Laura, 6 anni

Qui si può chattare e quindi parlare di qualsiasi cosa possibile ...quindi non solo musica ..VIETATO LO SPAM INUTILE, TOLLERANZA 0

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Messaggioda mattiamod il ven set 16, 2005 6:35 pm

sapete xchè al sud c'è meno razzismo?
perchè nn restano lì,quando sbarcano rompono i coglioni al nord
e poi cmq la storia d sopra è 1 cosa a parte
mattiamod
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Messaggioda BornOnDifferentCloud il ven set 16, 2005 6:38 pm

[Il Manifesto degli scienziati razzisti venne pubblicato sul numero uno della rivista "La difesa della razza" il 5 agosto 1938]

1. Le razze umane esistono.
La esistenza delle razze umane non è già una astrazione del nostro spirito, ma corrisponde ad una realtà fenomenica, materiale, percepibile con i nostri sensi. Questa realtà è rappresentata da masse, quasi sempre imponenti di milioni di uomini simili per caratteri fisici e psicologici che furono ereditati e che continuano ad ereditarsi. Dire che esistono le razze umane non vuol dire a priori che esistono razze umane superiori o inferiori, ma soltanto che esistono razze umane differenti.

2. Esistono grandi razze e piccole razze.
Non bisogna soltanto ammettere che esistano i gruppi sistematici maggiori, che comunemente sono chiamati razze e che sono individualizzati solo da alcuni caratteri, ma bisogna anche ammettere che esistano gruppi sistematici minori (come per es. i nordici, i mediterranei, i dinarici, ecc.) individualizzati da un maggior numero di caratteri comuni. Questi gruppi costituiscono dal punto di vista biologico le vere razze, la esistenza delle quali è una verità evidente.

3. Il concetto di razza è un concetto puramente biologico.
Esso quindi è basato su altre considerazioni che non i concetti di popolo e di nazione, fondati essenzialmente su considerazioni storiche, linguistiche, religiose. Però alla base delle differenze di popolo e di nazione stanno delle differenze di razza. Se gli Italiani sono differenti dai Francesi, dai Tedeschi, dai Turchi, dai Greci, ecc., non è solo perché essi hanno una lingua diversa e una storia diversa, ma perché la costituzione razziale di questi popoli Ë diversa. Sono state proporzioni diverse di razze differenti, che da tempo molto antico costituiscono i diversi popoli, sia che una razza abbia il dominio assoluto sulle altre, sia che tutte risultino fuse armonicamente, sia, infine, che persistano ancora inassimilate una alle altre le diverse razze.

4. La popolazione dell'Italia attuale è nella maggioranza di origine ariana e la sua civiltà ariana. Questa popolazione a civiltà ariana abita da diversi millenni la nostra penisola; ben poco è rimasto della civiltà delle genti pre-ariane. L'origine degli Italiani attuali parte essenzialmente da elementi di quelle stesse razze che costituiscono e costituirono il tessuto perennemente vivo dell'Europa.

5. E' una leggenda l'apporto di masse ingenti di uomini in tempi storici.
Dopo l'invasione dei Longobardi non ci sono stati in Italia altri notevoli movimenti di popoli capaci di influenzare la fisionomia razziale della nazione. Da ciò deriva che, mentre per altre nazioni europee la composizione razziale è variata notevolmente in tempi anche moderni, per l'Italia, nelle sue grandi linee, la composizione razziale di oggi è la stessa di quella che era mille anni fa: i quarantaquattro milioni d'Italiani di oggi rimontano quindi nella assoluta maggioranza a famiglie che abitano l'Italia da almeno un millennio.

6. Esiste ormai una pura "razza italiana".
Questo enunciato non è basato sulla confusione del concetto biologico di razza con il concetto storico-linguistico di popolo e di nazione ma sulla purissima parentela di sangue che unisce gli Italiani di oggi alle generazioni che da millenni popolano l'Italia. Questa antica purezza di sangue è il più grande titolo di nobiltà della Nazione italiana.

