da Promentory1985 il lun apr 17, 2006 8:17 pm
è il caso di questi giorni:
(ANSA) - WASHINGTON, 6 APR - Presentato a Washington il 'Vangelo di Giuda', che riabilita l'apostolo sostenendo che non tradi' Gesu', ma esegui' i suoi ordini. Ritenuto a lungo perduto, il testo e' stato ritrovato su un papiro in lingua copta scoperto negli anni '70 nel deserto dell'Egitto e risale al terzo secolo dopo Cristo. Il documento offre un'immagine nuova di Giuda dipingendolo come il piu' fedele degli apostoli: denuncio' Gesu' solo per obbedire agli ordini da lui ricevuti.
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USA: DUBBI SU RACCONTO VANGELO GIUDA, FORSE OPERA DEI CAINITI
(AGI) - New York, 7 apr. - Il documento e' senz'altro autentico, ma sul contenuto del Vangelo di Giuda pubblicato ieri dalla National Geographic Society crescono i dubbi: dal punto di vista storico, si tratterebbe di una ricostruzione non perfettamente attendibile degli ultimi giorni di Cristo.
In particolare, si rileva da buona parte della comunita' scientifica, e' difficile credere all'esattezza delle parole con cui Cristo avrebbe affidato a Giuda la missione di liberarlo "da questo corpo che mi e' di abito", e con le quali gli avrebbe riconosciuto un ruolo superiore a quello degli altri apostoli ("con te condividero' i segreti del Regno"). Il sospetto e' che il documento, chiaramente redatto in epoca costantiniana come copia di un originale del II Secolo dopo Cristo, sia opera di una setta gnostica, quella dei cainiti, impegnata a rovesciare la lettera e lo spirito dell'Antico come del Nuovo Testamento.
I cainiti, attivi soprattutto in Egitto sotto gli Antonini, consideravano il Dio veterotestamentario alla stregua di un demiurgo, ma volto al male. Di qui la loro ammirazione per tutti i personaggi negativi della Bibbia, a cominciare da Caino, da cui presero il nome. In generale, al pari di altre sette gnostiche ed eretiche, credevano che si raggiungesse la salvezza attraverso una serie di esperienze anche di carattere tantrico. Riguardo a Giuda, si dividevano al loro interno tra quanti lo ritenevano una sorta di Prometeo pronto a tradire un Cristo agente del demiurgo maligno, e quelli che invece (e' il caso del testo pubblicato ieri) pensavano ad un Cristo pronto a chiedere a Giuda di tradirlo pur di salvare l'umanita', a discapito del disegno del demiurgo. (AGI)
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MOSCA, 18.14
Vangelo Giuda: 'un falso' per la Chiesa ortodossa
07/04/2006 18.14.00
[Cultura e Società ]
(ANSA) - MOSCA, 7 APR - La chiesa ortodossa russa non crede nell'autenticita' del 'Vangelo di Giuda. Gli ortodossi giustificano l'apostolo che vendette Gesu' per trenta denari. La teoria da loro portata avanti e' quella dell'inautenticita' del documento, che non potrebbe essere opera di Giuda Iscariota per il semplice fatto che questi si sarebbe impiccato nel giorno stesso della Crocifissione di Cristo. Non puo' quindi esistere alcun vangelo di Giuda. I39 (Riproduzione Riservata)
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repubblica.it
Benedetto XVI interviene dopo la traduzione di un manoscritto
Nessuna riabilitazione: "E' un bugiardo e un superbo"
Il Papa sconfessa Vangelo di Giuda
"Quell'apostolo fa il doppio gioco"
Il Papa durante la lavanda dei piedi
CITTA' DEL VATICANO - Il Papa sconfessa il Vangelo di Giuda. Nessuna riabilitazione per l'apostolo traditore. "Giuda fa il doppio gioco", ha detto Benedetto XVI durante l'omelia del giovedì santo. "E' un bugiardo e un superbo".
Papa Ratzinger non lo menziona mai, ma il riferimento alla recente traduzione di un manoscritto del 300 dopo Cristo è chiaro. Il quel papiro redatto in copto, la persona di Giuda acquista un ruolo che i vangeli ritenuti autentici dalla religione cristiana mai gli hanno attribuito: non è più il traditore che per 30 denari voltò le spalle a Cristo ma l'esecutore di una richiesta dello stesso Gesù. Nel Vangelo di Giuda la storia è quindi diversa da quella raccontata dai quattro evangelisti: "Tu supererai tutti loro- è la frase attribuita a Cristo - Tu farai sì che venga sacrificato l'uomo entro cui sono. A Te rivelerò i misteri del Regno, un Regno che raggiungerai ma con molta sofferenza".
Benedetto XVI ha voluto cancellare questa interpretazione. Prima della lavanda dei piedi, nell'omelia pronunciata durante la Messa a San Giovanni in Laterano, Papa Ratzinger è stato chiaro sulla figura dell'apostolo: "La vicenda di Giuda dimostra che esiste nel mondo l'oscuro mistero del rifiuto dell'amore di Dio da parte dell'uomo. L'amore del Signore - ha detto Bendetto XVI - non conosce limite, ma l'uomo può porre ad esso un limite''.
Richiamandosi alle parole di Gesù ai suoi discepoli durante l'ultima cena: ''Voi siete mondi, ma non tutti'', Benedetto XVI ha aggiunto: ''Che cosa è che rende l'uomo immondo? E' il rifiuto dell'amore, il non voler essere amato, il non amare. E' la superbia che non vuole confessare e riconoscere che abbiamo bisogno di purificazione. In Giuda vediamo la natura di questo rifiuto ancora più chiaramente. Egli valuta Gesù secondo le categorie del potere e del successo: per lui solo potere e successo sono realtà , l'amore non conta. Ed egli è avido: il denaro è più importante della comunione con Gesù, più importante di Dio e del suo amore. E così diventa anche un bugiardo, che fa il doppio gioco e rompe con la verità ; uno che vive nella menzogna e perde così il senso per la verità suprema. In questo modo egli si indurisce, diventa incapace della conversione, del fiducioso ritorno del figliol prodigo, e butta via la vita distrutta''.
A conclusione della sua omelia, il pontefice ha spiegato il senso della lavanda dei piedi e dell'invito di Gesu' a lavarsi i piedi gli uni gli altri. "In che cosa consiste il lavarci i piedi gli uni gli altri'? Che cosa significa in concreto? Ecco, ogni opera di bontà per l'altro - specialmente per i sofferenti e per coloro che sono poco stimati - è un servizio di lavanda dei piedi. A questo ci chiama il Signore: scendere, imparare l'umiltà e il coraggio della bontà e anche la disponibilità ad accettare il rifiuto e tuttavia fidarsi della bonta' e perseverare in essa. Ma c'e' ancora una dimensione più profonda. Il Signore toglie la nostra sporcizia con la forza purificatrice della sua bontà . Lavarci i piedi gli uni gli altri significa soprattutto perdonarci instancabilmente gli uni gli altri, sempre di nuovo ricominciare insieme per quanto possa anche sembrare inutile. Significa purificarci gli uni gli altri sopportandoci a vicenda e accettando di essere sopportati dagli altri''.
(13 aprile 2006)