DANIELE NOVA

Questa sezione è dedicata alle discussioni su OASIS, Beady Eye e Noel Gallagher (che non siano news o che si parli di novità , nuovo album ecc..) e su tutta la musica

Moderatori: silvietta, admin

DANIELE NOVA

Messaggioda Promentory1985 il sab gen 31, 2004 11:13 am

un paio di giorni fa mi imbatto su all music in un video di una canzone molto bella di questo giovane artista.
la canzone si chiama "ali di carta" ed è un orecchiabile pezzo con sfumature brit-pop che mi ha colpito moltissimo!
certo, sono sicuro che fra 2 anni gia sarà immerso nel musicbiz italiano alla pari dei vari baglioni, ramazotti ecc. ma spero che almeno cresca bene questo ragazzo, perchè ha le potenzialità per farlo e non si monti la testa continuando su questa strada.
visitate il sito http://www.danielenova.it e se visitate la biografia e le recensioni vi accorgerete che le sue principali influenze vengono proprio dai NOSTRI!!

almeno una piccola soddisfazione nello squaliido panorama musicale italiano...
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Messaggioda BASIK il sab gen 31, 2004 11:35 am

Ho sentito la canzone e non mi piace proprio per niente. Altro che Ramazzotti, mi sa che tra un po' sparirà del tutto.
Ma il suo è un nome d'arte? Perché Noel è fissato con la parola "Nova", era anche un suo pseudonimo per un periodo.
Quando vennero a prendere gli ebrei
Io rimasi in silenzio perché non ero ebreo
Quando vennero a prendere gli omosessuali
Rimasi in silenzio perché non ero omosessuale
Quando vennero a prendere i comunisti
Rimasi in silenzio perché non ero comunista
Quando vennero a prendere gli zingari
Rimasi in silenzio perché non ero zingaro.
Poi vennero a prendere me
E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa.


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Messaggioda Solo_Gallagher il sab gen 31, 2004 5:45 pm

Visto, sentito e scaricato dal sito ufficiale... e devo dire che mi è piaciuta parecchio... interessante secondo me...
Ci vedo non solo Oasis ma anche un pizzicone di Verdena...

Nova dev'esser si un nome d'arte... almeno a quanto dice la recensione di mescalina :

“Ali di carta” è il limpido biglietto da visita che la Universal ha diligentemente preparato per la discesa in campo del ventenne Daniele Nova (al secolo Daniele Cavicchia).

Ciau ;)
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Messaggioda gius il dom feb 01, 2004 8:51 am

claudio hai un contratto con qualche casa discografica per la ricerca di nuovi talenti?.. ;) :P
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Messaggioda Promentory1985 il dom feb 01, 2004 11:24 am

gius ha scritto:claudio hai un contratto con qualche casa discografica per la ricerca di nuovi talenti?.. ;) :P


:lol:

si, mi chiamano il moggi dello showbiz! :lol:

l'ho conosciuto per caso, stavo facendo zapping e sono capitato su all music dove stavano trasmettendo questo video che mi ha tenuto attaccato al video fino alla fine! ;)
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Messaggioda NOVE il dom feb 01, 2004 2:44 pm

pare discreto
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Messaggioda kama il dom feb 01, 2004 3:26 pm

sì a me è piaciuta davvero tanto!!!
Quando l'ho visto per la prima volta ho detto:"Ci sta dentro"!
"Non siamo arroganti,siamo solo la migliore band del mondo".Noel
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Messaggioda Noel & Kelly il lun feb 02, 2004 8:32 am

Non male davvero!!!Il ragazzo ha le carte in regola. Speriamo non si rovini..!!! Gran bel pseudonimo!!
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Messaggioda Promentory1985 il lun dic 06, 2004 5:25 pm

a quasi un anno di distanza, pochi giorni fa ho ripreso interesse per questo ragazzo ed ho comprato l'album la settimana scorsa: FENOMENALE!!!!!!!!!!!!

nessun album italiano mi ha mai emozionato come questo e infatti lo tengo ininterrottamente dentro lo stereo da una settimana!!!!!!!!!

di seguito riporto un intervista dal suo sito http://www.danielenova.it :

Intervista "ALL MUSIC MAGAZINE" N° 20 Ottobre 2004.

