Chi sono i montagnards, la popolazione dell'altopiano centrale vietnamita vittima del feroce regime di Hanoi
Alla metà del Ventesimo secolo, la popolazione dei montagnards contava 3 milioni di persone. Oggi si contano solo poche centinaia di migliaia di sopravvissuti. E' questo il risultato di una campagna di persecuzione, un vero e proprio genocidio condotto dal regime Vietnamita nei confronti del Popolo delle montagne.
Il partito radicale transnazionale, ha concesso a Kok Ksor, un leader in esilio del popolo dei montagnards, la possibilità di prendere la parola davanti alla Commissione diritti umani dell'Onu a Ginevra, suscitando le ire del regime di Hanoi che ha inoltrato una protesta formale contro il PR. Il prossimo passo dei vietnamiti sarà probabilmente l'interessamento del comitato per le Ong dell'Ecosoc che si riunirà nei prossimi giorni.
Chi sono i Montagnards
Montagnard, vuol dire "montanari", dal francese, ma questa popolazione che vive negli altopiani centrali chiama se stessa "Degar", figli delle montagne. I Montagnard, però, non sono sempre stati sulle montagne, e sull'altopiano furono costretti a trasferirsi progressivamente a seguito dell'avanzata dell'invasione dei popoli vietnamita e Cham, fino al XVII secolo quando i montagnard furono definitivamente confinate sulle montagne. Prima del XX secolo, però, i vietnamiti non estesero mai il controllo sugli altopiani abitati dai Montagnards.
Nel periodo della colonizzazione francese, iniziata nel 1855, fu riconosciuto al popolo Montagnard il diritto a vivere sugli altopiani e nel 1946 si giunse a formalizzare l'esistenza di una nazione, chiamata "Pays Montagnards du Sud Indochinois", paese dei Montagnard dell'Indocina del sud.
Le guerre d'Indocina
Con la fine del colonialismo francese nel 1955 i Vietnamiti, presero il controllo della regione e trovarono per i Montagnard l'appello di "Moi", cioè "selvaggi" e cominciarono a perseguitarli, negando loro ogni diritto.
In particolare, l'invasione degli altopiani da parte dei vietnamiti fu dovuta allo scoppio delle guerre che coinvolsero l'Indocina: nelle zone montuose l'esercito vietnamita trovava rifornimenti e un pressochè impenetrabile rifugio.
Dalle guerre è cominciata una estensiva adozione di politiche di assimilazione forzata e un vero e proprio genocidio nei confronti del "popolo delle montagne".
La resistenza
Al fianco dei francesi nella prima guerra d'Indocina e degli americani nella seconda per resistere all'oppressione vietnamita, tra i montagnards sorse sin dal 1957 un movimento chiamato Bajaraka, che chiedeva pacificamente l'autonomia, Il governo sud-vietnamita, però, represse brutalmente il movimento e imprigionò i leader.
Durante la seconda guerra di Indocina, 40.000 montagnards si arruolarono a fianco degli americani e tra le popolazioni delle montagne si formò una nuova resistenza, chiamata FULRO (Fronte unificato di lotta di razze oppresse), insidiata in Cambogia, con lo scopo di lottare contro il governo sud-vietnamita, per conquistare l'autonomia delle terre dell'altopiano centrale vietnamita.
Dopo la fine della guerra il Fronte ha continuato la sua resistenza militare fino al 1992, quando gli ultimi 400 membri furono consegnati alle Nazioni Unite.
Oggi la battaglia per la libertà e l'autonomia del popolo dei Montagnards è guidata da Kok Ksor, leader della Montagnard Foundation con sede negli Usa, organizzazione che ha definitivamente scelto la strada della nonviolenza per la difesa dei diritti umani.
Nello scroso dicembre, infatti, Kok Ksor ha guidato il proprio popolo nell'adesione allo sciopero della fame, al Satyagraha mnondiale promosso dal Partito Radicale transnazionale per l'ingresso delle donne afgane nel governo provvisorio di Kabul.
Le manifestazioni del 2001 e la repressione vietnamita
Nel febbraio 2001 il Vietnam è stato teatro di proteste massicce tra le più imponenti dalla riunificazione del paese nel 1975. Molti militanti dei Montagnard hanno lanciato numerose manifestazioni pubbliche, reclamando l'indipendenza, il ritorno alle loro terre ancestrali e alla libertà religiosa.
Le autorità vietnamite, che da molto tempo stavano sorvegliando gli sviluppi politici all'interno della regione dei Montagnards, hanno cominciato a rispondere in maniera aggressiva: migliaia di poliziotti e di soldati per far disperdere i manifestanti e nelle settimane successive, le autorità hanno proceduto all'arresto di un centinaio di Montagnards, ricorrendo a volte anche alla tortura per ottenere la confessione dei soggetti sospettati di aver partecipato all'organizzazione delle manifestazioni. Dirigenti religiosi e politici locali sono stati condannati alla prigione, alcuni fino a 12 anni di carcere.
Le violazioni gravi riscontrate da Human Right Watch
Solo in relazione alla repressione delle manifestazioni del 2001, sono state documentate gravissime violazioni dei diritti umani ai dannii della popolazione dei montagnards: arresti, detenzione e interrogatori arbitrari, torture della polizia, e più in generale ripetute violazioni dei diritti alla libertà religiosa, restrizioni sui viaggi; rimpatri forzosi di coloro che avevano cercato di fuggire nella vicina Cambogia. Tutto questo è denunciato con forza in un rapporto di Human Right Watch.
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dove sono i pacifisti girotondini con le bandiere della pace?