L'Italia diventa Repubblica Federale
Inviato: gio nov 17, 2005 4:14 pm
Il Parlamento ha approvato in maniera definitiva il decreto legge sulla riforma costituzionale, passato al Senato con il quarto "sì". La legge è stata approvata con 170 voti a favore, 132 contrari e tre astenuti. Il quorum utile richiesto era di 161 "sì". Ora la parola passa al referendum confermativo cui data è ancora da precisare, ma che sicuramente avverrà dopo il 15 di giugno.
Silvio Berlusconi lasciando il Senato ha dichiarato: "Abbiamo mantenuto un altro impegno. Siamo soddisfatti". Infatti per il premier la riforma costituzionale "darà maggiore governabilita'". E ha aggiunto: "Approveremo la riforma del risparmio entro la fine della legislatura".
Umberto Bossi, per la prima volta dopo 20 mesi di assenza si trovava a Roma con la famiglia per assistere alla votazione, ha affermato: "Non ho paura del referendum: gli italiani voteranno la riforma nella stessa maniera in tutto il Paese: non ci sarà un Paese spaccato in due". Il senatur, felice per il sì del Senato, subito dopo la votazione ha alzato il pugno in segno di vittoria, mentre tutti i deputati della Cdl lo applaudivano, in una vera e propria standing ovation. Per quel che riguarda la legge elettorale il leader del Carraccio ha confermato il voto a favore della riforma elettorale proporzionale, ma ha aggiunto: "Certamente con il proporzionale il sistema è più lineare, ma io sono per pesare i voti, non per contarli. Francamente non capisco Berlusconi: non mi sarei aspettato che cambiasse il maggioritario, lui che ha l'immagine più forte di tutti... e invece è andato dietro alle proposte dei partiti"
Sicuro di un risultato positivo al referendum è anche Renato Schifani, presidente dei senatori di Forza Italia, che a conclusione del suo intervento in aula ha affermato: "Il referendum? Siamo noi che lo vogliamo e gli italiani lo approveranno perchè si renderanno conto che con questa riforma si stabilizzano i governi, si tagliano i costi della politica e si semplificano i processi decisionali". "Spiace - ha aggiunto Schifani - che l'opposizione abbia cambiato idea sulla riforma solo per ragioni strumentali"
"Questa legge reca un danno al Paese in nome di uno scambio politico e di un ricatto della Lega. Si tratta di una vittoria politica di Bossi e di una sconfitta per il nostro Paese, perchè questa Italia peserà sempre meno nell'Europa che si sta costruendo". Lo ha detto il presidente dei senatori Ds, Gavino Angius, nella sua dichiarazione di voto a palazzo Madama contraria alla riforma.
A votare contrario è stato anche Domenico Fisichella, vice presidente del Senato, che nel suo intervento ha annunciato il suo dissenso e la sua diaprtita da Allenza Nazionale. "C'è una storia nazionale nella quale io mi riconosco che non contempla il federalismo, c'è una storia familiare e personale che non contempla il federalismo". Ma per Fisichella non c'è stata la diretta televisiva, e a sollevare la protesta ci ha pensato il senatore del Gruppo Misto Antonello Falomi: "Perchè non volete far sentire agli italiani coloro che parlano in dissenso?".
Per Marco Follini bisogna smitizzare il referendum lasciando "piena libertà di coscienza agli elettori" come fece la Dc nel 1946 di fronte alla scelta tra monarchia e repubblica. "Dopo il quarto voto parlamentare sulla riforma costituzionale - afferma l'ex segretario dell'Udc, che nell'ultimo voto della Camera sulla riforma si è astenuto - resta apertissima la questione di come ricucire il tessuto istituzionale dopo due legislature passate all'insegna della controversia"
Silvio Berlusconi lasciando il Senato ha dichiarato: "Abbiamo mantenuto un altro impegno. Siamo soddisfatti". Infatti per il premier la riforma costituzionale "darà maggiore governabilita'". E ha aggiunto: "Approveremo la riforma del risparmio entro la fine della legislatura".
Umberto Bossi, per la prima volta dopo 20 mesi di assenza si trovava a Roma con la famiglia per assistere alla votazione, ha affermato: "Non ho paura del referendum: gli italiani voteranno la riforma nella stessa maniera in tutto il Paese: non ci sarà un Paese spaccato in due". Il senatur, felice per il sì del Senato, subito dopo la votazione ha alzato il pugno in segno di vittoria, mentre tutti i deputati della Cdl lo applaudivano, in una vera e propria standing ovation. Per quel che riguarda la legge elettorale il leader del Carraccio ha confermato il voto a favore della riforma elettorale proporzionale, ma ha aggiunto: "Certamente con il proporzionale il sistema è più lineare, ma io sono per pesare i voti, non per contarli. Francamente non capisco Berlusconi: non mi sarei aspettato che cambiasse il maggioritario, lui che ha l'immagine più forte di tutti... e invece è andato dietro alle proposte dei partiti"
Sicuro di un risultato positivo al referendum è anche Renato Schifani, presidente dei senatori di Forza Italia, che a conclusione del suo intervento in aula ha affermato: "Il referendum? Siamo noi che lo vogliamo e gli italiani lo approveranno perchè si renderanno conto che con questa riforma si stabilizzano i governi, si tagliano i costi della politica e si semplificano i processi decisionali". "Spiace - ha aggiunto Schifani - che l'opposizione abbia cambiato idea sulla riforma solo per ragioni strumentali"
"Questa legge reca un danno al Paese in nome di uno scambio politico e di un ricatto della Lega. Si tratta di una vittoria politica di Bossi e di una sconfitta per il nostro Paese, perchè questa Italia peserà sempre meno nell'Europa che si sta costruendo". Lo ha detto il presidente dei senatori Ds, Gavino Angius, nella sua dichiarazione di voto a palazzo Madama contraria alla riforma.
A votare contrario è stato anche Domenico Fisichella, vice presidente del Senato, che nel suo intervento ha annunciato il suo dissenso e la sua diaprtita da Allenza Nazionale. "C'è una storia nazionale nella quale io mi riconosco che non contempla il federalismo, c'è una storia familiare e personale che non contempla il federalismo". Ma per Fisichella non c'è stata la diretta televisiva, e a sollevare la protesta ci ha pensato il senatore del Gruppo Misto Antonello Falomi: "Perchè non volete far sentire agli italiani coloro che parlano in dissenso?".
Per Marco Follini bisogna smitizzare il referendum lasciando "piena libertà di coscienza agli elettori" come fece la Dc nel 1946 di fronte alla scelta tra monarchia e repubblica. "Dopo il quarto voto parlamentare sulla riforma costituzionale - afferma l'ex segretario dell'Udc, che nell'ultimo voto della Camera sulla riforma si è astenuto - resta apertissima la questione di come ricucire il tessuto istituzionale dopo due legislature passate all'insegna della controversia"