VOLO D'ANGELO

Volto da cherubino triste, un singolo (Ali di carta) che l'ha presentato come una delle migliori promesse del pop alternativo italiano. Chi è Daniele Nova?
Un incrocio tra Battisti e Smashing Pumpkins. Senza scordare gli Oasis, che l'hanno cambiato.

Dovrebbe sorridere di più, gli dicono in molti. Eppure lui, il ventiduenne di Parma bravo a scuola (una laurea in Scienze delle Comunicazioni agli sgoccioli) come con la chitarra ne ha scarsa voglia. E dire che qualche morivo per allargare il bianco dei denti ce l'avrebbe. La neonata etichetta Jungle Sound (legata al noto studio di registrazione milanese) ha creduto in toto nel suo talento cristallino. E con loro il produttore Fabrizio Barbacci (Negrita, Ligabue, Francesco Renga). Un incontro fortemente voluto e accaduto per caso, con modalità da spaccone ingenuo di altri tempi.

Daniele come è iniziata la tua avventura nella musica?
"Bèh, si può dire che abbia da sempre ascoltato musica, anzi, mia madre mi dice che quando ero ancora nella sua pancia ascoltavo Battisti e sembravo apprezzare da là dentro. La mia avventura nella musica attiva è iniziata qualche anno fa, quando proposi del materiale alle etichette. Ero totalmente fuori da qualsiasi logica e da qualunque conoscenza dell'ambiente, che trovai in Internet l'elenco delle etichette e comincia a chiamare per una specie di audizione. Da pazzi. Capitò che chiamassi anche il Jungle Sound, non sapendo neppure che c'era l'intenzione da parte loro di produrre dischi: lo conoscevo solo come studio di registrazione. Furono gli unici a darmi la possibilità di venire a suonare i miei pezzi dal vivo. Mi presentai in studio a Milano e feci un paio di pezzi in inglese, che poi ho inserito in "Cielo mio, cielo tuo".

Ora nel disco canti in italiano.
"Quando composi quelle canzoni ero appena tornato da un'esperienza negli Stati Uniti, poi ho cercato di perfezionare i miei testi in italiano. Si è trattato di un processo di maturazione".

La tua musica prende dal cantautorato italiano come dal rock alternativo americano.
"In molti mi fanno quest'osservazione. Eppure devo ammettere che sono molto più influenzato dal rock inglese. Travis, Radiohead, Oasis. Il primo album che ho fatto mio "What's the story morning Glory". Anche se gli Smashing Pumpkins sono stati importanti per me".

In cielo mio, cielo tuo parli di una storia intima, molto velata.
"Un po' tutte le mie canzoni sono pezzi intimi, mi piace parlare di rapporti, come quello che dà il titolo al disco e che sarà il terzo singolo. Mi piace parlare delle ambiguità della vita, delle prospettive ambigue. Amo mettermi alla chitarra e comporre su qualsiasi cosa. Sono molto prolifico".

In tutte fa spavento la grazia melodica che leviga l'aggressività.
"Sono ancora una volta i due fuochi della mia vita e delle mie canzoni".

Non hai citato gruppi italiani come Verdena e Marlene Kuntz con cui spartisci molte sonorità.
"I Verdena sono tra i miei preferiti, i Marlene non li conosco tanto. Come ti dicevo sono da sempre proiettato verso la musica anglofobo, non saprei neppure darti una ragione".

