Il ritorno di Baggio

Per il gioco più bello al mondo molto vicino ai fratelli Gallagher tifosi del Manchester City e per tutti gli altri Sport

Moderatori: silvietta, admin

Il ritorno di Baggio

Messaggioda BASIK il dom ago 24, 2008 8:46 am

Su Repubblica di oggi ci sono tre pagine dedicate a lui e sul sito, un assaggio.
http://www.repubblica.it/2008/08/sezion ... ref=hpspr1

Uno dei campioni più amati rompe un lungo silenzio e racconta la sua seconda vita
A 4 anni dall'ultima partita spiega perché non vuole un "dopo" nel mondo del pallone
Baggio: io felice senza calcio
Second life per Robi il saggio

di IVAN ZAZZARONI

ALTAVILLA VICENTINA (Vicenza) - Passi vent'anni sperando che torni il più presto possibile e gli altri venti augurandoti che non torni più. Perché hai invocato ostinatamente il miracolo: il rientro sempre più rapido dall'infortunio sempre più grave, per la voglia di rivedere in campo le sue giocate e la sua fantasia. E perché, soltanto dopo il ritiro, hai scoperto che l'uomo con i suoi desideri più semplici aveva preso il posto del campione e delle emozioni uniche che sapeva regalare. Dalla normalità della straordinarietà alla straordinarietà della normalità: un percorso che Roberto Baggio ha saputo compiere senza ostentazioni, con umiltà e tenacia.

In mutande l'avevo lasciato quattro anni fa, Milan-Brescia l'ultima partita, e in mutande me lo ritrovo di fronte in un giorno d'agosto, "nel limbo del nulla estivo". Altavilla Vicentina, una strada in salita e una mezza curva a destra prima del portone di legno: Robi è rientrato un paio d'ore fa da Asiago e ha cominciato a tagliare l'erba con una macchina moderna eppure rumorosissima. Ettari di prato all'inglese. I pantaloni li ha sacrificati al caldo e all'umidità, ha tenuto addosso soltanto una camicia verde bottiglia e un berretto calzato alla ciclista.

s ul berretto è impressa una delle tante battute importate dall'Argentina, "que perro camorrero...", "che casinista...". Indimenticabile la volta in cui Robi si presentò a Lippi - stagione nervosamente interista - con la scritta "matame si no te sirvo", ammazzami se non ti servo.

Sudato, le cicatrici che gli segnano le ginocchia e raccontano la sua storia più tormentata, conserva ancora il brillantino al lobo sinistro. "Negli ultimi mesi ho ripreso qualche chilo", quasi si scusa, "colpa del vino. Quando sono a tavola non so resistere a un paio di bicchieri di prosecco bello fresco, soprattutto in giornate come questa. Se smetto per un mese, di chili ne perdo subito quattro o cinque. E poi ho un metabolismo che fa schifo: ingrasso soltanto guardandolo, il cibo. Sono fuori registro, da sempre. Quanti aerei ho perso per colpa dell'antidoping quando giocavo. Catania, Lecce, Napoli, troppe volte mi è toccato dormire fuori e rientrare da solo la mattina seguente. Finivo la partita totalmente disidratato: le funzioni riprendevano dopo sei, sette ore. Ti lascio immaginare cosa accadeva dopo una notturna. Soltanto negli ultimi due anni a Brescia sono riuscito a risolvere il problema, evitando di fare pipì nelle ore che precedevano la partita. Poi, però, mi toccava tenerla per novanta minuti".

