Tante bottiglie di plastica abbandonate ai semafori delle strade intorno al centro. E' questa l'unica testimonianza di un lavoro che, fino a ieri, anche a Firenze come in tutte le grandi citta', vedeva impegnati decine di giovani, in maggioranza rumeni, polacchi e rom. Stamani le prime denunce, una quindicina, di vigili urbani e polizia, dopo l'ordinanza emessa dal sindaco di Firenze Leonardo Domenici, alla guida di una giunta di centrosinistra, che vieta l'attivita' di lavavetri, con la denuncia penale e il sequestro di spazzole, secchi e saponi. Poi, evidentemente, il passaparola ha funzionato e dai semafori sono spariti tutti. Nel pomeriggio una sola denuncia.
Quasi una fuga generale che a qualcuno e' servita ad evitare anche altri provvedimenti, come l'espulsione. Un lavoro extra per vigili urbani e polizia, impegnati anche a spiegare l'ordinanza ai pochi sorpresi vicino ad un semaforo, in una zona periferica, con in mano le spazzole ma non impegnati a pulire i vetri delle auto di passaggio.
Il giorno dopo l'ordinanza di Domenici, Firenze ha visto cosi' sparire quasi nel nulla decine di lavavetri. Il sindaco non ha dubbi e in una nota spiega che il provvedimento e' ''una risposta concreta al racket che si era creato intorno a quest'attivita''', come dimostrato da alcune indagini nel corso delle quali e' emerso che la citta' era stata suddivisa in aree ''gestite da alcune famiglie''. Non e', pero', si affretta a spiegare il sindaco diessino, come aveva gia' fatto l'assessore alla sicurezza e vivibilita' urbana Graziano Cioni, un attacco a chi chiede l'elemosina, ''ai poveri''. Semmai un provvedimento che punta a ''scoraggiare e a reprimere i comportamenti aggressivi, a volte violenti, dei lavavetri nei confronti degli automobilisti, soprattutto se anziani e donne sole''.
E mentre in molte altri centri gia' si pensa ad imitare Firenze, e gli esponenti leghisti plaudono alla decisione della giunta fiorentina, anche in citta' cresce il fronte del 'no'. Alle perplessita' di ''costituzionalita''' del provvedimento, espresse dal presidente della Corte Antonio Baldassarre, fanno eco i commenti del procuratore capo a Firenze Ubaldo Nannucci che, pur senza scendere nei dettagli, parla di ''una scelta opinabile''; mentre per il procuratore aggiunto, Giuseppe Soresina, ''l'ordinanza e' giuridicamente corretta e opportuna. Il problema, semmai, e' l'effettivita' della sanzione''. Un dubbio che e' emerso subito stamani: ''Vediamo come sara' applicata la norma e come andra' il processo, se mai si terra'. Ma dubito anche che il mio assistito sara' reperibile. Ancora non l'ho incontrato e probabilmente non lo incontrero''', spiega il difensore d'ufficio di uno dei denunciati, Vanessa Luperi. I penalisti temono un aggravio del lavoro della giustizia, e esprimono dubbi sull'applicabilita' dell'articolo 650 del codice penale: ''Si deve intervenire penalmente - spiega il presidente della camera penale fiorentina Lorenzo Zilletti - se un lavavetri danneggia una vettura o aggredisce un automobilista, ma non perche' sta facendo il lavavetri''.
Sul fronte politico, critiche da destra e da sinistra. Mentre alcuni esponenti della Cdl parlano di un ''provvedimento propagandistico'', anche se poi chiedono la sua estensione ai venditori abusivi, da sinistra Prc minaccia una manifestazione di sostegno ai lavavetri. Per Sinistra democratica, l'ordinanza di Domenici poteva essere emessa dai sindaci di Treviso o di Verona, Gentilini e Tosi, ''a cui avremmo lasciato volentieri questo primato''. Critici anche i Verdi, alleati nella maggioranza che governa Firenze, che chiedono ''un dibattito sul provvedimento in Consiglio comunale''. Alla ripresa dell'attivita' politica l'argomento sara' ancora 'caldo' e per Domenici qualche problema potrebbe nascere anche tra gli alleati.