tra storia, mistero e religiosità

Qui si può chattare e quindi parlare di qualsiasi cosa possibile ...quindi non solo musica ..VIETATO LO SPAM INUTILE, TOLLERANZA 0

Moderatori: silvietta, admin

Messaggioda Promentory1985 il gio nov 24, 2005 9:47 am

di baigent e leigh?
Immagine
Avatar utente
Promentory1985
:: Madferit Storico ::
:: Madferit Storico ::
 
Messaggi: 19567
Iscritto il: lun nov 11, 2002 8:58 pm
Località: Norcia(Pg) - Perugia
Album Oasis: (What's the story?) morning glory
Tifo per: SS Lazio 1900

Messaggioda ArcherV il gio nov 24, 2005 6:35 pm

si ma giacobbo rifà sempre le stesse puntate...la vidi lo scorso anno! :roll:
Avatar utente
ArcherV
:: Madferit Storico ::
:: Madferit Storico ::
 
Messaggi: 17610
Iscritto il: lun set 16, 2002 8:11 pm
Località: London
Song Preferita Oasis: The Masterplan
Album Oasis: Definitely Maybe
Tifo per: Milan
Film: tanti, serie preferita POTC
Sesso: Woman

Messaggioda Promentory1985 il ven nov 25, 2005 3:33 pm

ma infatti questa l'ha fatta altre votle...
Immagine
Avatar utente
Promentory1985
:: Madferit Storico ::
:: Madferit Storico ::
 
Messaggi: 19567
Iscritto il: lun nov 11, 2002 8:58 pm
Località: Norcia(Pg) - Perugia
Album Oasis: (What's the story?) morning glory
Tifo per: SS Lazio 1900

Messaggioda Promentory1985 il dom nov 27, 2005 7:31 pm

solo x vic....

il nazismo esoterico!!!!!

Si è sempre detto che il programma politico di Hitler e del nazismo fossero alimentati soprattutto da tre cose:Nazionalismo, anti-comunismo e antisemitismo, i fattori, interni ed esterni, responsabili della sconfitta della Germania nella Prima Guerra mondiale e umiliata dalla terribili condizioni di pace imposte alla conferenza di Versailles nel 1919.
Ma dietro tutto questo c'era anche dell'altro. A cominciare da una strana ideologia che mischiando mitologia nordica, razzismo ed esoterismo alimentava un sogno: quello di arrivare a dominare il mondo.

Quello che racconteremo è scritto solo in parte nei tantissimi libri sul nazismo che ogni anno si pubblicano in tutto il mondo. Come mai gli orrori del nazismo destano sempre tanto interesse? Perché ancora oggi è difficile spiegare le vere radici di una violenza così sistematica e folle?
Spesso la storia ha un lato oscuro. Nel caso del nazismo possiamo parlare di una "faccia occulta". Dove occulto sta sia per "lato nascosto" che per "passione per l'esoterismo e la magia".
E allora, se per la storia ufficiale il nazismo è nato in una birreria di Monaco, la "storia occulta" ci suggerisce di andare a guardare altrove. Ad esempio in direzione di un'associazione segreta che si chiamava "Thule".
Gli uomini della Thule volevano incidere sulla società. Non a caso quindi, nel gennaio 1919, venne fondato da un membro dell'associazione, Anton Dexler, il "Partito dei Lavoratori Tedeschi". Con l'arrivo di Hitler, Dexler tornò nell'ombra. Il partito cambiò nome in "Partito Nazional Socialista Tedesco dei Lavoratori" e nel gruppo dirigente trovarono posto vari membri della Thule che, oltretutto, diede alla nuovo movimento anche il proprio simbolo: la svastica...

Una delle più drammatiche avventure della storia è iniziata in una strada di Monaco di Baviera. E' nella birreria che sorgeva qui fino a pochi anni fa che la sera del 12 settembre 1919, un reduce dalla prima guerra mondiale, diventato informatore della polizia, prende contatto con un piccolo movimento sorto pochi mesi prima in un'altra birreria di Monaco. Il movimento si chiamava "Partito Tedesco dei lavoratori". Quel reduce invece si chiamava Adolf Hitler

Alla fine del 1919, le basi dell'ascesa del Nazismo erano gettate. In pochi anni l'oscuro partito nato in una birreria di Monaco sarebbe diventato il primo partito tedesco. E ben presto il nome di Hitler sarebbe echeggiato sinistramente in tutta Europa...
Ma, ancora più dei milioni di voti raccolti o dello stesso Hitler, fu un uomo a trasformare il sogno folle del nazismo e della Thule in quello che oggi sappiamo e studiamo.
Si chiamava Heinrich Himmler. E il luogo di cui parleremo è, in negativo, il suo "capolavoro"...

In qualche modo tutto quello che aveva seminato la società di Thule agli albori del nazismo trovò una sistemazione nel castello di Wewelburg, in Westfalia, nella Germania settentrionale. E' qui che Himmler volle creare la struttura che avrebbe dovuto contribuire, più dei panzer e dei lager, a dar vita al Reich Millenario.

Mentre la Storia, tra persecuzioni, violenze e colpi di mano militari, correva verso la Seconda guerra mondiale, a Wewelburg si sviluppava una realtà parallela, fatta di riti magici, meditazioni, ricerche scientifiche e filosofiche. Tutto affidato ad un gruppo di persone convinte di far aver dato vita ad un vero e proprio ordine cavalleresco religioso: l'Ordine Nero delle SS.

La prima apparizione delle SS è del 1923. E’ in quell’anno che si forma questo corpo di elite che ha il compito di proteggere Hitler, cui i militi prestano un giuramento di fedeltà. A fine anni Venti le SS erano in tutto circa 250: ed è a questo punto che diviene loro capo Heinrich Himmler. Sotto la sua guida il corpo si sviluppa rapidamente. Nel 1933, alla presa del potere del nazismo, Himmler ha tra suoi uomini oltre 50 mila uomini in divisa nera. Un corpo d’elite all’interno del partito nazista, pronto ad ogni sacrificio per la grandezza della Germania, grandezza che sarebbe dovuta passare per la creazione di una società di ariani. Le SS vennero strutturate come un ordine militare e spirituale che prendeva a prestito spunti e velleità ascetiche tanto dai medioevali Cavalieri Teutonici quanto dalla Compagnia di Gesù. Lo scoppio della Seconda guerra mondiale sconvolse l’universo delle SS, sempre più impegnate al fronte. Ma per tenere separata l’elite dalle forze combattenti, Himmler creò le Waffen-SS, che inquadrarono combattenti di varie nazionalità in nome della lotta al bolscevismo: vestirono la divisa delle SS spagnoli, belgi, olandesi, turchi, albanesi, italiani, norvegesi, danesi, arabi, russi, slavi. Alla vigilia della sconfitta, militavano nelle SS circa un milione di uomini, di cui almeno 120 mila non tedeschi.

Wewelburg fu per un breve periodo di tempo (non dimentichiamo che tra la sua presa del potere e la fine il Nazismo guidò di fatto la Germania per 12 anni e tre mesi) non solo il centro religioso del Nuovo Ordine sognato da Himmler ma anche una sede di ricerca scientifica. Un po' particolare... Qui aveva infatti sede anche una particolarissima Accademia di studi scientifici voluta da Himmler nell'ambito dell'universo SS: si chiamava "Ahnenerbe" ed aveva lo scopo di trovare le prove scientifiche, storiche e archeologiche dell'origine ariana dei tedeschi.

