da desiderio81 il ven mag 05, 2006 1:33 pm
da La Stampa, esiste ancora il giornalismo serio
Il fango e la gloria della Juve
di Roberto Beccantini
Questo è fango. E la difesa dagli schizzi, in Italia, è il lancio di altro fango: bilanci gonfiati, rolex agli arbitri, fidejussioni taroccate, passaportopoli. Scagli il primo scheletro chi è senza peccato. Si dice così - e, soprattutto, si fa così - nei Paesi in cui l’etica è una variabile sin troppo dipendente. La spazzatura telefonica che ha coinvolto Antonio Giraudo e Luciano Moggi va raccolta dalla melma per quella che è: una pugnalata al cuore della Juventus e della sua storia. Vero, non ci sono gli estremi dell’illecito sportivo, e i tempi fanno pensare a un’operazione che, di sicuro, non avrà messo di cattivo umore il Milan. Il punto è un altro. La Triade governa dall’estate del 1994. Ha risanato le finanze del club e vinto tanto, con meriti non inferiori alle ombre. Il pressing di Guariniello - unico, nel suo genere - ha indispettito il vertice e la curva. Prima il doping (con assoluzione in appello e ricorso dell’accusa in Cassazione), adesso le cimici. Non ho mai creduto al complotto: se mai, a un procuratore troppo zelante in rapporto alla pigrizia dei suoi colleghi, e a dirigenti troppo disinvolti.
Se questo è il prezzo del successo e della quotazione in Borsa, tanto vale rifletterci su. La politica del «tutto e subito» ha costi che erodono i ricavi, anche se non sembra. La volgare arroganza e quel senso d’impunità che emergono dai nastri danno il voltastomaco. Gli arbitri fanno gola a tutti, Moggi ha studiato alla scuola di Italo Allodi, ma c’è modo e modo di diffonderne l’eredità . Il moggismo ha fatto più danni di cento battaglie vittoriose. La proprietà ne tenga conto. Essere juventini, oggi, non deve rappresentare un peso; e neppure un marchio. Un secolo di gloria non si baratta con un piatto di guardalinee. Chi considera la Juve l’unica meretrice in un harem di vergini, ha la coda di paglia. Nello stesso tempo, non ci si può sempre attaccare a quello che di malvagio fanno gli altri e giustificare eventuali protervie come una sorta di difesa preventiva. Soprattutto se, come nel caso della Juve, si avrebbe il potere e il dovere di pilotare la bonifica del calcio italiano, la cui credibilità ha toccato i livelli, infimi, di una repubblica bananera. E in un calcio poco credibile, la prima a rimetterci è la squadra che vince di più.
Noi giornalisti abbiamo responsabilità enormi, legati come siamo alla ferocia del risultato e alla prepotenza della tiratura. Sotto i nostri computer è passato di tutto. Domenica, la Juve ospiterà il Palermo e il Milan sarà di scena a Parma. Potrebbe «nascere» lo scudetto numero ventinove. La bufera telefonica rischia di sporcare la possibile festa e riscrivere il futuro societario. Ogni tifoso vorrebbe che la sua squadra fosse superiore a tutto, ma è pronto ad accontentarsi che sia superiore a tutti. Lo juventino non chiede la luna e invia un messaggio a Giraudo e Moggi: se proprio non ce la fate, siate almeno superiori ai Pairetto e alle amichevoli d’agosto.
Mascalzonate di Fine Stagione
di Antonio La Rosa
Ormai la guerra strisciante e non dichiarata che da mesi viene praticata alla Juventus, è uscita allo scoperto, e come lo scorso anno venne fuori la storia del filmato di Cannavaro, adesso spunta la vicenda delle intercettazioni pubblicate guardacaso proprio a due giornate dal termine, con il chiaro intendo di condizionare il finale di stagione.
Io non entro nel merito delle intercettazioni, sul contenuto delle stesse: potremmo dire di tutto in merito, potremmo farci un’idea anche non piacevole di un dirigente della nostra squadra che parla con un designatore arbitrale, o magari renderci conto che il contenuto di quelle intercettazione ci da una immagine di Moggi quale persona meno potente nel panorama calcistico nazionale, di quanto venga dipinta.
Ma non posso non entrare nel merito dell’uso di queste intercettazioni.
E soprattutto del come sono uscite, del come vengono artatamente manipolate dai soliti noti del gruppo Mediaset (mi riferiscono di un articolo su Tgcom a firma Paolo Ziliani che non posso non definire DELINQUENZIALE), del come vengono presentate dal sedicente tifoso juventino Marco Travaglio nel suo odierno articolo su La Repubblica.
