Posto un testo che mi è arrivato via mail...troppo forte!
Il tanga secondo Luciana Littizzetto
Donne. Giulive oche giulive. Parti buone delle mele marce che sono gli
uomini. Campionesse mondiali di miopia sentimentale.
Mi rivolgo a voi e in nome vostro supplico, chiedo e invoco l'abolizione
e il divieto assoluto di vendita dei tanga in Italia. Uno stato
democratico dovrebbe tutelare la salute mentale della femmina.
Dovrebbe farsi carico di sciagure sociali di questa portata.
Perché i tanga, credetemi, sono un vero flagello per nervi.
Sono un colpo basso al sistema nervoso. Tu prova ad indossare un tanga.
Due secondi e sglurb... non lo trovi più, perché lui va giù, giù, giù, sprofonda come il filo per tagliare la polenta, si inabissa nel dirupo delle chiappe e sparisce all'orizzonte. Risucchiato per sempre. Ma io ve lo dico col cuore: un tanga inghiottito dalle carni è in grado di togliere la voglia di
vivere tutto il giorno.
Se, la mattina al posto della bella braga ascellare, quella di cotone
con il fiocchettino al centro, quella che era rosa ma col candeggio
sbagliato è diventata tortora, e poi rilavata ha assunto un'inspiegabile tinta ardesia e si è ammollato l'elastico, se al posto della mutanda slandronata in cui ci infili dentro la canottiera, tiri in basso e ci fai sbucare due belle mezzelune, se al posto di tutto questo, indossi spensierata il perizoma, tu sei una donna rovinata, figlia mia.
Sei una femmina finita che passerà tutta la giornata a disincastrarsi la
filura e a suonare col mignolo l'aria sulla quarta corda di Bach.
Il tanga, lo dico con cognizione di causa, è un'arma di distruzione di
massa.
Il tanga di pizzo poi, quello crivellato di smerli, una vera piaga
sociale. E' proprio lo strazio supremo. Perché è urticante. Pizzica,
irrita, punge. D'altra parte, son anche 20 centimetri di filo spinato
in mezzo alle chiappe. Come indossare un gambo di rosa. Come infilarsi al posto dello slip un gnocco di cuki alluminio.
E l'aggravante è che sti rosicanervi son pure cari come il fuoco. Minimo
20 euro. Al mercato qualcosa meno, se li compri di simil legno.
Altrimenti 20 euro. Quaranta mila lire per un cordino. Per uno
spaghetto alla chitarra.
Ma a me bastano due euro. Ma io con due euro mi
compro un chilometro di corda per le tapparelle e mi faccio le mutande
come i lottatori di sumo.
Ma la tristezza vera consiste nel fatto che mentre noi puciunin, per far
le favolose soffriamo le pene dell'inferno, loro, i maschi, sotto i
calzoni cosa mettono? I boxer.
Bastardi pidocchi. I boxer. Mezzo metro di lenzuolo con il grande
cocomero che balla la lambada. I boxer. Una tavella di maglina molle
con la feritoia per le uscite di emergenza.
Li odio. Noi dobbiamo andare in giro con un filo del telefono al posto
delle mutande e loro belli comodi coi mutandoni da Stanlio e Ollio. Donne. Fulgide stelle che rilucete nel firmamento delle idiote. Non vale la pena. Non volete desistere?
Allora proverò per voi una pietà infinita.
Luciana Littizzetto