Cosa speri di ottenere con questo disco?
"La possibilità di suonare la mia musica il più a lungo possibile".
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Messaggioda Promentory1985 il lun dic 06, 2004 5:28 pm

a quasi un anno di distanza, pochi giorni fa ho ripreso interesse per questo ragazzo ed ho comprato l'album la settimana scorsa: FENOMENALE!!!!!!!!!!!!

nessun album italiano mi ha mai emozionato come questo e infatti lo tengo ininterrottamente dentro lo stereo da una settimana!!!!!!!!!

di seguito riporto un intervista dal suo sito http://www.danielenova.it :

Intervista "ALL MUSIC MAGAZINE" N° 20 Ottobre 2004.

VOLO D'ANGELO

Volto da cherubino triste, un singolo (Ali di carta) che l'ha presentato come una delle migliori promesse del pop alternativo italiano. Chi è Daniele Nova?
Un incrocio tra Battisti e Smashing Pumpkins. Senza scordare gli Oasis, che l'hanno cambiato.

Dovrebbe sorridere di più, gli dicono in molti. Eppure lui, il ventiduenne di Parma bravo a scuola (una laurea in Scienze delle Comunicazioni agli sgoccioli) come con la chitarra ne ha scarsa voglia. E dire che qualche morivo per allargare il bianco dei denti ce l'avrebbe. La neonata etichetta Jungle Sound (legata al noto studio di registrazione milanese) ha creduto in toto nel suo talento cristallino. E con loro il produttore Fabrizio Barbacci (Negrita, Ligabue, Francesco Renga). Un incontro fortemente voluto e accaduto per caso, con modalità da spaccone ingenuo di altri tempi.

Daniele come è iniziata la tua avventura nella musica?
"Bèh, si può dire che abbia da sempre ascoltato musica, anzi, mia madre mi dice che quando ero ancora nella sua pancia ascoltavo Battisti e sembravo apprezzare da là dentro. La mia avventura nella musica attiva è iniziata qualche anno fa, quando proposi del materiale alle etichette. Ero totalmente fuori da qualsiasi logica e da qualunque conoscenza dell'ambiente, che trovai in Internet l'elenco delle etichette e comincia a chiamare per una specie di audizione. Da pazzi. Capitò che chiamassi anche il Jungle Sound, non sapendo neppure che c'era l'intenzione da parte loro di produrre dischi: lo conoscevo solo come studio di registrazione. Furono gli unici a darmi la possibilità di venire a suonare i miei pezzi dal vivo. Mi presentai in studio a Milano e feci un paio di pezzi in inglese, che poi ho inserito in "Cielo mio, cielo tuo".

Ora nel disco canti in italiano.
"Quando composi quelle canzoni ero appena tornato da un'esperienza negli Stati Uniti, poi ho cercato di perfezionare i miei testi in italiano. Si è trattato di un processo di maturazione".

La tua musica prende dal cantautorato italiano come dal rock alternativo americano.
"In molti mi fanno quest'osservazione. Eppure devo ammettere che sono molto più influenzato dal rock inglese. Travis, Radiohead, Oasis. Il primo album che ho fatto mio "What's the story morning Glory". Anche se gli Smashing Pumpkins sono stati importanti per me".

In cielo mio, cielo tuo parli di una storia intima, molto velata.
"Un po' tutte le mie canzoni sono pezzi intimi, mi piace parlare di rapporti, come quello che dà il titolo al disco e che sarà il terzo singolo. Mi piace parlare delle ambiguità della vita, delle prospettive ambigue. Amo mettermi alla chitarra e comporre su qualsiasi cosa. Sono molto prolifico".

In tutte fa spavento la grazia melodica che leviga l'aggressività.
"Sono ancora una volta i due fuochi della mia vita e delle mie canzoni".

Non hai citato gruppi italiani come Verdena e Marlene Kuntz con cui spartisci molte sonorità.
"I Verdena sono tra i miei preferiti, i Marlene non li conosco tanto. Come ti dicevo sono da sempre proiettato verso la musica anglofobo, non saprei neppure darti una ragione".

Cosa speri di ottenere con questo disco?
"La possibilità di suonare la mia musica il più a lungo possibile".
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