da libero.it
Morto Pantani: vicino al corpo sono stati trovati ansiolitici
Il decesso nel residence Le rose di Rimini sarebbe avvenuto intorno alle 17 di sabato. Lunedì l'autopsia
RIMINI, 15 feb - Il corpo di Marco Pantani è stato ritrovato riverso a terra, di fianco al letto, poco distante da una confezione di ansiolitici. Altre confezioni, alcune piene, altre mezze vuote, sono state ritrovate al piano inferiore del piccolo residence. Il decesso risalirebbe alle ore 17 circa. Lo ha detto il Pm di Rimini Paolo Gengarelli, che ha fatto il primo sopralluogo insieme al medico legale Francesco Toni. Pantani, che indossava un paio di jeans ed era a torso nudo, è stato trovato morto intorno alle 21.30 dal portiere dell'albergo, preoccupato perché non lo sentiva da parecchie ore. Il campione - ha spiegato ancora il magistrato - era arrivato nel residence riminese il 9 febbraio scorso e da quel giorno aveva condotto una vita quasi di totale clausura: usciva solo per la colazione e spesso ordinava il pranzo in camera. Gli ultimi a vederlo in vita sarebbero stati alcuni giocatori stranieri della squadra di basket di Rimini che occupano le stanze a fianco, e che lo avevano saluto la sera del 13 febbraio. Il mattino seguente, intorno alle 10, aveva bussato la donna delle pulizie, ma senza ottenere risposta. Nel miniappartamento sono stati ritrovati anche alcuni scritti, "ma di carattere strettamente personale" che secondo una prima analisi del Pm non avrebbero direttamente a che fare con la morte. Il magistrato non si è sbilanciato sulla causa del decesso: sarà dunque determinante l'autopsia che dovrebbe essere svolta già lunedì dal medico legale bolognese Giuseppe Fortuni. Però gli ansiolitici, pur a basso dosaggio, sono già un indizio robusto.
Dopo l'allarme dato dal portiere dell'albergo, nel residence sono arrivati gli agenti delle volanti, della squadra mobile e della polizia scientifica della Questura di Rimini. Le prime informazioni ai cronisti sono state fornite proprio in Questura dal Pm, dal Capo di Gabinetto Paola Dente e dal capo della squadra mobile Sabato Riccio. La bara con il cadavere di Marco Pantani ha lasciato il residence Le Rose di Rimini all'1.25. Alla partenza del furgone dei servizi funebri per l'obitorio dell'ospedale Infermi di Rimini, la folla di circa 200 persone che ancora stazionava davanti al luogo del decesso, ha salutato con un lungo applauso il "pirata". Fra i primi a commentare la notizia, il ciclista Mario Cipollini.
La carriera
Una vita in salita, e poi la caduta lì, in fondo all'ultima curva. Marco Pantani ha detto addio a tutti - chi lo amava e chi lo aveva criticato in silenzio e da solo. E se la parabola del campione era terminata da tempo, quella dell'uomo viveva ancora nel ricordo delle vittorie, delle folle di appassionati che lo seguivano ovunque, dei duelli con i più grandi ciclisti del suo tempo e di una serie incredibile di vicende giudiziarie a ridosso del doping.
Ecco le tappe della vicenda sportiva e umana di Pantani:
1995 - Investito da un'auto in allenamento, se la cava con un trauma cranico e qualche contusione. È dimesso dopo nemmeno due giorni d'ospedale. Cinque mesi dopo viene travolto da una jeep alla Milano-Torino riportando fratture agli arti inferiori. Proprio da quella caduta però cominciano i suoi guai giudiziari: i valori ematici riscontrati in ospedale non sono in regola. Il pm torinese Guariniello lo mette sotto inchiesta. Da quelle indagini si arriverà alla condanna di Forlì nel 2000.
1997 - Dopo aver tentato nel '96 di risalire in bici (ma è troppo presto, ha la gamba sinistra più corta) la sfortuna lo perseguita ancora: il 24 maggio durante il Giro d'Italia cade per colpa di un gatto e il giorno dopo è costretto al ritiro. Un mese e mezzo dopo però è al Tour e vince ancora in montagna sfidando l'idolo francese Virenque.
1998 - È l'anno della definitiva consacrazione. Vince il suo primo Giro d'Italia, conquistando la maglia rosa alla 17esima tappa, vincendo due tappe alla sua maniera e infliggendo alla fine oltre un minuto e mezzo al russo Tonkov. Il successo lo galvanizza e stravince anche il Tour de France 23 anni dopo Felice Gimondi. Il tedesco Jan Ullrich, grande favorito della vigilia, subisce una pesantissima lezione (oltre tre minuti il suo distacco).
1999 - La sua stella si eclissa un pomeriggio a Madonna di Campiglio, prima della penultima tappa, quando è a un passo dalla secondo trionfo consecutivo al Giro. Pantani viene fermato perché il suo ematocrito è troppo alto.
2000 - Dopo la vicenda doping il Pirata ci riprova, sempre al Giro, ma le gambe non sono più le stesse. È costretto a fare il gregario di Garzelli, con successo, visto che il compagno vince la corsa. Per i Mondiali viene escluso dal ct azzurro Antonio Fusi, ma è convocato, tra mille polemiche, per i Giochi di Sydney, dove rimedia una brutta figura (69esimo). Alle Olimpiadi, Pantani era arrivato tra mille polemiche per la segnalazione della commissione 'Io non rischio la salutè al Coni di valori anomali del sangue; anche da questo dato seguirà uno strascico giudiziario, con i Nas che sequestrano documenti al Coni. Ma il 2000 è anche l'anno della sentenza di Forlì: l'11 dicembre la procura gli infligge tre mesi (con la condizionale) per frode sportiva.
2001 - Il pm di Trento Bruno Giardina lo iscrive nel libro degli indagati con l'accusa di frode sportiva. Sotto accusa i valori del sangue del prelievo effettuato a Madonna di Campiglio.
2002 - Partecipa al Giro d'Italia, ma durante la 16esima tappa si ritira quando è ai piedi della Marmolada. In quel momento è al 75esimo posto della classifica generale. Il 17 giugno gli vengono inflitti otto mesi di stop per la vicenda della siringa con residui di insulina trovata il 27 maggio 2001 nella camera 401 del Gran Hotel Francia e Quirinale occupato dal Pirata e dalla sua squadra durante il Giro di un anno fa.
2003 - Il Tribunale di Arbitrato Sportivo riduce la squalifica da otto a sei mesi. Il Pirata partecipa al Giro d'Italia che riesce a portare a termine, giungendo 14esimo. Ma a giugno, a sorpresa, si ricovera in una casa di cura nel padovano. «Sono qui perché ci si cura» dice confermando indirettamente le voci di chi parla di una sua depressione profonda. Poi sparisce, lontano da tutti, tranne che dalla sua vita ancora una volta in salita.
--------------------------------------------------------------------------------------
ho saputo la notizia alle 4 di stamattina e sono rimasto sconvolto...
premetto che non l'ho mai tifato, ho sempre preferito la mapei del ruso tonkov, ma lui oramai era diventato un'istituzione nel mondo del ciclismo e delo sport in generale.
difficile ricordare l'anno di giro e tour...
le prime impressioni sono che abbia voluto mettere fine a tutto per non esere riuscito a sopportare una situazione scomoda e antipatica (le varie acuse di doping).
ADDIO PIRATA!