da IV il ven gen 28, 2011 8:05 am
Denaro in cambio del silenzio
il Sultano prigioniero dei ricatti
Parlano le ragazze che partecipavano ai festini di Berlusconi: "Vogliamo soldi, case, incarichi". Le carte mostrano lo scambio tra sesso e seggi pubblici
di PIERO COLAPRICO e GIUSEPPE D'AVANZO
DENARO per ottenere il silenzio di chi minaccia di parlare troppo. Accade a Ruby. Cosmesi dei fatti, testimonianze e ricordi falsificati per eclissare i reati. Accade alle ospiti fisse del "relax" del presidente del Consiglio acquartierate nella Dimora Olgettina, Milano Due. Reati per proteggere le riprovevoli ossessioni di Berlusconi, le assai discusse "scene hard" del presidente, gli "strusciamenti", i toccamenti che decidono chi dovrà restare per la notte e per quanto sarà ricompensata.
Sono assilli, tormenti, manie da kamasutra chimico, che ad Arcore diventano la legge per tutte le partecipanti. È il codice che accetta anche N. T.. Ha appena 21 anni e nemmeno il becco di un quattrino. Va ad Arcore perché Aris, l'amica di un tempo, le ha detto che può tirar su "cinquemila euro in una notte se fa sesso con il presidente". N. entra a Villa san Martino pronta a tutto, ma si smarrisce per timidezza, quando viene travolta dal triste spettacolo del "bunga bunga" ("Non sai che cos'è? Ma da dove vieni, tu?") e ritrova se stessa per dignità quando guarda da vicino quel "vecchio". N. è un'eccezione, la mosca bianca perché tutti, tutti, le ragazze certo, ma non solo loro, vogliono arraffare quel che si può: denaro, gioielli, magari una casa, un "prestito infruttifero" o incarichi politici o un seggio in Parlamento, qualcuna con il sorriso e una deliberata sottomissione, qualcun'altra con il piagnisteo, tutte pronte al ricatto. Con il ricatto, soprattutto. Lo covano freddamente, con lucidità . Sono giovani e "Papi è vecchio", dicono, "e se il governo cade e se gli succede qualcosa? Che cosa mi ritrovo io che in qualche mese non ho nemmeno i soldi per fare il pieno di benzina?".
Le carte che il Paese sta leggendo lasciano "il re nudo". Lo spettacolo inquieta. Berlusconi è come sorpreso in piena luce nella sua sbalorditiva vulnerabilità , dimentica di ogni responsabilità pubblica; colto in una sexual compulsivity che nessuno dei suoi prossimi o complici ha né la voglia né la convenienza di contenere. Si scorge il capo del governo muoversi come prigioniero di una coazione all'illegalità . Frequenta e fa sesso con una prostituta minorenne; manipola le indagini quando scopre che Ruby ha parlato con i pubblici ministeri di Milano; corrompe i testimoni, trucca le testimonianze; si ingegna per liberare una sua amica (Maristella Polanco) da un affare di droga e, spensierato, la consegna poi al prefetto di Milano per farle ottenere la cittadinanza italiana, come se quella giovane donna (30 anni) non avesse per compagno un trafficante di cocaina (ora in galera). Il giorno dopo le perquisizioni (14 gennaio) convoca tutte le ragazze, le accoglie ad Arcore con i suoi avvocati. Nelle loro case si troveranno poi alcuni verbali d'indagini difensive che non sono stati presentati. Quasi fossero delle bozze che le ragazze dovevano mandare a memoria. Tutte le ragazze sanno che Ruby ha parlato. Nei loro conciliaboli "quella stronza" ritorna ossessivamente e, incaute, confermano dettagli delle sue rivelazioni: "Lo sai che ha parlato anche di Aida (Yespica)?". Berlusconi sa dai primi giorni di ottobre che Ruby se l'è cantata con i pubblici ministeri in un paio d'interrogatori tra luglio e agosto. Nicole Minetti ne parla con Emilio Fede e il direttore del Tg4 sembra saperla lunga: "C'è da mettersi le mani nei capelli... tre telefoni dell'entourage sono sotto controllo, ma meno male che ho trovato io una strada... ".
