CLINTON,BEFFA AL RISTORANTE ROMANO

ROMA - Capesante a colazione per Clinton all'Esquilino. Accompagnato da 23 commensali e 6 persone di scorta per un totale di 30 persone a tavola, sedute, servite e, visto il personaggio, più che riverite. Ma venerdì scorso le 30 porzioni d'insalata di capesante, seguite da piatti di solo pesce freschissimo, studiati appositamente per le esigenze dietetiche dell'ex presidente Usa da Agata Parisella e Romeo Caraccio (del ristorante romano "Agata e Romeo", stella Michelin), non sono state nemmeno annusate dai 30 prenotati.
Alle 13,30 nessuno si è presentato, né ha telefonato per disdire il tavolo, quasi l'intero piccolo locale. Come si dice a Roma, una buca clamorosa. Accompagnata finora da molta arroganza e nessuna scusa. Ma com'è andata la storia? "Una settimana fa - racconta Romeo Carraccio ancora pieno di rabbia - passa al ristorante un certo signor Civico chiedendomi di organizzare una cena il venerdì successivo per Clinton in visita a Roma in occasione di "Italia Africa 2005" - gli chiedo chi lo manda e mi risponde che eravamo stati raccomandati dal corrispondente del "Gambero Rosso" a New York, Parasecoli, che conosco. Mi sono quindi fidato, ma essendo noi il 20 sera al completo concordiamo per l'ora del pranzo. Mercoledì mi telefona preannunciandomi una visita della sicurezza".
I preparativi non si risparmiano: i patron scelgono i "pezzi" migliori, creano pani speciali, preparano centrotavola superbi, predispongono etichette pregiate. Ma alle 14,30 di quel venerdì "nero" (c'era anche lo sciopero del trasporto pubblico) nessuno compare: "Chiamo il signor Civico e dopo molti tentativi mi risponde dicendomi che per motivi di sicurezza Clinton era stato dirottato in altra direzione. Indispettito gli chiedo spiegazioni e lui: "La sicurezza non dà mai spiegazioni. E attacca". Ora i Carraccio stanno solo aspettando un simbolico rimborso a mo' di scuse (i 1000 euro della spesa) che a sentire l'ultima telefonata di Civico dovrebbe arrivare da mister Parasecoli in persona.
SOLO DA NOI
Alle 13,30 nessuno si è presentato, né ha telefonato per disdire il tavolo, quasi l'intero piccolo locale. Come si dice a Roma, una buca clamorosa. Accompagnata finora da molta arroganza e nessuna scusa. Ma com'è andata la storia? "Una settimana fa - racconta Romeo Carraccio ancora pieno di rabbia - passa al ristorante un certo signor Civico chiedendomi di organizzare una cena il venerdì successivo per Clinton in visita a Roma in occasione di "Italia Africa 2005" - gli chiedo chi lo manda e mi risponde che eravamo stati raccomandati dal corrispondente del "Gambero Rosso" a New York, Parasecoli, che conosco. Mi sono quindi fidato, ma essendo noi il 20 sera al completo concordiamo per l'ora del pranzo. Mercoledì mi telefona preannunciandomi una visita della sicurezza".
I preparativi non si risparmiano: i patron scelgono i "pezzi" migliori, creano pani speciali, preparano centrotavola superbi, predispongono etichette pregiate. Ma alle 14,30 di quel venerdì "nero" (c'era anche lo sciopero del trasporto pubblico) nessuno compare: "Chiamo il signor Civico e dopo molti tentativi mi risponde dicendomi che per motivi di sicurezza Clinton era stato dirottato in altra direzione. Indispettito gli chiedo spiegazioni e lui: "La sicurezza non dà mai spiegazioni. E attacca". Ora i Carraccio stanno solo aspettando un simbolico rimborso a mo' di scuse (i 1000 euro della spesa) che a sentire l'ultima telefonata di Civico dovrebbe arrivare da mister Parasecoli in persona.
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