SCANDALO CALCIO - OPERAZIONE "PIEDI PULITI"

Per il gioco più bello al mondo molto vicino ai fratelli Gallagher tifosi del Manchester City e per tutti gli altri Sport

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Messaggioda columbia83 il dom lug 16, 2006 10:50 am

tHeMoD ha scritto:appunto.
l'esatto contrario di ciò che dici.


a per te sarà dato all'Inter lo scudetto 2004-2005? :?
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Messaggioda tHeMoD il dom lug 16, 2006 11:56 am

scusa.
avevo sempre e dico sempre letto così, invece hai evidentemente ragione te, ho controllato.
scusa.
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Yesterday was easy, yes I've got to know.
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Messaggioda columbia83 il dom lug 16, 2006 2:13 pm

ok!
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Messaggioda gius il mar lug 18, 2006 10:12 am

TuttoSport va in battaglia contro il Soldato Massimo: "Ecco la prova: Moratti parlava con Bergamo!" Il quotidiano torinese cita una telefonata tra l'ex designatore e la segretaria Fazi per "incastrare il patron interista".
Ecco un estratto dell'articolo di Padovan & Co pubblicato ieri.

Il signor Massimo Morat­ti reclama uno-due scudetti. Per far chiarezza, dice lui. Però un po’ di chiarezza la fa questa telefonata, datata 29 marzo 2005. I due interlocuto­ri sono Maria Grazia Fazi, un tempo segretaria della Can, e Paolo Bergamo, uno dei due desi­gnatori arbitrali in voga all’e­poca. Ebbene, nella conversa­zione entra a pieno regime il patron interista che quindi ­ - prova provata - aveva continui colloqui con Bergamo. Imma­giniamo cosa poteva uscire se l’utenza sotto controllo fosse stata quella di Moratti... Nella trascrizione resa nota dai carabinieri, Bergamo riferisce parole dello stesso Moratti che suonano così: « So cosa succedeva prima, oggi nessuno si può lamentare, glielo dico io che non ho vinto nulla e vuol dire che sono con­vinto di questo... Rispetto a prima, ora siamo veramente nelle condizioni di stare tutti tranquilli...» .Dunque, Morat­ti era tranquillo; dunque, lo spauracchio moggigiraudo non c’era più, a suo modo di vedere la realtà.

Era il marzo 2005, ribadiamolo. Perché la Caf di Ruperto con la prima sentenza ha tolto lo scudetto di quell’anno alla Ju­ventus. E il signor Moratti sa­peva e mai ha denunciato un presunto potere bianconero. E adesso non può cadere dalle nuvole, così, manco avesse abitato altrove. Non solo sa­peva ma aveva preso contro­misure, parlando con Berga­mo. E ancora stralci di con­versazione tra Moratti e Ber­gamo: « Io non potrò che rin­graziarla, perché in sei anni il nostro rapporto è sempre sta­to di grande correttezza e semmai la sofferenza mia è quella che l’Inter non ha vinto malgrado un anno il campio­nato l’aveva in mano, per me è un cruccio questo, perché è una cosa che mi manca anche come... anche come giustizia sportiva». E Bergamo prevede un lungo filotti di successi dell­’Inter, da far invidia al mon­do. L’attesa resiste tutt’ora. E poi la lotta di potere nel calcio che conta. Sempre nella conversazione, Bergamo ag­giunge: Moratti mi ha detto: Abete è un cretino, ma non penserà mica che Carraro gli lascia la Federazione. ... c’è un po’ di rispetto per il fratello, però lui è considerato uno ze­ro» .

La prima cosa buona che fa Tuttosporc
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Messaggioda liam4ever il mar lug 18, 2006 10:33 am

cmq gli scudetti del milan dal 95 ad oggi sn 3!! nn 2.. manco sapete qnt scudetti vincete.. ma ke tifosi siete oh!!
IVAN CORDOBA, PIPPA CON GLI ULTRAS.. IVAN CORDOBA, C'HA LA BAMBA BUONA!!

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Messaggioda gius il dom lug 23, 2006 3:50 pm

La Corte Europea Affonda la Giustizia Sportiva!