Dall'Asia all'America Latina, dall'Antartide all'Africa ma anche in varie zone della stessa Europa, una piccola folla di esploratori, antropologi, geografi, genetisti, storici delle religioni e archeologi vagò alla ricerca di conferme dell'esistenza del mitico popolo degli Ariani, la razza pura da cui discendevano i Germani. E quando non si era in Tibet o in Sud America a cercare l'entrata del regno sotterraneo atlantideo di Agarthi dove, secondo Madame Blavatsky si erano ritirati gli ultimi membri della razza ariana, la caccia riguardava importanti reliquie del cristianesimo: l'Arca dell'Alleanza - un fatto raccontato nel famoso film "I predatori dell'Arca perduta" -, la Lancia con cui era stato trafitto Gesù in croce, la Lancia di Longino e ovviamente il Sacro Graal... La caccia a reliquie cristiane era importante perché, pur essendo pagani, i nazisti pensavano che Gesù Cristo fosse un ariano puro. Quindi un oggetto che fosse stato a contatto col suo sangue purissimo avrebbe trasmesso i poteri taumaturgici, la saggezza e l'infinita sapienza del Messia. Ecco perché i nazisti si dedicarono alla ricerca del Graal, soprattutto nel sud della Francia. Una ricerca affidata ad un personaggio molto importante nella storia del nazismo esoterico: Otto Rahn…

Il nostro racconto ci costringe a spostarci a Montsegur, un minuscolo punto sulla mappa della Francia, ai piedi dei Pirenei, che dista appena 40 chilometri da Rennes Le Chateau.
E' tra le rovine di questo castello che vogliamo raccontarvi due storie molto lontane nel tempo, ma forse strettamente legate tra loro.
Il 16 marzo è una data molto importante da queste parti. Ogni anno centinaia di visitatori vengono qui, ai piedi di una lapide a lasciare dei fiori e altro. Ricordano il 16 marzo del 1244, il giorno in cui gli oltre 200 fedeli assediati da tempo tra queste mura cedetettero e vennero arsi vivi in un enorme rogo. Morirono perché si rifutarono di abiurare la loro fede. Morirono perché, secondo alcuni, erano i custodi del Santo Graal. La storia, e questa lapide, li ricordano come I Catari.
Ma il 16 marzo è anche il giorno in cui i nazisti commemoravano la morte di Otto Rahn, sorvolando con i loro aerei proprio questi cieli e disegnando in aria croci celtiche. E, secondo la leggenda, ciò accade ancora...

Otto Rahn visitò Montsegur nel 1929, e negli anni trenta ci tornò più volte, insieme al filoso fo e ideologo nazista Alfred Rosemberg. Di questi viaggi rimangono due libri in cui Rahn racconta, tra l'altro, di fantastiche grotte e caverne sotterranee. Ma Rahn continua a tornare qui perché, evidentemente, c'è qualcosa che non riesce a trovare ...
Di certo c'è che, dopo la misteriosa morte di Rahn del 1939, il Reich torna ancora a Montsegur. E non è una spedizione qualsiasi: a passare per MontSegur nel giugno del 1944 è addirittura una delle più famose e spietate divisioni blindate delle SS : è la abominevole "Das Reich".
Aldilà di qualsiasi considerazione esoterica, di certo rimane un dubbio:
Perché la Germania, in pieno conflitto mondiale, con il fronte russo sempre più minaccioso e con gli alleati pronti allo sbarco, sposta una temuta divisione blindata qui a Montsegur?
E perché il loro ordine è uno solo: scavare! ?

Ma, ovviamente, c'è dell'altro. I nazisti cercavano ovunque testi antichi che potessero aiutarli nella loro ricerca di prove dell'esistenza di una antichissima civiltà ariana. Questa ricerca li portò anche nella terra dei Faraoni...

Per la verità la passione nazista per l'esoterismo non ebbe nell'Egitto uno dei suoi oggetti principali. Hitler e i suoi guardavano con più interesse al Tibet o all'Antartide, ai miti nordici o a quelli indoeuropei. Ma l'antico Egitto è sempre l'antico Egitto e la ricerca di tracce di antiche civiltà perdute e delle loro conoscenze non poteva non passare anche da qui...
Quella che stiamo per raccontarvi è una storia venuta alla luce di recente e che lega, sorprendentemente, i nazisti e la camera della Regina, all'interno della Grande Piramide di Cheope

Gli appassionati di storia sanno che nel febbraio 1941 la celebre Afrika Korps tedesca, comandata dal generale Erwin Rommel, arrivò in Africa settentrionale per dar man forte alle armate italiane in lotta con gli inglesi. Ma, si dice, la spedizione di Rommel aveva forse anche un altro scopo, tutt'altro che militare. C'era infatti da appoggiare una missione segreta affidata a due alti ufficiali: si chiamavano Neumann-Sylkow e Von Ravenstein. A loro spettava, secondo gli ordini di Berlino, di gestire una rete di spie e agenti infiltrati oltre le linee inglesi col compito di penetrare nella Grande Piramide e verificare se era vero quanto era stato riferito pochi mesi prima ad Hitler.
Un ricercatore tedesco, recentemente, ha potuto consultare alcuni dossier provenienti dagli archivi degli ex servizi segreti della Germania Est, la Stasi. Da quelle carte risulterebbe che qualcuno aveva convinto Hitler che nella Grande Piramide, in un rifugio segreto, erano conservati da tempo immemorabile i "I libri segreti di Toth", antichi papiri su cui erano riportate formule e istruzioni risalenti ad una civiltà pre egiziana. Una civiltà subito identificata con Atlantide...

Ma chi era Toth? Per gli egizi questo dio, dalle origini misteriose, era lo scriba divino, colui che negli inferi teneva il conto dei peccati dei morti. Da qui anche l'identificazione di Toth col dio della scrittura, della parola, del pensiero. Secondo la tradizione i suoi poteri lo resero un mago temibile e quindi anche il protettore della magia. Un rapporto che si è riprodotto nel tempo: infatti per i greci Toth era il Dio Hermes, poi divenuto in età classica e poi nel Rinascimento quell'Ermete Trismegisto, il cosiddetto "Tre volte saggio", considerato il padre di tutta la tradizione esoterica occidentale. Una tradizione in cui confluiscono astrologia, alchimia, esoterismo ebraico ed egizio, scienze occulte e filosofie neo-platoniche e gnostiche.
Ebbene, sembra che i nazisti fossero convinti che il sapere occulto di millenni fosse racchiuso in papiri nascosti dietro le pareti o il pavimento della Camera della Regina. Forse in quella "Camera segreta" di cui tanto si parla da qualche tempo.
Non sappiamo se gli agenti di Hitler siano riusciti a penetrare in questa stanza e a trovare quello che cercavano. Probabilmente no. L'unica cosa che possiamo dire è che secondo alcuni la "fonte" che aveva spinto Hitler e i suoi uomini a questa singolare ricerca era un egittologo abbastanza noto: si chiamava Schwaller de Lubicz.

