SE IO FOSSI...

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Messaggioda Il Lord il ven set 30, 2005 8:13 am

la gente povera nn deve esistere :!:
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...certuni sarebbero saggi,se non fossero persuasi di esserlo!
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Messaggioda The Shield il ven set 30, 2005 9:53 am

decisamente non le dicono...

la cultura (se cosi si puo definire) è in mano ai rossi
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Messaggioda Alex il ven set 30, 2005 11:11 am

The Shield ha scritto:decisamente non le dicono...

la cultura (se cosi si puo definire) è in mano ai rossi


Se a destra ci fossero più intellettuali forse ti lamenteresti meno.. ti sei mai chiesto perché non è così? :lol:
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Messaggioda The Shield il ven set 30, 2005 11:21 am

perche a destra si perde poco tempo in demagogia e chiacchiere da filosofi falliti... professori comunisti, libri comunisti, è incredibile che si debba studiare cosi. E piu continuo a studiare peggio è... ho avuto un professore di diritto del lavoro che sarebbe stato ministro ai tempi di Lenin in russia... e solo per dire l' ultimo...
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Messaggioda Alex il ven set 30, 2005 11:23 am

The Shield ha scritto:perche a destra si perde poco tempo in demagogia e chiacchiere da filosofi falliti...


Ahahahahah... che perla, sarebbe da incorniciare, non dico altro.. :lol:
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Messaggioda Promentory1985 il ven set 30, 2005 12:02 pm

gius ha scritto:Il liberalismo fra fascismo, comunismo e azionismo
Intervista a Ernesto Galli della Loggia


Nel corso delle sue ricerche, lei ha potuto consultare gli archivi sovietici, adesso aperti agli studiosi. L'apertura degli archivi ha consentito un nuovo livello di conoscenza della realtà del terrore staliniano. Negli anni Settanta c'era molta polemica tra gli storici occidentali circa le dimensioni raggiunte dalla repressione degli oppositori e dei gruppi sociali antagonisti: alle tesi di Robert Conquest, che valutava le vittime del terrore in quasi venti milioni, si contrapponevano storici come J. Arch Getty, che definivano Conquest un "cold-warrior" e ridimensionavano radicalmente le cifre, congetturando solo alcune migliaia di vittime. Qual è adesso lo stato del dibattito?
Direi che dibattito oggi c'è e non c'è. Un dibattito in Russia c'è stato dopo che fu pubblicata la traduzione del libro di Robert Conquest, Il Grande Terrore. Lo riassume il giovane storico russo Oleg Chlevnjuk in Stalin e la società sovietica negli anni del terrore. Ci sono state varie commissioni, che hanno cercato e trovato dei documenti: ma la documentazione resta purtroppo incompleta. Solo negli ultimi anni gli storici, russi e stranieri, sono potuti entrare negli archivi; e lo stato degli archivi - lo posso confermare personalmente - è caotico. Molti documenti sono stati distrutti. Molti in particolare sono stati distrutti nel '41 durante l'avanzata tedesca. E il vero problema è come interpretare i documenti rimasti. Per esempio, ci sono dei documenti che dimostrano che, solo durante il Grande Terrore, cioè tra la metà del 1937 e la metà del 1938, ci furono 700.000 persone fucilate in seguito a sentenza emessa da un tribunale. In poco meno di un anno: si tratta dunque di duemila esecuzioni al giorno in media, senza giorni festivi! Altri documenti provano che nello stesso periodo 300.000 persone morirono durante gli interrogatori a causa delle torture. Poi ci furono i condannati alla reclusione nei campi. In essi la mortalità era estremamente alta: 30%, 50% dei reclusi, nessuno può dirlo con precisione. I morti comunque furono milioni. E quando si arriva a queste cifre, aggiungere un milione o togliere un milione, è irrilevante: in linea di principio il problema non cambia.
Prima dell'apertura degli archivi, d'altra parte, tutte le stime erano solo congiunturali ...
Il fatto è che si mettevano nel computo non solo le vittime del Grande Terrore, ma anche quelle della collettivizzazione forzata, della dekulakizzazione, della carestia in Ucraina del 1932-33. Non tutti questi dati sono valutabili esattamente, e, come dicevo, di fronte ai milioni di morti, il problema di principio non cambia.

