Lo psicopatico sa investire perché non ha paura di rischiare
Inviato: lun set 19, 2005 6:58 pm
evvai ho un futuro
Una ricerca di Harvard: pazienti con aree del cervello danneggiate
si sono dimostrati molto competitivi negli investimenti
"Il ragionamento frena l'istinto e blocca le speculazioni"
di ELENA DUSI
ROMA - Se i mercati finanziari sono come le montagne russe, chi meglio di uno "psicopatico funzionale" può seguirne le evoluzioni? Una ricerca statunitense pubblicata sul Journal of Psychological Science ha trovato che gli individui "disturbati emotivamente" sono pronti a gettarsi in scommesse ad alto rischio. Quelle in grado di cambiare la vita una volta per tutte. I pazienti arruolati avevano particolari aree del cervello danneggiate, ma in loro gli psicologi hanno rilevato le caratteristiche giuste per indovinare un investimento finanziario.
I ricercatori dell'università di Harvard hanno utilizzato la simulazione di un gioco finanziario. La loro fiducia non si è spinta fino ad affidare ai soggetti della loro sperimentazione denaro vero, da investire in una borsa vera. Ma i risultati sembrano lo stesso convincenti. I quindici pazienti intellettualmente compromessi, dopo un periodo di speculazioni virtuali, hanno stracciato per ammontare dei guadagni 41 individui perfettamente normali. Le onde dell'intuizione psicopatologica hanno prevalso sulle armi della razionalità .
Il segreto dei "disturbati" si è rivelato la mancanza di paura. Il ragionamento frena infatti la capacità di rischiare. Gli individui sani anche di fronte al timore di una piccola perdita preferivano tirare i remi in barca, pur sapendo che il premio sarebbe stato cospicuo. Il fenomeno, sempre tra gli psicologi, è noto con il nome di "avversione miope al rischio", è tipico degli individui razionali e a lungo andare sembra comprometterne l'efficienza nel settore della finanza. "I migliori investitori di borsa - è la conclusione cui è giunto Antoine Bechara, neurologo dell'università dello Iowa - hanno probabilmente tratti tipici dello psicopatico funzionale". Questi tratti, suggerisce anche un volume patrocinato dal National Institute of Health americano dal titolo "The Psychopath", sarebbero diffusi all'interno delle nostre società molto più di quanto non si creda.
Baba Shiv, coautore della ricerca e professore alla Stanford School of Business, rincara la dose: "Lo stesso tratto potrebbe essere comune anche a manager d'azienda e avvocati di vertice".
Le emozioni, spiega la ricerca del Journal of Psychological Science, hanno la proprietà di accelerare il processo decisionale. Fu il famoso neurologo Antonio Damasio, origine portoghese ma una cattedra all'università dello Iowa, ad avanzare alcuni anni fa l'ipotesi che il circuito neurale incentrato sull'amigdala, oltre a presiedere la vita emotiva di un individuo, assume anche la funzione del direttore d'orchestra nel momento in cui occorre prendere una decisione. "Va dove ti porta il cuore" - sembrano suggerire i professori americani - è il segreto per ottenere il successo. Non come pensavamo nel campo dei sentimenti, bensì in quello finanziario.
(19 settembre 2005)
Una ricerca di Harvard: pazienti con aree del cervello danneggiate
si sono dimostrati molto competitivi negli investimenti
"Il ragionamento frena l'istinto e blocca le speculazioni"
di ELENA DUSI
ROMA - Se i mercati finanziari sono come le montagne russe, chi meglio di uno "psicopatico funzionale" può seguirne le evoluzioni? Una ricerca statunitense pubblicata sul Journal of Psychological Science ha trovato che gli individui "disturbati emotivamente" sono pronti a gettarsi in scommesse ad alto rischio. Quelle in grado di cambiare la vita una volta per tutte. I pazienti arruolati avevano particolari aree del cervello danneggiate, ma in loro gli psicologi hanno rilevato le caratteristiche giuste per indovinare un investimento finanziario.
I ricercatori dell'università di Harvard hanno utilizzato la simulazione di un gioco finanziario. La loro fiducia non si è spinta fino ad affidare ai soggetti della loro sperimentazione denaro vero, da investire in una borsa vera. Ma i risultati sembrano lo stesso convincenti. I quindici pazienti intellettualmente compromessi, dopo un periodo di speculazioni virtuali, hanno stracciato per ammontare dei guadagni 41 individui perfettamente normali. Le onde dell'intuizione psicopatologica hanno prevalso sulle armi della razionalità .
Il segreto dei "disturbati" si è rivelato la mancanza di paura. Il ragionamento frena infatti la capacità di rischiare. Gli individui sani anche di fronte al timore di una piccola perdita preferivano tirare i remi in barca, pur sapendo che il premio sarebbe stato cospicuo. Il fenomeno, sempre tra gli psicologi, è noto con il nome di "avversione miope al rischio", è tipico degli individui razionali e a lungo andare sembra comprometterne l'efficienza nel settore della finanza. "I migliori investitori di borsa - è la conclusione cui è giunto Antoine Bechara, neurologo dell'università dello Iowa - hanno probabilmente tratti tipici dello psicopatico funzionale". Questi tratti, suggerisce anche un volume patrocinato dal National Institute of Health americano dal titolo "The Psychopath", sarebbero diffusi all'interno delle nostre società molto più di quanto non si creda.
Baba Shiv, coautore della ricerca e professore alla Stanford School of Business, rincara la dose: "Lo stesso tratto potrebbe essere comune anche a manager d'azienda e avvocati di vertice".
Le emozioni, spiega la ricerca del Journal of Psychological Science, hanno la proprietà di accelerare il processo decisionale. Fu il famoso neurologo Antonio Damasio, origine portoghese ma una cattedra all'università dello Iowa, ad avanzare alcuni anni fa l'ipotesi che il circuito neurale incentrato sull'amigdala, oltre a presiedere la vita emotiva di un individuo, assume anche la funzione del direttore d'orchestra nel momento in cui occorre prendere una decisione. "Va dove ti porta il cuore" - sembrano suggerire i professori americani - è il segreto per ottenere il successo. Non come pensavamo nel campo dei sentimenti, bensì in quello finanziario.
(19 settembre 2005)