Il processo sportivo di primo grado ha spedito la Juventus in serie B con
30 punti di penalità. Serie B anche per Fiorentina (-12) e Lazio (-7).
Quello d’appello è in corso mentre leggete. Attenti però. Sarà tutto da
rifare. E’ in arrivo dalla Corte Europea un siluro contro il bastimento
della giustizia pedatoria. Traduco dal giuridichese: un tribunale sportivo
non può per tutelare la correttezza delle competizioni infliggere un danno
economico sproporzionato a società le quali sono sì sportive ma restano
comunque aziende in concorrenza tra loro. C’è di più: il prato verde non è
più un giardino sacro dove la giustizia ordinaria non può mettere il naso.
Talvolta, come nel caso oggi in questione, sarà obbligata: sia essa
italiana o europea ha piena competenza.
Che campionato sarà il prossimo è tutto da vedere. Ce lo siamo sognati? La
fonte non è un uomo da niente. Anzi è il personaggio che ha ribaltato il
mondo del calcio. Qualcuno ricorda la sentenza Bosman? Jean-Marc Bosman
era un attaccante belga, a fine contratto; pretendeva di non essere
proprietà della sua società. La Corte Europea diede ragione al suo
avvocato, Jean-Louis Dupont. Rivoluzione. Questo stesso avvocato la ebbe
vinta su un altro punto: le Federazioni calcistiche dell’UE da quel
momento in poi dovettero accettare la libera circolazione di calciatori
con passaporto europeo. Ora l’avvocato di Bruxelles dice: “C’è una
sentenza, datata 18 luglio, che peserà dieci volte di più del caso
Bosman”. L’ho raggiunto al telefono.
Avvocato Dupont? Jean-Louis Dupont? (cerco di lusingarlo). L’avvocato del
caso Bosman, che ha cambiato la storia del calcio? “Mais, oui. La smetta
con i convenevoli e venga al sodo”. Che ne pensa del processo sportivo in
corso in Italia? “Il calcio-caos? Non mi esprimo sui dossier di cui non
sono stato consultato come avvocato. Però…” Però? “C’è stata una sentenza
il 18 luglio alla Corte di giustizia delle Comunità europee”.
Quella del Lussemburgo. La stessa dove passò la rivoluzione Bosman… Dica.
“Mi spiace, non esprimo giudizi su quanto riguarda il calcio italiano. Di
certo questa sentenza ha delle implicazioni molto importanti a partire da
oggi”.
Le spieghi, per favore.
“L’etica mi impedisce di entrare nel merito di un processo in cui ero
parte come avvocato. Non do interviste. Basta prendere in mano quella
sentenza per capire”. Presto fatto. Il sito della Corte di giustizia ha
una sentenza datata 18 luglio. L’integrale sono 10 fitte pagine. Il
comunicato stampa n.65/06 ha un titolo che sembra innocuo ma è una bomba.
Dice: “La regolamentazione antidoping del Comitato Olimpico internazionale
rientra nell’ambito di applicazione del diritto comunitario di
concorrenza”. Dimentichiamoci un attimo il doping, possiamo sostituirlo
con frode sportiva, corruzione, quel che vogliamo. Conta la seconda parte
della frase: le regole e le sentenze sportive, quando ci siano di mezzo
interessi economici, passano sotto la normale giurisdizione. Nel caso: il
diritto comunitario della concorrenza. Qui il rischio di essere noioso per
chi non è avvocato e poco tecnico per gli esperti. Ma la faccenda è
chiara, specie se la si inquadra in un processo che riguarda due poveri
nuotatori maratoneti, Meca-Medina e Majcen. Si prenda nota della potenza
in casa nostra di questa Corte del Lussemburgo: “Le sentenze della Corte
sono definitive… hanno efficacia vincolante… e forza esecutiva all’interno
degli Stati membri”. Compreso quello Stato nello Stato che è il Calcio…
David Meca-Medina, spagnolo, e Igor Majcen, sloveno, arrivano primo e