A Wewelburg c’e’ una sala che si chiama "GruppenFuhrersall", cioè "Sala dei Gruppen Fuhrer". I "Gruppen Fuhrer" erano ufficiali SS equivalenti ai generali a quattro stelle. Nell'organigramma SS ne erano previsti 12 e, non a caso, questa sala circolare conta 12 colonne e una ruota solare al centro con 12 raggi, ognuno dei quali ha la forma della runa (cioè carattere) celtica chiamata "SIEG" cioè "vittoria". Facile notare come la doppia S delle SS sfruttasse l'analogia con la runa "Sieg", per cui SS si poteva leggere come "due volte Vittoria"...
Il numero 12 torna più volte in questo castello. I 12 Gruppen Fuhrer erano i 12 grandi iniziati, gli unici in grado di avvicinarsi alla conoscenza più profonda attraverso complicati esercizi di meditazione e ascesi. Questo grazie anche allo loro purezza di sangue, condizione indispensabile - nella distorta visione dei nazisti - per essere puri anche spiritualmente. Nella Gruppen Fuhrersaal si riunivano intorno ad una tavola rotonda, a imitazione dei 12 cavalieri di Re Artù. Per ognuno di loro, nel castello, c'era poi una camera arredata in un determinato stile e dedicata ad un personaggio storico...

Questi richiami alla storia non erano mai casuali: Hitler era convinto di essere la reincarnazione di Federico II di Prussia, un grande stratega del '700. Mentre Himmler pensava di essere la reincarnazione di Enrico l'Uccellatore, un sovrano che nel "Lohengrin" di Richard Wagner, un musicista idolatrato dai nazisti, accoglie lo sfortunato cercatore del Graal, il cavaliere che dà il proprio nome all'opera.
Ma quanto ha pesato l'esoterismo nella politica nazista...?

A Wewelburg c’e’ anche una sala chiamata anche "Walhalla". Nella mitologia nordica "Walhalla" era il paradiso dei guerrieri morti in battaglia. Qui si svolgevano le cerimonie funebri per gli ufficiali delle SS caduti in battaglia ma anche altri riti. In pratica qui c'era il cuore dell'esoterismo nazista. In questa sala venivano messe in atto le complicate tecniche di meditazione che dovevano portare i 12 puri a raggiungere l'unione "mistica e spirituale" con la vera natura germanica. Mentre l'Europa era messa a ferro e fuoco e milioni di persone morivano, qui, a Wewelburg 12 uomini in divisa nera si riunivano con Himmler, si sedevano sulle mezze colonne nella sala e iniziavano a concentrarsi e a pronunciare i nomi di alcune rune celtiche. Questa nenia veniva amplificata dalla cupola della sala creando un effetto sonoro che avrebbe dovuto aiutare lo stato di trance.

L'energia che ne sarebbe così scaturita avrebbe preso la direzione del Nord: non a caso tutto il complesso di Wewelburg è orientato in questa direzione e questa sala è collocata nella punta estrema del castello.
Una punta diretta verso la mitica Thule, dove aveva avuto origine il popolo tedesco
Wewelburg ci dice che, in fondo, il nazismo operò su due livelli distinti: uno militare e politico e l'altro mistico ed esoterico. In entrambi i casi si mirava a raggiungere l'unità degli eredi degli Ariani di Thule. Militarmente e politicamente questo portò alla guerra, all'espansione tedesca per recuperare prima i territori perduti con la Prima guerra mondiale e poi per conquistare, a spese di Polonia e Russia, lo "Spazio vitale" che doveva garantire agli ariani tedeschi le materie prime necessarie al loro sviluppo. Ma la Germania aveva un avversario anche nella Gran Bretagna, una nazione anch'essa di ariani. Una nazione con cui bisognava fare la pace prima di poter lanciare l'attacco contro la Russia. Ma il governo di Londra, guidato da Churchill, non voleva scendere a patti ...

Probabilmente, tra i giorni più neri della sua vita Hitler avrebbe indicato il 10 maggio 1941. Il giorno in cui, per trarlo dall'impaccio in cui si trovava, il suo delfino Rudolf Hess, in gran segreto, prese un aereo e volò fino in Scozia.

Germania nazista e Gran Bretagna erano in guerra dal settembre 1939. E in quasi due anni di conflitto, nonostante varie sconfitte, gli inglesi avevano sempre rifiutato le proposte di pace avanzate dai tedeschi fin dai primi mesi di guerra
La sera del 10 maggio 1941 Hess atterrò in un campo a pochi chilometri da Glasgow, nei pressi del villaggio di Eaglesham: è qui che fortunosamente Hess toccò terra dopo aver abbandonato il suo aereo e aperto il paracadute. Cosa lo aveva spinto a paracadutarsi in pieno territorio nemico?
Il volo di Hess rappresenta ancora oggi uno dei misteri più fitti della Seconda guerra mondiale. Nel corso degli anni si sono fatte varie ipotesi, non ultima quella che, nonostante le apparenze e le reazioni furibonde alla notizia, Hitler non solo sapesse del piano di Hess ma lo avesse ispirato e approvato. La Germania Nazista stava infatti per attaccare l'Unione Sovietica e una pace in extremis con la Gran Bretagna gli avrebbe consentito di avere le spalle coperte, visto che il resto dell'Europa era già sotto il suo dominio.

Ma perché gli inglesi avrebbero dovuto ascoltare Hess quando le offerte pubbliche dello stesso Hitler erano state ignorate?
La spiegazione potrebbe essere a metà tra la politica e l'esoterismo: Hess faceva parte del gruppo che aveva animato il partito nazista delle origini. Si trattava di un gruppo molto attento all'occulto al punto che alcune manifestazioni di squilibrio di Hess erano state considerate come una conseguenza delle pratiche magico-esoteriche.
Come spesso accade, i circoli esoterici tedeschi avevano collegamenti con analoghi gruppi in altri paesi, soprattutto con quelli inglesi. E a quei circoli Hess contava, sostengono alcuni studiosi, di rivolgersi per ottenere una pace con la Gran Bretagna
Non è un caso che vicino sorgesse la villa di un influente esponente dell'aristocrazia inglese dell'epoca: lord James Hamilton. Con lord Hamilton infatti Hess voleva parlare perché attraverso di lui contava di arrivare ad altri, a Londra. Altri che condividevano le sue teorie esoteriche e razziste secondo le quali la razza bianca avrebbe dovuto fare fronte comune contro i suoi nemici. Teorie che un famoso ordine magico, sorto a fine Ottocento proprio in Gran Bretagna e diffusosi anche in altri paesi, aveva sempre sostenuto: la Golden Dawn, cioè L'Alba dorata. Ordine che annovera tra i suoi iniziati anche Aleister Crowley, il famoso occultista inglese.

A conferma dell'esistenza di contatti segreti con cultori dell'esoterismo che ricoprivano alte cariche in Gran Bretagna ci sono alcuni fatti:
1) La propaganda inglese non sfruttò quasi per nulla il volo di Hess;
2) Lo stesso Churchill invece di approfittare della cosa preferì mettere il segreto di Stato su tutta la vicenda, a cominciare dal contenuto degli interrogatori a Hess.
3) Non solo: quei documenti sono secretati fino al 2018

Una scelta davvero strana se il volo di Hess fu davvero solo quello che si dice comunemente: il gesto solitario di un pazzo...
Una curiosità: come è noto Hess morirà il 17 agosto 1987, a 93 anni, nel carcere di Spandau, a Berlino.. Ufficialmente si è trattato di suicidio ma molti credono ad un omicidio. La cosa strana però è che, qualunque sia stata la causa della morte del delfino di Hitler ed ex membro della Thule, il 17 agosto ricorreva proprio l'anniversario della fondazione della società di Thule, nata quello stesso giorno nel 1918.

