Il premier lascia la presidenza per l'entrata in vigore della nuova normativa antitrust: "Mi dispiace molto". Da Mediaset: "Non sarà Piersilvio il successore".
MILANO, 28 dicembre 2004 - Silvio Berlusconi si è dimesso dalla presidenza del Milan. Lo ha annunciato la società rossonera con un comunicato. Quella del presidente del Consiglio è una decisione imposta dalla nuova normativa antitrust che prevede il divieto per i titolari di cariche di governo di "ricoprire cariche o uffici o svolgere altre funzioni
comunque denominate ovvero esercitare compiti di gestione in società aventi fini di lucro o in attività di rilievo imprenditoriale". "Certo che mi dispiace. Mi dispiace molto - ha detto Berlusconi -. Ad ogni modo negli anni della mia presidenza ho vinto più di ogni altro al mondo. Insisto, a livello internazionale.
Il figlio Piersilvio, inizialmente indicato come il favorito alla successione, non intende però diventare il nuovo presidente rossonero. Berlusconi jr, vicepresidente del gruppo, "è impegnato in Mediaset senza possibilità di ricoprire altri incarichi, specie - spiega un comunicato - un impegno delicato e importante da svolgere a tempo pieno come la presidenza del Milan". Dagli ambienti Mediaset poi si riscontra piena fiducia all'attuale vicepresidente della società Adriano Galliani, ritenuto il miglior manager del calcio italiano.
"Se la domanda è adesso cosa cambia al Milan, la risposta è
tutto e niente - precisa la società rossonera sul sito ufficiale -. Tutto sul piano morale, niente su quello azionario e gestionale". "Tutti coloro che vogliono bene al Milan - spiega il comunicato - possono e devono stare assolutamente sereni. La proprietà resta di Fininvest, i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione erano e rimangono di Adriano Galliani. Per il momento la carica rimane vacante e con l'assetto societario del Milan, anche con la presidenza vacante, può tranquillamente essere approvato il bilancio della società il prossimo 30 giugno 2005".
"Per Berlusconi sarà stata una scelta molto dolorosa - ha commentato il capitano del Milan Paolo Maldini - anche se lasciare la presidenza non vuol dire abbandonare completamente la squadra. Per fare un passo del genere è sicuramente stato costretto, sappiamo benissimo che si parla sempre di conflitto d'interessi e questo credo sia il motivo della sua decisione. Sono sicuro che ci starà sempre vicino, per Berlusconi il Milan non è una società a fine di lucro, ma un affare di cuore".