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Messaggioda columbia83 il mer giu 20, 2007 3:45 pm

Riforma penale, via l'ergastolo
Nella bozza pena massima a 38 anni


Dalla bozza di riforma del codice penale scompare l'ergastolo (sostituito dalla pena massima di 38 anni) e viene introdotta la legittima difesa solo per la tutela della persona, non del patrimonio. Per ridurre in parte la discrezionalità dei giudici, prevista l'abolizione delle circostanze attenuanti generiche per introdurre così l'obbligo di indicare i criteri seguiti per la sentenza. Il giudice deciderà direttamente pene alternative al carcere.

Lo ha anticipato il giudice di Palermo Piergiorgio Morosini, uno dei componenti della commissione che ha iniziato i suoi lavori nel luglio scorso sotto la guida dell'ex parlamentare Giuliano Pisapia, e il risultato del cui lavoro è stato consegnato nei giorni scorsi al ministro della Giustizia Clemente Mastella.

Addio ergastolo
Il progetto prevede l'abolizione della prigione a vita, sulla base del dettato costituzionale, secondo cui la pena non è punitiva, ma deve servire a rieducare. Si prevede la sostituzione dell'ergastolo con la pena massima di 38 anni di carcere, anche se non è esclusa una "soluzione aperta", ha spiegato Morosini, con trattamenti differenziati per i condannati per mafia e terrorismo. In passato l'abolizione dell'ergastolo era stata proposta da almeno un referendum, che però aveva incassato una maggioranza di "no".

Legittima difesa
Tra le altre misure della riforma, che aggiorna il "Codice Rocco", è previsto poi un ampliamento delle ragioni di legittima difesa, consentita in caso di pericolo di vita e per la difesa della libertà personale e sessuale, mentre viene abolita la norma che prevedeva la difesa del patrimonio, fortemente voluta dalla Lega Nord nella passata legislatura e fonte di forti polemiche tra schieramenti politici e tra magistratura e governo di centrodestra.

La discrezionalità dei giudici
Vengono abolite le circostanze attenuanti generiche, introducendo così l'obbligo di indicare esattamente quali criteri si sono seguiti per quantificare la pena. Per il concorso in reato - per esempio, quello di concorso esterno in associazione mafiosa - deve essere indicato quale è il contributo "concreto" dato dall'imputato. Il giudice invece potrà decidere direttamente pene alternative al carcere per certi reati, disposizione che oggi viene assunta dal Tribunale di sorveglianza, anche perché la riforma punta ad ampliare il ricorso alle sanzioni interdittive, riparatorie e pecuniarie, con l'idea di riservare il carcere solo ai condannati per reati più gravi.




Mah si, tra poco daremo un premio a chi uccide più persone per rieducarlo...
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Messaggioda JJ PORRAZZO il mer giu 20, 2007 4:47 pm

Promentory1985 ha scritto:lol

colpa del telefilm tuo omonimo


sacrilegio!!!!!!! :evil: :lol:
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Messaggioda columbia83 il mar lug 03, 2007 5:32 pm

Primo trimestre,peggiora il deficit
Dal 5,9% del 2006 sale all'attuale 6,1%


Il deficit nel primo trimestre è stato pari al 6,1% del Pil secondo i dati dell'Istat. Peggiora dunque la situazione rispetto allo scorso anno, quando nello stesso trimestre il rapporto si era fermato al 5,9%. Intanto però sono migliorate le entrate correnti nel primo trimestre, aumentate del 2,9% grazie alla crescita delle imposte dirette (+6,3%), di quelle indirette (+2,7%) e dei contributi sociali (+1,2%).

Ma se le entrate sono andate bene, le uscite hanno segnato un aumento ancora superiore, pari cioè al 3,8%. I dati risultano dal Conto economico delle Amministrazioni pubbliche. Nel dettaglio, nel primo trimestre 2007, il saldo corrente (cioè il risparmio) è risultato negativo e pari a 12.376 milioni di euro, contro il valore negativo di 10.771 milioni di euro nel corrispondente trimestre dell'anno precedente, con una incidenza negativa sul Pil pari al 3,4% (-3,1% nel corrispondente trimestre del 2006).

