Il Papa: 'Allo Stato si può disubbidire'
Inviato: lun giu 27, 2005 8:06 am
Papa Ratzinger sorride e dice cose pesanti. Prima elenca a Ciampi i punti cardinali sui quali deve muoversi la laicità dello Stato.
Poi, ieri, dalle righe del Compendio del suo catechismo, rincara la dose.
La ’bomba’ è al punto 465 dell’opera articolata su domande e risposte: «Il cittadino non deve obbedire quando le leggi delle autorità civili si oppongono alle esigenze dell’ordine morale». In altre parole: il Catechismo vale più della Costituzione, in quanto l’arbiter delle ’esigenze dell’ordine morale’ è proprio la Chiesa. E per dare profondità dottrinale a questo punto, destinato a suscitare polemiche e controversie, il Compendio cita un passo degli Atti degli Apostoli: «Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini».
Queste parole, alla luce degli eventi socio-politici che hanno percorso l’Italia (ma anche la Spagna) negli ultimi mesi, assumono un peso rilevante: rilanciano, per esempio, l’obiezione di coscienza così come è stata sollecitata ai pubblici amministratori cattolici dalla curia iberica dopo la decisione del governo Zapatero di liberalizzare i ’matrimoni gay’. Sollevano questioni e problemi nei nostri ospedali, se lette con la successiva parte del Compendio che affronta il tema delle fecondazione assistita.
Ecco, infatti, che alla domanda 499 («Perchè l’inseminazione e la fecondazione artificiali sono immorali») si riponde ricordando che «queste tecniche sono immorali perchè dissociano la procreazione dall’atto con cui gli sposi si donano reciprocamente, instaurando così un dominio della tecnica sull’origine e sul destino delle persona umana».
Sul tema della fecondazione nel compendio del catechismi troviamo molte delle argomentazioni portate dal fronte dell’astensione nella recente campagna referendaria. Per esempio, il passo sulla fecondazione eterologa, che le «il diritto del figlio a nascere da un padre e da una madre conosciuti da lui, legati tra loro dal matrimonio e aventi il diritto esclusivo a diventare genitori soltanto l’uno attraverso l’altro».
Parole che investono il «no» alle coppie di fatto e anche alle adozioni da parte di gay e persino di single. La chiusura totale alla fecondazione assistita porta come conseguenza, per le coppie sterili, che l’unica via genitoriale possibile è quella che il Compendio definisce ’feconditio’ spirituale: affido, adozione o compimento di «servizi significativi a favore del prossimo».
Ma il Compendio, realizzato da una commissione presieduta dall’allora cardinale Ratzinger sul monumentale catechismo wojtyliano promulgato nel 2002, affronta nelle sue 205 pagine l’intero scibile dottrinale e sociale. Ed ecco gli altri punti controversi.
La pena di morte, in primis. Non viene categoricamente esclusa anche se si legge che ormai i casi «di assoluta necessità di pena di morte sono molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti». E la linea pace-guerra. Il Compendio enumera quattro condizioni che rendono moralmente legittima la forza militare: «Certezza di un durevole e grave danno subito; inefficacia di ogni alternativa pacifica; fondate possibilità di successo; assenza di mali peggiori considerata l’odierna potenza dei mezzi di distruzione». Punti di logico buonsenso, ma richiamabili da qualsiasi potere invasore.
In caso di guerra, questa è la posizione della Chiesa, ai governi «compete il diritto di imporre ai cittadini l’obbligo della difesa nazionale». Ed è curioso come, in questo caso, l’obiezione di coscienza, pur accettata e codificata in tempo di pace («...fatto salvo il diritto personale all’obiezione di coscienza, da attuarsi con altra forma di servizio alla comunità umana»), appare ad un tempo limitata e imposta in tempo di guerra. Infatti, laddove si parla di «distruzioni di massa,», di «sterminio di un popolo o di una minoranza etnica» per definirli «peccati gravissimi» , si ricorda che il soldato «è moralmente in obbligo di fare resistenza agli ordini di chi comanda».
Una formula che, da una parte, accomuna al crimine anche chi lo esegue, ma dall’altra limita all’eccesso il diritto di obiezione. Il compendio del Catechismo sarà presentato dopodomani e sarà sicuramente oggetto di analisi approfondite, e non solo da parte di esperti di dottrina. Le polemiche sono cominciate già da ieri. Ma Benedetto XVI non è certo persona diversa dal cardinal Ratzinger. Sorride e procede.