Cosa fa Baggio? come vive? quando torna? ma ha voglia di tornare? si annoia senza il pallone? davvero non gli manca? e i vuoti come li riempie?
Sempre le stesse domande per quattro anni, quelli dell'assenza. Poste con un affetto e un rispetto speciali però. "Sto bene, sul serio. Questo che vedi è il mio mondo, la casa, il prato, il bosco, il capanno, gli uccelli, il magazzino. Non credo che potrei azzerare tutto per risalire sulla giostra, oggi. Un altro trasloco non è possibile e in questo momento neanche lo desidero. Siamo in cinque, devo pensare innanzitutto ai figli, diciotto, quattordici e tre anni: hanno il diritto di essere seguiti da vicino. Mi godo la libertà di guardare con fiducia a ciò che li attende. Con tutte le cose che devo fare non ho il tempo per annoiarmi, e in fondo un po' di noia l'avevo messa in conto. Mi sento padrone delle mie giornate, è una sensazione fantastica. Avevo a lungo sognato di potermi permettere una vita del genere: di non avere più presidenti, direttori, allenatori, obblighi, scadenze, orari da rispettare. Quel che dovevo fare l'ho fatto, al calcio ho dato tutto me stesso. Fin da quando ero ragazzino, domandalo a mio padre, non ho pensato ad altro. Allenamenti, ritiri, viaggi, alberghi, partite e ancora allenamenti: mi sembrava di essere Cutolo... Non ho fatto un passo indietro, ma due avanti".

Soprattutto come uomo. "Non mi va di fare discorsi troppo seri ma questo pezzo di vita l'avevo preparato. Se ci pensi, in quattordici anni di amicizia e collaborazione con Vittorio (Vittorio Petrone, il suo agente, ndr) non abbiamo mai progettato una seconda carriera, un dopo nel calcio. Volevo vedere com'è il mondo, provare il gusto delle cose semplici e fare a tempo pieno tutto quello che da calciatore mi era permesso di fare per solo venti giorni all'anno. Anche frequentare gli amici: l'amicizia è il più alto valore dell'essere umano, come mi ripeteva Ikeda, il maestro".

Al polso destro porta due braccialetti di gomma con la stessa scritta, "Heroes Company". Spiega che è una delle iniziative che lo impegnano maggiormente. "Un'organizzazione no profit che ho fondato con Vittorio un anno fa, settembre duemilasette. Eravamo ospiti in un villaggio a una settantina di chilometri da Vientiane, la capitale del Laos, dove avevamo portato degli strumenti didattici per combattere l'aviaria - da sei anni sono ambasciatore della Fao. Mi aveva conquistato il lavoro dei volontari, gli eroi moderni, e ho sentito il desiderio di dare una mano. Lì è nata Heroes Company. Da mesi stiamo progettando interventi di assistenza alle persone rimaste ferite in modo grave dalle mine anti-uomo, donando arti artificiali. Sogno anche di andare in Birmania per consegnare al Nobel per la Pace San Suu Kyi - agli arresti domiciliari - il riconoscimento che le hanno assegnato il presidente Napolitano e Walter Veltroni, da sindaco di Roma. È stata lei a volere che fossi io a riceverlo al suo posto. Il problema è che in questo momento sia io sia Vittorio siamo nella black list degli indesiderati dal governo birmano".

Robi sembra appagato, in perfetta armonia con le cose che lo circondano. E al presente. Gli unici ritorni che si concede sono quelli dall'Argentina, dalla Pampa. Il più recente a fine luglio. Mi mostra una foto scattata dopo una battuta di caccia: la metà del cinghiale di oltre due metri che ha centrato nella notte. "Di giorno animali di queste dimensioni non li vedi. Un maschio di 168 chili, furbo, doveva averne viste di tutti i colori: conosceva il cacciatore, le cartucce, i cani, li sentiva a chilometri. Tre uscite a vuoto e finalmente l'abbiamo incrociato di nuovo. Nelle sere precedenti avevamo incontrato soltanto femmine e piccoli, e le femmine e i piccoli non si toccano. Riuscire a pensare come l'animale che stai inseguendo, anticiparne le mosse è un gioco alla pari: istinto contro istinto, esperienza contro esperienza. E siamo nel suo territorio. Sapessi quanti contadini ci chiamano per chiederci di fermare i cinghiali che devastano i loro campi... Diverse volte ho provato a spiegare il mio rapporto con la caccia, senza riuscirci. Soltanto chi la vive con il mio stesso entusiasmo e rispetto può capire".