Lo stato delle cose dovrebbe consigliare al capo del governo prudenza, misura, oculatezza. Se non per custodire il decoro e l'onore del suo incarico, per proteggere se stesso, per tenersi lontano dal gorgo che lo annienterà . Non se ne cura. Gli accadimenti, che - raccontano le carte - vive con apprensione, non lo dissuadono da una esaltazione oppressiva. Corre sempre la stessa corsa, come il criceto sulla sua ruota.
Una telefonata dell'11 gennaio di quest'anno sarebbe sconcertante, se il premier avesse amici attenti al suo destino e non solo yes man e saprofiti. Accade questo. Lo "scandalo Ruby" è esploso da due mesi, il premier è in affanno, i cortigiani gli stanno inventando una fidanzata per rendere credibile la fiction apparecchiata da Alfonso Signorini, e lui che cosa fa? L'uomo che governa il Paese è "presissimo da una nuova". Chi è la new entry? Non si deve immaginare una maschera presentabile. Niente di questo. È un'altra "scappata di casa", proprio come Ruby-Karima: è una replica della pericolosa minorenne "esfiltrata" dalla questura con la concussione dei funzionari di polizia, con la "balla" della "nipote di Mubarak".
"È presissimo". Sono parole di Nicole Minetti, indagata con il premier per induzione alla prostituzione. Dice Nicole alla sua assistente, Clotilde: "Lui è presissimo da quella, è una montenegrina. Sì vabbé, ma è una scappata di casa, io l'ho vista è una zingara, cioè hai presente una zingara?".
Clotilde: "Eh appunto, è il suo tipo no? Non è il suo tipo?".
Nicole: "Sì, sì ma infatti, più è disperata meglio è, per lui".
Clotilde: "Finché non lo metterà nei casini, questa sarà il suo tipo".
Lasciamo perdere i toni razzisti, la rivelazione di Nicole ci dice quanto Silvio Berlusconi menta senza pudore. Le sue parole palesano quanto egli sia ormai un uomo che ha perso il controllo di se stesso. Lo ricordate quando affronta le tv con piglio padronale? "Su quanto avviene a casa mia non devo chiarire niente perché da me entrano solo persone che si comportano bene". Viene da chiedersi: quale gorgo psichico o incivile spudoratezza nasconde quella sua frase?
Ascoltiamo l'ultima testimone, N. T.: "Quella sera eravamo una ventina di ragazze a cena, molte straniere, e c'era il presidente, c'era Emilio Fede e c'era il cantante napoletano Apicella.... Dopo la cena il presidente ha detto "Ora andiamo tutti a ballare in discoteca", ha usato anche il termine Bunga Bunga, ma io non so cosa significhi. (...) Mentre noi ballavamo, il presidente e Emilio Fede erano seduti e guardavano (...) alcune delle ragazze che facevano lo spogliarello e che erano poi nude si avvicinavano al presidente, che gli toccava il seno o le parti intime o il sedere (...) Io non ho avuto il coraggio di fare una cosa del genere perché sono timida e quindi non mi sono spogliata, né mi sono fatta toccare dal presidente. Avevo saputo da Aris che alle ragazze venivano date dal presidente delle buste contenenti denaro. Aris mi ha confidato di avere ricevuto molte volte delle buste contenenti denaro dal presidente, perché Aris mi aveva detto di essere andata a letto col presidente in più occasioni... mi diceva però che andare a letto col presidente era stressante. Stressante, sì, perché mi diceva che durava un bel po' perché il presidente aveva rapporti sessuali non solo con Aris, ma contestualmente anche con altre donne. Io sapevo che cosa mi sarebbe potuto capitare, cioè di fare sesso col Cavaliere anche in presenza di altre donne, ero preparata psicologicamente, ma quando sono arrivata lì è prevalsa la mia timidezza. E poi, vedendolo di persona sinceramente, nonostante il denaro che avrei potuto ricevere, io sinceramente non me la sono sentita".
