Baustelle
“Noi malinconici musici felici di saperci indignareâ€
«Ci salveremo disprezzando la realtà ». Lo cantano i Baustelle nel loro ultimo album, I Mistici dell’Occidente, e lo ribadiscono nel forum che li ha visti ospiti ieri della nostra redazione, in vista del concerto di martedl 27 al Saschall (ore 21, ancora biglietti a 23 euro), dove per la prima volta suoneranno con un’orchestra. Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi e Claudio Brasini hanno incontrato Davide Ammavuta, Elisa Anselmi, Alessandro Biagi, Giulia Bilancetti, Camilla Di Rubbo, Lara Dovichi, Gessica Fabbrucci, Furio Favini, Dario Ferrante, Laura Gnani, Federico Guerrera, Rossella Latanza, Francesco Marzi, Marco Michelini, Marco Monti, Giuseppe Mondì, Valeria Natalizia, Rachele Paganelli, Giulio P., Martina Puce, Alessandra Rossi, Francesco Stinco, Andrea Tafini, Diletta Taverni, Duccio Tebaldi, Eros Toncli, Laura Turatti, Chiara Vernucci.
I Mistici dell’Occidente vi ha regalato una notorietà ben al di là della stampa specializzata.
Bianconi: «Preferisco essere su una rivista femminile che in programmi tivù che ideologIcamente non mi appartengono. Meglio carta stampata e radio. Certo, trovarmi su Gioia fa effetto anche a me».
Una canzone, Le rane, parla del ritorno in provincia da parte di chi se n’è andato. Un po’ come è accaduto a voi che siete partiti da Montepulciano.
Bastreghi: «Ci sono tornata dopo due anni a Milano, dove mi ero persa. Sono me stessa in posti piccoli e meno frenetici».
Bianconi: «Non credo nelle radici. Vivo a Milano ma potrei essere altrove. Più che di sradicamento geografico, Le rane parla del tempo, di nostalgie ed eventuali rimpianti. Non mi manca un luogo ma un Francesco piccolo e felice nel posto in cui è nato per caso. E quando parlo della piscina di un agriturismo costruita al posto di uno stagno, non ce l’ho col fatto che la campagna possa cambiare. Volevo descrivere il confronto fra un me giovane e puro e un me contaminato, di mezza età ».
C’è chi questo confronto non l’ha colto: il sindaco di Follonica vi ha chiesto una canzone di rettifica per come avete descritto la spiaggia nel pezzo omonimo.
«Non la so scrivere, ma ci ho pensato. Mi sono stupito e mi dispiace perché il mio non è un brano contro Follonica: se la ascolti con attenzione capisci che è una canzone d’amore fatta di similitudini con oggetti abbandonati sulla spiaggia. Credo che questa reazione sia un segno dei nostri tempi, dove si parIa troppo e spesso a sproposito. Guccini definì Venezia “un imbroglio†e nessun sindaco si è incazzato».
Il tema del ricordo ricorre in tutto l’album.
«Più passa il tempo e più ci si guarda indietro, con rimpianto, nostalgia. Da gruppo rock stiamo diventando un gruppo di cantautori. E il cantautore ricorda per definizione, nasce vecchio. Tra l’altro quella scena è una delle cose belle degli anni ‘60 e ‘70 italiani su cui volevamo incentrare l’album. Una scelta di suono ancora prima che di testi».
Nei Mistici emerge una figura femminile diversa rispetto al passato: meno violenta, meno erotica, più consapevole.
«Ho scritto di donne come mi piacerebbe che fossero, quello che penso debba essere il loro ruolo nel mondo di oggi. Prima forse non me ne accorgevo o ero parte di questo processo, ma la donna vive in una condizione di neosfruttamento e ora sento l’esigenza di parlarne. Non per moralismo: ne La bambolina non me la prendo con la donna oggetto ma con chi l’ha ridotta a merce, pura immagine svuotata di significato. Non con il sesso, ma con chi lo usa per vendere un abbonamento telefonico».
Il nuovo album è in apparenza più introspettivo rispetto ad Amen, ma le critiche alla società sono forse più incisive.
«Non è un disco meno politico, casomai meno sociologico. Usa un linguaggio più universale ma sempre per parlare di una situazione ben precisa. L’Occidente del titolo non è fittizio ma reale, quello in cui viviamo, e credo sia giusto, se non ti senti allineato, denunciarlo. Oggi non sappiamo più indignarci: tutto è immagine a cui credere automaticamente. L’essere umano si è disabituato al dubbio. lo invece dico basta alla credulità ».
Ne l Mistici c’è anche speranza: è l’esperienza a regalarla?
«C’è speranza, sì, ma ridimensionerei il valore dell’ esperienza. Non sempre quello che impari dalla vita è vero a priori. Prendiamo San Francesco: era un personaggio calato nella realtà , una realtà brutta, sporca. Ma mi piace pensare che il suo diventare mistico non sia legato a quell’ esperienza. Vedo nella coraggiosa scelta del mistico di disprezzare la realtà qualcosa che non risponde a logiche di causa e effetto».
Si parla di un libro firmato Bianconi.
«Uscirà in autunno. È fatto da racconti che mi sono divertito a mettere in comunicazione: i personaggi secondari di uno diventano protagonisti di un altro».
fonte: NECCO