Il saldo primario (l'indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo e pari a 5.384 milioni di euro (-5.301 milioni di euro nel corrispondente trimestre del 2006), con una incidenza negativa sul Pil dell'1,5% pari a quella registrata nel corrispondente trimestre del 2006. Nel primo trimestre 2007 le entrate totali sono aumentate in termini tendenziali del 2,9% con un'incidenza sul Pil del 39,4% (40,3% nel corrispondente trimestre del 2006).

Le entrate correnti hanno registrato un aumento tendenziale del 2,9% dovuto alla crescita delle imposte dirette (+6,3%), delle imposte indirette (+2,7%), dei contributi sociali (+1,2%) e ad una diminuzione delle altre entrate correnti (-0,6%).Le entrate in conto capitale hanno registrato una diminuzione in termini tendenziali dello 0,1%, dovuta all'effetto combinato della diminuzione delle imposte in conto capitale (-32,9%) e della crescita delle altre entrate in conto capitale (+1,7%).

Quanto alle uscite totali, sono aumentate in termini tendenziali del 3,7%. Il loro valore in rapporto al Pil è stato pari al 45,5% (il 46,2% nello stesso trimestre del 2006). Le uscite correnti nel primo trimestre 2007 hanno registrato un aumento tendenziale del 3,8%. Tale aumento è dovuto alla crescita dei redditi da lavoro dipendente (+1,4%), dei consumi intermedi (+3,5%), delle prestazioni sociali in denaro (+3,8%), delle altre uscite correnti (+1,8%) e degli interessi passivi (+12,4%). Le uscite in conto capitale sono aumentate in termini tendenziali del 3,2%. Tale aumento e' la risultante di una decrescita degli investimenti fissi lordi (-4,2%) e di una crescita delle altre uscite in conto capitale (+18,3%).
Ultima modifica di columbia83 il mar lug 03, 2007 5:36 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda columbia83 il mar lug 03, 2007 5:34 pm

Fmi: Dpef non in linea coi consigli
"Tesoretto per risanare i conti"


Ulteriore frenata per il Dpef: il Fondo monetario internazionale ritiene che "non è in linea" con le raccomandazioni e non risponde a "quello di cui l'Italia ha bisogno", mentre il tesoretto dovrebbe servire a risanare i conti. Nei giorni scorsi anche Bruxelles aveva espresso perplessità: secondo la Ue sarebbe meno favorevole del previsto e, se l'Italia non aggiustasse il deficit, potrebbe andare contro lo spirito del Patto. Il fondo montetario bacchetta anche sulla riforma del sistema delle pensioni, che è incompleta e crea incertezza sui conti pubblici italiani.



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Messaggioda johnlord il mar lug 03, 2007 6:33 pm

columbia83 ha scritto:Fmi: Dpef non in linea coi consigli
"Tesoretto per risanare i conti"


Ulteriore frenata per il Dpef: il Fondo monetario internazionale ritiene che "non è in linea" con le raccomandazioni e non risponde a "quello di cui l'Italia ha bisogno", mentre il tesoretto dovrebbe servire a risanare i conti. Nei giorni scorsi anche Bruxelles aveva espresso perplessità: secondo la Ue sarebbe meno favorevole del previsto e, se l'Italia non aggiustasse il deficit, potrebbe andare contro lo spirito del Patto. Il fondo montetario bacchetta anche sulla riforma del sistema delle pensioni, che è incompleta e crea incertezza sui conti pubblici italiani.



:roll:


Cosa ti lascia perplesso, la richesta del FMI o il testo del Dpef?

Perchè se ti lascia perplesso la richiesta del FMI sarai sicuramente d'accordo con il governo.
Se invece credi che abbia ragione il FMI vuol dire che sei d'accordo con la finanziaria di risanamento e con quelli che chiedono tasse e rigore.
Delle due, scegline una...
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Messaggioda columbia83 il mar lug 03, 2007 9:07 pm

Nessuna delle 2 purtroppo.


Sono perplesso del fatto che le politiche applicate per il risanamento, nonostante rigorose, sono valse a poco.


