da Spadino il mer nov 10, 2004 3:13 pm
Questo è il testo della poesia...
MERDA
Merda, nome comune.
Merda, un qualcosa di umano.
Merda, è tutto, è niente.
Merda, questa realtà .
Inizia con uno stimolo improvviso,
Suadente, pungente, sferzante: la fitta,
E culmina in un vibrante sollievo,
Accompagnato dallo scrosciante brusio sciacquonale
E dall'uscita di lui: lo stronzolo,
O di lei: la squacquera.
Merda, un dolce complotto intestino;
M, la potenza: "Mmmhhh!",
E, la temporanea resa: "Ehhh!",
R, la subitanea Riprova,
D, l'incoraggiamento: "Dai!",
A, la sospirata sofferta vittoria: "Ahhh!".
Un'apparenza maschia, coriacea, grintosa,
Una forma lineare e alle volte più sinuosa,
Una massa assai robusta, una massa sagomata,
Un invito a dire: "Bella mi' caata!".
Un'apparenza più molle, flaccida, blanda,
Una minaccia turbolenta per la mutanda,
Un contenuto lacustre, melmoso, poltiglioso,
Un diluvio universale di letame squacqueroso.
Ma merda resta lì e inerme galleggia,
Rinfrancata dal suono di qualche scurreggia,
Merda è lì e giace indifesa
E degli stitici è la gemma incompresa;
Merda è ancora lì e piangendo guarda
La mano assassina che a tirar s'attarda
Il brutale, il crudele, lo spietato sciacquone
Che in un baleno inghiotte l'innocente creazione.
E così, tristemente, tutto a un tratto sparisce
Colei che i nostri giorni, da sempre, scandisce,
Destino malvagio dir vita e già esser morte,
Destino che somiglia un po' all'umana sorte.