da pita1982 il ven mar 24, 2006 11:45 am
Stadi più pieni? Quando vinse il Verona...
Chi si ricorda del campionato 1984-1985? E' l'unico in cui la designazione degli arbitri è stata effettuata tramite il sorteggio integrale. Il risultato finale fu sorprendente: al termine di una lotta incerta, divenne campione d'Italia il Verona con 43 punti, davanti a Torino (39), Inter (38) e Sampdoria (37). Il Milan e la Juventus finirono insieme a 36 punti: all'epoca poteva ancora accadere che non lottassero per il titolo. Ma l'andamento di quel torneo resta estremamente significativo anche per un altro dato: come si evince dalla tabella elaborata dall'ufficio studi della Lega calcio, ha avuto il maggior numero di spettatori allo stadio - paganti più abbonati - da quando sono raccolti i dati ufficiali, cioè dal '61-'62 a oggi. Complessivamente, andarono a vedere le partite in 9.329.277, ossia una media di 310.976 persone per domenica e di 38.872 per gara. Al contrario, il campionato con la media più bassa degli ultimi 40 anni è stato quello dell'anno scorso. Il numero totale di spettatori è stato più elevato di quello dell'84-'85 - 9.495.025 - ma distribuito su un torneo a 20 e non a 16 squadre, dunque con 380 invece che con 240 partite, la media domenicale è stata pari a 249.869 e quella per gara a 24.987: mai era scesa sotto la soglia dei 25.000 spettatori, e in percentuale rappresenta un calo del 35,72%. E quest'anno i dati parziali riferiscono di un'ulteriore diminuzione. Solo per citare l'ultimo, freschissimo esempio, Juventus-Milan di due domeniche fa, la partita preceduta dai più assordanti squilli di tromba mediatici, si è svolta davanti a 39.087 spettatori. Certo, sarebbe del tutto sbagliato paragonare dati dissimili. Fino alla seconda metà degli anni Novanta, non c'era la televisione a pagamento, e, dunque, non era possibile guardare in diretta la partita a casa propria. Questo fenomeno ha creato una nuova categoria: quella dei tifosi in pantofole. Resta però il fatto che quel campionato ormai lontano fece appassionare il maggior numero di spettatori nell'epoca pre-tv criptata. E non sembra pertinente citare i mondiali del 1982, e la storica impresa dell'Italia in Spagna, per spiegare il fenomeno: erano passati già due anni e tra il torneo '81-'82, che precedette i mondiali, e quello successivo, che poteva determinare il "boom", la media crebbe da 31.942 a 33.020 spettatori. In più, la stagione '84-'85 cominciò appena dopo gli europei del 1984, a cui l'Italia non partecipò, non essendo riuscita a superare nemmeno la fase di qualificazione: dunque, l'effetto della magica notte del Bernabeu poteva dirsi del tutto svanito. Oltre a quei tre campionati a metà degli anni Ottanta, che restano in vetta alla classifica degli spettatori, ne risalta un altro: è il torneo del '73-'74, con 7.504.450 spettatori in tutto, per una media domenicale di 279.316 e per gara di 34.915. La classifica di quel campionato? Vinse la Lazio con 43 punti, precedendo Juventus (41), Napoli (36), Inter (35), Torino (34) e Fiorentina (33). E dire che non era nemmeno agevole andare allo stadio: era appena scoppiata la prima grande crisi energetica, in conseguenza della guerra del Kippur, fronteggiata con la politica cosiddetta dell'austerity, ossia delle domeniche senza automobili per risparmiare sulla bolletta petrolifera. Insomma, sembra emergere un dato univoco: campionati incerti e vincitori diversi appassionano gli spettatori degli stadi. Per quanto siano probabilmente una categoria diversa, è alquanto difficile pensare che i tifosi da salotto non la pensino allo stesso modo. Ovunque, l'incertezza della competizione accresce l'interesse. Ma con questo calcio-wrestling, voluto con tenacia dai vertici della baracca, sarà impossibile verificarlo.