Da una prima vita costruita con i piedi a una seconda fatta con le mani, nuovi strumenti, nuovi temi, nuovi elementi. Robi colleziona gabbie per uccelli, le restaura personalmente: ne ha più di duecento. E specchietti per le allodole: ne possiede di inglesi, di francesi, dei primi del Novecento. E poi richiami, stampi, anatre di legno povero annerite col catrame: quattro appartenevano a Giacomo Puccini ("le ho trovate sul lago di Massaciuccoli dove andava a caccia"). Lavora volentieri e con insospettabile abilità il legno, ha anche rimesso a posto un barcone da pescatori acquistato a Grado. L'ha piazzato al centro di una delle tre stanze dedicate a questa sua passione.
Poche le tracce di calcio, nella villa su tre livelli. Alle pareti foto di Ronaldo, Zamorano, Zanetti con Valentina e Mattia (i due primi figli di Baggio, ndr). Il Pallone d'oro ha il posto più nobile, nel corridoio che porta alla camera da letto e di fianco ai primi scarpini, del numero ventotto, che sua madre gli ha restituito trentatré anni dopo, quando Robi ne ha fatti quaranta. Le maglie ci sono tutte, riempiono una serie di armadi bianchi chiusi a chiave, di sotto, nel magazzino. "Non le ho mai mostrate a nessuno, ne avrò più di seicento, quella di Maradona ai Mondiali, di Pelé nel Santos, e poi Van Basten, Gullit, Zico, Baresi. Ho conservato anche le scarpe e le tute".

Un ordine sorprendente, quasi maniacale. "Tengo dietro a tutto io. Non ho più bisogno dei fuochi d'artificio, ma neppure di sacrifici. Ricordo gli anni con Sacchi in Nazionale, ogni stagione con lui ne valeva cinque con un altro. Non staccava mai. Tra campionato e coppe giocavamo la domenica, il mercoledì e di nuovo la domenica. Ci allenavamo tutti i giorni, anche il trentuno dicembre e il primo gennaio e, insomma, lui nella settimana libera, a febbraio mi pare, si inventò gli stage alla Borghesiana. Campo, pranzo, videocassette, e ancora campo. Quando mi riusciva di scappare a casa per un giorno mi sembrava di entrare in Paradiso. La fatica era soprattutto mentale, per uno spirito libero come il mio. A Vale, a Mattia ho portato via quattordici anni di presenza". Ricicla una delle sue battute: "Leonardo, il mio più piccolo, quando mi ha visto la prima volta ha urlato: nonno!".

Una doccia rapida, il codino non c'è più da un pezzo: capelli corti e grigi, comodi. Mi porta a pranzo a dieci minuti d'auto da Altavilla: da Benetti, che curiosamente si chiama Romeo, alleva gustosissimi polli ruspanti e coltiva amicizie di qualità, da Mario Rigoni Stern ("abbiamo trascorso tante giornate insieme e non mi ha mai parlato dei suoi libri, se non una volta, alla vigilia di Natale di qualche anno fa, quando sottolineò il rapporto tra la ricchezza di oggi e la miseria di allora: è stata una grande perdita") a Gian Antonio Stella, a un altro straordinario giornalista, Gigi Riva. Con noi c'è Claudio, il padre della moglie di Roberto, Andreina. Chiacchierano senza soluzione di continuità - e bevono - in veneto strettissimo, una lingua che si apre ogni tanto al calcio. "Quando Berlusconi e Galliani hanno cominciato a parlare di Ronaldinho", dice Robi, "ho capito che l'avrebbero preso. Al Milan sono fatti così, amano quel genere di giocatore: volevano costruire un blocco brasiliano e soprattutto recuperare Ronaldinho stimolandolo con la concorrenza di Kakà e Pato. Non può permettersi di arrivare terzo nel suo Brasile. Non so cosa gli sia capitato a Barcellona, ma qualcosa dev'essere successo perché a un certo punto Rijkaard non l'ha più convocato e hanno cominciato a far uscire voci su presunti dissapori con Eto'o, ai quali non ho mai creduto. Se hai Ronaldinho non lo tieni in panchina. A meno che tu non abbia un motivo molto serio. Adesso il Barcellona lo allena il mio amico Pep Guardiola: un tipo molto intelligente, gli auguro di ottenere i successi che merita. Ha iniziato alla grande, nei preliminari di Champions".

