da MODs il lun ott 23, 2006 1:49 pm
La recensione di troublezine.it
20.10.2006 Babyshambles + theStyles @ Rainbow, Milano scritto da George il 21/10/2006
Prima di passare al resoconto del concerto dei Babyshambles cerco di essere il più obbiettivo possibile e di raccontarvi l'apertura di show affidata agli italiani The Styles, che fanno un set bello carico, che mette subito come seconda traccia la conosciuta Glitter Hits e poi sparano pian piano tutte le cartuccie scaldando un ambiente che è già sovraccarico dalle 8 in attesa dell'arrivo della band inglese. Ammettiamo una cosa: fare l'apertura di ieri sera (ma presumo sia lo stesso anche nei prossimi giorni) ai Babyshambles credo che sia stata una cosa difficilissima, perchè la massa di presenti non vedeva l'ora di avere la conferma che Pete Doherty questa volta c'è, fisicamente e (magari) anche mentalmente, che è qui in Italia. Quindi riuscire a accattivarsi le simpatie di persone che stanno solo aspettando che tu finisca, perchè coinciderà con l'inizio del concerto dei Babyshambles, è una impresa titanica e il plauso alla band italiana va perchè soprattutto ad inizio set ce la fanno ampiamente dimostrandosi bravi, carichi e essenziali. Poco spazio a chiacchere (qualcuna in più però poteva scapparci) e fronzoli, solo rock per una mezz'oretta di set intenso. Meritevoli di essere visti anche in altre occasioni e probabilmente l'esibizione di ieri poteva essere una esibizione eccellente, se dopo non ci fosse stato uno dei migliori concerti che si ricordino nel recente passato milanese. La band italiani quindi saluta e sale ancora di più l'attesa...
Sorpresa, emozione e gioia. Questi tre termini forse non bastano per descrivere cosa è stato il concerto di ieri sera in uno strapieno Rainbow di Milano, ma i Babyshambles, quindi nel bene e nel male rappresentati dal loro unico leader Pete Doherty, han regalato un concerto che definire solo fantastico sarebbe un peccare di difetto. Sono di parte io? Probabile, però tra la folla di fans di Pete Doherty, di orfani dei Libertines ieri sera il sentimento dominate era amore per un ragazzo che ad alcuni ha dato tantissimo con il suo modo di fare e le sue canzoni. Il set e la sua esecuzione poi ha spiegato perchè i Dirty Pretty Things non saranno mai i Libertines: manca l'elemento che accendeva la miccia esplosiva, gli manca la scintilla, il genio della band.
Pete Doherty sarebbe da mandare al diavolo, 1, 10 , 100 volte perchè se è vero che 3/4 della gente che c'era ieri sera nel club milanese sarebbe stata felice anche di vederlo solo apparire sul palco, lui ha regalato una performance che dire da pelle d'oca è poco. In forma smagliante, tirato a lucido come non lo si vede mai dalle pagine dei rotocalchi e dei magazine inglesi e non, entra in scena quasi puntuale, per un'ora e 20 minuti di rock suonato come solo i grandi del rock sanno fare. Maglietta bianca, pantalone scuro e nessuna divagazione a cose che con il rock non c'entrano. Ecco perchè sarebbe da maledire un uomo che è capace di regalare prestazioni eccezionali come ieri sera ed invece si va a tirare odio da gente che è pronta a sparargli contro per l'innumerevole quantità di cazzate che continua a fare. Sicuramnete ieri sera al rainbow di Milano c'erano alcuni detrattori di Pete Doherty, pronti a scaraventarsi contro lui e la folla di proseliti che già dal pomeriggio è contro le porte del locale per vederlo, fare una foto o una autografo, per una esibizione indegna e quant'altro ed invece... invece sorpresa, fa una set pressochè perfetto, senza una sbavatura, senza una scena fuori posto, giocando e scherzando con il pubblico.
Accattivandoselo fin dall'inizio con Pipe Down, per poi proseguire via via con Beg, Steal or Borrow fino alla prima esplosione di delirio generale con Killamangiro. La gente lancia di tutto sul palco, Pete chiede un accendino e ne arrivano 40 insieme, scherza con il resto della band (sì c'erano anche gli altri 3) e a turno imbraccia la sua chitarra per regalare una prestazione ancora più maiuscola ad uno show che è già maiuscolo di suo. C'è spazio per i Libertines di Time For Heroes, accolta in modo schizofrenico dai fans, c'è spazio anche per Kate Moss che appare sul palco per un totale di 30 secondi divisi in 3 volte a cantare il ritornello di La Belle et La Bete, accolta anche lei da una ovazione (mannaggia se è figa per altro...), c'è spazio per alcune canzoni nuove che entreranno nel prossimo EP, di cui almeno 2 superlative, dimostrando che la vena compositiva e poetica di Pete Doherty è bel lontana dall'esaurirsi. Ti aspetti che prima o poi Pete faccia qualcosa che rompa l'incantensimo ed invece a 3/4 di scaletta, voce ed armonica viene regalata una Albion che ha commosso e che ha rinnovato l'incantesimo: una serata del genere non dovrebbe finire mai. Cantata a squarciagola da tutti tra abbracci, urla ed emozioni la ballad di "Down In Albion" ha regalato decisamente tanto a chi c'era ieri sera. Esce di scena per un minuto insieme alla band per regalare il finale di 3 canzoni...sarebbe bastata solo la prima What Katie Did? per decretare un applauso infinito ai Babyshambles, invece c'è spazio per una nuova traccia ed ovviamente per finire con Fuck Forever, con Pete che gira per il palco con il suo microfono vestito della bandiera inglese con cui è stato omaggiato a metà concerto a raccogliere i frutti di una serata perfetta. E quelli che erano lì pronti a criticarlo? Probabilmente sono usciti sconfitti a metà concerto o si sono convertiti ai proseliti di Pete, perchè la fine concerto è un lungo applauso, dove c'era presente solo la gioia per aver vissuto una serata che è già leggenda.
Pete Doherty si ama o si odia: chi non c'era, leggerà questo report e lo odierà ancora di più, chi lo amava (come me) ha avuto una fondamentale dimostrazione che i propri sentimenti erano ben posti. E fatemi finire con la frase più scontata se qualcosa non vi garba: fuck forever if you don't mind...
Grazie Pete.
www.myspace.com/thecyclopsband