7. E' tempo che gli Italiani si proclamino francamente razzisti.
Tutta l'opera che finora ha fatto il Regime in Italia Ë in fondo del razzismo. Frequentissimo è stato sempre nei discorsi del Capo il richiamo ai concetti di razza. La questione del razzismo in Italia deve essere trattata da un punto di vista puramente biologico, senza intenzioni filosofiche o religiose. La concezione del razzismo in Italia deve essere essenzialmente italiana e l'indirizzo ariano-nordico. Questo non vuole dire però introdurre in Italia le teorie del razzismo tedesco come sono o affermare che gli Italiani e gli Scandinavi sono la stessa cosa. Ma vuole soltanto additare agli Italiani un modello fisico e soprattutto psicologico di razza umana che per i suoi caratteri puramente europei si stacca completamente da tutte le razze extra-europee, questo vuol dire elevare l'italiano ad un ideale di superiore coscienza di se stesso e di maggiore responsabilità.

8. E' necessario fare una netta distinzione fra i Mediterranei d'Europa (Occidentali) da una parte gli Orientali e gli Africani dall'altra.
Sono perciò da considerarsi pericolose le teorie che sostengono l'origine africana di alcuni popoli europei e comprendono in una comune razza mediterranea anche le popolazioni semitiche e camitiche stabilendo relazioni e simpatie ideologiche assolutamente inammissibili.

9. Gli ebrei non appartengono alla razza italiana.
Dei semiti che nel corso dei secoli sono approdati sul sacro suolo della nostra Patria nulla in generale Ë rimasto. Anche l'occupazione araba della Sicilia nulla ha lasciato all'infuori del ricordo di qualche nome; e del resto il processo di assimilazione fu sempre rapidissimo in Italia. Gli ebrei rappresentano l'unica popolazione che non si Ë mai assimilata in Italia perché essa è costituita da elementi razziali non europei, diversi in modo assoluto dagli elementi che hanno dato origine agli Italiani.

10. I caratteri fisici e psicologici puramente europei degli Italiani non devono essere alterati in nessun modo.
L'unione è ammissibile solo nell'ambito delle razze europee, nel quale caso non si deve parlare di vero e proprio ibridismo, dato che queste razze appartengono ad un ceppo comune e differiscono solo per alcuni caratteri, mentre sono uguali per moltissimi altri. Il carattere puramente europeo degli Italiani viene alterato dall'incrocio con qualsiasi razza extra-europea e portatrice di una civiltà diversa dalla millenaria civiltà degli ariani.
Ultima modifica di BornOnDifferentCloud il ven set 16, 2005 6:58 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda BornOnDifferentCloud il ven set 16, 2005 6:42 pm