È accertato il fatto che la carestia del 1932-33, che colpì soprattutto l'Ucraina causando forse sei milioni di morti, fu artificialmente provocata dal governo staliniano per stroncare la resistenza dei contadini alla collettivizzazione?
È difficile dirlo. Gli storici di lingua inglese direbbero che il fenomeno fu overdetermined, determinato dal concorso di molti fattori. L'Ucraina aveva il numero più alto di contadini agiati: era infatti una zona particolarmente adatta all'agricoltura. Perciò era inevitabile che, al momento in cui lo Stato dichiarava tali cittadini nemici del popolo, l'Ucraina fosse colpita più duramente. Ci fu un'azione deliberata per fermare i contadini colpiti dalla carestia. E inoltre il governo sovietico rispettò tutti gli impegni di fornitura di grano che aveva preso con paesi stranieri, malgrado potesse benissimo utilizzare il grano per sfamare la popolazione colpita dalla carestia. Perciò c'è un problema di definizione delle parole, quando ci si chiede se la carestia fu deliberatamente provocata. Certo non ci sono documenti che manifestino esplicitamente la decisione di affermare questa o quella parte del paese. Ma se leggiamo il bellissimo libro di Vasilij Grossman Tutto scorre, comprendiamo come la cosa fu organizzata.
Ci sono storici ucraini che hanno parlato addirittura di un intento genocida di Stalin nei confronti del loro popolo.
Krusciov una volta disse che Stalin, se avesse potuto, avrebbe deportato tutti gli ucraini, e che non lo fece solo perché erano troppi. Che perciò si limitò a deportare piccoli popoli come i ceceni e i tartari di Crimea. Intento genocida? È difficile dirlo, ma non credo. Non dobbiamo neppure soffermarci troppo sulla psicologia del dittatore. Amava o non amava gli ucraini? Amava o non amava gli ebrei? Il punto è che certi gruppi si trovarono a essere di ostacolo per i progetti di Stalin e dello Stato, perciò furono dichiarati nemici del popolo. Difficile dire quale peso avesse l'elemento etnico nella persecuzione


Le dicono ste cose nei libri di storia?? Non credo proprio...


come è saggio galli della loggia, il mio futuro professore :)
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Messaggioda Promentory1985 il ven set 30, 2005 12:25 pm

Alex ha scritto:
The Shield ha scritto:decisamente non le dicono...

la cultura (se cosi si puo definire) è in mano ai rossi


Se a destra ci fossero più intellettuali forse ti lamenteresti meno.. ti sei mai chiesto perché non è così? :lol:


ti sei mai chiesto invece come mai nei regimi "rossi" gli intellettuali non esistevano/esistono ed erano/sono costretti a fuggire?
gli intellettuali a destra ci sono eccome e ci sono sempre stati... guarda il fascismo, un regime in cui l'intellettuale, specialmente se aderente al regime, è stato sempre esaltato dalle prospettive mussoliniane.
mentre invece guarda la russia, cuba, la cina: emigrano tutti perchè li c'è spazio solo per un freddissimo razionalismo di essere attaccati alla poltrona e di comandare senza mezze misure, fregandosene del popolo e pensando solo ai propri interessi.
la cultura è palesemente influenzata, parlo del caso italiano, da un antifascismo esasperato all'inverosimile dalla sinistra, che ne ha sempre fatto il suo pane quotidiano e lo sempre usato contro la destra.
è un paradosso che qui in Italia c'è paura d riconoscere che 20 anni di fascismo (non scordiamoci che l'Italia fino alla prima guerra mondiale era quasi terzo mondo) hanno messo le basi per fare del nostro paese uno dei piu potenti della terra, mentre in un paese coem la russia si celebra, con cadenza regolare e con manifestazioni oceaniche, la figura di uno come stalin che ha contribuito in maniera forte alla povertà di quello stato.
ora dite quello che cazzo vi pare, che sono un matto perchè dico cose fuori dalla norma, ma non me ne frega una minchia.
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Messaggioda Alex il ven set 30, 2005 1:18 pm

Il fascismo è quanto di più pericoloso ci sia mai stato (come tutti i regimi di qualsiasi colore, per motivi fin troppo ovvi), e le basi dello sviluppo di cui parli mi pare sbagliato cercarle nei presunti meriti del fascismo.. ah già ma mi dimentico sempre che io ho studiato su libri scritti da noti comunisti come Antonio Brancati e che i miei prof sono stati Armando Cossutta ed Enrico Berlinguer... :lol:
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Messaggioda Promentory1985 il ven set 30, 2005 1:39 pm

Alex ha scritto:Il fascismo è quanto di più pericoloso ci sia mai stato (come tutti i regimi di qualsiasi colore, per motivi fin troppo ovvi), e le basi dello sviluppo di cui parli mi pare sbagliato cercarle nei presunti meriti del fascismo.. ah già ma mi dimentico sempre che io ho studiato su libri scritti da noti comunisti come Antonio Brancati e che i miei prof sono stati Armando Cossutta ed Enrico Berlinguer... :lol:


ti ricordo ancora che l'Italia era il terzo mondo prima dell'avvento del fascismo e i regimi, sia autoritari che totalitari hanno condizionato molto la storia dei rispettivi paesi, gettando le basi per un futuro roseo.

secondo te è solo un caso che nazioni come Italia, Germania, Spagna sono tra le piu potenti del mondo, mentre Cina, Russia, Cuba, tutte le nazioni dell'ex unione sovietica ecc. sono molto povere e arretrate? secondo me no...
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Messaggioda Alex il ven set 30, 2005 1:43 pm

Le provi tutte.. :lol:

Alla fine della seconda guerra mondiale tutte le "basi" messe su dai regimi di cui parli erano leggermente alla frutta..
E cmq io non difendo mica i regimi comunisti, anzi.
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