da Fender il gio gen 26, 2006 6:18 pm
19:18
L'inverno sta mostrando i muscoli in tutto il Nordest, in questi giorni vero freezer d'Italia. In Veneto ieri le minime sono scese a -10 anche nelle città di pianura. Eccetto Belluno, che con la sua vicinanza alle montagne ha segnato -13 (la stessa minima di Cortina d'Ampezzo), la città più fredda è stata Treviso, con -10, mentre Verona e Vicenza si sono fermate a -9; -8 i gradi rilevati a Padova, -7 a Rovigo, -6 a Venezia. Secondo l'Arpav si tratta, per gennaio, dei valori più bassi registrati da 14 anni a questa parte; le minime dell'altra notte sono state mediamente inferiori di 9 gradi alla media del periodo.
Ma tra oggi e domani il campo termico potrebbe subire un leggero rialzo, con il rischio di nevicate in pianura, per l'arrivo di una perturbazione sul nord Italia. Se nelle città il clima è gelido, in montagna le temperature polari sono ormai la norma da circa un mese. Ieri il record del freddo in Veneto è stato fatto segnare dalla stazione meteo del rifugio Marcesina (1310 m.), sull'Altopiano di Asiago, con -26, mentre solo un grado in più, -25, ha segnato il termometro a Pian Cansiglio, nel bellunese, e -23 è stata la minima di Passo Cimabanche, sopra Cortina. Negli altri poli del freddo, Tra i capoluoghi di vallata la più fredda è stata Asiago, con -20.
In assoluto il record spetterebbe a Malga Millegrobbe, nell'area di Lavarone (Trento), con -35 ma il valore viene contestato da Meteotrentino, il servizio della Provincia autonoma di Trento, che non lo ritiene verosimile. Il direttore afferma che «la registrazione dei parametri meteorologici è soggetta a specifiche normative emanate dall'Organizzazione Meteorologica Mondiale (Wmo), che vanno scrupolosamente osservate per conferire qualità ed attendibilità ai dati rilevati». Misurazioni fatte con altri criteri non possono quindi ambire a fare testo. Tanto più che al rifugio Marcesina, a pochi chilometri di distanza da Malga Millegrobbe, sono stati registrati -26 gradi.
Il gelo sta facendo ghiacciare anche la laguna di Venezia. Lastre bianche si sono viste ieri mattina nei canali a sud della città , come quello delle Fondamente Nove, dove il fenomeno è stato notato anche da squadre di vigili urbani in perlustrazione. Una sottile patina vetrificata, che si rompe al contatto con la chiglia delle barche, e non dà problemi alla navigazione, ma che crea un effetto suggestivo sulla laguna, poco abituata ad un clima da banchisa polare.
Il ghiaccio in laguna non si vedeva dal dicembre 1996, quando un'ondata di freddo simile a questa aveva steso un sottile velo bianco sulla superficie dell'acqua. Il ghiaccio non è invece una rarità nelle zone di laguna dove i fondali sono più bassi, come le velme e le barene, dove bastano pochi giorni di freddo intenso a cristallizzare l'acqua profonda pochi centimetri. Ieri tutte le zone di barena erano ghiacciate, ma lo strato bianco - come hanno verificato le squadre della polizia provinciale - ricopre interamente anche le zone di laguna, come Valle Millecampi, Giare e il lago di Tezze, al confine tra Venezia e Padova. Bisogna invece risalire al 1709, all'epoca della cosiddetta «piccola glaciazione», per trovare la laguna veneziana completamente ghiacciata, come testimoniano le vedute pittoriche dell'epoca.
L'altra notte a Padova due immigrati hanno rischiato la vita dopo essersi riparati dal freddo in un cassonetto. Si tratta di due nordafricani, clandestini, salvati da morte certa dagli addetti al recupero immondizia. Entrambi si erano appisolati nel cassonetto quando il camion della nettezza urbana è giunto in zona per vuotare il bidone. La coppia di immigrati è stata scaricata nel trituratore: le urla di terrore dei due hanno permesso ai netturbini di accorgersi della tragedia che stava per consumarsi e di fermare la macchina. Sul posto i Vigili del Fuoco e un'autoambulanza che ha poi accompagnato i due sfortunati in ospedale per curare alcune contusioni.
Termometro "in picchiata" e temperature rigidissime anche in Friuli Venezia Giulia e in particolare nel Tarvisiano. La scorsa notte la colonnina di mercurio ha toccato -26 gradi in Val Saisera, -24 a Fusine e -21 a Tarvisio città . Freddo, dunque, pungente, accompagnato anche da raffiche di vento gelido che hanno acuito la rigidità del clima. E l'emergenza idrica ha colpito in parte la città di Tarvisio, costringendo il vice presidente della Regione Gianfranco Moretton ad allertare la Protezione civile.
Ieri, infatti, le tubazioni di presa del fiume Bartolo si sono ghiacciate, ma la situazione è stata "salvata" dalle vasche, che hanno scongiurato problemi seri di approvvigionamento dell'acqua. Questa mattina, Carniacque provvederà a sostituire le tubazioni, risolvendo il problema. Rimane, in ogni caso, in vigore l'ordinanza di bollitura per uso alimentare a carico degli utenti dell'acquedotto comunale.
A Udine, invece, una ventina di dipendenti degli uffici Inps di piazza XX Settembre hanno deciso di lasciare la scrivania, per ragioni di prioritaria esigenza fisica. I termosifoni erano diventati stalattiti per l'inadempienza della ditta che doveva provvedere a segnalare a chi effettua il rifornimento di gasolio la mancanza del carburante.
A Marano era dal 1991 che la laguna non ghiacciava. Un sottile strato di ghiaccio di circa 3-4 centimetri ricopre infatti da ieri mattina lo specchio d'acqua e si estende praticamente da Marano fino a Lignano. I pescatori non si allarmano e riferiscono che situazioni di questo tipo rientrano nella normalità per chi conosce la laguna. «Noi pescatori siamo abituati a questi fenomeni - afferma Giovanni Raddi, presidente della Cooperativa Pescatori San Vito - conosciamo la laguna e sappiamo che a volte in inverno può ghiacciare».
A Grado, invece, mille quintali di orate sono morte assiderate a causa del freddo nelle valli di allevamento. La moria riguarda l'85\%-90\% del pesce presente nelle circa 30 valli di allevamento della laguna di Grado e il danno complessivo oscilla fra gli 800mila euro e il milione.
Parlare di freddo in questo periodo è scontato ma farlo perché il problema si vive all'interno delle aule scolastiche non è così naturale. Assistere seduti alle lezioni all'interno di classi dove si rabbrividisce crea disagio. È quanto accaduto a quattro delle venti classi del liceo scientifico Albert Einstein di Cervignano, in tutto circa 70 studenti, che sono stati costretti a seguire le lezioni con una temperatura di 13 gradi.
R.N.E.