Come dire, se è vero che il fine giustifica i mezzi, forse non tutti i mezzi riescono a portare al fine.
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Messaggioda better man il dom lug 08, 2007 4:44 pm

New York Times:«Basta alla guerra in Iraq»
Forte presa di posizione del quotidiano Usa: «Il piano di Bush
è quello di scaricare sul suo successore questo macello».

WASHINGTON - «È giunto il momento per gli Stati Uniti di lasciare l'Iraq». Forte presa di posizione del New York Times , con un lungo editoriale intitolato «The Road Home», la Via del Ritorno.
«Come tanti americani abbiamo rinviato questa conclusione in attesa di un segnale che il presidente Bush stesse cercando di sottrarre gli Stati Uniti al disastro da lui creato invadendo l'Iraq senza ragioni sufficienti, sfidando l'opposizione generale, senza un piano successivo per stabilizzare il Paese», scrive oggi l'influente quotidiano Usa. «All'inizio abbiamo pensato che dopo avere distrutto il governo, l'esercito, la polizia e le strutture economiche dell'Iraq, gli Stati Uniti si sentissero obbligati a raggiungere alcuni di quei traguardi che Bush proclamava di inseguire - scrive il quotidiano - in particolare la costruzione di un Iraq stabile e unificato».
Le scadenze fissate dallo stesso Bush per raggiungere questi traguardi sono «andate e venute senza alcun progresso verso un Iraq stabile e democratico e senza un inizio del ritiro delle truppe Usa - scrive il giornale - È adesso spaventosamente chiaro che il piano di Bush è mantenere la rotta attuale finchè sarà presidente per poi scaricare questo macello sul suo successore. Qualsiasi fosse la sua causa, è una causa perduta». «Continuare a sacrificare le vite e la incolumità dei soldati americani sarebbe sbagliato», afferma il New York Times.
«DEMAGOGIA» - Il problema è adesso quello di avviare il ritiro degli Usa dall'Iraq nel modo più rapido e indolore possibile. «Gli americani devono ammettere con onestà il fatto che mantenere le nostre truppe in Iraq servirebbe solo a peggiorare la situazione», afferma il giornale notando che le guerra ha avuto come conseguenza distogliere le risorse del Pentagono dall'Afghanistan per creare in Iraq «una nuova roccaforte» dei terroristi. La tesi di Bush e del suo vice Dick Cheney che un ritiro delle truppe Usa «produrrebbe un bagno di sangue, caos e incoraggerebbe i terroristi» è pura demagogia - afferma il giornale - «Infatti tutto questo è già successo in Iraq, come risultato di questa invasione non necessaria e della gestione incompetente di questa guerra».
08 luglio 2007
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Messaggioda Promentory1985 il mer lug 11, 2007 12:39 pm

http://www.momentosera.com/articolo.php?id=3870

è la volta buona che viene fuori la verità su sircana
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Messaggioda better man il ven lug 13, 2007 7:10 pm

Panorama: «Prodi indagato a Catanzaro»
Il premier: «Fiducia nei giudici»
Il presidente del Consiglio: «Se l'avviso di garanzia sarà confermato, dimostrarò la mia totale estraneità alle accuse»