Scheda 1 • Non esistono le razze umane
C’è una sola “razza”umana
Ma davvero gli uomini e le donne si possono dividere in razze, come si fa con i cavalli, i cani, i gatti?
La risposta è no. Molte volte, in passato, qualcuno ha cercato di stabilire la superiorità di un gruppo
umano sugli altri: i “bianchi” erano detti migliori dei “neri” e, quindi, in diritto di dominarli. Ma il “razzismo”
era un inganno: non ci sono gruppi umani superiori rispetto ad altri gruppi. Detto altrimenti: le razze non
esistono.
Oggi lo sappiamo dagli studi di paleoantropologia, la scienza che studia le lontane origini dell’uomo
sulla Terra, nella preistoria. Negli ultimi dieci-dodici anni la paleoantropologia ha potuto combinare i propri
dati con quelli della genetica: un’altra scienza che studia il DNA umano, cioè la nostra identità biologica più
profonda.
Ebbene, le indagini combinate di queste due scienze ci rivelano che noi tutti, uomini e donne moderni,
deriviamo da un’unica popolazione di homo sapiens sapiens. Essa partì dall’Africa circa 130 mila anni fa ed
è giunta via via a popolare la Terra. Il nostro DNA – è una certezza – è identico a quello di quei nostri antichi
progenitori.
Le differenze culturali
Certo, esistono delle differenze tra noi. Vi sono, nel genere umano, gruppi con caratteristiche diverse, sul
piano culturale e sul piano fisico (cioè somatico). Le popolazioni che vivono in diverse regioni della Terra
hanno abitudini diverse, parlano lingue diverse, hanno colori diversi della pelle, forme diverse dei capelli e
degli occhi.
Tali differenze sono però semplicemente l’esito di due processi evolutivi: un processo culturale e un
processo naturale.
Le differenze linguistiche sono, per esempio, il caso più tipico delle differenze culturali. Esistono lingue
parlate oggi che derivano da un unico ceppo linguistico: è il caso delle lingue neolatine come l’italiano, il
francese, lo spagnolo ecc. Malgrado l’origine comune, esse si sono però allontanate nel tempo l’una dall’altra
a causa dei differenti bisogni e dei differenti contesti in cui vivevano le popolazioni.
Ma così come si sono allontanate, in parte le lingue si sono poi riavvicinate. Ciò avviene quando i gruppi
umani entrano in contatto tra loro, si scambiano idee, parole, abitudini di vita. Il risultato è che ci sono
parole diverse per dire cose diverse nelle varie lingue, ma ce ne sono anche di comuni alle varie lingue.
Le differenze somatiche
Accanto alle differenze culturali ci sono, come si diceva, le differenze somatiche. Esse riguardano il colore
della pelle, dei capelli e degli occhi degli esseri umani, la loro corporatura e così via.
Consideriamo per esempio il colore della pelle. La pelle della prima popolazione umana di homo sapiens
sapiens, vissuto 130 mila anni fa, era in origine molto scura. Questa popolazione proveniva infatti da
una regione – l’Africa – in cui l’irraggiamento solare è molto intenso. Dunque le cellule della pelle producevano
una forte quantità di “melanina”, la sostanza che ha la funzione di proteggere il corpo dall’intensità
eccessiva dei raggi solari e che dà alla pelle la colorazione più scura.
Poi l’uomo moderno (homo sapiens sapiens) si diffuse via via sulla Terra e la sua pelle si adattò alla diversa
intensità dei raggi solari. I gruppi che si spinsero più a nord, dove la luce solare è meno forte, finirono
man mano per “scolorirsi”. Alla fine assunsero un colore biancastro.
Il risultato di questo processo è che l’umanità di oggi evidenzia una gamma quasi infinita di sfumature:

Educazione alla cittadinanza
si va dal marrone molto scuro di alcune popolazioni africane, al bianco pallido dei gruppi stanziati nell’Europa
del Nord. Poi ci sono le tinte intermedie, con gradazioni impercettibili. Tutto ciò è il frutto di un adattamento
ad ambienti diversi durato decine di migliaia di anni.
L’inganno del razzismo
Nei secoli passati, la cultura europea cercò di mettere in rapporto le caratteristiche fisiche di un popolo con
le sue abitudini (cioè con la sua cultura). Lo scopo era dimostrare che gli uomini diversi dagli europei sono
più “brutti” e più “vicini agli animali” e, di conseguenza, anche più incivili.
È l’atteggiamento detto razzismo. Esso si fonda sulla falsa convinzione che esista, nel genere umano,
una “razza” superiore alle altre: una specie di modello ideale di umanità perfetta (ovviamente, la “razza
bianca”). Le altre sono diverse e quanto più sono diverse tanto più sono peggiori.
I razzisti sostenevano che tra le caratteristiche fisiche e le caratteristiche culturali esiste un rapporto diretto.
Si sbagliavano però completamente. Un esempio? Un bambino proveniente da un continente extraeuropeo
allevato in Italia impara presto a parlare l’italiano, ma non per questo le sue caratteristiche somatiche
diventano uguali a quelle di un italiano…
Uomini e donne, un genere unitario
Anche se non possiamo quindi negare che sussistano differenze tra le popolazioni sparse sul nostro pianeta
il dato fondamentale rimane che il genere umano ha un carattere unitario: esso ha infatti nel suo
complesso origini comuni. Tutti gli uomini e le donne oggi viventi possiedono infatti un codice genetico
dello stesso tipo. Un nero e una bianca, un bianco e una nera, un cinese e una europea e così via possono
generare figli appartenenti a questo unico genere umano e a loro volta questi potranno generare figli appartenenti
sempre allo stesso genere umano e così via all’infinito.
Possiamo quindi concludere affermando che non è tanto importante il luogo in cui si nasce, sia esso la
Germania o il Giappone, l’Italia o l’Egitto. E non è neppure importante l’eredità biologica dei genitori, se
cioè sono di pelle bianca, nera o gialla. Quello che invece conta in modo determinante nello sviluppo della
persona è l’ambiente nel quale si cresce e in cui si apprendono la lingua, le abitudini, i modi di vita. Ebbene
tutti noi possiamo apprendere lingue, usanze, tradizioni diverse da quelle in cui siamo cresciuti, tutti
noi siamo predisposti ad apprendere la cultura: è un’altra prova che il genere umano è unitario.

