Il patron dell'Inter interrogato due ore da Borrelli. Deferimento probabile
Moratti da Borrelli: «Sì, feci pedinare Vieri»
«De Santis? A Tavaroli ho chiesto solo un consiglio, lui ha fatto tutto di sua iniziativa»
ROMA — Fece pedinare Christian Vieri e qualche tempo dopo incontrò Giuliano Tavaroli, l'ex capo della sicurezza di Telecom, insieme con Giacinto Facchetti, per parlare di De Santis. «Ma chiedemmo solo un consiglio, dopo quanto Facchetti aveva saputo dall'ex arbitro Nucini sulla Juventus e gli arbitri. Nessuno gli ha mai commissionato nulla su De Santis. Tutto ciò che Tavaroli fece, lo fece di sua iniziativa». Massimo Moratti non si è risparmiato ieri mattina in via Allegri, davanti a Francesco Saverio Borrelli e agli altri collaboratori dell'Ufficio indagini della Federcalcio. Per quasi due ore il patron dell'Inter ha risposto alle domande degli investigatori, che non prevedono, per il momento, di ascoltarlo ancora. «A meno che — ha sottolineato Borrelli al termine dell'audizione — dall'autorità giudiziaria di Milano non arrivino nuove carte sul nostro tavolo. Allo stato, tuttavia, l'inchiesta rimane aperta, ma solo più avanti sapremo se porterà a qualcosa oppure no».
LA SANZIONE — Moratti è consapevole di andare incontro a un deferimento, da parte della Procura federale. E di rischiare una squalifica (all'epoca dei fatti era presidente, carica da cui si è dimesso nel gennaio del 2004). Mentre la società nerazzurra — sempre secondo gli esperti di diritto sportivo — potrebbe essere colpita al massimo con una sanzione pecuniaria. «È vero, feci controllare Vieri e me ne dispiaccio. È stata una cosa non bella, vi chiedo anzi di scusarmi con lui», avrebbe detto il patron, sorprendendo non poco — con l'ultima affermazione — Borrelli e il suo staff. E per tutto il lavoro di pedinamento, avvenuto quattro-cinque anni fa, l'Inter ha regolarmente pagato la fattura alla società privata a cui Tavaroli aveva girato la richiesta nerazzurra. Riguardo invece all'ex arbitro De Santis — condannato a 4 anni dalla giustizia sportiva per Calciopoli — Moratti ha negato ancora con forza che il dossier «Operazione ladroni» sia stato confezionato da Tavaroli e dal suo «socio in affari» Emanuele Cipriani su mandato dell'Inter. «Volevo proteggere Giacinto Facchetti — avrebbe spiegato Moratti —. Temevo che ai suoi danni qualcuno avesse ordito una trappola. Così, dopo essere venuto a conoscenza da Nucini dei rapporti tra la Juventus e gli arbitri, e in particolare tra la Juventus e De Santis, decidemmo di parlare con Tavaroli per chiedergli un consiglio. Ma non ordinammo nulla e nulla più sapemmo per un certo periodo di tempo. Tutto ciò che poi venne realizzato, fu opera esclusivamente di Tavaroli». Non è dato sapere se l'Ufficio indagini ha creduto fino in fondo a questa versione legata all'affare-De Santis. Di sicuro, Borrelli e i suoi uomini cercheranno ora di registrare la versione di Danilo Nucini. L'ex arbitro potrebbe essere ascoltato a Bergamo, la sua città , se decidesse di rompere il silenzio (l'altro giorno non si è presentato all'appuntamento in via Allegri). Oppure — evento più probabile — potrebbe inviare alla Federcalcio una memoria scritta sui fatti di quel periodo. Moratti, poco prima delle 13.30, è uscito dalla porta secondaria per evitare la ressa di radio e televisioni. Ha solo detto di aver trovato «persone molto gentili, molto attente e molto sveglie. Se sarò interrogato di nuovo? Spero proprio di no, ritengo di aver fornito tutti i chiarimenti necessari. Ma non voglio aggiungere altro per rispetto al dottor Borrelli».
GLI ATTI DI MILANO — L'ex capo del pool di Mani pulite ha definito «troppo enfatizzata» la domanda se a suo parere si potesse parlare di una nuova fase di Calciopoli. «Io non penso nulla, il mio dovere è quello di essere sempre attento e presentare rapporto al procuratore federale. Il mio lavoro non può essere portato in piazza, tutto il calcio minuto per minuto si fa di domenica, non qui in mezzo alla strada». Borrelli, che ascolterà anche il vicepresidente interista Carlo Buora, aspetterà eventuali sviluppi dall'inchiesta penale della Procura di Milano, prima di procedere alla relazione dalla quale il pm federale Stefano Palazzi dovrebbe fare scattare il deferimento per violazione dell'art. 1 (slealtà ) del codice di giustizia sportiva. Nei prossimi giorni, l'Ufficio indagini si muoverà ancora sul filone delle scommesse, interrogando Buffon e Maresca, e sulla denuncia di Mario Mazzoleni. L'ex arbitro — assieme al vecchio designatore Mattei e al presidente biancoceleste Lotito — sarà ascoltato tra la fine di questa settimana e l'inizio della prossima su Lazio- Cagliari (1-1, 21 gennaio 2006) e all' «occhio di riguardo» che Mazzoleni, su suggerimento di Mattei, avrebbe dovuto avere in favore della squadra romana.
Giuseppe Toti