Foto, dati segreti, pedinamenti:
ecco il dossier vietato
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ROMA — Loro li chiamano diligence e così intestano il primo capitolo. In realtà sono gli accertamenti patrimoniali e bancari che riguardano non soltanto Massimo De Santis, ma anche sua moglie e i dirigenti di due società di calcio. Perchè l’obiettivo di Giuliano Tavaroli—come del resto ha ammesso lo stesso ex responsabile della Sicurezza di Telecom durante il suo ultimo interrogatorio in carcere — era quello di accertare se l’arbitro, già all’epoca sospettato di aver favorito Luciano Moggi e la Juventus, avesse ottenuto denaro in cambio di favori. È lungo e dettagliato il dossier preparato nel 2003 e trovato dai magistrati di Milano tra le migliaia di file conservati da Emanuele Cipriani, l’investigatore privato titolare della società Polis D’Istinto, anche lui finito in manette. Contiene dati che è facile reperire su Internet, ma anche notizie riservate che possono essere acquisite soltanto se si può contare su qualcuno in grado di accedere a banche dati istituzionali come può essere quella del Viminale o del ministero della Giustizia. Non a caso, quando si tratta di fornire informazioni di questo tipo, viene fatta una premessa: «In via strettamente riservata e confidenziale abbiamo verificato...». Mai viene citata la fonte, né tantomeno il committente. Ma sempre viene specificato che le ricerche sono state effettuate «su scala nazionale».
ALTRI DUE DIRIGENTI — «Spiai De Santis perchè fu la dirigenza dell’Inter a chiedermi controlli sul suo conto», ha detto Tavaroli al giudice e immediata è arrivata la smentita del presidente Massimo Moratti. Nel dossier venuto alla luce nei mesi scorsi durante l’inchiesta sul calcio truccato, ci si limita a dichiarare che «con il presente report siamo a riportare quanto emerso dall’attività d’intelligence attualmente in corso a carico di De Santis Massimo e della di lui coniuge Di Giacomo Francesca, sviluppata — giuste le motivazioni d’incarico — al fine di individuare eventuali "incongruità " in particolare dal punto di vista finanziario/patrimoniale a carico del soggetto di interesse». E proprio a questo punto si specifica che gli accertamenti riguarderanno anche gli eventuali collegamenti dell’arbitro con i due dirigenti sportivi. È quella che gli spioni chiamano «Premessa/obiettivo». La prima parte del «report» elenca tutti gli accertamenti svolti e i risultati ottenuti. Dà conto delle ricerche effettuate per accertare proprietà immobiliari, cariche o partecipazioni societarie, registrazione di scritture private o atti notarili, protesti, fallimenti, automezzi posseduti, dichiarazioni dei redditi. Gli investigatori sguinzagliati da Tavaroli mostrano di aver avuto accesso a numerosi archivi riservati, compreso quello dell’Inps per verificare le retribuzioni. E di aver ottenuto informazioni anche per scoprire se esistano procedimenti penali a carico.
IL FASCICOLO FOTOGRAFICO — C’è poi il resoconto della cosiddetta «attività infoinvestigativa» che fruga nella vita privata dell’arbitro arrivando a ricostruire i suoi viaggi, gli alberghi dove ha soggiornato, persino la registrazione delle persone che erano con lui. Il secondo capitolo è quello delle immagini. Lo intestano «fascicolo fotografico » e dentro inseriscono tutte le istantanee rubate, con un’attenzione particolare a quelle scattate davanti alle abitazioni di proprietà dell’arbitro da diverse angolazioni. Nell’ultima parte del dossier ci sono le considerazioni e i giudizi di chi ha raccolto il materiale, la natura delle informazioni confidenziali ottenute e la disponibilità a proseguire le indagini. «Riserve in corso d’opera» è scritto nell’intestazione, proprio per sottolineare la capacità di trovare altre notizie e di effettuare approfondimenti su quanto è già stato comunicato. «Restiamo disponibili al fine di approfondire quanto emerso sul soggetto di interesse...», si legge nelle considerazioni finali. Ma si sollecita anche il committente a fornire le date di nascita dei due dirigenti sportivi che sarebbero collegati a De Santis in modo da poter reperire dati precisi anche sul loro conto.
Fiorenza Sarzanini
03 ottobre 2006