© by Felice Le Monnier, Firenze-Edumond Le Monnier S.p.A.


vi passo anche questa ulteriore info ;)
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Messaggioda BornOnDifferentCloud il ven set 16, 2005 6:53 pm

ah, vi metto anche questo link ;) nel caso lo leggeste...


http://www.filosofico.net/razzenoncisono0o0.htm
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Messaggioda Nemo il ven set 16, 2005 6:56 pm

mattiamod ha scritto:sapete xchè al sud c'è meno razzismo?
perchè nn restano lì,quando sbarcano rompono i coglioni al nord

Non credo proprio.
Gli immigrati che salgono al nord sono vissuti per un bel pò nel sud d'Italia.
Ora, non sto facendo gara a chi ne ha più o meno, però se dai un'occhiata a qualche città costiera della puglia, ti fai una mezza idea di quanti ce ne stanno.
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Messaggioda BornOnDifferentCloud il ven set 16, 2005 7:05 pm

:lol: :lol: :lol:

SUINI
Sus scrofa Classificazione Classe Mammiferi, ordine Artiodattili,famiglia Suidi
Dimensioni Varie a seconda della razza
Distribuzione geografica Originario del Vecchio Mondo



Il maiale e il cinghiale sono i tipici rappresentanti della famiglia dei Suidi. Il maiale domestico deriva dal cinghiale dell'Europa (Sus scrofa scrofa) e da quello dell' Asia (Sus scrofa vittatus) che furono addomesticati dapprima in Asia poi in Europa e in tempi recenti sono stati anche incrociati fra loro. È probabile che l'addomesticamento del maiale sia avvenuto quando l'uomo, dapprima cacciatore nomade, si stabili definitivamente in qualche zona cominciando a praticare l'agricoltura. In un primo tempo i maiali furono allevati per poterne utilizzare il grasso e la carne, ma vi sono antichi documenti comprovanti che essi furono utilizzati anche come animali da tiro. Nell'antico Egitto essi furono utilizzati per battere il grano o per affondare i semi di frumento nella terra durante la semina: infatti gli zoccoli dei maiali che calpestavano i semi li facevano affondare nella misura della profondità richiesta per una buona germi nazione del grano.Il maiale ha corpo tozzo con abbondante pannicolo adiposo, testa grande con grosso grugno. Gli arti sono relativamente corti rispetto al corpo e gli occhi piccoli.Le femmine partoriscono anche due volte all'anno numerosi piccoli (da otto a venti). Esistono molte razze di maiale selezionate dall'uomo. Fra le più pregiate sono le inglesi (Yorkshire, Hampshire ), le francesi (Limosina), le tedesche. In ltalia sono diffuse le razze bolognesi e Napoletane. Del maiale si utilizzano pressoche tutte le parti del corpo: le carni ( consumate fresche o dopo conservazione ), il grasso, la pelle e le setole.


fonte: http://www.inseparabile.com

Ecco dove si può parlare di RAZZE (e razzismo volendo..)
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Messaggioda IV il ven set 16, 2005 9:32 pm

cmq, ribadisco, visto che abbiamo gia i criminali italiani, cominciamo a non importarli dall'estero. mica è difficile da capire.
se c'è una cosa che fa piu incazzare di un criminale, è un criminale che manco dovrebbe essere nel mio paese! vaffanculo!
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Messaggioda Promentory1985 il ven set 16, 2005 9:36 pm

questo per esempio è un concetto di una semplicità tale che chi non vuole comprenderlo o lo fa apposta oppure è minorato mentalmente.
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Messaggioda Alex il ven set 16, 2005 10:04 pm

Ma il concetto è chiarissimo, e chi ve lo contesta non si sa.. :lol:

Solo non si capisce cosa c'entri.
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Messaggioda Promentory1985 il ven set 16, 2005 10:09 pm

c'entra sempre :lol:
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