Poi, ieri, dalle righe del Compendio del suo catechismo, rincara la dose.
La ’bomba’ è al punto 465 dell’opera articolata su domande e risposte: «Il cittadino non deve obbedire quando le leggi delle autorità civili si oppongono alle esigenze dell’ordine morale». In altre parole: il Catechismo vale più della Costituzione, in quanto l’arbiter delle ’esigenze dell’ordine morale’ è proprio la Chiesa. E per dare profondità dottrinale a questo punto, destinato a suscitare polemiche e controversie, il Compendio cita un passo degli Atti degli Apostoli: «Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini».
Queste parole, alla luce degli eventi socio-politici che hanno percorso l’Italia (ma anche la Spagna) negli ultimi mesi, assumono un peso rilevante: rilanciano, per esempio, l’obiezione di coscienza così come è stata sollecitata ai pubblici amministratori cattolici dalla curia iberica dopo la decisione del governo Zapatero di liberalizzare i ’matrimoni gay’. Sollevano questioni e problemi nei nostri ospedali, se lette con la successiva parte del Compendio che affronta il tema delle fecondazione assistita.
Ecco, infatti, che alla domanda 499 («Perchè l’inseminazione e la fecondazione artificiali sono immorali») si riponde ricordando che «queste tecniche sono immorali perchè dissociano la procreazione dall’atto con cui gli sposi si donano reciprocamente, instaurando così un dominio della tecnica sull’origine e sul destino delle persona umana».
Sul tema della fecondazione nel compendio del catechismi troviamo molte delle argomentazioni portate dal fronte dell’astensione nella recente campagna referendaria. Per esempio, il passo sulla fecondazione eterologa, che le «il diritto del figlio a nascere da un padre e da una madre conosciuti da lui, legati tra loro dal matrimonio e aventi il diritto esclusivo a diventare genitori soltanto l’uno attraverso l’altro».
Parole che investono il «no» alle coppie di fatto e anche alle adozioni da parte di gay e persino di single. La chiusura totale alla fecondazione assistita porta come conseguenza, per le coppie sterili, che l’unica via genitoriale possibile è quella che il Compendio definisce ’feconditio’ spirituale: affido, adozione o compimento di «servizi significativi a favore del prossimo».
Ma il Compendio, realizzato da una commissione presieduta dall’allora cardinale Ratzinger sul monumentale catechismo wojtyliano promulgato nel 2002, affronta nelle sue 205 pagine l’intero scibile dottrinale e sociale. Ed ecco gli altri punti controversi.
La pena di morte, in primis. Non viene categoricamente esclusa anche se si legge che ormai i casi «di assoluta necessità di pena di morte sono molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti». E la linea pace-guerra. Il Compendio enumera quattro condizioni che rendono moralmente legittima la forza militare: «Certezza di un durevole e grave danno subito; inefficacia di ogni alternativa pacifica; fondate possibilità di successo; assenza di mali peggiori considerata l’odierna potenza dei mezzi di distruzione». Punti di logico buonsenso, ma richiamabili da qualsiasi potere invasore.
In caso di guerra, questa è la posizione della Chiesa, ai governi «compete il diritto di imporre ai cittadini l’obbligo della difesa nazionale». Ed è curioso come, in questo caso, l’obiezione di coscienza, pur accettata e codificata in tempo di pace («...fatto salvo il diritto personale all’obiezione di coscienza, da attuarsi con altra forma di servizio alla comunità umana»), appare ad un tempo limitata e imposta in tempo di guerra. Infatti, laddove si parla di «distruzioni di massa,», di «sterminio di un popolo o di una minoranza etnica» per definirli «peccati gravissimi» , si ricorda che il soldato «è moralmente in obbligo di fare resistenza agli ordini di chi comanda».
Una formula che, da una parte, accomuna al crimine anche chi lo esegue, ma dall’altra limita all’eccesso il diritto di obiezione. Il compendio del Catechismo sarà presentato dopodomani e sarà sicuramente oggetto di analisi approfondite, e non solo da parte di esperti di dottrina. Le polemiche sono cominciate già da ieri. Ma Benedetto XVI non è certo persona diversa dal cardinal Ratzinger. Sorride e procede.