Benché adepto della Thule, Hess non fece mai parte delle SS. E solo all'Ordine nero, Himmler aveva affidato il compito di preparare l'unità spirituale degli ariani. Sterminando gli ebrei, l'unico popolo le cui conoscenze esoteriche (pensiamo alla Qabbalah) potevano interferire coi progetti nazisti. E poi creando le premesse per arrivare ad influenzare spiritualmente e medianicamente il mondo attraverso le cerimonie di Wewelburg. Che non a caso aveva la forma di una punta di lancia. La lancia di Longino...

Nel marzo 1938 l’austriaco Adolf Hitler divenuto cancelliere del Reich tedesco annette l’Austria alla Germania. Al tempo stesso, a Vienna prende la Lancia di Longino – che è nella capitale austriaca dal 1912 – e la fa portare a Norimberga, coronando così un sogno cullato fin dalla gioventù. Quella che per la tradizione è stata la lancia con cui il centurione Gaio Cassio Longino aveva trafitto il costato di Gesù sulla croce è stata per secoli in mano agli uomini più potenti della Terra: gli imperatori Costantino, Teodosio, Giustiniano, i re barbari Alarico e Teodorico, i re di Francia Carlo Martello e Carlo Magno, Federico II Barbarossa, Napoleone…
Il fatto di essere entrata in contatto col corpo di Cristo farebbe della Lancia di Longino una reliquia seconda per importanza solo al Santo Graal: Hitler volle che, a Norimberga, venisse custodita nella Chiesa di Santa Caterina e guardata a vista da un reparto scelto di SS. La lancia resterà lì fino al pomeriggio del 30 aprile 1945, quando gli americani la presero, esattamente un’ora e venti minuti prima che Hitler si suicidasse. Una coincidenza che sembra avvalorare la leggenda che chi perde il possesso della Lancia perde il potere goduto fino a poco prima.

Ma per i nazisti la Lancia di Longino non significava solo potenza. Secondo alcuni studiosi il complesso di Wewelsburg richiama la forma di una lancia perché concepito come un tempio, orientato verso nord dove era la mitica Thule l’originaria terra degli Ariani. Simbolicamente la lancia che aveva trafitto Gesù poteva, attraverso il contatto col puro sangue del Messia, mettere l’elite delle SS in contatto con lo spirito profondo del mondo germanico. Uno spirito che dal glaciale nord avrebbe dato al Terzo Recih il dominio assoluto sognato dagli uomini di Himmler.
Tutto questo non salvò il nazismo dalla catastrofe. Ma anche nei giorni della battaglia finale di Berlino, nell'aprile 1945, accadde un episodio che richiama le radici esoteriche dell'ideologia nazista. Un episodio rimasto senza spiegazioni. A poca distanza dal bunker in cui era Hitler, i soldati russi che stavano conquistando palmo per palmo la capitale del Terzo Reich si imbatterono in una scena agghiacciante: un intero battaglione di tibetani in uniforme nazista si era suicidato in modo rituale. Più o meno nello stesse ore anche Hitler si era suicidato. Si dice che questo sia avvenuto nel momento preciso in cui la presunta Lancia di Longino, a Norimberga, veniva catturata dagli americani...

per ora la fonte è i sito di voyager. ma si approfondirà.
Immagine
Avatar utente
Promentory1985
:: Madferit Storico ::
:: Madferit Storico ::
 
Messaggi: 19567
Iscritto il: lun nov 11, 2002 8:58 pm
Località: Norcia(Pg) - Perugia
Album Oasis: (What's the story?) morning glory
Tifo per: SS Lazio 1900

Messaggioda Promentory1985 il mer nov 30, 2005 2:14 pm

ieri si è parlato di Leonardo

Leonardo Da Vinci

Leonardo da Vinci è l'uomo che più di tutti è diventato sinonimo di Genio. In questi ultimi tempi il suo nome è accostato troppo spesso a mondi esoterici, oscuri, a fantomatiche sette segrete. E allora le sue parole diventano ancora più importanti. Vogliamo seguirle per capire cosa abbia a che fare con il romanzo di Dan Brown che si è impadronito del suo nome.

Nelle prime edizioni del Codice Da Vinci si può leggere, subito dopo il titolo: Il Priorato di Sion – società segreta fondata nel 1099 – è una setta realmente esistente. Nel 1975, presso la Bibliothèque Nationale di Parigi, sono state scoperte alcune pergamene, note come Les Dossiers Secrets, in cui si forniva l'identità di numerosi membri del Priorato, compresi sir Isaac Newton, Botticelli, Victor Hugo e Leonardo da Vinci.

Per fare chiarezza sulla vita di Leonardo partiamo proprio da Vinci, piccolo borgo in Val d'Arno inferiore, nelle verdi colline vicino Firenze. Qui, nel 1452, forse il 15 aprile, nacque Leonardo.
In quegli anni Vinci era immerso nel fermento culturale della Toscana, allora più che mai cuore pulsante della vita politica, artistica e letteraria del Quattrocento. Leonardo era bello ed incredibilmente di talento, un giovane dalle incredibili doti sia fisiche che artistiche, un personaggio che oggi troveremmo su tutte le riviste, scientifiche come di glamour.

Tutti concordano sulla sua personalità amabile, il suo fascino ed il suo indubbio talento, disegnando l'immagine di un giovane positivo e speciale. Di lui abbiamo tutti presente l'autoritratto senile, che non ci fa però capire quanto fosse interessante da giovane. L'adolescenza artistica di Leonardo è segnata da Firenze: a 17 anni entra in una delle più prestigiose botteghe del tempo, quella del Verrocchio, dove si trova accanto discepoli come Botticelli o il Perugino. Racconta il Vasari che Andrea Verrocchio, pittore e scultore stimatissimo, nel dipingere un San Giovanni intento a battezzare Cristo, abbia avuto l'idea di affidare al giovane appena arrivato la pittura di un angelo. Vedendo poi che il risultato del giovane apprendista era nettamente migliore del suo, pare sia stato preso da una profonda crisi. Verità o leggenda, di certo c'è che dopo il dipinto in questione - Il Battesimo di Cristo - non sarà più così facile attribuire un dipinto al Verrocchio.

Vinci è solo un piccolo borgo ma ospita ben tre musei dedicati al genio di Leonardo: come ad esempio il Museo Leonardiano.

Dei quadri di Leonardo torneremo a parlare presto, e ci addentreremo nei misteri della Gioconda, della Vergine delle Rocce, della Battaglia di Anghiari e soprattutto del mitico Cenacolo.

Prima vogliamo però attraversare l'altra dimensione geniale di Leonardo, quella delle sue invenzioni. Le intuizioni e le anticipazioni di un uomo che viveva nel futuro: gru, macchina volante, elicottero, mitragliera, carro armato: dai disegni e gli appunti di Leonardo esplode un mondo intero di visioni assolutamente straordinarie per il tempo… Dobbiamo continuare a seguire le tracce di Leonardo. E dobbiamo spostarci verso Milano, verso il Cenacolo – il quadro che rappresenta il cuore del romanzo di Dan Brown. Prima dobbiamo però fare una tappa al museo della scienza e della tecnica di Milano perché dobbiamo vedere qualcosa di veramente incredibile: il telaio meccanico da tessitura progettato da Leonardo nel 1495 e ricostruito dal museo nel 2002. E' impressionante il complicato sistema di tessitura automatizzato che caratterizza questa macchina. Lo stesso Leonardo ritiene questo progetto "un'invenzione più bella e più utile di quella della stampa", avvenuta 50 anni prima della sua.