Quando accade tutto questo? Il 6 gennaio di quest'anno, la notte della Befana, la notte che chiude il Natale, una delle notti in cui gli avvocati trattano con Ruby la sua buonuscita miliardaria. Sempre negata, ma confermata dalle carte. Da un appunto a casa di Ruby. Che ha già ha intascato centinaia di migliaia di euro e si attende "nei prossimi mesi, quattro milioni e mezzo". Le carte mostrano Ruby che pretende dall'avvocato di Lele Mora (Luca Giuliante) e dall'avvocato che le è stato assegnato (Massimo Dinoia) che si muovano, in fretta, e le facciano avere quel che lei si aspetta. Tutti in questa storia si attendono qualche cosa e non soltanto "le buste". Gli appartamenti della Dimora Olgettina sono gonfi di buste, ce ne sono dappertutto. Le ragazze non si prendono neanche la briga di aprirle. Il contenuto è segnato sopra con un numero: 5 (cinquemila), 10 (diecimila), tutte banconote viola da 500. Barbara Faggioli nasconde il suo "tesoretto" dentro la fodera del cuscino, chi lo sa perché. Le buste sono l'ordinarietà . Quel che pretendono dal Drago al quale si sono concesse è ben altro. È la straordinarietà di un finanziamento a fondo perduto per una speculazione immobiliare; un attico in centro; un ingaggio in Mediaset; un lavoro per il papà . E poi, chi ha tenuto un libro in mano pensa di aver diritto ad ottenere da "papi" un incarico pubblico, una responsabilità nel Pdl, un seggio parlamentare. Perché no, un ministero. In fondo, discutono tra loro Barbara Faggioli e Nicole Minetti, "non è stato così anche per Mara (Carfagna)?".
Parlano sul serio, non per burla. Ammesso che ci fosse ancora bisogno di una conferma dello scambio tra sesso e incarico pubblico, queste carte ce la mostrano in tutto il suo realismo. Le ragazze lo ritengono un atto dovuto, il seggio in Parlamento. Berlusconi non le smentisce, lascia che coltivino quest'ambizione e d'altronde, dice Nicole, non sono già consigliere regionale? In questo groviglio, che fa della vita privata un affare pubblico e degli obblighi pubblici una convenienza privata, la dignità della responsabilità dell'uomo di governo è sfidata ad ogni passo. Non è storia passata o dimenticata, è cronaca di queste settimane l'arrivo a Villa San Martino di decine di ragazze, "moltissime straniere" (ma da dove vengono? chi le ingaggia? a chi davvero rendono conto?), che allietano il Sultano. Senza che ci sia chi sappia davvero chi sono. Addirittura, quale sia il loro nome. Possono scendere di sotto, nel sotterraneo del "bunga bunga", ma anche rimanere per la notte, per più notti, testimoni senza volto e nome del tragico decadimento dell'uomo che governa il Paese. Quasi arrogante nel pretendere che le sue dimore siano residenze di Stato, Berlusconi ha in odio il rigore che un edificio con la bandiera tricolore solitamente osserva. Uno dei responsabili dei tre turni della sua sicurezza - è un dirigente dei servizi segreti - dice: "Oggi l'ingresso compete al servizio di vigilanza privato e non alla sicurezza del presidente... Non c'è controllo di documenti, ma una lista di invitati che viene comunicata dalla segreteria".
È un tableau che sarà difficile da rimuovere. L'uomo che governa il Paese è nudo. Come nella favola di Hans Christian Andersen, tutti i "sudditi" possono vedere, se responsabilmente lo vogliono, quanti azzardi e emergenze ci siano in questa "nudità ". Berlusconi non è ricattabile: Berlusconi è già ricattato. È sotto ricatto anche in queste ore, da parte di Ruby, cui ha promesso milioni di euro. È schiacciato dalla pressione coercitiva di decine di "falene", che temono, con il declino del Sultano, il disastro di una giovinezza venduta inutilmente a una servitù volontaria ("stressante"). Quel tempo perduto lo trasformano in ira, in risentimento, in alcuni giorni in odio assoluto: "Quel vecchio ci ha rovinato la vita"; "Se penso che stasera devo andare ad Arcore mi viene da vomitare". Tutto è cominciato con una telefonata in questura, che annuncia un primo reato (concussione), dimostrato per tabulas. Un reato necessario per nasconderne un altro (l'abuso di una minorenne che si prostituisce) e per impedire il disvelamento di condotte che svergognano il Paese e l'uomo che lo governa. Sarà difficile rivestire il re e le sue vergogne.
(28 gennaio 2011) © RIPRODUZIONE RISERVATA