Un secondo di silenzio prima di parlare di Inter. "Mancio si è tagliato la testa da solo dopo la partita col Liverpool, lì l'allenatore mi ha ricordato il calciatore. Un giocatore formidabile ma con un limite, o almeno così dice la sua storia: nelle sfide che contavano andava in difficoltà". Un'altra pausa e una sorta di affondo: "E non era, non è il solo. Rimpianti? Piuttosto pensieri che ogni tanto si riaffacciano. Il tiro al volo nella partita con la Francia ai Mondiali del '98, ad esempio. In quell'occasione Barthez scivolò ma io me ne accorsi in ritardo, quando avevo già preparato la battuta di prima intenzione. Se fossi stato più freddo, avrei segnato di sicuro e non ci avrebbe più fermato nessuno".
Quando vennero a prendere gli ebrei
Io rimasi in silenzio perché non ero ebreo
Quando vennero a prendere gli omosessuali
Rimasi in silenzio perché non ero omosessuale
Quando vennero a prendere i comunisti
Rimasi in silenzio perché non ero comunista
Quando vennero a prendere gli zingari
Rimasi in silenzio perché non ero zingaro.
Poi vennero a prendere me
E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa.


Martin Niemöller
Avatar utente
BASIK
:: Madferit Indiscutibile ::
:: Madferit Indiscutibile ::
 
Messaggi: 6837
Iscritto il: lun set 16, 2002 8:16 pm
Località: Milano

Re: Il ritorno di Baggio

Messaggioda Noel84 il dom ago 24, 2008 11:27 am

che grande uomo :oops:
Immagine
Avatar utente
Noel84
:: Madferit Indiscutibile ::
:: Madferit Indiscutibile ::
 
Messaggi: 5567
Iscritto il: lun giu 02, 2003 10:28 am
Località: Caserta
Album Oasis: Definitely Maybe
Tifo per: Milan

Re: Il ritorno di Baggio

Messaggioda abraxas86 il dom ago 24, 2008 12:24 pm

quando parla di calcio sembra che racconti le cose col contagocce, senza svelare tutto.

in questi anni mi sono sempre chiesto che fine avesse fatto baggio... l'ultima volta che si è visto in tv è stato a striscia per un tapiro o qualcosa del genere.
ImmagineImmagine

Avatar utente
abraxas86
:: Madferit Indiscutibile ::
:: Madferit Indiscutibile ::
 
Messaggi: 5699
Iscritto il: sab mag 01, 2004 3:43 pm
Località: milano
Song Preferita Oasis: Don't Look Back In Anger
Album Oasis: (What's the story?) morning glory
Tifo per: Milan

Re: Il ritorno di Baggio

Messaggioda The Shield il dom ago 24, 2008 3:47 pm

immenso
Immagine
Avatar utente
The Shield
:: Madferit Storico ::
:: Madferit Storico ::
 
Messaggi: 17848
Iscritto il: ven set 17, 2004 10:30 am
Località: Fano
Song Preferita Oasis: hello
Album Oasis: (What's the story?) morning glory
Tifo per: Milan,Ferrari,Rossi,Federer
Film: 007 (tutti)

Re: Il ritorno di Baggio

Messaggioda BASIK il dom ago 24, 2008 4:53 pm

Bella la frecciatina tirata a Mancini: dopo anni e anni in cui l'ex allenatore dell'Inter critica Baggio ogni qualvolta si parli di lui, il Divin Codino finalmente risponde.
Un annetto fa, in uno speciale di Sky dedicato alla sua carriera, ancora il Mancio ha velatamente denigrato Roby Baggio.
Da parte di Mancini si è sempre percepita una certa invidia, da quando Baggio conquistò il posto da titolare in Nazionale. Addirittura per orgoglio, dopo Italia '90, arrivato Sacchi, lo mise alle strette dicendogli che non avrebbe mai fatto il secondo di nessuno e, se non avesse avuto un posto da titolare garantito, tanto valeva non convocarlo più. Sacchi ne prese atto e continuò a puntare su Roby Baggio, portandosi Zola come riserva.
Quando vennero a prendere gli ebrei
Io rimasi in silenzio perché non ero ebreo
Quando vennero a prendere gli omosessuali
Rimasi in silenzio perché non ero omosessuale
Quando vennero a prendere i comunisti
Rimasi in silenzio perché non ero comunista
Quando vennero a prendere gli zingari
Rimasi in silenzio perché non ero zingaro.
Poi vennero a prendere me
E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa.