Ma la vera sorpresa è che non solo all'epoca non esisteva nulla del genere, ma niente di simile sarebbe comparso sulla scena per circa trecento anni. Un'anticipazione di tre secoli.

Centinaia di invenzioni, di anticipazioni del futuro, di intuizioni. Come l'ala battente. Oppure la vite aerea, anticipazione dell'elicottero di Forlanini. Insomma un uomo che viveva nel futuro. E che qualcuno sostiene avesse invece conoscenze che venivano dal passato, da lontane origini esoteriche, che lui avrebbe nascosto, criptate, nei suoi quadri. E' il momento allora di raggiungere il convento di S. Maria delle grazie e affrontare uno dei più grandi misteri che avvolgono la vita di Leonardo: il quadro dell'ultima cena. Il cenacolo.

E' a Milano il punto focale del Codice da Vinci. Lì, ben visibile su di una parete del Refettorio di Santa Maria delle Grazie. Quella che intere generazioni di milanesi, e non solo loro, hanno considerato l'opera più bella di Leonardo. Questo convento è stato bombardato due volte e per due volte il cenacolo è miracolosamente sopravvissuto. L'elemento più emozionante è il momento scelto da Leonardo per rappresentare l'ultima cena: Gesù ha appena detto agli apostoli che uno di loro lo tradirà. Quella fissata da Leonardo è una sorta di istantanea della reazione spaesata e disorientata degli Apostoli a questa notizia. I dodici si interrogano l'uno con l'altro, dopo le inquietanti parole del Maestro. Chi di loro è il traditore? Chi sa qualcosa?

Nel Vangelo di Marco si legge: "Venuta la sera, Egli giunse con i Dodici. Ora, mentre erano a mensa e mangiavano, Gesù disse: "In verità vi dico, uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà". Allora cominciarono a rattristarsi e a dirgli uno dopo l'altro: "Sono forse io?". Nel Vangelo di Luca, invece le parole sono queste: "Ma ecco, la mano di chi mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell'uomo se ne va, secondo quanto è stabilito; ma guai a quell'uomo dal quale è tradito!". Secondo studi e documenti, Leonardo avrebbe avuto grandi dubbi a trovare il volto perfetto per rappresentare Gesù. La sua attenzione al racconto vangelico è stata talmente grande da portarlo a definire il punto di vista a sei metri d’altezza, come sarebbe stato in realtà per un uomo in una sala posta al secondo piano. Proprio dove, secondo il racconto, si sarebbe trovata la sala nella quale Gesù e gli Apostoli avrebbero consumato insieme l’ultima cena. Posta così in alto (oggi non possiamo cogliere la distanza, visto che il pavimento della sala è stato rialzato), l'opera incantava già all'epoca chiunque la guardasse. Ognuno cercava in quei tredici volti le tracce di un’età, di un carattere e di un sentimento, in quel momento della cena così drammatico.
Secondo le fantasie di Dan Brown, ispirate anche da altri autori di bestseller, questo quadro conterrebbe la prova del matrimonio tra Gesù e Maria Maddalena: la figura alla destra di Gesù, finora considerata San Giovanni, sarebbe infatti la Maddalena.
Non solo. Sarebbe evidente, nel vuoto accanto a Gesù, una grande V, il simbolo del femminino sacro, fortemente presente nell'ultima cena. Inoltre, sarebbe possibile leggere una grande M tra lo sfondo e le figure, iniziale, ovviamente, di Maria Maddalena e quindi ulteriore prova della sua supremazia all’interno del gruppo degli apostoli. Forse le cose non stanno così. Se c'è un vero particolare che non torna è quello di questa mano. Una mano che impugna un coltello e che non si capisce bene a chi appartenga. Per capire meglio dobbiamo entrare nel dipinto. Come può un genio che ha fatto delle misurazioni e delle lunghezze degli arti un punto d'onore, aver dipinto un arto così sproporzionato?
Un braccio mostruoso lungo circa il doppio di qualunque braccio rappresentato nel dipinto nel caso appartenesse ad uno dei volti presenti. E perché questa mano, a questo punto ignota, impugnerebbe proprio un coltello? E se in realtà non appartenesse a nessuno degli apostoli seduti a tavola ma ad uno al momento nascosto? I commensali, in questo caso sarebbero quattordici e non più tredici: ci sarebbe, allora, posto per un'altra persona. E questa volta si che potrebbe essere una donna.

E se Leonardo avesse interpretato alla lettera il Vangelo di Luca, che parla espressamente di una mano, del simbolo stesso del tradimento, del pericolo nascosto? Potrebbe essere la mano l'unica parte che vediamo di Giuda?

Accanto a Cristo, come sa chi conosce le scritture, c'è sempre stata una presenza silenziosa e dolce e che è stata elevata al cielo così come Gesù, prendendo ufficialmente posto accanto a lui nella teologia del cristianesimo. La presenza femminile del Cenacolo di Leonardo, quindi non potrebbe essere che Maria, la madre di Gesù, la donna alla quale è dedicato lo stesso convento di S. Maria delle Grazie e la preghiera più recitata dai cattolici. Una figura fondamentale per il cristianesimo, quella di Maria, la Madonna, la Vergine che Leonardo ha tante volte ritratto. Un volto giovane, con la testa reclinata dolcemente come ricorre spesso nelle tavole a lei dedicate. Basti vedere dipinti come "La vergine delle rocce", "L'adorazione dei Magi" e "Sant'Anna, la Vergine e il Bambino". In ognuno la somiglianza del volto di Maria con quello della figura seduta alla destra di Gesù è sorprendente, lo stesso viso per di più invecchiato, lo stesso sguardo ad occhi bassi, la stessa postura dolce e china . Di tutto si può dire a Leonardo tranne che non sapesse dare mille sfaccettature diverse ad ogni volto, ad ogni espressione. Questo ci fa pensare ancora di più che la somiglianza , quando c'è come in questo caso, non può essere casuale.

Sarebbe questo, allora, il vero segreto di Leonardo da Vinci, una presenza materna accanto al Dio che si è fatto uomo, la donna che lo ha generato immacolata, la donna vicino a lui quando fece il primo miracolo alle nozze di Cana, la donna che lo seguì piangendo lungo la via dolorosa del calvario, la donna che pregò sotto la sua croce, la donna che lo abbracciò nella pietà della morte una volta deposto.

Leonardo ha dipinto un ruolo ancora più importante per colei che più di qualunque altro avrebbe avuto a cuore le sorti di Cristo e della sua chiesa. Una presenza che, e non credo si possa considerare un caso, ricorre anche oggi nelle tante apparizioni in ogni angolo del mondo.