ROMA - Prodi, secondo il sito di Panorama, è indagato dalla procura di Catanzaro per abuso d'atti d'ufficio. Il Premier ha immediatamente replicato che «pur non avendo ricevuto alcun avviso di garanzia o informazione al riguardo, non posso che testimoniare, come sempre, la mia totale fiducia nel lavoro dei magistrati che hanno voluto tutelare la mia persona, se l'avviso di garanzia sarà effettivamente confermato, con un atto che permetterà di dimostrare la mia totale estraneità a qualsiasi eventuale accusa». Per la procura, ha scritto il settimanale della Mondadori, l'iscrizione del Presidente del Consiglio nel registro degli indagati si tratta di un atto dovuto, anche a tutela delle garanzie della Difesa, che permetterà di chiarire i rapporti tra il premier e altri personaggi sotto inchiesta per la cosiddetta loggia di San Marino.
IL PROCURATORE SMENTISCE LA NOTIZIA - In una nota, il Procuratore di Catanzaro Mariano Lombardi, ha smentito la notizia riportata dal sito web di Panorama: «Non sono a conoscenza - ha fatto sapere Lombardi - dell’iscrizione del Presidente del Consiglio dei Ministri nel registro degli indagati. Ritengo che se il sostituto De Magistris avesse deciso o avesse iscritto il Presidente del Consiglio nel registro degli indagati avrebbe dovuto informarmi ma questo non è avvenuto e quindi non sono in grado di dare chiarimenti in merito».
L'INCHIESTA SULLA LOGGIA DI SAN MARINO - Che l'inchiesta si fosse allargata in ambiti non lontani dal premier era cosa già nota. «Da mesi il sostituto procuratore Luigi De Magistris - scrive Panorama - sta indagando su un presunto comitato d'affari che, sull'asse San Marino-Bruxelles, si sarebbe arricchito incassando finanziamenti dell'Unione europea in modo illegale. Al centro dell'inchiesta, oltre a numerose società sospette, ci sono alcuni uomini considerati dagli inquirenti molto vicini a Prodi e che sono già stati iscritti sul registro degli indagati per i reati di associazione per delinquere, truffa aggravata e violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete. Come l'onorevole Sandro Gozi, ex funzionario dell'Unione europea, già "assistente politico" di Prodi a Bruxelles e attualmente suo sostituto in Commissione Affari Costituzionali della Camera». «Per De Magistris - scrive Panorama - uno degli uomini chiave a San Marino sarebbe, invece, un'altra vecchia conoscenza del Professore: Piero Scarpellini, 57 anni, impiegato in una società con sede nella Repubblica del Monte Titano e definito dal pm nel decreto di perquisizione «consulente di Prodi» («consulente non pagato dell'ufficio del consigliere diplomatico della presidenza del consiglio per i paesi africani» ha precisato di recente palazzo Chigi)».
I SOSPETTI SU UN NUMERO TELEFONICO - «I personaggi in questione - aggiunge Panorama - sarebbero tra i principali interlocutori dell'utenza telefonica 32074... intestata alla Delta spa e che De Magistris ipotizzerebbe essere riconducibile al «Presidente del consiglio dei ministri, o a qualche diretto collaboratore del suo staff». Adesso la procura vuole capire se ci sia un nesso tra la perfetta conoscenza da parte dell'entourage del premier della macchina comunitaria e di tutti i suoi ingranaggi (Prodi è stato presidente della commissione dal 1999 al 2004) e le presunte truffe euromilionarie ai danni dell'Unione europea». «Gli inquirenti - prosegue Panorama - non escludono che il Professore fosse all'oscuro delle operazioni sospette realizzate intorno a lui e sulla cui illegalità gli investigatori avrebbero già trovato nelle ultime settimane riscontri, documentali e testimoniali. Dall'inizio dell'inchiesta uno degli strumenti investigativi più utilizzati dall'accusa sono stati i tabulati telefonici. Ora, per poter valutare la posizione dell'onorevole Prodi, gli inquirenti potranno chiedere l'autorizzazione al parlamento per l'acquisizione del traffico telefonico del premier, in base alla legge numero 140 del 20 giugno 2003».
13 luglio 2007





Cesare Previti in appello aveva preso un anno e sei mesi
Lodo-Mondadori, confermate le condanne
Stesse condanne anche per Acampora, Pacifico e Metta. «Amara delusione», è il commento dei legali dell'ex ministro 

ROMA - Dopo otto ore di consiglio la II Sezione penale della Cassazione ha confermato la sentenza d'appello del processo Lodo-Mondadori per Cesare Previti, Giovanni Acampora, Attilio Pacifico e l'ex giudice Vittorio Metta. In particolare l'ex ministro della Difesa, accusato di corruzione giudiziaria, nella sentenza d'appello del 23 febbraio 2007 era stato condannato a un anno e sei mesi, così come Attilio Pacifico e Giovanni Acampora. L'ex giudice, Vittorio Metta, era stato condannato a due anni e otto mesi. Previti, al momento affidato al servizio sociale, tornerà quindi agli arresti domiciliari che dovrebbero durare circa altri 20 giorni. Dopo di che, per effetto di una serie di sconti, avrà scontato la pena.