Martin Niemöller
Avatar utente
BASIK
:: Madferit Indiscutibile ::
:: Madferit Indiscutibile ::
 
Messaggi: 6837
Iscritto il: lun set 16, 2002 8:16 pm
Località: Milano

Re: Il ritorno di Baggio

Messaggioda Noel84 il dom ago 24, 2008 6:44 pm

certo che mancini era un idiota anche da calciatore
Immagine
Avatar utente
Noel84
:: Madferit Indiscutibile ::
:: Madferit Indiscutibile ::
 
Messaggi: 5567
Iscritto il: lun giu 02, 2003 10:28 am
Località: Caserta
Album Oasis: Definitely Maybe
Tifo per: Milan

Re: Il ritorno di Baggio

Messaggioda 14 il lun ago 25, 2008 6:30 am

ora non ho tempo di leggerlo...ma baggio e senna nello sport hanno avuto ed hanno pochi rivali, sotto ogni punto di vista.
admin ha scritto:Sei stato permanentemente bannato da questa board.

iaia ha scritto:zio bubu.

liam4ever ha scritto:con Stankovic arretrato, quanto sei bella nella foto profilo. il Capitano larghissimo, Milito leggermente più indietro ed eto'o accentrato e avvicinato alla porta..
Avatar utente
14
:: Madferit Leggendario ::
:: Madferit Leggendario ::
 
Messaggi: 23646
Iscritto il: sab gen 21, 2006 10:46 am
Località: sfeliciano <3

Re: Il ritorno di Baggio

Messaggioda versa il lun ago 25, 2008 12:30 pm

uno dei miei idoli sportivi...
e tra i migliori di sempre nel calcio ma non sempre compreso..
Immagine
Avatar utente
versa
:: Madferit Indiscutibile ::
:: Madferit Indiscutibile ::
 
Messaggi: 6530
Iscritto il: gio nov 03, 2005 8:29 pm
Località: piadina's land

Re: Il ritorno di Baggio

Messaggioda ChampagneO'Clock il lun ago 25, 2008 5:46 pm

Noel84 ha scritto:certo che mancini era un idiota anche da calciatore

:ok:

Grandissimo giocatore baggio.
Nel 94 ci trascino' in finale praticamente da solo.
L'unica cosa che non mi è piaciuta è stato il suo scarso attaccamento alla maglia.Ne ha girate parecchie di squadre,un po in stile vieri.

1982-1985 L.R. Vicenza 36 (13)
1985-1990 Fiorentina 94 (39)
1990-1995 Juventus 141 (78)
1995-1997 Milan 51 (12)
1997-1998 Bologna 30 (22)
1998-2000 Inter 41 (9)
2000-2004 Brescia 95 (45)
Avatar utente
ChampagneO'Clock
principiante
principiante
 
Messaggi: 34
Iscritto il: lun ago 18, 2008 1:33 pm

Re: Il ritorno di Baggio

Messaggioda kaa il lun ago 25, 2008 5:49 pm

Probabilmente il numero 1 italiano. sicuramente dagli anni 90 ad oggi si.
con lui e beppe (capocannoniere e attaccante più in forma d Italia insieme a baggio stesso) ai mondiali del 94 avremmo vinto a mani basse contro un brasile non eccezionale
XXVI V MMXIII
Immagine
Quanno ve passa

Immagine Immagine
Non ci gioco più, non mi piace più..E non fa per noi, non somiglia a noi...Questo calcio degli affari, dirigenti ed impresari...Questo è un grande bluff
Avatar utente
kaa
:: Madferit Leggendario II::
:: Madferit Leggendario II::
 
Messaggi: 25539
Iscritto il: lun ott 31, 2005 6:06 pm
Località: LA CAPITALE

Prossimo

Torna a Calcio & Altri Sport

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 35 ospiti

cron