secondo nella coppa del mondo di maratona a nuoto. Li frega il controllo
antidoping. Quattro anni di squalifica. Per loro è la morte professionale,
di che campano? Si rivolgono a una sfilza di tribunali, gli danno tutti
torto. Lo sport è sovrano nel suo ambito. Ed ecco che invece la Corte
Europea, che è la Corte Costituzionale dell’Unione, dice: la giustizia
sportiva non è onnipotente neanche nel suo stesso ambito, anzi è un errore
di diritto affermarlo. Nel caso specifico poi, per una serie di motivi
tecnici, i due poveretti sono stati affogati anche dalla Corte di
giustizia. Non hanno documentato abbastanza il danno subito. Ma sul
principio – dicono i supremi giudici – avete ragione. A loro ormai non
importa molto, sono diventati vecchi, e in pratica hanno perso. Ma la loro
vittoria morale, può essere la salvezza per Juve, Fiorentina e Lazio.
Ho consultato qualche esperto di diritto internazionale. Dagli anni ’70,
valeva un principio intangibile fino al 18 luglio scorso. Nella sentenza
“Mantero” (1969) della Corte di giustizia si stabilisce che le regole
puramente sportive delle varie federazioni cadono fuori dal trattato
dell’Unione. Si consacrava così una specie di tempio inviolabile, dotato
di assoluta autonomia. Le norme e le sanzioni, in base a questo codice
aureo, non si possono (non si potevano!) controllare. Dalla Federazione
della pesca sportiva portoghese fino all’Uefa ha trionfato la
giurisprudenza dell’eccezione sportiva. Sono autonome nella lotta al
doping e alla corruzione. Ovvio. Senza sanzioni in questi due campi, la
leale competizione va a ramengo. Ma ecco ci sono i due nuotatori che,
poveretti, urlano: qui non si salva lo sport, si uccide chi sbaglia, ed è
troppo. Finora la federazione sportiva – calcistica, natatoria, atletica –
scrollava le spalle. Non è affar nostro che tu abbia un danno grave o
irreparabile. Noi tuteliamo lo sport, e al diavolo il resto. Questo
principio del me-ne-impippo è stato fatto proprio nel caso dello scandalo
del nostro calcio. Si cerca di colpire la frode sportiva, non si valutano
minimamente i danni di centinaia di milioni di euro inflitti alle aziende
e ai tifosi-azionisti. Fino al 18 luglio era giusto: autonomia sportiva,
parbleue!
Quei due maratoneti del mare, con le pinne e la maschera, hanno aperto i
cancelli di questo orto privato…
Dopo la sentenza in cui c’è di mezzo il solito Dupont, allorché una
sanzione tocchi la libertà economica dei club o delle imprese, questa pena
e le regole da cui è derivata sono sottomesse al diritto comunitario. In
soldoni: la punizione dal 18 luglio in poi deve essere proporzionata
all’obiettivo perseguito. Se eccessiva, è un errore, una violazione del
diritto comunitario e del diritto alla concorrenza. E un giudice civile, a
livello nazionale o europeo, le dovrà annullare. E i danni dovrà pagarli
la Federazione.
A occhio e croce, una sanzione di centinaia di milioni di euro è fuori da
ogni canone. Una faccenda del genere esce dall’orto sportivo.. Deve
sottomettersi alle regole europee della concorrenza.
Chiaro? Se si ascolta la Corte Europea la nuova sentenza dovrebbe
rimangiarsi la prima. Di certo la faccenda non finisce qui. Ed è possibile
sia messa in discussione la regola principale, per cui nel calcio vige la
responsabilità oggettiva, e l’errore di un dirigente è pagato dall’impresa
e dai tifosi. E’ giusto, è sbagliato? Di certo questo processo è tutto
meno che definitivo. Shakespeare diceva: l’ombra di Banko. Qui c’è l’ombra
di Bosman-Dupont.