Torniamo però a Leonardo. Vogliamo ora spostarci a Roma, perché lì c’è un ricercatore che ha una strana teoria sui quadri di Leonardo. Mentre ci spostiamo, riviviamo la magia delle sue opere più emozionanti e discusse...
Sono molti i dipinti che meritano i più alti onori, come l'olio su tavola Sant’Anna, la Vergine e il Bambino, il Ritratto di Cecilia Gallerani, più noto come Dama con ermellino - le due versioni de La Vergine delle rocce. E poi il Ritratto di Ginevra de' Benci, ispirato ai vecchi maestri fiamminghi, e la Madonna Benois,conservata all'Ermitage di San Pietroburgo. L'Adorazione dei magi, invece, conservato agli Uffizi, a Firenze, è, con San Gerolamo, uno degli esempi di capolavoro incompiuto che caratterizzano l'opera di Leonardo.
Dipinti uno più bello dell'altro, che da soli basterebbero per decretare la fama di un artista. Ma non è tutto. A tavole ed affreschi si accompagnano infiniti disegni, schizzi e cartoni preparatori, spesso talmente belli da meritare posti di rilievo in importanti pinacoteche. Carte che conservano intatto lo spirito del Leonardo artista e che ci fanno capire quanto fosse ricco il suo animo interiore.

Uomo di Vitruvio Uno dei disegni più famosi al mondo, riprodotto quasi ovunque. Nel Codice da Vinci, viene richiamato dalla terribile posizione assunta dal curatore del Louvre, Jacques Sauniére, durante la morte: nudo, con braccia e gambe divaricate alla maniera del disegno di Leonardo. Ma più interessante è l'accuratezza con la quale Leonardo studia e disegna il corpo umano, codificando le lunghezze degli arti, sia superiori che inferiori. Sappiamo, perché è lui stesso a dirlo, dell'uso per motivi di studio, di cavaderi freschi. A Roma questo uso scientifico dei corpi gli comporterà una denuncia ufficiale per negromanzia…

Vergine delle rocce Sempre al Louvre è conservata una delle due copie della Vergine delle Rocce, un altro quadro a cui allude il Codice da Vinci, confondendo però le posizioni del piccolo Giovanni Battista e di Gesù Bambino, e giungendo, ovviamente a conclusioni arbitrarie e descrivendo le dita della mano della Madonna come artigli di un'aquila, in un gesto minaccioso verso una non bene identificata testa invisibile. Un'altra delle tante forzature del romanzo, che ha fatto perdere, invece, il vero simbolismo delle rocce, legato profondamente a Maria.

Gioconda Uno dei suoi più emozionanti capolavori è senza dubbio la Gioconda. La veridicità dello sguardo languido, i particolari di sopracciglia e bocca, tanto vivida da sembrare non fatta con il colore ma con la vera carne. Secondo gli ultimi studi, infatti, la storia della Gioconda sarebbe ancora tutta da scrivere, e sarebbero ancora incerti il quando, il dove ed il perché dell'opera più famosa del mondo.

Secondo un recentissio studio della neurobiologa statunitense Margaret Livingstone, dell'Università di Harvard, il sorriso della Gioconda sartebbe «un'illusione che appare e scompare a causa della particolare maniera in cui l'occhio umano analizza le immagini». L'occhio umano ha una visione centralizzata, molto buona, per riconoscere i dettagli; e un'altra periferica, molto meno sofisticata, però più adeguata a percepire le ombre. Leonardo dipinse il sorriso di Monna Lisa usando ombre che vediamo molto meglio con la nostra visione periferica. Per questo, per vedere sorridere Monna Lisa bisogna fissare gli occhi della donna o qualunque altra parte del quadro, in modo che le labbra cadano nel campo della visione periferica.

Battaglia d'Anghiari Un altro mistero riguarda poi la Battaglia d'Anghiari, commissionata dal governo fiorentino per ricordare la vittoria sui milanesi del 1440. Un riconoscimento che era anche una sfida, visto che il dipinto avrebbe dovuto trovare posto in una parete della Sala del Gran Consiglio di Palazzo Vecchio, proprio di fronte alla Battaglia di Cascina commissionata al giovane e famoso Michelangelo Buonarroti, l'artista che solo pochi anni più tardi affrescherà la Cappella Sistina. Uno scontro tra titani, verrebbe da dire, se non fosse che nessuna delle due opere è mai stata portata a compimento. Leonardo riuscì solo a trasferire sul muro una parte del cartone che aveva preparato. Il Vasari ricoprì l'opera con un affresco, lasciando però forse un indizio. E' infatti del giugno 2005 l'intenzione da parte di uno studioso italiano di recuperare il perduto dipinto di Leonardo, partendo da una frase riportata in piccolo su di una bandiera "cerca trova" che il Vasari avrebbe inserito al centro del suo affresco. La tesi è che il Vasari, prima di iniziare il suo lavoro, abbia costruito un'intercapedine, per non sovrapporsi con il dipinto di Leonardo. Basterebbe quindi una scansione radar ed una termografica per rilevare il punto esatto dove fare un piccolo foro per far passare una sonda con microtelecamera per svelare un mistero artistico che dura ormai da secoli.

Insomma i misteri sono tanti e la ricerca tra i simboli di Leonardo rimane aperta e suggestiva.
Il vero mistero che circonda Leonardo è la sua attività febbrile, la sua incapacità di fermarsi, la quantità di opere, idee e progetti messi in atto o solo sognati. Tutto parte dalla curiosità, dall'osservazione attenta e appassionata della natura e del mondo che ci circonda. Un uomo in grado di concepire domande in cerca di risposta. Un sogno che ancora vive e che, a noi di Voyager, piace sposare...
Immagine
Avatar utente
Promentory1985
:: Madferit Storico ::
:: Madferit Storico ::
 
Messaggi: 19567
Iscritto il: lun nov 11, 2002 8:58 pm
Località: Norcia(Pg) - Perugia
Album Oasis: (What's the story?) morning glory
Tifo per: SS Lazio 1900

Messaggioda eddie il mer nov 30, 2005 6:51 pm

.
Ultima modifica di eddie il mar mag 25, 2010 9:45 pm, modificato 1 volta in totale.
.
eddie
:: Madferit Indiscutibile ::
:: Madferit Indiscutibile ::
 
Messaggi: 5099
Iscritto il: gio ott 09, 2003 2:38 pm
Località: Roma Parioli

Messaggioda Promentory1985 il mer nov 30, 2005 8:38 pm

;) ;)
Immagine
Avatar utente
Promentory1985
:: Madferit Storico ::
:: Madferit Storico ::
 
Messaggi: 19567
Iscritto il: lun nov 11, 2002 8:58 pm
Località: Norcia(Pg) - Perugia
Album Oasis: (What's the story?) morning glory
Tifo per: SS Lazio 1900

Messaggioda Promentory1985 il gio dic 08, 2005 6:03 pm

martedi hanno parlato del priorato di sion.

IL PRIORATO DI SION

Una società segreta che da mille anni veglia su un terribile segreto. Una società che per secoli ha potuto contare sul potere dei Cavalieri templari e poi sull'appoggio di grandi artisti e pensatori che si sono succeduti alla sua guida. Stiamo per entrare nel mistero del Priorato di Sion.Ieow Ming Pei. Nel Codice Da Vinci si sostiene che i pannelli di vetro che la compongono siano 666, il numero della bestia. Il che rileverebbe il carattere esoterico di quest'opera.

Immagine

In realtà Brown si è ispirato ad una leggenda urbana che circolava a Parigi 20 anni fa. Ma se non sono 666 allora quanti? Sul loro esatto numero circolano in effetti diverse cifre. Secondo il Louvre sono 673 mentre per lo studio dell'architetto Pei sono 698... Certo non siamo lontani dal numero 666... E' da qui, comunque, che il protagonista del Codice, lo studioso di simbologia Robert Langdon, viene introdotto nottetempo nel museo... al cui interno è appena avvenuto qualcosa di raccapricciante.

