da BASIK il mar apr 12, 2005 5:30 pm
Mi fa piacere che siate d'accordo con me. In questi giorni, in cui sto ascoltando la radio più del solito per sentire Lyla (non la scarico per principio, mi piace non averla finché non esce ufficialmente, e quindi di aspettarla o di beccarla per caso), mi rendo conto che ormai l'anglismo sta prendendo sempre più piede tra i modi di dire e i nomi proprio, questi ultimi devo dire che stanno addirittura prendendo il sopravvento.
Ogni programma è chiamato in inglese.
Cominciamo a sforzarci e a tornare a parlare la nostra lingua.
Faccio un breve elenco di alcune parole che potremmo tranquillamente dire nella nostra bellissima lingua, anziché in inglese:
- Feeling: intesa
- Hit: successo
- Cover: copertina
- Countdown: conto alla rovescia
- Chart: classifica
- Live: concerto
- Dancefloor: discoteca ('sta parola è sempre più frequente, ultimamente)
Ce ne sono un'infinità . Ripeto: non ditemi che è più comodo dirle in inglese poiché sono più corte, ci si stanca a correre, non a parlare.
Quando vennero a prendere gli ebrei
Io rimasi in silenzio perché non ero ebreo
Quando vennero a prendere gli omosessuali
Rimasi in silenzio perché non ero omosessuale
Quando vennero a prendere i comunisti
Rimasi in silenzio perché non ero comunista
Quando vennero a prendere gli zingari
Rimasi in silenzio perché non ero zingaro.
Poi vennero a prendere me
E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa.
Martin Niemöller