linea con l'accordo del 23 ottobre. Ma quale sia questo interlocutore unico, la nota non lo precisa.

Il testo dell'emendamento che verrà presentato in aula sull'articolo 84 della legge Finanziaria, spiegano in via XX Settembre, prevederà, in linea con l'accordo raggiunto tra governo e parti sociali il 23 ottobre 2006, che il lavoratore debba rivolgersi a un interlocutore unico per la riscossione di tutto quanto gli è dovuto ai sensi del Tfr.

LA PROTESTA DEI SINDACATI
Secondo i sindacati i contenuti dell'emendamento alla Finanziaria non corrispondono agli impegni assunti dal governo nel memorandum siglato il 23 ottobre con le organizzazioni dei lavoratori e Confindustria. Il nodo riguarda il soggetto a cui il lavoratore, che non aderirà alla previdenza complementare, dovrà rivolgersi per richiedere la liquidazione o un anticipo del proprio Tfr. Proprio su questo punto, secondo i sindacati, ci sarebbe stata una violazione. ''Non voglio credere che l'accordo sia carta straccia'', afferma il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni. Ma il ministero dell'Economia garantisce appunto che il lavoratore ''avrà un interlocutore unico''. E il sottosegretario Nicola Sartor assicura che ''l'accordo sarà rispettato''.

I TERMINI DELL'ACCORDO
L'intesa sul Tfr, raggiunta dopo un lungo dibattito con le parti sociali che in un primo tempo avevano bocciato l'intervento, prevede che le somme accantonate dalle aziende come Tfr siano destinate a uno speciale fondo presso la Tesoreria dello Stato gestito dall'Inps, nel caso in cui il lavoratore non opti per i fondi pensione.

La novità riguarda però solo le strutture con più di cinquanta dipendenti. Punto centrale, quest'ultimo, a cui si era arrivati dopo una trattativa con industriali e sindacati e a seguito delle aperture manifestate dallo stesso ministro Padoa-Schioppa a favore delle piccole e medie imprese, per le quali sarebbe stato troppo rischioso metter mano alle liquidazioni. I contenuti di quell'accordo sono ora stati trasferiti in un emendamento alla finanziaria, che secondo i sindacati, però, viola l'accordo stesso.

L'emendamento però, secondo i sindacati, stabilisce che il lavoratore che manterrà il Tfr, per richiedere l'intero importo maturato e le relative anticipazioni, dovrà rivolgersi anche al fondo gestito dall'Inps in cui la liquidazione è confluita. I sindacati ritengono inaccettabile che il lavoratore sia ''penalizzato e ostacolato pesantemente nel momento in cui, legittimamente, richiede di riscuotere le prestazioni dovute''. ''Non voglio neanche credere" sostiene Bonanni "che il governo possa presentare un emendamento difforme dall'accordo firmato dal premier Prodi, dai ministri Padoa-Schioppa e Damiano, da Confindustria e dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil''.''Le preoccupazioni del sindacato" dice il sottosegretario Sartor "vanno fugate. Posso confermare che il rapporto, per la richiesta di anticipazione o per la liquidazione, rimarrà sempre tra lavoratore e datore di lavoro''.
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Messaggioda gius il sab nov 11, 2006 3:29 pm

Ottimo se quella vecchia mummia rimbambita voterà no!
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