LA VICENDA - La vicenda nasce il 21 giugno 1990 con la pubblicazione del lodo arbitrale che avrebbe dovuto risolvere la lotta allora in corso della conquista del gruppo Mondadori-L'Espresso. In corsa c'erano l'ingegner Carlo De Benedetti e Silvio Berlusconi, che appoggiava la famiglia Formenton-Mondadori. Il lodo risultò favorevole a De Benedetti, ma i Formenton ricorsero in appello a Roma, ottenendo l'annullamento del lodo. Relatore della sentenza era il giudice Metta, a cui era stato girato un pagamento proveniente da un conto estero della Fininvest e transitato su un conto di Previti. Di qui, un anno dopo, si giunse all'annullamento del lodo (avvenuto il 24 gennaio dello stesso anno). La Cir fu costretta ad accettare un piano di spartizione del gruppo Mondadori corrispondendo a Fininvest un conguaglio di 365 miliardi di lire. A Berlusconi andarono la casa editrice, più i periodici e i libri. A De Benedetti andarono L'Espresso, La Repubblica e Finegil.

REAZIONI - Immediate le reazioni politiche e, in particolare, quelle di Forza Italia che, attraverso il portavoce Sandro Bondi ha espresso «solidarietà all'onorevole Previti da parte mia e di Forza Italia, che si stringe intorno a lui. Ho il dovere di segnalare - ha continuato - un clima sempre più involgarito e incanaglito della vita civile italiana, che non porterà a nulla di buono». Per il vicecoordinatore Fabrizio Cicchitto «Siamo di fronte a una sentenza basata sul nulla, senza uno straccio di prova, fondata esclusivamente sulla testimonianza di una teste riconosciuta come inattendibile da più sentenze. Nei confronti dell'onorevole Previti, cui va la nostra affettuosa solidarietà, è stata consumata una durissima persecuzione giudiziaria. Un preciso settore della magistratura ha dimostrato di essere ispirato da ragioni politiche e dal conseguente sostegno ad una cordata finanziario-editoriale che non a caso ha sempre cavalcato il giustizialismo».
13 luglio 2007
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Messaggioda johnlord il lun lug 16, 2007 10:20 am

Forte terremoto in Giappone In fiamme reattore nucleare

Operazioni di soccorso a Niigata, la regione colpita dal terremoto in Giappone

TOKYO - Un violento terremoto di intensità pari a 6,8 della scala Richter ha colpito la regione di Niigata, nel nord-ovest del Giappone. Alla prima scossa ne è seguita una seconda, di magnitudo 5,6. Il sisma ha provocato quattro vittime e trecento feriti, ha scatenato un allarme tsunami e ha innescato un incendio in un reattore nucleare, messo sotto controllo prima che ci fossero, secondo i tecnici, fughe radioattive.

L'agenzia meteorologica giapponese ha lanciato l'allerta 'tsunami' per la zona dell'isola di Sado, nel mar del Giappone. L'allarme è rientrato poco dopo. Il sisma, uno dei più forti registrati nel Paese negli ultimi anni, ha avuto l'epicentro a dieci chilometri di profondità sotto la superficie marina ed è avvenuto alle 10:13 ora locale, le 3.13 in Italia. Ha causato il crollo di numerose abitazioni, soprattutto edifici in legno, nella località di Kashiwazaki, nella provincia di Niigata. Le vittime sono decedute nell'ospedale di Kashiwazaki, la città più duramente colpita dal terremoto. Sono due donne ottantenni e altre due persone di cui non è stata resa nota l'identità. Circa 300 persone sono state portate in ospedale per essere soccorse e 400 sono state evacuate dalle loro case.

Il sisma, che è stato avvertito anche nella capitale, Tokyo, ha provocato un incendio in un reattore della centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa. Le fiamme sono state messe sotto controllo prima che si verificassero fughe radioattive.

(16 luglio 2007)

Fonte: Repubblica.it
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