Jacques Sauniere, curatore del Louvre, viene braccato e assassinato da un inquietante killer albino. In punto di morte Sauniere si rende conto che con lui sparisce l'ultimo custode di un terribile segreto. Poche ore dopo gli uomini di guardia trovano il corpo nudo e senza vita di Sauniere. Il corpo è disposto alla stessa maniera dell'uomo vitruviano di Leonardo Da Vinci. L'uomo, prima di morire, si è disegnato un pentacolo sul petto con il proprio sangue.

Immagine

Con il proseguire della vicenda scopriamo che Sauniere era l'ultimo Gran Maestro di una setta chiamata il Priorato di Sion. Una società segreta creata nel 1099 da Goffredo da Buglione, il re francese a capo delle crociate. Goffredo creò il priorato, e il suo braccio militare visibile, i templari, con lo scopo di rinvenire e conservare importanti documenti celati da tempo tra le rovine del tempio di Salomone a Gerusalemme.

E già qui ci sono alcuni problemi. Infatti Goffredo di Buglione, o meglio Godefroy de Bouillon, non era Re di Francia, ma un semplice Duca, e non era a capo delle crociate, ma solo uno dei suoi condottieri. Inoltre morì nel 1100, appena un anno dopo la conquista di Gerusalemme. E l'ordine templare viene creato ben diciannove anni dopo. Comunque vediamo come prosegue il Codice Da Vinci...

I templari trovarono effettivamente qualcosa nel sottosuolo del tempio. Qualcosa che mantennero celato in cambio di onori e ricchezze. Quando i templari furono soppressi, nel 1307, il Priorato di Sion ritornò nella più completa clandestinità, e da allora, per tutti questi secoli, prosegue nella sua missione originaria: vegliare sul più grande segreto di tutti i tempi: il segreto del Santo Graal.

Nel Codice, Dan Brown ci spiega cos'è il Graal e anche dove sarebbe attualmente nascosto. Un fatto non da poco visto che l'oggetto è stato, per secoli, al centro di innumerevoli ricerche e congetture. Sicuramente la rivelazione sulla vera natura del Graal è la parte del romanzo che più di tutte ha scatenato polemiche e controversie. Ma aspettiamo ancora prima di raccontarvela. Prima dobbiamo concentrarci sulla misteriosa setta di cui Sauniere sarebbe stato l'ultimo membro, il Priorato di Sion. In Francia come in Italia il Codice da Vinci è stato un bestseller da milioni di copie. La prima pagina del Codice da Vinci si apre con una notazione di carattere legale, abbastanza tipica: "Questo libro è opera di fantasia, ecc.." Ma se andiamo avanti di qualche pagina abbiamo una ulteriore precisazione. Tutto il libro è opera di fantasia tranne per una cosa. Mentre a pagina quattro si dichiara che il romanzo è pura opera di fantasia, a pagina nove si sottolinea che però alcuni brani sono basati su fatti reali tra cui il priorato di Sion, definito come "una setta realmente esistente". In Italia intorno a questa frase è scoppiato un piccolo giallo. Nelle prime edizioni era a pagina nove. Nelle edizioni successive la pagina nove è rimasta desolatamente bianca. Ma dopo le proteste del pubblico e le accuse di censura, la frase sul Priorato è stata nuovamente reinserita.

Quindi l'esistenza del Priorato di Sion è l'unica cosa di cui Dan Brown si professa assolutamente sicuro. Al punto da metterlo per iscritto. Ma da dove deriva tanta sicurezza? Ma sentiamo le sue ragioni...

Nel Codice ci viene fornito l'intero elenco dei grandi maestri che si sono avvicendati alla guida del Priorato. Si parte dal 1188 per arrivare fino ai nostri giorni. Tra i grandi maestri vengono annoverati nomi come Leonardo Da Vinci e Isaac Newton. L'elenco sarebbe contenuto in un documento chiamato: Les Dossiers Secrets: I Dossier segreti. Numero 4 - Lm1 249. Questo numero indica la collocazione dei Dossier nell'archivio della biblioteca Nazionale di Francia. I Dossier sono quindi un documento realmente esistente. Talmente segreti questi dossier che ne viene anche fornita la collocazione bibliografica! I Dossier sarebbero conservati qui alla Bibliothèque National di Parigi, una delle più prestigiose istituzioni culturali francesi. Vediamo se è vero...

I Dossier Secrets risultano compilati da un genealogista chiamato Henri Lobineau e con ogni probabilità furono depositati alla Bibliothèque National nel 1967. Nei Dossier è effettivamente contenuto l'elenco dei gran maestri del Priorato di Sion. Inoltre vengono riportate le genealogie segrete dei discendenti dei Merovingi, la prima dinastia regale di Francia. L'autore dei Dossier dichiarava di aver utilizzato come fonti delle antiche pergamene. Pergamene di cui però non vi è traccia alla Bibliothèque National. Ma chi era veramente Henri Lobineau?

In realtà il genealogista Henry Lobineau non è mai esistito. Ma dietro lo pseudonimo si nascondeva Pierre Plantard, un personaggio davvero particolare e sicuramente molto fantasioso. Vediamo di saperne di più. Pierre Plantard era un fervente monarchico, antisemita e appassionato di esoterismo. Durante la II Guerra Mondiale Plantard sostenne il governo collaborazionista del Maresciallo Petain. Scrisse personalmente a Petain per metterlo in guarda da ipotetiche cospirazioni giudaico-massoniche. Per tutta risposta fu incarcerato dagli occupanti nazisti per aver fondato, senza permesso, due organizzazioni di stampo ultranazionalistico. Un rapporto di polizia lo definisce un "millantatore" che vanta inesistenti amicizie con persone importanti. Nel dopoguerra si trasferì in Savoia ma continuò alacremente a frequentare e a fondare associazioni a carattere esoterico. Negli anni 1960, si autoproclamò discendente dei Merovingi e quindi potenziale pretendente al trono di Francia. Discendenza confermata appunto dalle genealogie contenute nei Dossier Secrets. In seguito confesso le sue falsificazioni. Morì nel 2000 a Parigi dove si fece cremare. Chi volesse fare ulteriori controlli sull'origine del Priorato di Sion può recarsi nella città di St Julien, ridente località della Savoia. Ancor oggi si può andare alla prefettura e visionare la richiesta di autorizzazione con cui Plantard e altri amici chiedevano il permesso di fondare l'associazione culturale chiamata Priorato di Sion. Il documento è datato 1956 ed è firmato dallo stesso Plantard. Il nome dell'associazione deriva dal vicino monte di Sion ma è anche un riferimento ad un piccolo ordine di monaci che esisteva in Terrasanta ai tempi delle crociate. La comunità si chiamava l'abbazia di Nostra Signora di Sion ma sparì senza lasciare traccia con la cacciata dei crociati dalla Palestina.

Insomma, siamo partiti da una società segretissima e antica di secoli, che avrebbe avuto come membri Leonardo e Newton. Adesso scopriamo che invece il potentissimo Priorato ha dovuto richiedere l'autorizzazione alla locale prefettura? Ne abbiamo abbastanza per dire che i Dossier Secret sono dei falsi. Ma la vicenda del Priorato di Sion non è finita. Manca un tassello essenziale. E si trova in una località situata a un migliaio di chilometri a sud di Parigi. Di che luogo si tratta? Il nome che Dan Brown ha dato al curatore del Louvre, Sauniere, non vi fa venire in mente qualcosa?