Cominciando da quest’ultimo, debbo fare una autocritica molto profonda: ho sempre letto con piacere ed ammirazione gli articoli di Travaglio, nel corso degli anni, l’ho ritenuto sempre un giornalista scomodo perchè scrive cose scomode, ma se nei suoi articoli di cronaca, di costume e di politica ha usato il metodo che ha usato per presentare la vicenda intercettazioni tra Moggi e Pairetto, debbo cominciare a credere che questo giornalista non ha a cuore la ricerca della verità , ma la ricerca del consenso e della popolarità in settori ampi di opionione pubblica, e dunque la ricerca della propria popolarità , anteposta all’interesse alla veridicità delle notizie che riporta.
Di come invece si sia lanciata all’attacco della Juventus la famigerata redazione sportiva Mediaset, mi pare non sia il caso di parlarne più di tanto, se non per dirsi che ormai società e tifosi debbono definitivamente chiudere ogni rapporto con questo gruppo editoriale, dedito alla criminalizzazione di una squadra ed una tifoseria che è la più numerosa d’Italia.
Che strano, Travaglio è nemico del padrone di Mediaset, ma in questa vicenda è alleato, anzi fa da apripista ad una campagna mediatica di questo gruppo di proprietà del suo nemico, rifletteteci un pò.
Ma la cosa più grave, a mio giudizio, è che la fuoriuscita di queste intercettazioni parte proprio da Torino e dal solito Raffaele Guariniello.
Rifletteteci bene: si tratta di intercettazioni effettuate nel quadro in una indagine mirata ad accertare l’esistenza di una asociazione a delinquere comporta da dirigenti calcistici e federali, arbitri e tesserati FIGC, al fine di realizzare delle frodi sportive.
Però l’indagine viene archiviata, a settembre 2005 (un anno dopo le intercettazioni che, dai riferimenti, risalgono all’estate 2004) per assoluta mancanza di elementi penalmente rilevanti: IL CHE SIGNIFICA CHE NESSUN ILLECITO E’ EMERSO IN QUESTA INDAGINE!
Quindi si tratta di intercettazioni prive di valore anche sul piano della giustizia sportiva, dato che ormai l’illecito sportivo è rientrante quasi totalmente nel reato di frode sportiva.
Però Guariniello le trasmette ugualmente alla Federcalcio, al fine di consentire a questa organizzazione di approfondire la vicenda ed accertare se sussistano ipotesi di violazioni di norme ordinamentali interne.
Orbene, io sono certo che un magistrato che, per tutte le indagini compiute in precedenza dovrebbe essere un profondo conoscitore del diritto sportivo, oltre che di quello penale, non possa non essersi reso conto che in quelle intercettazioni non vi erano profili rilevanti sul piano del diritto sportivo, ed allora come mai le ha inviate?
Si comprende bene la ragione, che in fondo non è altro che il colpo di coda finale di un magistrato sconfitto, un novello Javert che non si è stancato di perseguitare il suo Jean Valjean, e non trovando elementi penalmente rilevanti, cerca almeno di gettare nel pubblico ludibrio il suo perseguitato, facendo circolare conversazioni sostanzialmente irrilevanti, ma che danno sicuramente una immagine diciamo poco edificante dei personaggi che non ha potuto colpire penalmente.
Infine i tempi.
La Federcalcio ha questo materiale fin da settembre 2005, come mai esce allo scoperto solo a due giornate dal termine?
E soprattutto CHI lo ha reso di pubblico dominio?
Insomma, per il secondo anno consecutivo la Juventus lotta con il Milan per lo scudetto, e per il secondo anno consecutivo nel finale spuntano le "bombe" antijuventine.
Troppe coincidenze per non doversi ritenere che c’è un solo e chiaro mandante di queste cose, basta rispondere alla canonica domanda "cui prodest".
Ma anche per pretendersi stavolta, da parte della dirigenza, delle risposte pubbliche, chiare ed inequivocabili, a difesa della buona immagine della società e dei suoi tifosi.
Non si può continuare con il silenzio stampa passivo, nè si può continuare a tollerare per mere ragioni di amicizia e alleanza politico - calcistica, tutto il letame che ci viene gettato addosso.
Stavolta il silenzio della Triade potrebbe essere davvero controproducente, nocivo per la società .
E sarebbe pure il caso che la proprietà facesse sentire la sua voce, intanto a difesa del nome della Juventus.
Poi, per quanto riguarda il resto del riassetto societario, si vedrà dopo, intanto c’è da difendere una immagine, che dal mio punto di vista, viene prima delle stesse persone fisiche che temporalmente la rappresentano.
Come pure mi auguro che stavolta la voce dei tifosi arrivi forte e chiara ovunque: ci stanno preparando il nuovo lavacro perugino, spetta a noi evitarlo, ed ai giocatori spazzare il letamaio.