LIBERO, Renato Farina 23 luglio 2006

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Messaggioda columbia83 il dom lug 23, 2006 4:10 pm

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Messaggioda columbia83 il lun lug 24, 2006 10:13 am

Fiorentina e Lazio, speranze di A
Impianto accusatorio messo a dura prova


La posizione di Fiorentina e Lazio nell'ambito del processo d'appello su Calciopoli si sarebbe affievolita. L'impianto accusatorio, infatti, è stato messo a dura prova e le difese hanno messo a segno colpi importanti in attesa della sentenza di secondo grado. La Serie A non sarebbe poi così lontana: l'avvocato del club biancoceleste, Gianmichele Gentile, ha annunciato che in caso di A non vi sarà ricorso al Tar.

Primi colpi delle difese ed ecco che la posizione di Fiorentina e Lazio si affievolisce e di molto. La speranza è quella di restare in Serie A, magari con qualche punto di penalizzazione, senza retrocessioni. Le quattro squadre coinvolte nello scandalo di Calciopoli, attraverso le loro difese, hanno tirato fuori le unghie per avere uno sconto sul giudizio di primo grado che le punisce pesantemente. Nella prima sentenza, dall'analisi dei particolari, il piano accusatorio è slittato a singoli episodi. Molti dei personaggi alla base dell'illecito contestato a Fiorentina e Lazio sono stati assolti o hanno visto il proprio reato derubricato da illecito sportivo a slealtà sportiva. La Corte federale è chiamata ad esprimere un giudizio di 'revisione' del processo di primo grado e queste discordanze tra il capo d'accusa e la sentenza finale hanno certamente sollevato dubbi nella stessa Corte presieduta da Piero Sandulli.

Intanto l'avvocato della Lazio, Gianmichele Gentile, fa sapere che, in caso di Serie A con penalizzazione, il club di Lotito non farà ricorso al Tar: "Non sarebbe presentato perchè si tratterebbe di una sanzione in solo diritto sportivo. Non sarebbe una sanzione - spiega - che produce riflessi patrimoniali come invece provocherebbe la retrocessione". Segnali di ottimismo che crescono di ora in ora e che potrebbero, di fatto, riscrivere nuovamente i prossimi campionati di A e B.
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Messaggioda sisterpsychoasis il lun lug 24, 2006 10:18 am

columbia83 ha scritto:Fiorentina e Lazio, speranze di A
Impianto accusatorio messo a dura prova


La posizione di Fiorentina e Lazio nell'ambito del processo d'appello su Calciopoli si sarebbe affievolita. L'impianto accusatorio, infatti, è stato messo a dura prova e le difese hanno messo a segno colpi importanti in attesa della sentenza di secondo grado. La Serie A non sarebbe poi così lontana: l'avvocato del club biancoceleste, Gianmichele Gentile, ha annunciato che in caso di A non vi sarà ricorso al Tar.

Primi colpi delle difese ed ecco che la posizione di Fiorentina e Lazio si affievolisce e di molto. La speranza è quella di restare in Serie A, magari con qualche punto di penalizzazione, senza retrocessioni. Le quattro squadre coinvolte nello scandalo di Calciopoli, attraverso le loro difese, hanno tirato fuori le unghie per avere uno sconto sul giudizio di primo grado che le punisce pesantemente. Nella prima sentenza, dall'analisi dei particolari, il piano accusatorio è slittato a singoli episodi. Molti dei personaggi alla base dell'illecito contestato a Fiorentina e Lazio sono stati assolti o hanno visto il proprio reato derubricato da illecito sportivo a slealtà sportiva. La Corte federale è chiamata ad esprimere un giudizio di 'revisione' del processo di primo grado e queste discordanze tra il capo d'accusa e la sentenza finale hanno certamente sollevato dubbi nella stessa Corte presieduta da Piero Sandulli.

Intanto l'avvocato della Lazio, Gianmichele Gentile, fa sapere che, in caso di Serie A con penalizzazione, il club di Lotito non farà ricorso al Tar: "Non sarebbe presentato perchè si tratterebbe di una sanzione in solo diritto sportivo. Non sarebbe una sanzione - spiega - che produce riflessi patrimoniali come invece provocherebbe la retrocessione". Segnali di ottimismo che crescono di ora in ora e che potrebbero, di fatto, riscrivere nuovamente i prossimi campionati di A e B.



grazie al pero!!!!!!
cmq ho letto anche della juve...sempre in B,ma con meno 15....
è uno scandalo...non ci sto...che boiate...
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Messaggioda Zack il lun lug 24, 2006 10:20 am

che vergogna....
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