allora scrivilo per intero!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
recensione da rockstar.it
STEREOPHONICS
Language.Sex.Violence.Other?
[V2]
Gli Stereophonics provano a fare altro.
Genere: rock
Ha il suono di: Manic Street Preachers, Oasis, U2
Voto: **
Recensito il: 03/05
Dimenticata l’infatuazione per l’America, le calde chitarre acustiche e le atmosfere Seventies, Kelly Jones tenta di ritrovare il furore perduto all’epoca di Performances & Cocktails. Ma se il “Superman†iniziale pare off rire lo slancio giusto per spiccare il volo, le tracce successive frenano il decollo. La strofa robusta di “Doorman†evidenza la muscolarità del nuovo drummer Javier Weyler e rifà il verso a The Bartender And The Thief ma incespica in un ritornello moscio (condito da un’orrenda slide guitar fi nta) che manda alle ortiche l’impatto iniziale e vanifi ca il successivo solo di chitarra fi ammeggiante. In “Brother†si invertono le parti: qui è la strofa ad essere debole e a ricordare “The Fly†degli U2. La band irlandese è innegabilmente uno dei punti di riferimento di questo disco, anche nella successiva “Rewindâ€; e non è un buon segnale assumere a modello una band rimasta ferma al 1991. Le cose vanno meglio con “Devilâ€, il cui chorus rauco e passionale è decisamente nelle corde di Kelly. L’America di “J.E.E.P.†è rievocata in “Dakota†singolo piacevolmente radio-friendly destinato a trainare un album che, nella seconda metà off re un pezzo veloce ed effi cace come “Girl†e un paio di riempitivi. Non c’è nemmeno una ballad e il ritmo è sempre sostenuto, ma il risultato complessivo non è convincente. E alla fi ne i quarantatrè minuti del disco sembrano durare molto di più.