tralasciando la politica e la religione, che in situazioni come queste dovrebbero restare ai margini, esprimo comunque perplessità sull'accaduto.
questi giorni c'ho pensato e ripensato e sono convinto che, se da una parte è giusto che ognuno abbia il pieno diritto di decidere della sua vita, dall'altra nessuno (compreso un genitore) può decidere per un figlio, un amico o un parente perchè una volta, anni fa, disse che in una condizione del genere lui/lei avrebbe preferito la morte.
parlando personalmente, non so se avrei il coraggio di dire "se mai dovessi ritrovarmi in quelle condizioni staccate la spina" perchè io (come credo tutti) non so "in quelle condizioni" come si sta; si soffre? si è "lucidi" o totalmente incoscienti? qual'è il punto in cui non ci sono più speranze di migliorare e risvegliarsi? queste sono domande a cui la scienza non ha una risposta, quindi non ce la posso avere nè io nè voi nè beppino.
frasi come "assassini" o "boia" rivolti alla famiglia sono sbagliate e irrazionali, ma metto sullo stesso piano anche affermazioni tipo "la famiglia ha finito di soffrire" perchè in casi come questi è la persona interessata e nessun altro a dover essere "al centro dell'attenzione"; non credo di dire frasi campate in aria perchè in famiglia di casi come quello di eluana (seppur molto più brevi) ne ho avuti quattro, quindi penso di poter capire quello che si prova da familiare.
anche avere un figlio tetraplegico, o una madre con un tumore al cervello, o un nonno colpito da ischemia posso immaginare che siano "sofferenze" per la famiglia, perchè si è coscenti che, presto o tardi, queste persone ci lasceranno probabilmente in modo prematuro, e perchè si pensa che forse nel loro stato soffrano. non per questo, e parlo sempre personalmente, vorrei separarmene ancora più prematuramente, tantomeno "staccare la spina".