Nel 1885 Berenger Saunieré diventò il nuovo parrocco di un piccolo villaggio francese vicino al confine con la Spagna: Rennes Le Chateau. Lo sperduto villaggio aveva vissuto in passato momenti più gloriosi. La zona era considerata sacra al tempo dei celti; vi sorgeva una città di 30.000 abitanti sotto i Visigoti e i templari vi avevano costruito alcune fortezze. Nel 1891 l'energico e ambizioso Saunière decise di restaurare la piccola chiesa locale, consacrata a Maria Maddalena. Durante uno di questi lavori, Saunieré, insieme a due operai, rinvenne qualcosa all'interno di un antico pilastro visigoto. Forse alcune pergamene. Da quel momento la vita del prete sarebbe cambiata per sempre.

Immagine

Completati i restauri della parrocchia, Saunière spese enormi quantità di denaro per costruire una serie di costruzioni tra cui una villa, dei giardini, una balconata panoramica, una torre-biblioteca e una serra per gli animali esotici. Secondo alcuni calcoli Saunière avrebbe speso qualcosa cifre pari a due milioni di euro di oggi. Inoltre sembra che alcuni illustri e influenti personaggi, tra cui l'arciduca Giovanni d'Asburgo, cugino dell'imperatore d'Austria incominciassero a frequentare Rennes Le Chateau.

Lo straordinario tenore di vita del Saunieré non passò inosservato e, dopo un lungo braccio di ferro, il vescovo locale sospese il parroco dalle funzioni sacerdotali.

Saunieré morì di infarto nel 1917 lasciando dietro di se parecchi misteri. Aveva veramente ottenuto onori e ricchezza? E come? Qualcuno parlò di un giro di vendite di messe per corrispondenza. Oppure il prete aveva veramente scoperto qualcosa durante gli scavi.

A Pierre Plantard e i suoi amici mancava ancora qualcosa. Avevano creato una società segreta dal nome suggestivo e ne avevano ricostruita la storia creando dei falsi documenti. Ma mancava un tocco essenziale per rendere davvero interessante la vicenda del Priorato di Sion. Mancava un tesoro nascosto. Ma un giorno Plantard seppe di quanto era successo a Rennes Le Chateau e se ne appropriò.

Plantard contattò lo scrittore Gérard de Sède a cui fornì la propria interpretazione del mistero di Rennes Le Chateau. Nel 1967, De Séde pubblicò L'or de Rennes. Nel libro si ipotizzava del ritrovamento da parte di Sauniere di alcune antiche pergamene. Documenti che facevano riferimento ad un tesoro che apparteneva al priorato di Sion e all'ultimo discendente dei merovingi, il cui corpo sarebbe stato appunto nascosto nel sottosuolo dell'abbazia di Rennes Le Chateau.

Quindi Plantard ha cercato di apporre il sigillo del priorato di Sion sulle strane vicende del parocco Sauniere. E per qualche tempo l'impresa è anche riuscita. Ma ora anche i più convinti sostenitori del carattere misterioso della chiesa di Rennes Le Chateau non danno più credito ai Dossiers Secrets e all'ipotesi del Priorato. Da tempo gli studiosi di Rennes concordano che la storia del Priorato sia un falso, o meglio una beffa ben architettata. Tutti tranne Dan Brown che è caduto in pieno nella montatura sapientemente costruita 50 anni fa da Plantard.

Evidentemente lo scrittore americano è incappato negli scritti dei Plantard e dai suoi amici. E avendo sentito dei Dossier Secret conservati alla Bibliothèque National non si è preoccupato verificarne la credibilità di questi documenti. Se si fosse informato solo un poco avrebbe evitato di spacciare come dato di fatto un plateale falso. Ed avrebbe evitato di prendere un abbaglio colossale. Prima di concludere vi avevamo preannunciato di rivelarvi cosa racconta il Codice da Vinci sulla natura del Graal. Una teoria, che pur inserita nel contesto di un romanzo di fiction ha suscitato una marea di polemiche. E ora capirete perché. Ma lasciamo che siano le stesse parole di Dan Brown a rivelarci cos'è il Graal....

"Non che cosa è... Ma piuttosto chi è. Il sacro graal non è una cosa. In realta è una persona".

Sauniere (stiamo parlando del personaggio del codice, non il vero abate Sauniere, naturalmente), prima di morire disegna un pentacolo sul petto. Anticamente non un simbolo satanico ma simbolo del femminino sacro. Si tratta di un riferimento alla persona che porterebbe nel suo grembo il Graal. Il contenitore del Graal è in realtà una donna e il Graal sarebbero i figli nati dalla sua unione con Gesù Cristo. Stiamo parlando di Maria Maddalena! Beh per molti è stato davvero troppo... E anche per noi è davvero troppo...
Avatar utente
Promentory1985
:: Madferit Storico ::
:: Madferit Storico ::
 
Messaggi: 19567
Iscritto il: lun nov 11, 2002 8:58 pm
Località: Norcia(Pg) - Perugia
Album Oasis: (What's the story?) morning glory
Tifo per: SS Lazio 1900

Messaggioda The Shield il gio dic 08, 2005 6:25 pm

Sempre interessante

MA io continuo a pensare che il codice da Vinci sia un libro scomodo per la Chiesa... Il vaticano potrebbe anche aver insabbiato tante cose...
Conosco della gente che ci crede davvero... anche se dicono che il codice sia una semplificazione eccessiva
Non so come mai si sia scatenata questa "guerra" contro il libro... Poi siamo sicuri che tutto quello che leggiamo è vero?
Immagine
Avatar utente
The Shield
:: Madferit Storico ::
:: Madferit Storico ::
 
Messaggi: 17848
Iscritto il: ven set 17, 2004 10:30 am
Località: Fano
Song Preferita Oasis: hello
Album Oasis: (What's the story?) morning glory
Tifo per: Milan,Ferrari,Rossi,Federer
Film: 007 (tutti)

Messaggioda Promentory1985 il gio dic 08, 2005 6:48 pm

a 2 anni di distanza si puo arrivare ad affermare delle cose che probabilmente quando uscì il Codice era impossibile poichè non c'erano tutti gli elementi per poter compiere analisi approfondite.
ora, dopo essere stati bombardati da libri specializzati, guide al Codice da Vinci, programmi tv, articoli su riviste specializzate ecc. si puo benissimo arrivare a conclusione che molti degli argomenti trattati sono falsi o cmq provenienti da leggende che non hanno in realtà mai avuto troppo credito.
tra queste c'è sicuramente il Priorato di Sion.
interessanti sono gli sviluppi riguardanti il simbolismo.

la Chiesa si è sempre scagliata contro questo libro perchè è giusto che la infastidisca e con il succeso che ha avuto molta gente puo prenderlo per una nuova bibbia quando è solo un romanzo.
Avatar utente
Promentory1985
:: Madferit Storico ::
:: Madferit Storico ::
 
Messaggi: 19567
Iscritto il: lun nov 11, 2002 8:58 pm
Località: Norcia(Pg) - Perugia
Album Oasis: (What's the story?) morning glory
Tifo per: SS Lazio 1900

PrecedenteProssimo

Torna a Chat

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 47 ospiti

cron